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Nel mio mondo di diversità

di Rostro

Cosa desidero? Semplicemente una vita normale. Perché il destino, la società, tanto crudeli, non vogliono concedermi questa opportunità?

Sono un ragazzo di 25 anni, e ho sempre sognato nulla più che avere degli amici, un amore sincero, e, ormai alla mia età, perché no dei figli. Niente di irraggiungibile, vero? Non per me, involucrato nel rifugio di diversità che il luogo in cui vivo, i miei coetanei soprattutto, mi hanno costruito intorno.

Non c’è, all’apparenza, un valido motivo, ma agli occhi degli altri ragazzi sono una persona che non è normale, dunque da trattare con indifferenza assoluta quando non con esplicite prese in giro. Vorrei essere amato ma capisco che non è possibile: non sono come tutti, almeno in questa città dalla mentalità stolta e retrograda.

Vedo ragazzi e ragazze mano nella mano; altri già con bambini in braccio, all’apparenza felici, fortunati, e mi chiedo perché loro siano degni dell’amore e io no. L’unica risposta che ho saputo darmi è che la nostra società è profondamente ingiusta: loro sono spegiudicati, in salute; io ho avuto problemi sociali, nella mia vita, debolezze, fisiche e mentali, potenzialmente assassine. Ma soltanto questo mi rende indegno di essere amato, di crescere, un domani, dei figli? O proprio i più deboli e fragili dovrebbero ricevere per primi affetto per tirare fuori il tesoro che hanno dentro?

 

Rispondetemi; e, se avete situazioni simili alla mia, o semplicemente volete condividere qualcosa con me, scrivetemi all’indirizzo mail signor.paperino23@gmail.com.

Grazie per l’ascolto.

Lettera pubblicata il 22 Settembre 2015. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 5 commenti

  1. 1
    Paolo83 -

    ciao bello, magari inzia col cambiare l’ indirizzo mail…

  2. 2
    Gaudente -

    i piu’ deboli e fragili vanno emarginati e abbandonati da tutti. credo si chiami “selezione naturale”

  3. 3
    anonimo -

    Potrei considerarla una risposta alla mia domanda, la differenza nel fatto che tutto ciò che tu brami è stato mio per tanti anni e poi strappato improvvisamente , da un giorno all’altro. Cosa ti posso dire? Siamo nella stessa situazione. Non ho soluzioni in quanto io posso fuggire e nascondere tutto per sempre… tu non so sinceramente, ci sarà un motivo se la gente ti discrimina? Aspetto fisico, strani comportamenti, fobia sociale ecc?

  4. 4
    Marius -

    L’unico consiglio che mi sento di darti è quello di cambiare aria. Intendo dire trasferisciti dove non ci sia nessuno che ti conosca. Seppur scelta difficile è l’unica possibilità di ambire ad una vita sociale “normale”.
    Ora io non conosco la pesantezza e la gravità del tuo passato,o l’entità della tua “diversità” ,e nemmeno mi interessa, posso però assicurarti che soprattutto nei piccoli paesi e nelle piccole realtà locali non ti libererai dalla memoria (vera o falsa) del tuo passato e dalla visione distorta che gli altri hanno della tua persona. Non indugiare ancora, ti sei illuso forse della misericordia e perdono della gente, ma ti sbagli. L’animo umano è malvagio. Tu rimarrai sempre “quello che ha fatto quella cosa”, “quello lì”, “quello che è così…”. I padri ne parleranno ai figli, i figli ai loro figli, etc. E’ una spirale senza fine nella quale tu sei il centro.

  5. 5
    Rostro -

    Grazie delle risposte, tranne la prima che mi pare “bullesca” quanto i comportamenti dei miei concittadini verso di me.
    Marius, io non devo chiedere perdono a nessuno, semmai il contrario. Non ho commesso nessun reato, dunque non è certo questo il nocciolo della mia discriminazione.
    Ho dei problemi di salute, ma per nulla visibili esteriormente, e non sono pazzo. La realtà in cui vivo è piuttosto particolare, però: nella mia città, e parliamo comunque di un capoluogo di provincia del Lazio, non di un paesino, tra i giovani, se non ti conformi sei out. Conformarsi, per loro, significa andare in discoteca quasi tutte le sere, vacanze folli in estate, cambiare ragazza ogni settimana: io non posso per la salute, oltre che mi farebbe piuttosto schifo, quella vita là, perché credo in rapporti sinceri e duraturi, dunque non devo avere amici, una compagna, dei figli.
    Un po’ semplicistica, come spiegazione, ma credo la base del problema sia questa; poi le dicerie popolari ci hanno costruito sopra anche altro.
    In effetti ho in progetto, un domani spero non troppo lontano, di trasferirmi studiare e lavorare a Perugia. Ma intanto devo rimanere solo ingiustamente?

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