Goethe a fine ‘700 visitando Napoli ebbe a scrivere che era “un paradiso abitato da diavoli”. Ebbene, quei diavoli sono aumentati a dismisura ed hanno distrutto il paradiso che ora è un inferno ove dovrebbero, peraltro, trovarsi bene. Tuttavia, quei diavoli “cammorristi” usano facilmente i cittadini ignoranti (il “volgo disperso” di manzoniana memoria che ahimè a Napoli è prevalente) ed uccidono anche noi, i cittadini “perbene” ed acculturati, che, nonostante tutto, hanno fatto sempre la raccolta differenziata ed hanno immaginato che il disastro innescato dai cammorristi, che sovrastano completamente la politica, sarebbe stato alfine fermato dallo Stato.
Dobbiamo ricrederci completamente e sopratutto avere i nervi saldi e chiedere che si facciano i seguenti passi:
-costruire sia luoghi per la raccolta differenziata e conferirla ad aziende da subito sia i famosi “termovalorizzatori”;
-smaltire da subito le tonnellate di rifiuti non “chiedendo” bensì “obbligando” le regioni soprattutto limitrofe (vedi la Basilicata che si ostina a dire di no quando ha, a Melfi, un mega-inceneritore totalmente sottoutilizzato);
-aprire rapidamente siti idonei e ce ne sono molti nelle zone di Lacedonia e Vallesaccarda ove il terreno argilloso e la mancanza di abitanti per vaste aree può costituire una momentanea sede campana (senza andare altrove!);
-impedire, anche con la forza, ove non intendano in altro modo, l’apertura di tali siti: non è ammissibile difatti che le stesse popolazioni abbiano subito in silenzio le discariche tossiche abusive della camorra e NON vogliano quelle legali e controllate statali!
E poi? Poi basta! Per qualche anno niente elezioni e solo commissariamento della Regione in attesa di una catarsi.
Nessuno oggi è in grado di poter gestire una regione nelle mani della camorra. Prima lo Stato deve riappropriarsi del territorio e poi si potrà tentare di tornare nella “democrazia” elettiva.
‘E triste e da napoletano mi indigno ma penso che occorra un grande shock. Il peggiore potrebbe venire dal Vesuvio, ma sarebbe senza “scelte”. Non so, ma ogni giorno penso che sarebbe un disastro che tuttavia eliminerebbe tantissimo marcio, almeno per decenni!
Napoletani e campani, abbiate un briciolo di dignità, smettete di lamentarvi, agite in modo costruttivo senza inutili manifestazioni e voi politici fate molti passi indietro, tutti, di maggioranza ed opposizione: potrete riparlare fra almeno un decennio, non prima non più ora!
Prof. Gianpaolo Papaccio, Napoli
Napoli, un ex-paradiso abitato da diavoli
di
g.papaccio
Lettera pubblicata il 13 Gennaio 2008. L'autore, g.papaccio, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
La lettera ha ricevuto finora 15 commenti
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Esimio professore Papaccio, il suo scritto è un attenta disanima sul disastro dei rifiuti provocato dalla camorra che, in questa circostanza, sono stati aiutatati dai “verdi” e dalla paura di pericolose infezioni. Desidero tanto che il Suo invito venisse raccolto da tutti “i politici” per favorire un opportuno commissariamento della Regione Campania per consentire una bonifica di tutto il territorio malsano che di giorno in giorno mina la salute dei napoletani.
La ringrazio del commento. Nella lettera ho indicato “tutti” i politici in quanto, ahimè, proprio tutti vi sono coinvolti e questo per noi cittadini “elettori” è di una gravità inaudita.
Occorrerebbero, oltre alle dimissioni del Presidente della Regione, quelle del Consiglio “in toto” e come ho scritto e ribadisco, un commissariamento almeno decennale!
Non credo che ci sia questa “volontà”, dovremmo noi cittadini chiederlo con forza. Prima che io come altri decidiamo di andar via.
Cordialmente
Gianpaolo Papaccio
Egregio professore,
sono una cittadina di Lacedonia, orgogliosa delle mie radici e delle mie origine. Vorrei segnalarle che se abbiamo preservato queste zone per decenni dall’inquinamento e da quelli che lei chiama “diavoli” non è certo per farne oggi la pattumiera della Campania.
E non mi sembra nemmeno giusto portare qui tonnellate di rifiuti raccolte nel napoletano senza alcun criterio, in cui potrebbe trovarsi di tutto (rifiuti per massima parte indifferenziati e magari contenenti anche sostanze tossiche). Inoltre le faccio presente che in quasi tutti i comuni irpini la percentuale di differenziata supera il 35%.
Sarei curiosa di conoscere a riguardo la sua opinione.
Gentile signora,
non bisogna mai dire no. Le aree ove ella risiede sono state indicate come le migliori per sversare momentaneamente prima che il ciclo ricominci.
Da uele parti che conosco benissimi vi sono ampie aree disabitate.
Non dimentichi che nel napoletano vivono molti più irpini che in irpinia e che la raccolta differenziata non brilla in Irpinia, specia ad Avellino!
Non è necessario certo sversare a Lacedonia ma in posti disdabitati.
L’alternativa è che saremo sommersi dai rifiuti e dicendo sempre e comunque no si sbaglia.
Sono sicuro che occorrra principalmente fare la raccolta differenziata ma non esiste possibilità che si giunga in città come Napoli o zone come il Casertano a raggiungere traguardi significativi prima di anni.
Vedo comunque che non si esce dal tunnel.
I no preventivi continuano e gli sversatoi abusivi inquinanti pure.
Dovremo andare via!
Saluti
Prof. Gianpaolo Papaccio
Sversatoi abusivi inquinanti riguardano tutti, ma in Campania soprattutto il casertano e il napoletano. In Irpinia e nel Sannio c’è una cultura più radicata del territorio e questo ha impedito che succedesse qui quello che è successo altrove.
Non è un no preventivo, perché una cosa è la solidarietà per cui Avellino, Benevento o Salerno possono farsi carico di smaltire la monnezza che Napoli ha nelle strade. Altra cosa è pensare che i problemi di Napoli si risolvano aprendo un mega buco pronto a ingoiare tutto nella lontana Lacedonia.
E poi fino a quando: fino a che i napoletani non imparano a differenziare?
E per sversare poi cosa? Nei cassonetti di Napoli c’è di tutto, tanto che quell’immondizia nessuno la vuole (nemmeno gli svizzeri per bruciarla).
Segnalo poi che nel 2007 nell’ Avellinese la percentuale di differenziata ha raggiunto il 33% nel CosmariAV1 e il 41% nel CosmariAV2. Dati riportati da IL mattino qualche giorno fa. Non mi sembra poco.
E che la soluzione del resto c’è già. Sono stati già individuati cinque siti (uno per provincia). Si tratta solo di aprirli, anche con la forza. E il piano del commissariato in questo prevede che ogni provincia sia autosufficiente, insomma si assuma le proprie responsabilità.
Teresa, Lacedonia (Av)
Signora che si nasconde sotto il nome generico di teresa,
Ella conferma che i campani di cui fa parte, non hanno il benchè minimo senso della gestione della solidarietà nè senso civico.
Ognuno nel suo massimo individualismo va per la sua parte e non vuole sentire ragioni.
Inoltre Ella continua a non capire: non si tratta di smaltire sempre 8ed ovunque) quella che ella chiama “monnezza” di napoli, che peraltro contribuiscono a formare moltissimi suoi concittadini che anzichè rimanere nelle sue terre sono venuti ad inquinare Napoli (come i napoletani).
Si tratta a questo punto di metteri d’accordo:
-o tutti collaboraiamo;
-o i suoi cari concittadini e tutti gli Irpini ben facciano a tornare nelle loro terre e con loro tutti quelli che dalle zone interne si sono stabiliti qui. Così ognuno potrà gestire la propria “monnezza”.
Come vede la mia è una provocazione ben peggiore della sua!
Si accorge che sta facendo la razzista come i lombardi e veneti?
E mi ha ricordato di aver , ahimè!, incontrato moltissimi lucani, irpini e siciliani che costituiscono l’elettorato maggiore della lega!
Con questo penso che l’argomento sia chiuso ed Ella vada piuttosto a documentarsi meglio
Prof. Gianpaolo Papaccio
Le provocazioni lasciano il tempo che trovano.
Lavoro nelle istituzioni dunque conosco abbastanza bene certi problemi, senza bisogno di documentarmi meglio.
Si collabori tutti (in Campania e fuori) ad uscire dall’emergenza, senza no preventivi, appunto.
Ma per il domani la soluzione c’è già ed è quella prevista nel decreto del governo del 2007: cinque discariche, una per provincia. E inoltre termovalorizzatori e raccolta differenziata spinta. I territori che riducono la quantità di rifiuti e differenziano di più e meglio devono essere premiati da un minor impatto ambientale nello smaltimento dei rifiuti stessi.
Gen.le prof. Papaccio,condivido in toto tutto ciò che Lei ha scritto,io appartengo a quella sminuta categoria di napoletani che si sforzano e si impegnano al massimo,comportandosi in maniera decorosa ma purtroppo sensa esito ,andando a cozzare contro la negligenza ed il disfattismo dei nostri concittadini e politici.Gli ultimi fatti riguardanti le manifestazioni inutili Le danno pienamente ragione, sono estremamente felice di sapere che a Napoli esistano persone del suo spessore culturale che la pensano e si comportano come me ,persona estremamente normale,ciò mi da conforto e mi incentiva a continuare a comportarmi da persona civile degna di tale aggettivo.
Salve a tutti,
condivido pienamente le opinioni del Prof. e prevedo che lo stato attuale di Napoli, del Mezzogiorno e in buona parte dell’Italia tutta, non abbia soluzioni democratiche praticabili.
In realtà l’ipotesi apocalittica (eppur probabile) dell’eruzione catartica del Vesuvio è l’allegoria neppur tanto oscura, di interventi sociali repressivi e ri-costruttivi di stampo stalinista.
Quando anche nella tollerante Europa non si potrà più derogare a cambiamenti politici durissimi e duraturi, sarà allora il tempo anche per gli Italiani, delle imposizioni speriamo “illuminate” ma inevitabilmente liberticide e sanguinose.
L’alternativa ben più grave sarà la fine di una Nazione e la successiva regressione a livello degli Stati più disastrati della Terra.
Che ci aiuti il buon Dio, visto che da soli non ce la faremo mai.
Alberto
Condivido il piglio del professore nell’affrontare questa sofferta e delicata
situazione. Io sono napoletano, orgoglioso delle proprie origini a dotato di senso
civico e tolleranza nei confronti degli altri. Credo nella Scienza etica e nella
Democrazia. Bisogna cambiare mentalità, ma soprattutto deve cambiare la
mentalità di chi è di dovere a queste cose chi dovrebbe smetterla di pensare a sé
e lavorare per il bene di tutti, per il bene del popolo. In tutta l’Italia si possono
fare due cose: o eliminare la corruzione e le mafie (molto difficile ma non
impossibile) oppure dividere l’Italia non come un tempo, ma seguendo il modello
statunitense (in Stati indipendenti).
L’ideale per noi, per non cadere in un futuro da romanzo apocalittico dove lo
Stato viene gestito dalla Polizia, sarà quello di staccarsi dal Lazio in su e formare
una propria Repubblica (così avremo molto di più sott’occhio chi si mangerà i
nostri soldi, ed eventualmente, estirpare le radici marce con più facilità).
Mi son promesso infine, nonostante sono ormai uno dei tanti, prossimi emigrati
italiani, di seguire ancora di più le sorti del mio paese affinché possa votare e
protestare come ho sempre fatto (anche con l’eventuale doppio dovere, e diritto,
di una futura e concreta doppia cittadinanza) con la speranza di avere le idee
sempre chiare su chi è “mariuolo” e chi è “giornalista-giornalista” – citando il
coraggioso Giancarlo Siani.
Saluti,
Yankee82