H2O, mi è piaciuto molto il paragone con i pezzi di un puzzle che mutano continuamente forma e cercano di incastrarsi. E’ esattamente questo il problema nel viversi una storia duratura mantenendola sempre al livello dei nostri bisogni più profondi ( con nostri mi riferisco ad entrambi i partner). Spesso semplicemente si continua per abitudine, o al primo alito di vento si cambia rotta seguendo le inclinazioni del momento. Ritornando alla metafora della casa, è come costruire una casa avendo materiali sempre diversi a disposizione e magari cambiando anche il progetto iniziale ( doveva essere una villetta a schiera ma poi diventa un palazzo o una casa in campagna). Difficile lavorare insieme avendo sempre ben chiaro entrambi cosa si sta facendo, giorno dopo giorno.
Credo sia ovvio che io e H2O riteniamo fondamentale lottare affinché la costruzione non crolli e magari ci seppellisca pure, ma siamo oneste nel riconoscere l’inevitabile “perdita di bussola” in alcune fasi della vita. Insomma, non credo si debba addirittura arrivare alla censura del pensiero!
Sinceramente non credo che le donne un tempo fossero immuni da queste forme illusorie, semplicemente non le riconoscevano o non ne parlavano perché probabilmente sarebbero state etichettate come “pessime mogli” e “pessime madri”. L’accettazione delle proprie contraddizioni e delle proprie fragilità credo sia una delle poche ma grandi conquiste di questo mondo caotico in cui viviamo. Tutto è più complesso, è vero, ma credo sia anche più autentico. Se hai solo pane da mangiare e nella tua vita non hai avuto modo di avvicinarti a nessun altro cibo, non penserai nemmeno a che sapore potrebbe avere la cioccolata ( anche se alla fine probabilmente saresti solo sazia ma non appagata).
Suzanne, ti ringrazio perché, come sempre , con il tuo linguaggio poetico, leggero ed immediato, riesci ad esprimere molto meglio di me gli stessi concetti arricchendoli di nuovi spunti e dettagli. Sento che noi due ci capiamo fino in fondo.
In particolare il fulcro del discorso che tu hai giustamente definito “conquista del mondo” e che sembra scatenare invece il “meccanismo di censura” , è’ proprio la nostra ammissione e riconoscimento di avere delle contraddizioni e fragilità’.Condizioni che molti utenti di questo forum valutano ( o meglio giudicano) come deplorevoli, infantili, paranoiche e via dicendo. Cosa ci vuoi fare? Si vede che noi siamo nate “peggiori” o “sbagliate” e che il fatto di avere delle debolezze e dei dubbi su noi stesse è visto da molti utenti come ” malattia” “deficienza” e “incapacità di crescere” “grave problematica di autostima ed orgoglio” ” paura della vita”e “immaturita’”. Perfino Markus, che nonostante maschio, appare a tratti allineato alla nostra sensibilità, ci accusa ora con tono severo di ” “incompletezza”.
Una delle mie “doti”e’ la sincerita’ con me stessa’ e non ho nessun problema a dichiarare che io ho dei limiti . Però sono in grado di riconoscere dei limiti, magari diversi dai miei, anche in TUTTE le altre persone che ho incontrato. Un ‘altra dote,infatti, che ritengo (e mi vanto) di avere è’ l’intuizione. Paradossalmente quando incontro delle persone che appaiono molto sicure di se’, forti e convinte delle proprie opinioni ed idee, determinate e di successo, io intuisco immediatamente dei segni fragilità e questo mi fa sentire più’ forte(se devo per qualche motivo affrontarle). Tra l’altro molti di questi personaggi che ho incontrato e con i quali ho dovuto interagire occupavano posizioni apicali o di dirigenza e mi sono spesso stupita di come avessero raggiunto tali livelli visto che talune ” debolezze “erano
ai miei occhi palesi. Forse sto peccando di presunzione…Comunque vorrei dire a tutti i “FORTI” che per quanto vi autoconvincete di essere completi e di aver superato con successo i vostri limiti, le vostre (inevitabili) fragilità sono comunque percepite dagli noi deboli ma intuitivi.
Chi è’ veramente Autentico sa che la sfida reale non è’ la totale comprensione di noi stessi e del mondo, ma la capacità di coglierne le sfumature e la complessità senza voler a tutti i costi “superare noi stessi” e trovare spiegazioni logiche. Chi crede di aver risolto tutti i suoii dubbi e di aver superato con successo i propri limiti unicamente grazie alla sua forza di volontà’ ,sarà’ anche una persona felice e “realizzata” (beato lui o lei), ma non sarà autentico. È’ infatti ,anche questa , un altro tipo di illusione, una violenta forzatura su se stessi che viene notata dagli altri (però solo da quelli dotati di un po’ di di intuizione ) .Tuttavia, come sappiamo bene, l’illusione permette uno stato di felicità per cui …lasciamoli sognare! Concludendo, si può’ scegliere se essere degli “autentici” inquieti e deficienti sognatori oppure dei “finti” felici completi illusi.
H2O, e chi ci dice che uomini e donne siano effettivamente “diversi” da un punto di vista emotivo o piuttosto che questo non sia, sostanzialmente, l’ imprinting dato da una “cultura” plurisecolare di assoggettazione della donna ? Pensaci bene.. ci hanno CONVINTE per secoli che fossimo esseri deboli, strutturalmente fragili, incapaci e poco brillanti nella maggior parte delle attività pratiche, troppo emotivi e irrazionali. E questo, è stato fatto perchè il maschio esercitasse su di noi la sua supremazia. Un’operazione di controllo mentale ideata ad arte. Ma poi NEI FATTI noi donne siamo proprio così ? IO NON CREDO, così come non credo che in qualsiasi incontro sessuale che sperimenta, una donna sia istintivamente portata a vederci il “vero amore”, ma lo è solo verso determinati soggetti maschili. In altre parole, voglio dire che la donna può essere portata quanto l’ uomo a vivere il sesso libero da implicazioni, ma per noi, per la nostra società, questo aspetto resta ancora un tabù.
Ecco perchè molte, moltissime, arrivano a confondere per AMORE una semplice attrazione sessuale.
Credo inoltre che molte persone ( donne comprese ) siano pressocchè confuse su ciò che VOGLIONO VERAMENTE. Il tipo di uomo che ho descritto, per quanto strano possa sembrare, non è poi così desiderato e cercato dalla maggior parte delle donne, specie quelle in giovane età, le quali tendono invece generalmente verso partner maschili irruenti, rigidi e dominanti. In questo sì, ci vedo maggiormente un’ influenza dei nostri moti istintuali più che un imprinting culturale, ma si tratta sempre e comunque di “scelte” dettate da decisioni non consapevoli. Razionalmente sappiamo infatti che tale genere di uomo non potrà garantirci un rapporto armonioso e sereno, tutt’ altro. Ma quando siamo coinvolte emozionalmente in rapporti con soggetti di questo tipo, se ci fai caso, può risultare molto difficile svincolarsene. A meno che non subentri un altro soggetto maschile che cattura il…
…che cattura il nostro interesse e metta in ombra l’ immagine del tizio precedente.
“perche’ pur essendo consapevole dell’illusione non riesco spontaneamente a rinunciarvi?”
proprio per quegli aspetti che ho appena spiegato, H2O.
Io credo che nel corso dei secoli la VERA natura della donna ( quella di Amazzone e di combattente “solitaria” della “foresta”, sperimentatrice al pari dell’ uomo di ogni sorta di esperienza ) sia stata in qualche modo “violentata”, messa in ombra, “zittita” e mortificata nel nome di una cultura e di una religione che dovevano promuovere e diffondere un solo credo: la supremazia assoluta del maschio in tutti i comparti dell’ esistenza.
Le donne odierne, quelle del 2000, si ritrovano smarrite e confuse, combattute tra la voglia di RITROVARE SE STESSE e la necessità di rispettare le convenzioni per quieto vivere.
Personalmente, ho scelto la prima.
Chiaramente, gli uomini 40/50enni di oggi, avendo ricevuto un imprinting di stampo fondamentalmente fallocratico e patriarcale ( che voleva la donna come essere obbediente, mite e passivo ) fanno molta fatica a confrontarsi con questa nuova esigenza della donna di oggi di esprimere se stessa a 360 gradi. La testimonianza di markus su come vive le sue relazioni e su come percepisce le donne di oggi, ne è una chiara dimostrazione.
Diverso è il discorso per i giovani uomini che oggi hanno 20/30 anni, i quali sembrano maggiormente disposti ad accogliere i mutamenti ( anche nei rapporti interpersonali ) che inevitabilmente comporta qualsiasi moto epocale. Ho notato che in questa fascia di età – diversamente dalla precedente – gli episodi legati al maschilismo e alla violenza sulla donna si verificano non tanto per un imprinting culturale assorbito nel proprio ambiente, quanto per un disagio emotivo o psicologico presente nella persona.
ciao a tutti, mi intrometto solo nel discorso per dire che io penso che ci sia anche da tenere in conto la situazione geografica e culturale dell’uomo. l’uomo italiano è per sua storia ed essenza un uomo estremamente mammone… attaccato alla famiglia e soprattutto alla figura materna, e questo è abbastanza risaputo. loro proiettano le loro aspettative su noi donne, ci confondono con le loro mamme e questa mentalità cosi radicata in loro fa si che sorgano i primi problemi. io stessa, senza andare troppo lontano, ho avuto a che fare con un fidanzato ed ex convivente proprio fatto di questa pasta… la figura onnipresente della mamma era diventata un tormento per me. si impicciava in ogni cosa e lui aveva costantemente bisogno dell’approvazione di sua madre per fare ogni cosa. siamo troppo legati alla famiglia, ed è vero la donna si è emancipata e non è più propensa a ricoprere quel ruolo di figura materna e di chioccia nei confronti dell’uomo… boh scusate l’intromissione ma io credo sia anche proprio un discorso di educazione e mentalità oltre che di emancipazione femminile. buona giornata a tutti
H20
Non volevo accusare nessuno di nulla. Però a me l’idea di “cambiare continuamente bandiera ” mi da un senso di incompletezza, come di mancanza di stabilità. Io credo, e correggimi se sbaglio, che tu, come Suzanne, se cercate un uomo che vi accompagni nella vita lo desideriate stabile e che vi dia almeno alcune certezze. Domando: che senso ha avere accanto una persona, uomo o donna che sia, per la quale oggi avete un valore 10 e domani valore zero? Ecco in questo senso parlavo di incompletezza, non avere accanto una persona su cui fare affidamento nel tempo in relazione ai sentimenti. Fermo restando che dall’altra parte c’e’ invece una persona stabile. Posso anche dirti di esserci passato, avendo avuto accanto una persona così, e ti assicuro che é una delle cose più terribili che possa capitarti nella vita.
Maria Grazia
Ci avrei messo la mano sul fuoco che anche nei miei confronti avresti tirato fuori il discorso dell’imprinting patriarcale e fallocratico
Perché io vedrei le donne di oggi in che modo?
Perché ho scritto che vanno troppo di corsa, che mischiano un sacco di cose e che cambiano spesso e repentinamente non sapendo anche molte volte ciò che vogliono?
Ma questi sono dati di fatto che riscontro quotidianamente cosa c’entra il patriarcato?
Spesso faccio discorsi nel reale con diverse conoscenze femminili nell’ambito lavorativo e quant’altro che mi confermano nella generalità che la realtà femminile di oggi é spesso questa.
Ma non mi accusano di avere l’imprinting patriarcale e fallocratico. Se un uomo, in questo caso io, ama avere accanto una persona meno frenetica, più stabile e che faccia una cosa alla volta é un fallocratico?
Scusa ma non ti comprendo in questo caso.
La diversa emotività tra uomo donna non ha origine da un imprinting culturale, ma da evidenti differenze fisiologiche, pertanto ha una base soprattutto scientifica piuttosto che culturale. È’ giusto che la donna nel corso dei secoli abbia combattuto per far valere i propri diritti, in una società patriarcale e maschilista.Ma io trovo che, invece, sia una vera e propria violenza il volere parificarsi all’uomo sotto tutti gli aspetti, essendo un ‘ambizione che vs , palesemente, contro Natura (e non solo contro i condizionamenti culturali). La donna è’ diversa , produce ormoni diversi, (se vuoi che rimaniamo strettamente sul piano scientific), il suo corpo è’ diverso, la sua muscolatura è’ meno strutturata . È’ per questo che nelle competizioni sportive, ad esempio, non ci sarà’ mai una condizione di parità’. Lo stesso vale in altre situazioni.Ciò non significa affermare che la donna è’ inferiore all’uomo , ma che i due generi sono DIVERSI e questo è’ un dogma assoluto sul quale si basa la sussistenza della specie ( umana e animale).E’ giusto che la donna si esprima a 360 gradi ma nei limiti che la sua femminilità le consente, sia dal punto di vista fisico che emotivo. La donna è’ fatta fisicamente per accogliere, l’uomo per dare. Ritengo che nel percorso di emancipazione siamo già a buon punto, ora occorre rallentare e trovare il giusto equilibrio per non creare un crepaccio tra quello che siamo, con i nostri limiti, e quello a cui aspiriamo che potrebbe ingannarci e renderci invece infelici.
L’uomo mammone’ disorientato perché nella sua compagna non trova, come vorrebbe, accoglienza, ma competizione.
“io credo sia anche proprio un discorso di educazione e mentalità oltre che di emancipazione femminile. buona giornata a tutti”
Esatto. E vale per entrambi i sessi, compresa la visione che sia ha di come dovrebbero essere i rapporti amoroso tra i sessi. Quindi se educazione e mentalità SONO diverse, diversi saranno anche gli atteggiamenti con i quali ci approcciamo a una situazione, e cosa aspettarsi da questa. A meno che anche questa non sia la solita ovvietà che non contiene nessuna novità sostanziale che mostri le ragioni di certi comportamenti piuttosto che altri.
Luna e dito. È a solita storia.
H2O, mi è piaciuto molto il paragone con i pezzi di un puzzle che mutano continuamente forma e cercano di incastrarsi. E’ esattamente questo il problema nel viversi una storia duratura mantenendola sempre al livello dei nostri bisogni più profondi ( con nostri mi riferisco ad entrambi i partner). Spesso semplicemente si continua per abitudine, o al primo alito di vento si cambia rotta seguendo le inclinazioni del momento. Ritornando alla metafora della casa, è come costruire una casa avendo materiali sempre diversi a disposizione e magari cambiando anche il progetto iniziale ( doveva essere una villetta a schiera ma poi diventa un palazzo o una casa in campagna). Difficile lavorare insieme avendo sempre ben chiaro entrambi cosa si sta facendo, giorno dopo giorno.
Credo sia ovvio che io e H2O riteniamo fondamentale lottare affinché la costruzione non crolli e magari ci seppellisca pure, ma siamo oneste nel riconoscere l’inevitabile “perdita di bussola” in alcune fasi della vita. Insomma, non credo si debba addirittura arrivare alla censura del pensiero!
Sinceramente non credo che le donne un tempo fossero immuni da queste forme illusorie, semplicemente non le riconoscevano o non ne parlavano perché probabilmente sarebbero state etichettate come “pessime mogli” e “pessime madri”. L’accettazione delle proprie contraddizioni e delle proprie fragilità credo sia una delle poche ma grandi conquiste di questo mondo caotico in cui viviamo. Tutto è più complesso, è vero, ma credo sia anche più autentico. Se hai solo pane da mangiare e nella tua vita non hai avuto modo di avvicinarti a nessun altro cibo, non penserai nemmeno a che sapore potrebbe avere la cioccolata ( anche se alla fine probabilmente saresti solo sazia ma non appagata).
Suzanne, ti ringrazio perché, come sempre , con il tuo linguaggio poetico, leggero ed immediato, riesci ad esprimere molto meglio di me gli stessi concetti arricchendoli di nuovi spunti e dettagli. Sento che noi due ci capiamo fino in fondo.
In particolare il fulcro del discorso che tu hai giustamente definito “conquista del mondo” e che sembra scatenare invece il “meccanismo di censura” , è’ proprio la nostra ammissione e riconoscimento di avere delle contraddizioni e fragilità’.Condizioni che molti utenti di questo forum valutano ( o meglio giudicano) come deplorevoli, infantili, paranoiche e via dicendo. Cosa ci vuoi fare? Si vede che noi siamo nate “peggiori” o “sbagliate” e che il fatto di avere delle debolezze e dei dubbi su noi stesse è visto da molti utenti come ” malattia” “deficienza” e “incapacità di crescere” “grave problematica di autostima ed orgoglio” ” paura della vita”e “immaturita’”. Perfino Markus, che nonostante maschio, appare a tratti allineato alla nostra sensibilità, ci accusa ora con tono severo di ” “incompletezza”.
Una delle mie “doti”e’ la sincerita’ con me stessa’ e non ho nessun problema a dichiarare che io ho dei limiti . Però sono in grado di riconoscere dei limiti, magari diversi dai miei, anche in TUTTE le altre persone che ho incontrato. Un ‘altra dote,infatti, che ritengo (e mi vanto) di avere è’ l’intuizione. Paradossalmente quando incontro delle persone che appaiono molto sicure di se’, forti e convinte delle proprie opinioni ed idee, determinate e di successo, io intuisco immediatamente dei segni fragilità e questo mi fa sentire più’ forte(se devo per qualche motivo affrontarle). Tra l’altro molti di questi personaggi che ho incontrato e con i quali ho dovuto interagire occupavano posizioni apicali o di dirigenza e mi sono spesso stupita di come avessero raggiunto tali livelli visto che talune ” debolezze “erano
ai miei occhi palesi. Forse sto peccando di presunzione…Comunque vorrei dire a tutti i “FORTI” che per quanto vi autoconvincete di essere completi e di aver superato con successo i vostri limiti, le vostre (inevitabili) fragilità sono comunque percepite dagli noi deboli ma intuitivi.
Chi è’ veramente Autentico sa che la sfida reale non è’ la totale comprensione di noi stessi e del mondo, ma la capacità di coglierne le sfumature e la complessità senza voler a tutti i costi “superare noi stessi” e trovare spiegazioni logiche. Chi crede di aver risolto tutti i suoii dubbi e di aver superato con successo i propri limiti unicamente grazie alla sua forza di volontà’ ,sarà’ anche una persona felice e “realizzata” (beato lui o lei), ma non sarà autentico. È’ infatti ,anche questa , un altro tipo di illusione, una violenta forzatura su se stessi che viene notata dagli altri (però solo da quelli dotati di un po’ di di intuizione ) .Tuttavia, come sappiamo bene, l’illusione permette uno stato di felicità per cui …lasciamoli sognare! Concludendo, si può’ scegliere se essere degli “autentici” inquieti e deficienti sognatori oppure dei “finti” felici completi illusi.
H2O, e chi ci dice che uomini e donne siano effettivamente “diversi” da un punto di vista emotivo o piuttosto che questo non sia, sostanzialmente, l’ imprinting dato da una “cultura” plurisecolare di assoggettazione della donna ? Pensaci bene.. ci hanno CONVINTE per secoli che fossimo esseri deboli, strutturalmente fragili, incapaci e poco brillanti nella maggior parte delle attività pratiche, troppo emotivi e irrazionali. E questo, è stato fatto perchè il maschio esercitasse su di noi la sua supremazia. Un’operazione di controllo mentale ideata ad arte. Ma poi NEI FATTI noi donne siamo proprio così ? IO NON CREDO, così come non credo che in qualsiasi incontro sessuale che sperimenta, una donna sia istintivamente portata a vederci il “vero amore”, ma lo è solo verso determinati soggetti maschili. In altre parole, voglio dire che la donna può essere portata quanto l’ uomo a vivere il sesso libero da implicazioni, ma per noi, per la nostra società, questo aspetto resta ancora un tabù.
Ecco perchè molte, moltissime, arrivano a confondere per AMORE una semplice attrazione sessuale.
Credo inoltre che molte persone ( donne comprese ) siano pressocchè confuse su ciò che VOGLIONO VERAMENTE. Il tipo di uomo che ho descritto, per quanto strano possa sembrare, non è poi così desiderato e cercato dalla maggior parte delle donne, specie quelle in giovane età, le quali tendono invece generalmente verso partner maschili irruenti, rigidi e dominanti. In questo sì, ci vedo maggiormente un’ influenza dei nostri moti istintuali più che un imprinting culturale, ma si tratta sempre e comunque di “scelte” dettate da decisioni non consapevoli. Razionalmente sappiamo infatti che tale genere di uomo non potrà garantirci un rapporto armonioso e sereno, tutt’ altro. Ma quando siamo coinvolte emozionalmente in rapporti con soggetti di questo tipo, se ci fai caso, può risultare molto difficile svincolarsene. A meno che non subentri un altro soggetto maschile che cattura il…
…che cattura il nostro interesse e metta in ombra l’ immagine del tizio precedente.
“perche’ pur essendo consapevole dell’illusione non riesco spontaneamente a rinunciarvi?”
proprio per quegli aspetti che ho appena spiegato, H2O.
Io credo che nel corso dei secoli la VERA natura della donna ( quella di Amazzone e di combattente “solitaria” della “foresta”, sperimentatrice al pari dell’ uomo di ogni sorta di esperienza ) sia stata in qualche modo “violentata”, messa in ombra, “zittita” e mortificata nel nome di una cultura e di una religione che dovevano promuovere e diffondere un solo credo: la supremazia assoluta del maschio in tutti i comparti dell’ esistenza.
Le donne odierne, quelle del 2000, si ritrovano smarrite e confuse, combattute tra la voglia di RITROVARE SE STESSE e la necessità di rispettare le convenzioni per quieto vivere.
Personalmente, ho scelto la prima.
Chiaramente, gli uomini 40/50enni di oggi, avendo ricevuto un imprinting di stampo fondamentalmente fallocratico e patriarcale ( che voleva la donna come essere obbediente, mite e passivo ) fanno molta fatica a confrontarsi con questa nuova esigenza della donna di oggi di esprimere se stessa a 360 gradi. La testimonianza di markus su come vive le sue relazioni e su come percepisce le donne di oggi, ne è una chiara dimostrazione.
Diverso è il discorso per i giovani uomini che oggi hanno 20/30 anni, i quali sembrano maggiormente disposti ad accogliere i mutamenti ( anche nei rapporti interpersonali ) che inevitabilmente comporta qualsiasi moto epocale. Ho notato che in questa fascia di età – diversamente dalla precedente – gli episodi legati al maschilismo e alla violenza sulla donna si verificano non tanto per un imprinting culturale assorbito nel proprio ambiente, quanto per un disagio emotivo o psicologico presente nella persona.
ciao a tutti, mi intrometto solo nel discorso per dire che io penso che ci sia anche da tenere in conto la situazione geografica e culturale dell’uomo. l’uomo italiano è per sua storia ed essenza un uomo estremamente mammone… attaccato alla famiglia e soprattutto alla figura materna, e questo è abbastanza risaputo. loro proiettano le loro aspettative su noi donne, ci confondono con le loro mamme e questa mentalità cosi radicata in loro fa si che sorgano i primi problemi. io stessa, senza andare troppo lontano, ho avuto a che fare con un fidanzato ed ex convivente proprio fatto di questa pasta… la figura onnipresente della mamma era diventata un tormento per me. si impicciava in ogni cosa e lui aveva costantemente bisogno dell’approvazione di sua madre per fare ogni cosa. siamo troppo legati alla famiglia, ed è vero la donna si è emancipata e non è più propensa a ricoprere quel ruolo di figura materna e di chioccia nei confronti dell’uomo… boh scusate l’intromissione ma io credo sia anche proprio un discorso di educazione e mentalità oltre che di emancipazione femminile. buona giornata a tutti
H20
Non volevo accusare nessuno di nulla. Però a me l’idea di “cambiare continuamente bandiera ” mi da un senso di incompletezza, come di mancanza di stabilità. Io credo, e correggimi se sbaglio, che tu, come Suzanne, se cercate un uomo che vi accompagni nella vita lo desideriate stabile e che vi dia almeno alcune certezze. Domando: che senso ha avere accanto una persona, uomo o donna che sia, per la quale oggi avete un valore 10 e domani valore zero? Ecco in questo senso parlavo di incompletezza, non avere accanto una persona su cui fare affidamento nel tempo in relazione ai sentimenti. Fermo restando che dall’altra parte c’e’ invece una persona stabile. Posso anche dirti di esserci passato, avendo avuto accanto una persona così, e ti assicuro che é una delle cose più terribili che possa capitarti nella vita.
Maria Grazia
Ci avrei messo la mano sul fuoco che anche nei miei confronti avresti tirato fuori il discorso dell’imprinting patriarcale e fallocratico
Perché io vedrei le donne di oggi in che modo?
Perché ho scritto che vanno troppo di corsa, che mischiano un sacco di cose e che cambiano spesso e repentinamente non sapendo anche molte volte ciò che vogliono?
Ma questi sono dati di fatto che riscontro quotidianamente cosa c’entra il patriarcato?
Spesso faccio discorsi nel reale con diverse conoscenze femminili nell’ambito lavorativo e quant’altro che mi confermano nella generalità che la realtà femminile di oggi é spesso questa.
Ma non mi accusano di avere l’imprinting patriarcale e fallocratico. Se un uomo, in questo caso io, ama avere accanto una persona meno frenetica, più stabile e che faccia una cosa alla volta é un fallocratico?
Scusa ma non ti comprendo in questo caso.
La diversa emotività tra uomo donna non ha origine da un imprinting culturale, ma da evidenti differenze fisiologiche, pertanto ha una base soprattutto scientifica piuttosto che culturale. È’ giusto che la donna nel corso dei secoli abbia combattuto per far valere i propri diritti, in una società patriarcale e maschilista.Ma io trovo che, invece, sia una vera e propria violenza il volere parificarsi all’uomo sotto tutti gli aspetti, essendo un ‘ambizione che vs , palesemente, contro Natura (e non solo contro i condizionamenti culturali). La donna è’ diversa , produce ormoni diversi, (se vuoi che rimaniamo strettamente sul piano scientific), il suo corpo è’ diverso, la sua muscolatura è’ meno strutturata . È’ per questo che nelle competizioni sportive, ad esempio, non ci sarà’ mai una condizione di parità’. Lo stesso vale in altre situazioni.Ciò non significa affermare che la donna è’ inferiore all’uomo , ma che i due generi sono DIVERSI e questo è’ un dogma assoluto sul quale si basa la sussistenza della specie ( umana e animale).E’ giusto che la donna si esprima a 360 gradi ma nei limiti che la sua femminilità le consente, sia dal punto di vista fisico che emotivo. La donna è’ fatta fisicamente per accogliere, l’uomo per dare. Ritengo che nel percorso di emancipazione siamo già a buon punto, ora occorre rallentare e trovare il giusto equilibrio per non creare un crepaccio tra quello che siamo, con i nostri limiti, e quello a cui aspiriamo che potrebbe ingannarci e renderci invece infelici.
L’uomo mammone’ disorientato perché nella sua compagna non trova, come vorrebbe, accoglienza, ma competizione.
“io credo sia anche proprio un discorso di educazione e mentalità oltre che di emancipazione femminile. buona giornata a tutti”
Esatto. E vale per entrambi i sessi, compresa la visione che sia ha di come dovrebbero essere i rapporti amoroso tra i sessi. Quindi se educazione e mentalità SONO diverse, diversi saranno anche gli atteggiamenti con i quali ci approcciamo a una situazione, e cosa aspettarsi da questa. A meno che anche questa non sia la solita ovvietà che non contiene nessuna novità sostanziale che mostri le ragioni di certi comportamenti piuttosto che altri.
Luna e dito. È a solita storia.