Nel passato, lisciare il proprio capo per conquistarsene il favore, era come minimo considerato un atteggiamento al limite della viltà e la coscienza, che aveva ancora un peso rilevante, influiva pesantemente sulle dinamiche di comportamento e certi atteggiamenti dovevano per forza essere mimetizzati. I lecchini si vergognavano e spesso venivano additati, derisi e criticati. Oggi, nella società POST-RAMPANTISTICA, sempre più gerarchizzata e governata dalla logica del profitto, dalla competizione sfrenata e sfalsata dalla logica della raccomandazione, dalla prevaricazione del più forte ed esaltata dalla filosofia machiavellista del primeggiare a tutti i costi, questo atteggiamento sembra sia diventato una virtù vitale nonché l’arma di difesa più immediata ed efficace. Saper leccare è un’arte che per alcuni risulta naturale ed istintiva e per altri è il frutto di studio e di una preparazione, faticosissima e minuziosa. Ecco i sette Comandamenti del perfetto leccaculo: Individuare con precisione il soggetto da leccare. Leccare in ogni situazione ed in ogni caso, senza temere di leccare troppo. Leccare anche in assenza del destinatario. Assicurarsi che la slinguazzata giunga a destinazione con decisione e con tanto di mittente. Personalizzare la leccata a seconda del destinatario, scoprendone i punti deboli: figli, intelligenza, bellezza, professione, casa, squadra di calcio. La pazienza è una delle virtù del leccone, che a volte deve lavorare sulla distanza. Non desistere, anche se si è disturbati da altri concorrenti. Il cecchino è colui che prende bene la mira e spara le sue leccate soltanto al potente di turno, a chi gli può servire nell’immediato per ottenere questo piacere o quell’altro favore. La dinamica dei comportamenti umani ha fatto si che adulatori, lecchini, sviolinatori, ruffiani e leccaculo in generale non siano più considerati in modo negativo. Questo ha modificato i vecchi rapporti tra le classi sociali. Ma ironia a parte, peccato perché questo fa delle persone sincere, una razza sempre più in via d’estinzione. Ciò detto, premesso che di questa gentaglia nella SCUOLA STATALE ITALIANA io ne trovo sempre tanta, pongo la seguente domanda di stampo generale-statistico:
Secondo VOI, ne troviamo più nel pubblico o nel privato?
Nel Pubblico o nel privato?
di
kekkoufo5
Lettera pubblicata il 2 Febbraio 2009. L'autore ha condiviso 31 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore kekkoufo5.
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un pò di qua e un pò di là, i leccatori non hanno confini: e morto un papa ne trovano subito un altro da slinguazzare
non farei tanto una distinzione tra pubblico e privato ma tra piccole società o enti, e grandi società o enti
nelle grandi realtà è quasi una regola proprio perchè ci sono tante figure professionali a cui aspirare
certo gente così non può pretendere di essere ben vista dagli altri…ma di questa cosa a loro non gliene frega niente sai
se ne accorgeranno solo quando capiranno che nella vita non esiste solo il lavoro e la carriera, chi prima e chi dopo, il conto arriva
Mio caro amico, il lecchino è un male ormai risaputo. Molti dicono che aumenti in virtù della crisi economica , nei posti privati e quant’altro. In realtà esiste un tipo peggiore di lecchino, l’infame, quello che non ti lecca , ma che mettendo zizanie e offendendoti per farti passare per incompetente, crede di poter prevalere e mettersi in mostra e come hai detto tu poco importa che qualità abbia; nessuna . Solo per farsi bello. Se il lecchinaggio fosse rispettoso e fatto con le dovute maniere sarebbe ancora sopportabile,oggi bisogna stare anche attenti.POI FANNO SCHIFO TUTTI E DUE. Un consiglio: non ti curar di loro , ma guarda e passa , gente presuntuosa che non sarà mai niente. Io li chiamio “manzetti” , alla fine finiscono per non interessare a nessuno. I veri amici e validi collaboratori si vedono alla lungA, SONO QUELLI LEALI. DISTINTI sALUTI vITTORIA SEMINARA.
Grazie Vittoria (…bhè presumo dalla tanta amata Catania) e grazie Silvana.
Mi avete aumentato le prospettive di veduta. Ora ho una capacità di analisi maggiore.
Il lecchino e l’infame. La cosa più strana e che chi comanda nei luoghi di lavoro (quindi i dirigenti) pare ne abbiano proprio bisogno di questa gente.
In realtà io vivo un malessere tutto mio tipico da pubblica amministrazione.
Ma ho compreso una cosa: è sempre un problema politico VOLUTO DAI NOSTRI POLITICI!
A volte mi chiedo, ma cosa li votiamo a fare?
eh già: finchè ci saranno i capi narcisisti che si nutrono dell’adulazione altrui è dura sradicare il fenomeno