A Roma c’é una casa museo meravigliosa, è in Via Zanardelli a un passo da Piazza Navona. Si tratta di una maison d’artiste, unica in Italia per omogeneità della collezione: è di fatto la esatta ricostruzione di un interno ottocentesco con oggetti, quadri e sculture di epoca neoclassica, Impero e Biedermeier. Il Museo rischia oggi la chiusura e la collezione di oltre 1.200 pezzi finirà nei magazzini della Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Nessun commento. I tempi sono quelli che sono, le direzioni generali ministeriali non sanno come far quadrare i bilanci anche in presenza di musei eccellenti, gestiti con intelligenza e molto ma molto visitati. Il fatto è che in quelle stanze direzionali ci si aspetta aiuti dal Governo e a ogni finanziaria la cintura si stringe in vita. Ormai l’abbiamo capito: non “campa” di assistenza perenne soprattutto quando altri settori della società statalizzata soffrono e zoppicano. Ma perché allora non consentire davvero la defiscalizzazione delle erogazioni liberali dei privati ( non un banale 19% sull’IRPEF? o peggio ancora l’Iva al 22% per le cosìdette sponsarizzazioni! ) Vogliamo aiutare un mueso a sopravvivere, consentiamo l’accesso alla gestione delle spese di privati ragionevoli e molto incentivati, un po’ come nei trusts americani. Temiamo la lottizzazione dei posti di lavoro o le pressioni sugli indirizzi culturali? Perdonate la franchezza, negli anni è avvenuto anche di peggio senza alcuna levata di scudi e di obiezioni. L’unico rischio mi sembra valga la pena di correrlo: non richiudere in cantina il nostro patrimonio. matteo canale
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