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Lettera pubblicata il 10 Maggio 2010. L'autore, Salinger, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Ciao Salinger, nella mia prima vita sono stato con una donna per 11 anni con data di matrimonio fissata, invitati misti e appartamento acquistato. A fuggire fui io, e nonostante questo il viaggio all’interno del mio “lutto” durò un periodo lunghissimo nel quale me ne restai rigorosamente solo proprio perché quell’unica volta che tentai una relazione che andasse oltre la nottata, il mio cuore, la mia mente, la mia anima erano in tutt’altro dove.
Persino a quella mia ex non andò meglio. So che dopo di me infilò una serie piuttosto lunga di “uomini della sua vita” finiti tutti nello stesso cestino. A riprova che sebbene lei nel contratto (un po’ come il tuo fidanzato) fosse la “parte lesa”, la scorciatoia del chiodo schiaccia chiodo non funzionò. Forse se avesse passato un po’ di tempo in solitudine, sarebbe riuscita a comprendere perché me ne andai ma soprattutto avrebbe messo un po’ d’ordine dentro se stessa cosa che ha dovuto attendere un certo numero di anni.
Le storie sono tutte diverse, e questa e’ la mia.
Detto questo rispondo al tuo appunto. Non mi era infatti sfuggito che “…dopo qualche mese che lui era single sono arrivata io…” come non mi era sfuggito che “…disse di averla dimenticata, morta e sepolta…però mentiva…” Leggere poi che dopo il “qualche mese” da single a cui si aggiunge il “qualche mese” speso con te, ancora il tuo fidanzato cercava della ex e’, a mio avviso, indice di aspettativa/speranza da parte sua e non di mera curiosità. Aspettativa frustrata al punto di innescare ulteriore sofferenza alla notizia della nuova vita di lei, dalla quale lui e’ irrimediabilmente tagliato fuori.
Se a questo aggiungiamo i dubbi da te palesati sull’evoluzione attuale con quel sibillino “…questa cosa pare davvero superata…PARE (il maiuscolo e’ mio)…” direi che il quadro da te descritto induce le riflessioni che io a mio modo, e altri meglio di me hanno prima e poi condiviso e sottolineato.
CONTINUA
Tornare single infatti dopo un’intensa relazione di convivenza con promessa di matrimonio e conseguente fuga della candidata non e’ cosa semplice da metabolizzare. Proprio per questo, la mia analisi sulla necessità di elaborare il “lutto” non parlava di TEMPO bensì di PERCORSO interiore. Un viaggio quindi assolutamente soggettivo che per taluni può durare settimane mentre per altri non bastano anni.
I fatti da te descritti mi hanno indotto a scrivere che, nel suo caso, “qualche mese da single” non sia stato un tempo sufficiente al compimento di quell’analisi utile a comprendere la natura del fallimento, a superarne la perdita e muoversi finalmente in avanti. Se quanto ho interpretato e’ ormai superato, non posso che essere felice per te, anzi ti auguro che tutto vada per il meglio e che voi possiate finalmente trovare quella serenità che e’ centrale in ogni relazione umana.
Riguardo a quanto scritto da Ares, il fatto che quello fosse il suo migliore amico certamente non rende analoghe le vostre storie. Quello che pero le rende simmetriche–ed e’ qui la chiave interpretativa del messaggio–e’ proprio il fatto che nonostante i proclami, il fantasma del passato era quanto mai presente al punto che essa stessa riconosce che il non aver saputo/voluto leggere la realtà ha generato lo sconsolante risultato di due anni di vita gettati alle ortiche.
Concludo concordando con quando magistralmente descritto da Luna. Credo infatti che sia necessario anche per te separarti dalle tue angosce personali (magari da quelle da prestazione) e osservarti in maniera obbiettiva. Soltanto allora riuscirai a valutare se la tua gelosia e’ frutto di una tua personale insicurezza che sarebbe quindi presente in qualsiasi tua relazione, o piuttosto una manifestazione indotta dai comportamenti ambigui del tuo fidanzato e conseguentemente quantomai giustificata.
Le risposte qui sono tutte tue. G.
Per Salinger un ulteriore spunto di riflessione. A me scrivi “…leggi bene cosa ho scritto… quando ci siamo conosciuti erano alcuni mesi che lui era single…”; ad Ares invece “… il tuo caso non può essere di esempio per me poiché totalmente diverso dal mio…”; e infine a Luna “…ha “rielaborato il lutto” e capito che quella di cui era innamorato era solo un’immagine, una persona che non esiste…”
Non vorrei che la fretta che usi nel prendere le distanze dalle criticità che io e altri lettori abbiamo sottolineato sia una sorta di esorcismo teso a non voler guardare determinate negativita’ che, sulla base di quanto scrivi, noi abbiamo invece rilevato.
Aggiungo che affermazioni tipo “…dal momento in cui lo ha lasciato e si è comportata da str…a già non era più la donna che amava…” proprio per quel carico emozionale di rabbia e delusione che si portano dietro sottolineano ulteriormente quanto lui sia ben lungi dall’aver fatto i conti col suo ancora ingombrante passato.
Questo non vuol dire che egli non provi un sincero sentimento nei tuoi confronti ma se prima non libera il cuore e la mente, non potrà mai esprimerlo in modo completo e appagante per te e per se stesso.
Quel che desidero dirti e’ di non fasciarti la testa prima di romperla, ma assolutamente non sco.... il problema sotto il tappeto perché potresti ritrovarti tra qualche tempo nella condizione di Ares e dei suoi anni di vita sprecata.
Tieni la guardia alta e lotta per avere tutte le risposte che ti sono necessarie per vivere serena.
G.
Ciao glosstar. Volevo rispondere al tuo ultimo commento chiarendo che io non sono insicura di mio ma bensi la mia insicurezza nasce dal suo comportamento passato. Passato purtroppo pero ancora recente. Sono in una fase in cui ancora spero che tutto possa migliorare e non me la sento di lasciarlo perchè sento che comunque ho ancora delle “carte da giocare”. So benissimo di correre dei rischi, ma quale relazione ne è priva? Chi può dire che un amore che comincia rose e fiori finisca poi benissimo? Perciò non è detto che una storia cominciata male non finisca poi bene. Sento che vale la pena provarci. Non potrei mai vivere col rimpianto di aver buttato via una storia d’amore forse bellissima. Purtroppo “lo scopriremo solo vivendo” come diceva una famosa canzone.. E semmai dovesse rivelarsi un fallimento sarà stata comunque una lezione di vita.
Chiedo scusa per l’intromissione ma anch’io ritengo che sia necessario un periodo di disintossicazione, soggettivo per ciascuno di noi, durante il quale la solitudine è la sola soluzione.
L’ho compreso anni fa, dopo la fine del mio più grande amore, lo comprendo oggi, consapevole che la persona alla quale dedico le mie attenzioni non riesce a vivere serenamente altre esperienze senza sentirsi un “fallito sentimentale”.
E non posso dargli torto, so cosa significhi dover elaborare un lutto, insomma, la vita prima o poi ti presenta il conto. E’ per questa ragione che ho deciso di troncare ancor prima di capire se ne valesse la pena. Il suo lutto è vivo, lo tocco con mano.
La mente non inganna, le risposte le conosciamo dentro di noi.
Una storia che fallisce è un pezzo della tua vita che se ne và, che sia l’abbandono o la causa di quella fine, non importa, bisogna distruggere il mito, le abitudini, comprendere le ragioni, le cause, gli effetti….
Farsi leccare le ferite è molto semplice, non posso certo biasimare chi rimette nell’amore la soluzione dei propri drammi personali, ma prima o poi è necessario un’introspezionbe solitaria, che può essere più o meno lunga, ma necessaria per comprendere fino in fondo ciò che siamo, ciò che ci aspettiamo dagli altri. Insomma è l’abisso la soluzione e non lo si trova certo fra le braccia di un altro/a.
Sono d’accordo con te Artemide e con quanto hai illustrato. Se non sterilizzi la ferita prima di apporci il cerotto, il pus sottostante continuerà a crescere fino alla completa cancrena. Non esistono scorciatoie.
Per Salinger. Chi conosce il vino, sa che i grandi vini si fanno in vigna e non in cantina. In cantina un vino si può edulcorare fino a renderlo accettabile, e tuttavia mai diverrà un grande vino. Al contrario, se non si adottano le dovute cautele, in cantina una grande uva in vigna si può soltanto rovinare.
La metafora per spiegare il mio dissenso riguardo al tuo immaginifico “…non e’ detto che una storia cominciata male, non possa finire bene.” Mai per esperienza diretta ne tanto meno indiretta, nella mia vita ho visto storie cominciate male trasformarsi in qualcosa di meglio. Purtroppo ho sempre assistito al contrario.
Sai tu, ovviamente.
Quello che si dice sulla rielaborazione del lutto è sacrosanto, però a momenti ho l’impressione che si dia per scontato che lui non possa realmente avere rielaborato, anche grazie alla serenità di una nuova relazione, che può fargli sentire (oltre che razionalmente capire) quanto bene sta ora e quanto male stava prima, prima del precedente distacco, quando magari per una serie di ragioni non ne aveva la percezione. Abitudine, progetti in corso che fossero.
Io nella frase che hai riportato, stronza – non amavo già non vedo per forza un rimpianto.
Neanche in stronza, intendo. Non vedo per forza un carico di interesse emotivo legato all’esterno.
Quel che può rimanere, anche una volta esaurito l’amore per l’ex, in una situazione come quella che lui ha vissuto, è anche il residuo di una ferita narcistica, chiamiamola così…
una persona lasciata come è avvenuto a lui, inoltre, può avere un trauma da digerire rispetto all’abbandono, ecc, che è una cosa, interna, che può portare a certi atteggiamenti, anche inconsapevoli, ma non necessariamente legati al fatto di rimpiangere effettivamente la persona con cui stava o di non essere presente emotivamente nella nuova relazione.
Forse la domanda che ti poni è: riesco a sostenere il fatto di stare con una persona che, pur amandomi, porta i segni di un trauma precedente? – che è una domanda diversa da: che pensa ancora all’ex.
Le due cose possono confondersi, ma la tua insicurezza può nascere anche dal fatto che lui non riesca ad esprimere l’affettività (ne sparo una) per un suo percorso di recupero della propria emotività e sicurezza, in se stesso, nelle relazioni, che esulano dal fantasma in sè. cosa che però viene identificata con un fantasma, da te. In tal caso spostare il centro del discorso dall’ex bensì sulle vostre emotività e bisogno di essere rassicurati vicendevolemente, i vostri tempi, forse sarebbe più utile. Vivendo comunque il più possibile in un presente in costruzione.
L’imput di ritenere che lui fosse ancora con un tallone nel suo passato ci è stato suggerito proprio da Salinger e dalle sue paure/conferme
che l’ex fosse ancora presente nella mente del suo partner.
Ripeto, la mente non inganna, anche se non nego che il fantasma di un altro/a possa essere un problema solo per noi che andiamo a confrontarci
quotidianamente con lo spettro in questione.
Ma come dici tu LUNA, a volte non è tanto il desiderio della nostra vecchia vita a fare capolino, ma il non riuscire ad accettare che questa persona abbia preso il largo devastandoci in quel remoto senso di orgoglio/dignità
che tutti abbiamo, più o meno, sviluppato.
Però anche in questo caso il problema rimane, si svuota il sentimento, si epura la mancanza, ma resta comunque qualcosa che ci lega e che tormenta chi invece è davanti ai nostri progetti futuri.
A mio avviso se non si recide il cordone ombelicale il futuro con altri resterà una mera utopia.
@A mio avviso se non si recide il cordone ombelicale il futuro con altri resterà una mera utopia.
sono assolutamente d’accordo con ciò, ed è chiaro che nuova vita significa spostare l’asse, la centralità affettiva ecc appunto nella nuova vita.
Ci è stato suggerito da lei, è vero, ma ci è anche stato suggerito da lei che ammette di vivere uno stato d’ansietà di non fiducia e gelosia.
Ora, non è che io debba fare l’avvocato del diavolo o non diavolo che sia per forza, le mie osservazioni sono anche generali. Cerchiamo di dare a lei, forse, dei punti diversi di visuale, non per confonderla, certo…
Ho un amico che, anni fa, è stato abbandonato a tipo una settimana dalle nozze. Lei aveva un altro. Oggi è sposato con un’altra donna, è felice. Fa la sua vita e non ha rimpianti. Immagino che mai potrà considerare il fatto di essere stato piantato all’altare, anche ripensando a quel periodo, al dolore, la frustrazione, la rabbia, la crisi che ne sarà conseguita come una cosa positiva, se non per il fatto che quella fine, “tragica”, ha cambiato il percorso della sua vita aprendola ad un nuovo incontro, felice, e anche più compatibile.
E ripensando al fatto che dopo una cosa del genere si è ripreso, e benissimo, e immagino che in quel momento non riusciva neanche ad immaginarlo.
Se penso ad un mio ex in particolare posso dire che era uno stronzo, ve lo dico e controfirmo. Lo era, non è che posso dire che è bravo bello fotomodello. Penso anche che sia scemo. Ma non lo dico con rabbia, rivalsa, o con carico emotivo. Lo dico pure sorridendo. La mia percezione è che sia stato uno stronzo. Ma di lui non me ne può fregar meno da secoli secolorum, non ha alcuna influenza sul mio presente e sicuramente non lo rimpiango.
Poi lo sanno loro, salinger e suo moroso, cosa stanno vivendo. e lui sa cosa pensa, chiaro, e a che punto sta la sua rielaborazione.
E se c’è stato un tempo in cui lui era ambiguo ciò può sicuramente aver lasciato una traccia in lei. Che si può sciogliere
forse mettendo all’ordine del giorno, nella LORO coppia, questo aspetto.
Cioè lei che dice: io mi sento così, ora. Io ho queste sensazioni. Io ho queste paure.
Così è possibile avere un dialogo, tra loro, riguardo il loro sentire.
Un dialogo tra loro, ripeto.
Un confronto tra le loro emotività, esigenze. Se nell’emotività di lui c’è un fantasma uscirà, ma il discorso è che a forza di parlare del passato il rischio è di non fare un dialogo, ma un monologo, un monologo quasi a tre, ma senza reale confronto nel presente.
Forse lei ha rassicurato molto lui nel momento iniziale della relazione, della rielaborazione, e ora ha bisogno di percepire maggiore sicurezza e rassicurazione dall’altra parte.
Arriveranno?
Questo ovviamente non possiamo saperlo.
Ma l’unica via mi sembra quella di esprimere i propri bisogni, la propria verità emotiva e di vedere se può effettivamente incontrare quella dell’altro.
@Ora questa cosa pare davvero superata…pare…A parte vari alti e bassi siamo felici e abbiamo una bellissima intesa sotto ogni punto di vista, dice che mi ama da morire, che sono la sua vita e che vorrebbe addirittura convivere…
e
CERCO DI NON PENSARCI AL PASSATO MA NON CI RIESCO e vivo con la sensazione di essere sempre in svantaggio… sento sempre di amare di piu io. Non gli credo quando dice che mi ama alla follia…ho PAURA che lui si comporti COME SE fosse innamorato MA che in realtà non mi ama e non mi ha mai amato