Lettera aperta al vice-ministro Bastico
Cara vice-ministro Bastico,
nonostante i suoi interventi, che tra l’altro sono volti a rassicurare ma che non mi sembra sortiscano tale effetto, noi insegnanti precari versiamo ancora nell’incertezza!
Lei ci sconcerta,perchè i condannati a morte sanno sempre di che morte moriranno e hanno tutto il tempo di prepararsi psicologicamente.
Ma a noi non è dato di saperlo.Infatti non sappiamo con certezza che fine faremo.
Un giorno afferma che non faremo ripetere niente a nessuno…(Radioanch’io);
poi che ci sarà un accompagnamento nel nuovo sistema;(Radio anch’io);
poi che saremo traghettati (italia oggi).
Caro vice-ministro questa incertezza ci logora…Finirà che quei 150.000 posti di cui SOLO LA META’ destinati alle graduatorie permanenti,saranno pure assai,…Già,perchè nel fino al 2010,tante cose possono capitarci (E non è un auspicio!):
andati per selezione naturale,esaurimento nervoso,depressione post-graduatoriam, convertiti a scientology,entrati nella comunità Hamish,ritirati in un eremo tibetano,mendicanti sui gradini di una chiesa,ricoverati in una casa di cura per vecchi docenti usurati,oppure avremo trovato un altro mestiere-perchè il nostro LAVORO è essere INSEGNANTI,a prescindere da quello che pensiate LEI e il ministro FIORONI- per non moriredi fame. Grazie Tante.
Monica C. Napoli
Noi insegnanti precari, che fine faremo?
di
monika
Lettera pubblicata il 23 Novembre 2006. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore monika.
La lettera ha ricevuto finora 5 commenti
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In Italia nessuno muore di fame e chi ha voglia di lavorare il lavoro di sicuro lo trova! Il fatto è che tutti vogliono il posto fisso pubblico per non fare un c…o e rubare lo stipendio! Questa è la triste realtà italiana! L’altissima tassazione che c’è in Italia necessaria per pagare -purtroppo- lo stipendio ai pubblici dipendenti nullafacenti e con secondi e terzi lavori (hanno tutto il tempo di farli!)non esisite in nessun altro Paese civile! L’Italia che lavora e che produce ha il diritto-dovere di ribellarsi e di difendersi da questa autentica piaga sociale anche con l’evasione fiscale. Si lotta tanto contro l’evasione fiscale ma contro l’alto assenteismo nella pubblica amministrazione cosa si fa? Contro i secondi e i terzi lavori dei pubblici dipendenti cosa si fa? Contro le finte malattie cosa si fa? Questo è il grosso danno economico dell’Italia non l’evasione! Chi evade le tasse significa anche che qualcosa fa e in economia se qualcosa si fa è sempre positivo. A differenza invece dei precari nel pubblico che battono i piedi per essere stabilizzati magari anche senza concorso o con concorsi ad hoc tanto per salvare la forma. E i precari nel settore privato chi li stabilizza?
Quando si stabilizzano migliaia di precari nel pubblico significa solo una cosa: aumento delle tasse all’Italia che lavora per pagare loro lo stipendio, all’altra Italia; a quella dell’assistenzialismo e dei nullafacenti! Tassa oggi, tassa domani e l’Italia che lavora finisce con il chiudere!
Caro amedeo,non puoi paragonare noi insegnanti ad impiegati amministrativi o altro.Noi abbiamo a che fare con persone,bambini ,ragazzi che hanno bisogno della nostra esperienza,dedizione e competenza per essere accompagnati nel difficile passaggio dall’infanzia all’adolescenza e oltre.Ovviamente questo lavoro non può essere fatto senza la famiglia che invece spesso viene a mancare,lasciandoci soli nella quotidiano lavoro di educatori.E nonostante ciò,nonostante la precarietà,continuiamo a fare questo che non è un mestiere ma un Lavoro.Certo posso anche andare a fare le pulizie,la voglia di lavorare non mi manca.Ma sarò sempre insegnante e ci perderemo tutti.Famiglie,alunni, stato.
In generale mi vien da dire che certe cose si risolvononel segreto delle urne. Un governo non pensa a voi precari? OK: la prossimo col piffero che rivedi il mio voto. Non è neppure necessario andare nei tecnicismi. Non credo che ai vari ministeri si interessino più di tanto della situazione di chi non ha mezzi e tempi per investire nella propria vita perché precario. Interessano i voti ed il potere contrattuale. Gli jnsegnanti, in genere, non ne hanno, i precari ancora meno.
Per Amedeo: vorrei dire che la scuola effettivamente sta perdendo di vista la propria missione e il proprio impegno. La dimostrazione sei tu, che riesci a dire corbellerie anche senza conoscere il problema (come dimostri con le tue righe). Non so come andavi a scuola, certo non ti è stato insegnato niente di valori, etica, costruzione sociale, condivisione culturale e economica… C’è chi produce, è vero, ma di solito è anche quello che guadagna. Chi insegna dovrebbe aver insegnato a te e ad altri milioni di persone a guadagnare, ma anche a capire che cosa fai e che cosa dici.
Infatti ,penso che alla fine della faccenda tanti nodi verranno al pettine.Io certo non mi batterò più per difendere un Governo che non mi tutela e un ministro che definisce gli insegnanti personale di risulta,che afferma che facciamo gli insegnanti perchè non sappiamo fare altro.Se noi non sappiamo fare gli insegnanti ,lui non sa fare il ministro.Solo Rifondazione sta combattendo al nostro fianco e hanno fatto loro la nostra battaglia.Comunque ribadisco che a farne le spese di questa situazione sono tutti.
Petizione docenti precari non abilitati. Per un giusto riconoscimento del servizio.
http://www.universitydimension.com