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Mollata dopo trent’anni di matrimonio

di babette
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 10 Febbraio 2009. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 278 commenti

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  1. 151
    rossana -

    Adriana,
    prima o poi capita quasi a tutti di dover fare i conti con la solitudine. di per sé non è poi così negativa: si deve solo imparare a “movimentarla” un po’… cioé a inserirvi contatti, anche saltuari o superficiali, con il prossimo. vanno bene le due chiacchere al bar, in ritrovi “al femminile” per il caffé del mattino o del pomeriggio (qui da me, un paesino, c’è una mezza dozzina di abitudinarie a cui ci si può unire, specie nel giorno di mercato). potresti frequentare un gruppo di lettura in una biblioteca oppure aderire a un qualsiasi corso di tuo interesse all’università della terza età, se vi puoi avere accesso… l’importante è non isolarsi e non perdere la fiducia nei tuoi simili, che hanno il tuo stesso interesse a godere di qualche momento d’interscambio verbale.

    quanto alla seconda difficoltà che ti trovi a dover affrontare, questa è ben più complessa. il bisogno di ricevere amore è comune ma si vorrebbe non solo essere amati nel modo che maggiormente ci gratifica ma anche da quella specifica persona, non da un’altra. se poi si è ancora innamorati di chi si è allontanato, è quasi peggio che vivere un vero lutto, in quanto ci si sente rifiutati e si tende a veder svalorizzato anche il proprio passato.

    ma non sempre è così. anzi, secondo me non lo è quasi mai. fino alla metà del 1900 l’amore era “per sempre” perché tubercolosi, tifo, spagnola e guerre accorciavano di brutto la vita di molte persone, lasciando altre libere di vivere nuovi diversi amori. oggi in Occidente l’esistenza è lunga per la maggior parte delle persone e i cambiamenti avvengono in modo sempre più rapido. può capitare che il partner perfetto dieci anni fa cessi di esserlo, per motivi che non dipendono da lui ma dall’evoluzione del soggetto interessato.

    duro doversi adeguare ai mutamenti ma a volte non si può che sforzarsi di farlo. il tempo ti aiuterà a rimettere ordine nei tuoi vissuti e a ritrovare la serenità. te lo auguro di tutto cuore.

  2. 152
    toroseduto -

    Ciao Rossana.
    Adriana, questa lettera risale a molti anni fa, certamente non hai letto tutto. Ad un certo punto l’autrice, Babette, chiese di corrispondere con me. Era a pezzi. Siamo diventati molto amici, per circa un anno dalla e-mail passammo al telefono. Viviamo a circa 700 km di distanza. Ci sentivamo tutte le sere, aveva paura a stare da sola, i figli lavoravano in giro per l’Italia. Non ci siamo mai incontrati, è stata e rimarrà una cara amica. Ad un certo punto lei divenne molto sintetica, capii che qualcosa era cambiato… non aveva il coraggio di dirmelo. Glielo dissi io. Si era riappacificata col marito. Mi diede del mago. Non sono un mago, la conoscevo talmente bene che mi venne spontaneo capire cosa era cambiato.Ora non voglio accendere in te la speranza che possa capitarti la stessa cosa. In quella situazione ero certo che il marito avrebbe fatto marcia indietro. Lei, una donna dell’est, aveva 26 anni e lui 60! Spremuto il limone, a caccia di un’ altra preda.
    La tua è una situazione diversa, difficile da gestire. Ascolta Rossana quando ti dice che devi ricominciare tutto ripartendo da te. Potresti scoprire che la libertà forzata a volte porta dei sani interessi se sei capace di aprirti agli altri, tutti gli altri. Ti parlo per esperienza diretta. Vivo da solo (vedovo) ma a casa mia c’è sempre gente. Amici, persone che avevo trascurato, ci diamo da fare in diverse direzioni. Casa mia è il punto di riferimento. Aiutiamo in diversi modi chi vive ai margini della società. Ho scoperto tutto un mondo che ignoravo, lo facciamo nel modo più semplice. Non puoi immaginare quante persone vivono abbandonati da tutti e da tutto. Insomma ho ritrovato me stesso. Ero smarrito, mi isolavo, suonavo ore intere per cacciare i fantasmi della solitudine. Ho perso molto tempo. Vivo sempre da solo, ma solo ogni tanto scrivo qualche canzone. Ho troppo da fare, il mio telefono squilla in continuazione. Ho scoperto di essere diventato l’uomo che sognavo da bambino.

  3. 153
    suzanne -

    Toroseduto, “ho scoperto di essere diventato l’uomo che sognavo da bambino” è una frase bellissima. Spero di poter dire un giorno la stessa cosa, anche se la strada è ancora molto lunga. Tua moglie dev’essere stata molto fortunata ad averti accanto!

  4. 154
    Markus -

    Golem, Suzanne ti scrive :
    “…Signor Golem, a mio avviso stiamo parlando di forme illusorie differenti:…io a una storia realmente vissuta…”
    Mi sembra ancora talmente ovvio sottolineare il fatto che chiunque viva una storia d’amore tenda a sperare che l’altra persona sia come noi la vorremmo, che possa soddisfare i nostri bisogni, le nostre esigenze che possa condividere le nostre idee e i nostri modo di vivere la vita.
    E queste “speranze” me le chiami “fantasie”? “Immaginazioni”?
    Allora tutto le cose del mondo sono “fantasie”
    Banalmente anche una partita di calcio : io inizio a vederla sperando che la mia squadra vinca la partita. Quindi a tuo modo di vedere “fantasticando”. Poi se la mia squadra perde avrò vissuto un’ ‘illusione ” frutto solo della mia fantasia.
    Ti invito a leggere una vecchia lettera, se non lo hai già fatto, si questo sito: “mollata dopo trent’anni di matrimonio”
    Pensa che lunga ‘illusione” ha vissuto e quanto ci abbia “fantasticato” sopra. E lascia stare il fatto che poi questa donna si é riappacificata con il marito poiché lui 60enne mollato dalla 26enne dell’est.
    Dov’e’ la vera “illusione”.? (sempre per usare termini a te cari) . Quella del marito che é stato mollato dalla ragazza dell’est o quella della moglie che ha avuto accanto per trent’anni un uomo che, non avrebbe mai immaginato capace di mollare moglie e figli per una storia del genere?
    Riflettici.

  5. 155
    Golem -

    Ho apprezzato il tuo post Sitting Bull. Il tuo altruismo appare sincero una volta tanto. Io non sarei in grado di avere la tua disponibilitá verso gli altri. Homo, homini, lupus*.

    *Secondo Hobbes, la natura umana è fondamentalmente egoistica, e a determinare le azioni dell’uomo sono soltanto l’istinto di sopravvivenza e quello di sopraffazione. Egli nega che l’uomo possa sentirsi spinto ad avvicinarsi al suo simile in virtù di un amore naturale. Se gli uomini si legano tra loro in amicizie o società, regolando i loro rapporti con le leggi, ciò è dovuto soltanto al timore reciproco”.

    Sei un eccezione Toro.

  6. 156
    rossana -

    Toroseduto,
    sei un uomo molto fortunato, sia per aver avuto una compagna che ti ha amato, profondamente riamata, che per essere stato in grado di superare il dolore della sua perdita e di completare poi la tua personale realizzazione nel migliore dei modi, il solo che dal mio punto di vista si possa definire di SUCCESSO: essere pienamente e serenamente se stessi, o meglio ancora, nel tuo caso, essere quello si era desiderato diventare.

    ne sono felice per te, nella speranza che la tua testimonianza sia di aiuto a chi in questo momento sta soffrendo nella ricerca di nuovi equilibri esistenziali, così come di certo lo è stato a suo tempo per Babette.

    un abbraccio.

  7. 157
    Golem -

    Mark.
    “…Signor Golem, a mio avviso stiamo parlando di forme illusorie differenti:…io a una storia realmente vissuta…”

    Markus, sono forme diverse, ma della stessa sostanza no? L’illusione. Un po’ come l’acqua che tanto ha caratterizzato il penoso dibattito che può essere solida, liquida o sotto forma di gas. Stessa sostanza, tre forme diverse. Quatto con quella calda.
    Una partita di calcio contiene la “speranza” di una conquista “concreta” se si vedono “reali” possibilità di una vittoria. Sarebbe invece illusione, e non speranza, se si andasse allo stadio per vedere Abbiategrasso-Barcellona e sperare nella vittoria dei primi. Certo la passione sportiva o amorosa acceca, ma la realtà se ne fotte, e fa il suo mestiere. Personalmente non ho mai “sperato” niente negli incontri amorosi. Neppure negli unici due importanti della mia vita. Mi godevo l’emozione mentre osservavo come andava la storia. Mai fatte soverchie illusioni, neppure mentre progettavo il futuro con queste persone. Caldo di cuore e freddo di mente. Così come dev’essere secondo me.
    E siamo sempre al punto di partenza. Trovarsi sotto l’effetto di un “desiderio”, e VOLER vedere quello che NON C’É, è un’illusione. La speranza è giá un mezzo fallimento in amore, ma almeno ha l’altra metá di consapevelezza. Cioé, quando si “spera”, si riconosce “implicitamente” chè c’è il rischio del fallimento. È presente una visione realistica. Nell’illusione no, la realtá è alterata quasi “volontariamente” direi, perché si vuole dare corpo “per forza” all’immagine stereotipata di un desiderio sul quale si è spesso a lungo fantasticato, e quando parte l’ormone, il principe dev’essere azzurro per forza, anche se è azzurro perché in realtà é un Puffo.
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  8. 158
    Golem -

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    Un abbandono dopo trent’anni di matrimonio dice una cosa sola: che quell’amore non era vero. Quando lo é si cresce insieme e si invecchia insieme. Un 60enne che perde la testa per una 26 enne é un povero co......, che ovviamente non ha capito niente prima, durante e dopo il matrimonio di quello che aveva fatto sposando quella donna. Essere co...... non è una colpa, ma neppure una giustificazione. La coglioneria non prevede l’illusione come causa delle cazzate che produce. Questa è una condizione intellettuale troppo raffinata per uno che è colpito da quella frequente sindrome. Un co...... non può che fare coglionate,
    Ciavo.

  9. 159
    Markus -

    Golem, mi hai sempre dato l’impressione di una persona intelligente, ma a volte i tuoi ragionamenti non stanno in piedi.
    Quando incontriamo una persona che ci attrae non sappiamo se rappresenti l’Abbiategrasso o il Barcellona. E per saperlo, questa persona, dobbiamo conoscerla a fondo. E, a volte, nonostante crediamo di conoscerla, non la conosciamo per niente. Il famoso discorso del quintale di sale ricordi?
    Se tu non hai mai “sperato” niente, neanche nei tuoi due episodi più importanti della tua vita sei solo il classico esempio dell’eccezione che conferma la regola.
    Chiunque, in tutte le questioni, sia amorose che non amorose ha dentro di sé una speranza. Altrimenti nulla avrebbe senso.
    E onestamente stento a credere che tu hai generato una figlia senza “sperare” che il rapporto d’amore con tua moglie fosse così duraturo da garantirle serenità familiare
    Altrimenti, perdonami, ma rappresenti un caso, a se stante, che non fa testo.
    Continui a confonderti troppo intorno al discorso “dell’ormone impazzito”. E’ talmente logico il fatto che CHIUNQUE, in quei frangenti, viva delle emozioni talmente forti da “sperare” che possano essere per sempre.
    Ma é ciò é NORMALE Golem, mica si é sotto l’effetto della cocaina che altera l’intendere e il volere. Da innamorati si vive un po’ su una nuvoletta ma non si diventa completamente deficienti.
    E te lo ripeto ancora : una volta placato quello stato d’animo di forte passione, pian piano si scende dalla nuvoletta e si comincia a ragionare sul fatto se sulla terra si stia bene allo stesso modo che li sopra.
    E sul discorso dell’abbandono non puoi cavartela con il discorso del co...... e della coglionata.
    Non ti devi mettere dalla parte di chi lascia ma di chi é lasciato. In questo caso di Babette
    E per dirla alla Golem, Babette ha vissuto un’ “illusione”, che non é stata data né dai suoi ormoni impazziti né dalle sue fantasie. Ma dalla realtà “illusoria” che le si é presentata….

  10. 160
    Markus -

    dopo trenta anni.
    Quindi quando parli di “illusione” non puoi tirare fuori solo quella dei venti anni e che può farti vedere quello che non c’e’, proprio per i discorsi che ti ho trito e ritrito post su post, ma anche quella che si verifica dopo decenni di convivenza.
    E quella si che é “illusione”

    Golem, ti invito a leggere questo “banalissimo estratto scritto da un banalissimo sconosciuto”
    Niente di trascendentale, qualche errore, molta semplicità. Si parla di differenze di età ma guarda come in tutto il contesto si evincono anche quelle “ovvietà” che tu hai definito “scientifiche” perché esposte da studiosi e filosofi.
    La famosa “acqua calda”
    http://starsailor.it/diario/quanto-conta-la-differenza-di-eta
    !

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