Ormai ci ho preso gusto a scrivere qui. Mi sento troppo solo. In colpa. Vuoto. Vivo senza un obiettivo e cerco in tutti i modi di fuggire da ciò che in realtà voglio. Vedo tutto buio intorno a me. Vedo gli altri, gli amici e la famiglia vuoti, grigi e stanchi proprio come me. Mi chiedo se siano loro ad aver contagiato me o viceversa. So solo che alla mia età è troppo presto per vivere così. Vedo mio fratello sedicenne solo, chiuso in casa e in se stesso. Vedo l’altro mio fratello accontentarsi dell’illusione di felicità. Vedo persone che riescono ad accontentarsi di ciò che hanno. Vedo poi, le persone che critico e giudico, quelle che riescono a godersi la vita, a fare sesso liberamente, ad ubriacarsi e a ridere la vita. Io no, non riesco a fare nulla di tutto ciò. Sono nato depresso, incatenato, mi sono sempre sentito solo. Così solo da rifugiarmi nelle grinfie di un pedofilo a soli 10 anni. Ho pensato per anni di essere stato io a fare di lui un pedofilo. Poi ti ritrovi a voler cambiare a voler vincere, a voler superare tutto. Ma poi finisci col renderti conto che… non riesci ad indossare un profilattico, non riesci a porti un breve obiettivo e a raggiungerlo. Ti rendi conto di tutte le persone che hai avuto accanto e che erano splendide. Ti rendi conto di aver avuto amici che ti volevano bene, di aver avuto tutte le possibilità per essere felici. Di averle sprecate, lasciate andare. Spesso mi chiedo di voler tornare indietro, ad almeno 15 anni fa. Ma alla fine… cosa cambieresti?? Genitori, amici, scelte? Io cambierei me. Sono troppo egoista se penso di voler fare un figlio. Se malauguratamente sarebbe come me?? Non c’è posto al mondo per i deboli. Mi piacerebbe che una tempesta di vento mi prendesse e mi portasse via fino a farmi dissolvere nel nulla. Sono leggero, sono leggero perché vuoto. Sono tutto ciò che non vorrei e vorrei tutto ciò che disprezzo. Non so se non sono mai stato protetto o se mi ritrovo in queste condizioni perché ancora protetto. Non credo più di farcela. Finirà! Finirò! Non so cosa… ma finirò se non finirà! Sono arrabbiato con me stesso. Mi faccio schifo!
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Categorie: - Me stesso
Ciao.
Ho letto anche l’altra tua lettera.
Nella tua situazione ci sono molte persone.
Me, ad esempio.
Ma ho smesso di colpevolizzarmi, basta. Non è colpa mia. E’ colpa di questo posto. E’ colpa di questa società.. Al di là di queste mura c’è davvero un mondo diverso. Io l’ho visto, l’ho sperimentato. E lo sogno.
Davvero siamo destinati ad essere infelici?
No, non credo.
La felicità però è una scelta.
Non ci si può aspettare che cada dalle nuvole.
A volte, forse, ma forse neanche, è così.
Tutte le altre volte invece bisogna scegliere.
Bisogna scegliere di stare con una moglie che ti tradisce, ‘per i figli’.
Bisogna scegliere di vedere tutto nero, tutto grigio, perchè non si hanno amici.
Bisogna per forza lasciarsi trasportare dagli eventi, per arrivare ad un punto di non ritorno in cui il cambiamento sembra impossibile.
E’ vero, come capita la felicità dall’alto capita anche la tristezza.
La perdita di un amico, la relazione finita, perdere se stessi intorno ai volti degli altri che non sanno chi sei perchè non lo sai neanche tu. A volte ti capita e tu non puoi fare altro che restare a guardare.
Ma tutte le altre volte devi metterti davanti ad uno specchio, guardarti negli occhi e dirti se questo è davvero quello che vuoi.
Se davvero vuoi guadagnare 3000€ al mese facendo un lavoro che ti fa schifo.
Se davvero vuoi studiare medicina solo perchè guadagni tanto.
Se davvero vuoi essere infelice, nei tuoi canoni, ma felice, in quelli degli altri.
Se davvero vuoi essere ‘soddisfatto’, o FELICE.
Caz*o, la differenza è tanta!
Ci sono volte in cui scegli che è il caso di sacrificare tutto.
Volte in cui scegli che è il caso di pensare a se stessi, prima che agli altri. Che, per una volta, bisogna mettersi al primo posto. Bisogna amarsi, per riuscire ad amare gli altri.
Un saluto. internationalnumber@libero.it
Voi almeno sapete scrivere,io mi sono fermato alla licenza media e oltre alle violenze gratuite subite in età scolastica,anche il complesso di inferiorità ha contribuito a farmi diventare depresso e nevrotico.Per non parlare poi delle due esperienze che ho avuto con due ragazze che sono finite in modo tragi-comico(la depressione fa paura…)Ho più di trent’anni e ho la paura di un ragazzino
Bob perchè non vieni a fare un salto su http://progettogayforum.altervista.org/ ?
Non so se lo conosci. A me è stato utilissimo..
Un saluto!
IN
(Perdonami dell’OT banduran! Ti stimo fratello più di chi è tutto d’un pezzo e realizzato in questo sistema di matti)
internationalnumber, per il semplice fatto che non sono gay (l’ho testato una volta e mi è bastato per capire che non sono omosessuale o bisex). Non è la prima volta che mi fanno gay, mi sono stancato per questo c***o! La gente ignorante e pregiudiziosa che si basa sull’apparenza, quella che non va oltre la supeficie delle cose, vede in base a ciò che sa e quindi in base alla sua capacità di immaginazione. Qualcuno può vedere me come un mezzo gay oppure come un gay frustrato, che l’osservatore sia femmina o maschio; se soltanto sapessero gli stolti (i bulli, i tori, che non sono altro che una razza inferiore in quanto violenti e arroganti bimbiminkia), che scherzi gioca la psiche di un bambino quando questo ‘batuffolo’ di essere umano, calmo di sua indole, subisce violenze e queste le vive non comprendendole; nel silenzio archivia i traumi subiti ma gli rimarranno per sempre nel subconscio con tutte le relative conseguenze future; ecco spiegato il dilemma della mia sensibilità eccessiva rispetto ‘alla norma’ dei più! Mi son spiegato? E’ molto triste doverlo spiegare nelle circostanze che lo richiederebbero (non in forum gay), soprattutto perchè a nessuno gliene frega niente; quindi un vuoto a perdere. Per mia fortuna che io sono contro la violenza altrimenti oggi per colpa di quegli idioti del passato avrei ancora da scontare parecchi anni in galera. Ma poi come ti permetti di associare il fattore omosessualità con quello che ho scritto prima! Abbi la pazienza almeno di conoscere la persona prima di vomitare sentenze subdole ma assolute. Io per esempio associo la parola gay al termine sfigato e fallito, visto che sono e mi sento etero e leggo la tua comunicazione nei miei confronti come una competizione tra etero (sto in crisi economica, senza una ragazza, senza macchina, molto stressato e depresso ecc..) e, non permetto a nessuno di dirmi certe cose in modo gratuito. Non sono omofobo e accetterei l’amicizia di un gay ma nel reciproco rispetto dei propri ruoli, gusti sessuali ecc. senza obbligo di condivisione. Namasté
Scusa ma avevo capito fossi tu ad aver scritto la lettera sopra.
Vedi, critichi chi pensa di aver capito tutto e poi sei il primo a farlo. Non sfogare con me quel che non sei o non riesci ad essere. Parte tutto da te, da chi sei e da quello che fai. È tuto questione di scelta, c’è sempre un’alternativa, ma lamentarsi è più facile.
A me non frega niente gay etero puoi essere anche mia madre che scrive sotto mentite spoglie ma ti direi la stessa cosa: alzati, rimbocca le maniche e lotta per il cammino che vuoi intraprendere. Non sei l’unico, lotta, c’è chi lo fa e chi no.
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