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Mollata dopo trent’anni di matrimonio

di babette
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 10 Febbraio 2009. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 278 commenti

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  1. 251
    Golem -

    H2O, se vi rientrassi vorrei dire a te e Suzanne che non vi considero affatto “difettose”, quanto non considero tale la mia donna. Anzi, come ho avuto modo di dire in altre occasioni giudico una donna che si pone le questioni di cui si discute come fate voi matura e intelligente. Proprio perché avete quanto almeno intuito che NON sono ovvii quei comportamenti. La consapevolezza è SEMPRE indicazione di maturità. Oltre che intelligenza. Ovviamente.

  2. 252
    maria grazia -

    H2O, io credo che si tenda a confondere le differenze fisiologiche tra i due sessi ( che ci sono ovvio e sono evidenti a tutti ) con quelle emotive e caratteriali. E’ un errore molto grossolano, perchè siamo erroneamente portati a pensare che una donna debba essere emotivamente più fragile di un uomo o meno ferrata sulle cose pratiche, anche solo in virtù del suo aspetto minuto. e per sopperire a questo, molte donne sono costrette a imporsi a volte con atteggiamenti che possono sembrare molto duri e intransigenti. E’ innegabile che un uomo abbia più forza fisica e un sistema genitale diverso dalla donna, e che questo inevitabilmente va a influire su alcuni aspetti. Chi lo nega ? Ma mi sembra che si sia andati molto oltre a questo, attribuendo al genere femminile peculiarità che in realtà non gli appartengono ( come la zero o quasi attitudine al sesso o alle ambizioni, per esempio ). Spiegatemi – per esempio – perchè è lecito che un uomo voglia “conquistare il mondo” mentre per una donna non può esserlo.
    Anche alcune reazioni piccate di tante donne di questo sito a un’ obiezione che gli si pone o semplicemente a un diverso punto di vista, cosa sono se non il risultato di uno stato di coercizione e “cattività” che queste donne hanno in qualche modo vissuto ? Ne sono sempre più convinta.
    Secondo me si stanno facendo generalizzazioni in base a convinzioni comuni più che a dati di fatto.
    Anch’ io – come Golem – apprezzo molto la capacità tua e di Suzanne di aprirvi al confronto senza sciocche prese di posizione. Ma anche voi però fate l’ errore che fanno in tanti, ragionate per modelli precostituiti o convinzioni personali non verificate nei fatti.
    Se io riconosco all’ altro qualità migliori delle mie, succede solo e unicamente sulla base di una visione obiettiva dell’ altra persona e non per una questione di differenza di genere. Mi è successo nel forum con Golem e mi succede ora con il mio attuale partner nella vita, sebbene lui sia più giovane e più…

  3. 253
    maria grazia -

    e più inesperto. Ma in certe cose lui è “più bravo” di me c’è poco da fare ( come ad esempio l’ attitudine a mantenere la calma e il sangue freddo in qualunque situazione, ad essere tollerante e a non surriscaldarsi mai in nessun caso ) e non ho problema alcuno a “trarre lezioni” da lui. Ma non accetto che mi venga detto: “Non lo puoi fare meglio di me perchè sei donna”. E’ un discorso che non ha senso.
    Io non ne farei una questione di genere, ma DI PERSONE. Ci sono donne più portare a dare ( attive ) altre più portate ad accogliere e assecondare ( passive ). Lo stesso vale per gli uomini. Chiaramente una donna “vulcanica” e volitiva farà più fatica a conciliarsi con un partner prevaricatore e dominante, le ci vuole qualcuno di più malleabile e più adattabile alla sua personalità, più vicino alla sua visione delle cose. Ciò non significa che in questo caso la donna sarà dominante, ma sarà invece più “rilassata e accogliente” verso l’ altro, non mettendosi quest’ ultimo in competizione con lei. In questo caso è questione di scelte consapevoli più che di attrazione a pelle. E con la sola attrazione “chimica” non si costruisce un rapporto che possa durare tutta la vita, occorre altro. Questi – purtroppo o per fortuna – sono i fatti. Poi possiamo star qui a discorrere all’ infinito sui diversi punti di vista di ognuno ma la realtà non cambia.

    “Ritengo che nel percorso di emancipazione siamo già a buon punto”

    dissento su questo punto H2O, perchè personalmente credo ci sia ancora TANTISSIMO da fare su questo fronte. E le tristi vicende degli ultimi tempi a danno di alcune donne non fanno che confermarlo. Viviamo ancora immersi in una cultura maschilista e sessista, di prevaricazione, di vilipendio e di spregio verso la figura femminile. Ma naturalmente rispetto la tua opinione, come peraltro ho SEMPRE rispettato quella di CHIUNQUE.

    Markus, ti rispondo in chat. qui non mi bastano i caratteri.

  4. 254
    Suzanne -

    H2O, sarei pronta a scommettere sul fatto che tu sia più forte di molte persone che quotidianamente si professano “combattive” ( o aggressive?), “definite” ( o semplificate?), sicure di sé. Questo perché non occorre etichettarsi per farsi comprendere dagli altri; certe sfumature si nascondono tra le righe senza la necessità di palesarle. Credo che partire onestamente dalle nostre fragilità ci abbia permesso nel corso del tempo di sviluppare maggiore resilienza a quelle che sono le inevitabili difficoltà della vita. Perché, al di là degli eventi traumatici, io credo che ciò che ci spaventa di più sia sentirci deboli e smarriti quando magari pensavamo di aver trovato un nostro equilibrio interiore. Forse è capitato anche a Golem quando si è trovato costretto ad affrontare i fantasmi del passato ( anche se si può sempre scegliere di ignorarli; alcuni pensano che i fantasmi siano innocui…), ma credo che prima o poi succeda a tutti. E in quei momenti, se credi di aver compreso tutto di te stessa, rischi di frantumarti, perdere l’identità che probabilmente hai costruito con fatica. Il problema è che non possiamo essere mai risolti e, se siamo onesti, non potremo che prendere atto delle nostre infinite contraddizioni. Per questo sì Markus, mi ritengo incompleta, intendendo con questo termine una mancanza di conoscenza globale della mia essenza. Ma so anche che questo mi permetterà di affrontare i continui mutamenti miei e di chi mi sta intorno non dando nulla per scontato, interrogandomi passo dopo passo su quello che desidero VERAMENTE. E’ dura, perché ciò significa rinunciare a qualsiasi forma di certezza, e tante volte sembra di non poter contare nemmeno su se stessi. Ma è una scelta, come affermava Heidegger, per vivere autenticamente nel mondo.

  5. 255
    Suzanne -

    Concordo anche sul fatto che uomo e donna non possano e non debbano essere “uguali” ( termine peraltro ambiguo), in quanto proprio nelle peculiarità di ciascun genere risiede la possibilità di un incastro davvero efficace. Per questo non amo le battaglie femministe che tendono ad appiattire la diversità, risorsa fondamentale anche nell’evoluzione della specie. Il mio obiettivo come donna non è quello di “ominizzarmi”, bensì di potermi esprimere in totale libertà proprio nella mia specifica declinazione dell’essere femmina. Anzi, certi atteggiamenti più diffusamente maschili sono ben felice di lasciarli scivolare nell’oblio. Non tutto è degno di essere assimilato per raggiungere questa fantomatica uguaglianza di genere.

  6. 256
    H2O -

    Maria Grazia, non vorrei ripetere per l’ennesima volta che io e Suzanne siamo perfettamente d’accordo sul fatto che con la sola l’attrazione “chimica” o “innamoramento “non si costruisce un rapporto di amore che dura tutta la vita. Non dovete continuare a ripetercelo.
    Quello su cui siamo perplesse è l’apparente semplicità con cui tu Golem sostenete che si possa rinunciare all’illusione e costringere la nostra mente infinita a rimanere costantemente ancorata alla dimensione fisica reale finita.
    Se io e Suzanne vi stiamo dicendo che per noi, per come siamo fatte, NON è semplice, perché non volete crederci? NON lo stiamo affermando,come credi , sulla base di “modelli precostituiti o convinzioni personali non verificate nei fatti”. Ma, secondo te, io e Suzanne, non abbiamo avuto delle esperienze di vita dalle quali abbiamo maturato queste riflessioni? Se io avessi creduto che per amare fosse necessaria” la sola attrazione chimica”, mio marito lo avrei mandato a quel paese almeno un centinaio di volte! Invece ho deciso caparbiamente di stare con lui nonostante mi abbia messa a dura prova più di una volta proprio perché ho voluto razionalmente portare avanti una SCELTA CONSAPEVOLE di Amore, con impegno,determinazione e a volte grande sofferenza e sacrificio. Scelte che, ti assicuro, non derivano affatto da condizionamenti socio culturali, anche perché’ non mi sono MAI sentita in colpa di essere attratta da altri uomini.Mi sono sentita disorientata solo per quella forte e diversa “attrazione mentale” provata per un’unica altra persona (reale ma ideale) che si è’ risvegliata in me anche dopo 20 anni di interruzione , quando credevo che dentro di me fosse ormai già morta e sepolta(la suggestione) . Suzy mi ha fatto riflettere sul fatto che la nostra mente spazia oltre il tangibile e che quindi è inevitabile, almeno per le “inquiete e incomplete” come noi, “mangiare pane e sentirsi sazie”, ma allo stesso tempo desiderare anche cioccolata

  7. 257
    Yog -

    Suzannas, io quello che desideravo VERAMENTE fino a qualche giorno fa era un barile di narda. Attualmente però ho cambiato desiderio: ho scoperto che in Micronesia usano il sakau (il libro che mi ha illuminato parlava di Phonpei), che dà effettivamente pochi effetti collaterali – a parte l’indurimento e la squamatura della cute. Psicocinetici a parte, è il “VERAMENTE” che è privo di senso.

  8. 258
    Suzanne -

    Yog, per me risulta difficile interagire con una entità di cui sospetto la non esistenza; in ogni caso, tu leggi solo le parole in carattere maiuscolo?
    Però che ridere tutte queste lezioncine sul “bon ton” delle relazioni amorose. Siamo tutti maestri con le vite degli altri…

  9. 259
    Golem -

    Scusa H2O, vorrei fare un chiarimento. Non credo di aver mai detto che si debba “rinunciare” all’immaginazione, visto che nel mio lavoro principale (sono architetto) “è necessaria”. Ma quando dovessi progettare la “casa dei miei sogni” devo tener conto che la Statica e la Scienza delle Costruzioni SE NE FREGANO dei miei sogni. Credo che avrai compreso la metafora. Certo, quella “casa dei sogni” nella mia mente immaginifica potrà arricchirsi di tutte le sfumature “ardite” che mi piacciono, che fanno parte e sono frutto del mio Es, Io e SuperIo, non mi è impedito. Ma se la volessi realizzare dovrò necessariamente fare i conti con la realtà, la quale, che lo voglia o no, prevarrà sempre sulle mie intenzioni. Se poi voglio fare l’architetto dei sogni, come fu il povero Antonio Sant’Elia, morto troppo giovane, è possibile, ma non costruì quasi niente di quei “sogni” perché non erano “possibili”. Solo un paio di villette e qualche tomba. Ciò non toglie che le sue architetture “immaginate” siano bellissime, evocative, ardite appunto, persino precorritrici di stili nati successivamente, ma le troverai solo sui disegni, non lontane come suggestione dalle “Cittá Invisibili” di Calvino. Pura fantasia.
    Per un architetto con tendenze “visionarie” – ma anche per me – quel modus è il corrispettivo dei film o dei romanzi d’amore “idealizzati”, come quello di Sally, nei quali si perdono molte “onirofile”, detto senza offesa. Pura astrazione dalla realtà.

    Per concludere, voglio chiarire a te e a Suzanne – che mi piacete come interlocutrici – che non ho detto né ritengo che si debba rinunciare al “sogno”, e neanche si potrebbe. Basta RICONOSCERE quando lo È. Come ripeto c’è chi lo ha fatto come te, o come lei, pur continuando a commuoversi quando vede una scena romantica. Anche se si tratta di un cartone animato.

  10. 260
    maria grazia -

    Suzanne, purtroppo mi trovo costretta a doverti rispondere come ha fatto Golem con markus in un altro thread: MI STO SCOCCIANDO! Scusami se te lo dico, ma sembri proprio non capire ( o NON VOLER capire ) dei concetti elementari. E, proprio come fa markus, eludi o ignori le domande “scomode”. Io ho parlato di “combattività” e nell’ esprimere gli argomenti che ho esposto non mi sembra proprio di essere stata aggressiva, se tu ci hai visto questo non so che dirti… Ma converrai con me almeno nel fatto che le nostre fragilità dovrebbero essere un punto di partenza da cui cominciare un percorso di evoluzione per noi stessi, e non possono invece rimanere un punto “fisso”, una costante nella nostra esistenza e per le quali non si trovano mai risposte di nessun tipo. A un certo punto, VOLENTI O NOLENTI, una propria identità occorre trovarla ( pur mettendo in conto che l’ esistenza è sempre tutto un divenire e che le cose possono sempre continuare a mutare, perlomeno negli eventi fattivi che riguardano la nostra esistenza ). Se non capiremo mai chi siamo, cosa vogliamo, dove vogliamo arrivare, e perchè abbiamo fatto determinate scelte, la vedo dura. Non tanto nell’ ottica di trovare la felicità ( traguardo ambizioso e non concesso a TUTTI ) , ma anche solo più semplicemente l’ armonia e la serenità interiore. Non sottovalutare queste ultime, perchè sono aspetti tutt’ altro che trascurabili nella vita di un essere umano! Lungi da me voler apparire come l’ assassina delle emozioni femminili e la virago impetuosa che vuole a tutti i costi mascolinizzarsi, o addirittura – udite udite – quella che vorrebbe darsi un’ etichetta e imporla agli altri! E’ PROPRIO L’ ESATTO CONTRARIO. Ma se le mie esperienze e la mia ricerca personale verso la COMPRENSIONE delle cose non mi porta mai a rivalutare la situazione e ad apprendere insegnamenti che mi possono tornare utili, per quanto in quel momento mi appaiano inediti, allora cosa ho vissuto a fare ? Tanto valeva rimanere…

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