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Lettera pubblicata il 24 Febbraio 2009. L'autore, rajia, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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timothy leary. Sei un pacco vivente , della tua razza purtroppo ne esistono troppi.
Certamente ti sei guardato allo specchio prima di dire queste cose. Comunque se mi dai l’onore di incontrarti, me le dici in faccia, così vediamo chi ha più brufoli e chi è più fumetto.
Veramente Disperatissima…che nome! è uno specchio dell’anima?….di certo sei una che ha vissuto, nel bene e nel male.Mi è piaciuta la stoccata alla psicologa,ma non tutti hanno amiche come te. Penso allo stesso modo per i psicologimangiasoldi,ma quando uno è disperato, è un passaggio obbligato,hai talmente messo bene a fuoco la situazione di rajia, che io non aggiungo altro, voglio solo dire, da come si è raccontata,che ha sbagliato a sposarsi,non mi è sembrato di capire che ci fosse un sentimento forte. MAH!un pensiero cattivo, mi ha fatto pensare che si è lanciata in questo “grande amore” di m…a perchè una volta sposata ha sentito dentro;è tutto quì? e quel poverino del marito in tutta questa faccenda ha avuto un ruolo men che marginale!!!Brutta storia la vita!
@
timothy leary! ma chi sei? per coerenza dovresti parlare sull’argomento della lettera,e non metterti a giudicare nessuno,nell’anonimato si muovono i codardi,se hai da dire qualcosa su qualcuno,ma non credo che lo farai mai, perchè manchi del più elementare dei concetti, vuoi offendere qualcuno? dici il tuo nome vero,altrimenti Zitto! Bene ha fatto guerriero a risponderti per le rime! Bravo guerriero: approvo e ti stimo, alla faccia dei falsi sapienti che uscendo dalla fogna,confondono il mondo civile con il loro habitat naturale! Bravo Guerriero!
Esattamente “Veramentedisperata”, la sindrome dell’abbandono e dell’abbandonare ha condizionato la mia vita e le mie scelte..Sono stata “abbandonata” nel momento più delicato della mia crescita..uno shock molto forte (di cui non intendo parlare) mi ha costretto a diventare grande d’improvviso senza averne alcuna capacità..l’abbandono non è stato fisico, ma affettivo..e sebbene concretamente non ci sia stato un lutto..io l’ho vissuto incosapevolmente come tale..Negli anni non ho fatto altro che cercare di “dimenticare”..ma le emozioni e le paure mi venivano..periodicamente..a cercare..Non mi sono mai concessa fino in fondo ciò che volevo, non sono mai stata fino in fondo me stessa..nel tentativo di recitare un ruolo che non lasciasse scorgere il mio dolore interiore e non suscitasse pietà negli altri..Volevo essere come tutti gli altri..e mi sforzavo di farmi bastare tutto ciò che gli altri facevano…ma non bastava mai..mai..Puntualmente la tristezza mi veniva a cercare..e mi trascinava con sé..
Qualche esperienza..poi è arrivato lui, mio marito..il cui amore incondizionato..mi ha sciolto e permesso di mostrarmi per la prima volta come ero davvero…non ho potuto che ricambiare con la stessa intensità il suo amore..ma..ne ho fatto il mio scopo..l’unica ragione di vita per lungo tempo..smettendo di vivere per me..dedicandomi esclusivamente alla sua felicità…e con gli anni questo è diventato un problema..lui si è adagiato sulla mia presenza, ha continuato ad esserci sempre..ma ha spento il lato emotivo..dedicandosi e concentrandosi solo sul lavoro (anche per offrirmi ed offrirsi una vita migliore)..io continuavo a chiedergli attenzioni..non capendo che il mio vuoto interiore dovevo riempirlo da sola non con lui..la comunizione è entrata in un circolo vizioso..tante cose non dette, paure celate, desideri nascosti..quei rari momenti di felicità vera..ci hanno condotto titubanti al matrimonio..La sua determinazione mi spingeva a pensare che il mio punto di vista fosse distorto..
E poi..la storia è andata come sapete..Tanti errori reciproci (di cui stiamo pagando in pieno il prezzo)..incapacità di prenderci, guardarci in faccia e dirci “ma che ca..o sta succendo?” ..lui si è rifugiato nel lavoro, io in un altro uomo, vedendoci cose forse neanche realmente esistenti..per cercare di non affrontare e “definire” la situazione con mio marito..
Mi sono fatta abbagliare dalla “magia” che insieme eravamo..senza rendermi conto che la “magia” forse è in me..e non dipende da lui..non dipende da nessuno..
Ora riparto da me..dalla mia persona..voglio nutrirmi “di me”..
Voglio stare con me..guardarmi ed amarmi..
Abbracciare i miei dolori, le mie delusioni, le mie paure..
Consolarmi..
Ed iniziare a rialzarmi..
Nella speranza che tutto il resto..la “definzione” degli eventi..arrivi da sé..
Basta soffrire..basta..
toroseduto, troppo buono:-)
Ti capisco molto bene, raija,
e credo senza peccare di presunzione.
Ho subito esattamente come te un abbandono
“emotivo” protratto negli anni,
peggiorato dal fatto che io ero piccola
in una famiglia di adulti. E sappiamo
bene come possano essere vigliacchi gli adulti
e come sappiano scaricare sui bambini parte
del loro nervosismo e frustrazione.
Forse anche tu, come ci hai ben spiegato,
ti sei sentita sempre appena sopra il pelo dell’acqua,
dove un nonnulla sarebbe bastato a farti cadere giù.
Non so se hai avuto episodi depressivi,
ma questo stress giustifica bene la scelta “di comodo”
fatta sposando tuo marito.
Anche qui, ti capisco bene. Sono una persona
che non rimane mai insensibile all’aiuto e all’amore
degli altri, anche quando questi non mi entusiasmano
sotto il profilo strettamente sentimentale.
Con queste premesse è difficile non ricambiare almeno
con amore superficiale il “bene” che tra tanto male
un uomo, un amore ci regalano.
Non sono d’accordo quando si parla di questo marito
come “vittima”: ha ben visto di minimizzare i tuoi dubbi
e, come non mi stancherò mai di ripetere,
quando c’è un tradimento il problema è nel rapporto a due (50%-50%).
L’ignavia di quest’uomo ha semplicemente accresciuto la tua solitudine, condizione che ha visto entrare come un’epifania questo ragazzo.
Posso dirti una cosa?
Tu hai dimostrato grandi capacità d’amare
e nel modo più bello, travolgente del termine. Questo
dimostra quanta ricchezza nascosta tu possieda e dimostra anche, a mio avviso, quanto fosse mal riposto verso l’oggetto che ti è “capitato”. E’ successo così:
ti sono solo capitate persone sbagliate
secondo il ben noto principio : ” gli avvoltoi si approfittano della debolezza”.
Con questo non voglio naturalmente condannare queste due persone, così importanti per te…
voglio dire che se tu avessi avuto un’esistenza parzialmente diversa, avresti scelto diversamente.
Ti sei divisa fra un “pantofolaio” emotivo un po’ coercitivo
e questo ragazzo che tale vuole rimanere,
poeta maledetto senza aspirazioni concrete,
perlomeno insensibile, fattelo dire.
Ti consiglio dei cambiamenti repentini, delle novità
anche nei dettagli: ti aiuteranno a ricostruire parte della tua energia mentale. Prova una dieta sana,
uno sport, un hobby, qualsiasi cosa, anche minima.
Soprattutto non affaticarti ancora di più con paranoie
e infinite spiegazioni pseudopsicologiche dell’accaduto:
sei solo travolta, adesso, dalla situazione e non sei lucida.
Poni questo come dogma e sii indulgente con te stessa,
non forzarti, perché in ogni caso non sei pienamente in te.
Prova e facci sapere come pensi di passare questi mesi,
non serve un obiettivo a lungo termine: basta facela settimana dopo settimana, senza pensare a una meta.
@toroseduto: ti ringrazio molto dei complimenti:)
Ho modo di credere che il 100% degli psicoterapeuti
(non parliamo degli analisti) sia una massa di criminali;)
E sinceramente ci vorrebbe troppo cu*o per beccare quello giusto, perciò…
cara Rajia probabilmente ti sei gettata nelle braccia della persona sbagliata, immatura ed incapace di amare sul serio. Probabilmente per lui è stato soltanto un gioco