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Cassazione sul mobbing, smisurata in…Giustizia

di Carlalberto Iacobucci

L’essere ultimi in tutto, per taluni è ammirevole. Che la Cassazione abbia affermato che il Mobbing non è reato punibile penalmente è davvero creativo. Eppure un provvedimento del Consiglio d’Europa del 2000 vincola tutti i Paesi a dotarsi di norme antimobbing. Chi commette reati è al solito fuori, chi al contrario subisce ha l’obbligo del tacere. Così facendo non s’innescheranno ostilità ? Mi creda certe disposizioni della Cassazione e non è la prima, sono inverosimili e sconcertanti. Ci narrano che oramai facendo parte dell’Europa, abbiamo l’obbligo di attenersi a questo o quello. Bene, ma l’adeguarci non dà a intendere quello che s’ aspira, anzi aspirano.

Lettera pubblicata il 2 Settembre 2007. L'autore ha condiviso 140 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 13 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    silvana1980 -

    è uno schifo che il mobbing non venga considerato reato e nessun denaro può ripagare danni psicologici che una persona sottoposta a mobbing o molestie di vario tipo può riportare
    la cosa più schifosa è che la vittima non può difendersi e anche se si difende viene benservita con una multa che gente come quella non ha nessun problema a pagare per lavarsi la coscienza
    …tutto sui soldi, tutto gira sui soldi…a volte penso di essere una marziana…cose che non mi entrano in testa
    ma la cosa, ancora una volta non mi stupisce
    le alte cariche si sono messe al riparo per l’ennesima volta sull’unica che cosa che forse poteva mettere in discussione il loro potere
    che a volte, spesso, è usato in ambiti che sforano il semplice rapporto lavorativo
    gente frustrata nella sua vita, che cerca di rifarsi su qualcuno di più debole al lavoro
    gente malata mentalmente ma che vuol fare ammalare anche gli altri
    gente che qualsiasi termine che usassi per definirla non sarebbe abbastanza disgustoso

  2. 2
    Carlalberto Iacobucci -

    Sai cosa accadrebbe Silvana se ci fosse una legge contro il Mobbing ?
    Comode poltrone portate via.
    Lavoratori reintegrati che lecitamente sporgerebbero e spargerebbero querele.
    Liquidazioni dei danni patiti sterminati.
    Cambi al vertice.
    Il penale sarebbe duro da sopportare.
    Ma nel Paese delle verità nascoste, cosa potevano attenderci ?
    Personalmente auspico che il Consiglio d’Europa porra rimedio.

  3. 3
    albert -

    Un momento: la Cassazione ha statuito che in QUEL caso specifico il mobbing non era reato, perchè non c’è una legge in Italia che lo punisca in quanto tale.

    Quindi si diano una mossa i politici e approvino una legge ad hoc, che punisca severamente i comportamenti vessatori sui luoghi di lavoro.

    In ogni caso, anche in assenza di una legge, il lavoratore può comunque denunciare penalmente per molestie, minacce, ingiurie, ecc., chiunque sul posto di lavoro lo faccia oggetto di comportamenti persecutori manifesti (meglio tenersi un registratore sempre acceso).

    Ma il problema maggiore, tuttavia, si verifica quando certe aziende decidono di volersi liberare di una certa parte di lavoratori, per ragioni organizzative (es. delocalizzazione) o economiche.

    Allora, il mobbing più “normale” è tenere il lavoratore a far niente o a far poco tutto il giorno, anche senza ricorrere ad abusi o molestie, per stancarlo e convincerlo ad andarsene. E allora, più che il penale il rimedio in tal caso è trovarsi un buon avvocato esperto di diritto del levoro, che faccia causa per dequalificazione, e inadempimento contrattuale.

    D’altra parte, penale o no, quando un’azienda si comporta così, l’unica cosa da fare è farsi dare un bel po’ di soldini e mollarla in fretta, perchè vuol dire che lì dentro possibilità non ce ne saranno più, meglio perderla.

  4. 4
    silvana_1980 -

    embè ascolta…sarebbe più giusto che andasse fuori dalle balle il dirigente che ha torto e non l’impiegato che l’unica colpa che ha ( faccio un ipotesi ma ce potrebbero essere N ) è quello di non fare il lecca…. con lui o di stargli semplicemente sulle scatole.
    Che se ne vada lui dal posto di lavoro e tutti quelli come lui!
    Fosse facile poi trovare un altro lavoro di sti tempi….a volte per ragioni economiche ci si trova costretti a stare su un posto
    Non è così automatico putroppo, senò il problema sarebbe si risolto cambiando lavoro. E magari si capita in un posto dove si ripete lo stesso copione?
    Eh no. Qua ci vuole qualcosa nero su bianco.

  5. 5
    Carlalberto Iacobucci -

    Albert,quanto affermi è vero ma..
    Perchè evidenzio con un ma ?
    1° Una legge avrebbe individuato al meglio le avverse parzialità.
    2° Senza una legge precisa, il liberarsi di soggetti non graditi ( preferiscono i lavoratori con 45/50 anni) si muterebbe in cuccagna.
    3° Per i sunnominati, il mollare non è per nulla realizzabile (e i castigatori sono consapevoli di questo, per cui compiacendosi affondano la lama)
    4° Nonostante il concetto fondamentale che si ha sulla professionalità, creatività, disponibilità e chi più ne ha più ne metta e seppur paradossale, il Mobbing, viene usato con frequenza nei confronti dei capaci e miti, in quanto chi attiva questo strumento di tortura è spregievole quanto mediocre, e per collaboratori pretende d’avere nella propria casta la mediocrità e l’assenza di scrupoli, diversamente la loro morale si mostrerebbe chiara la debolezza del loro cervello.
    5° Quale spirito divino avrebbe stabilito che le malvagità “elargite” ad un povero essere umano, che altro non fa che il proprio lavoro, spetterebbero di fatto all’intera famiglia.
    Per quanto mi riguarda doveva d’obbligo essere applicata una norma penale, tale da non far dimenticare il fatto compiuto come quello preventivato di compiere,
    Ciao Carlalberto

  6. 6
    albert -

    Rispondo sia a Silvana che a Carlalberto.

    x Silvana:
    In effetti se il dirigente sbaglia e il subordinato ha ragione, giustizia vorrebbe che fosse il dirigente a pagare, e non il contrario.
    In alcune (poche) aziende avviene, quelle in cui viene premiato il merito e l’efficienza, e sanno che i dirigenti incapaci o arroganti rovinano gli ambienti di lavoro.

    Ma sono una minoranza, anche perchè se il dirigente è parente del titolare, o simili, è ben difficile che sconvolgano l’assetto dirigenziale e proprietario per amore di giustizia. Oppure, se il dirigente ci ha investito un bel po’ di soldini nell’azienda, è ingenuo credere che diano ragione all’ultimo degli impiegati.

    Soprattutto se si tratta di una piccola azienda familiare, nella quale tutti i rapporti sono fiduciari e personali. Se due non vanno d’accordo, vince il più forte, per lo meno il più forte resta, anche se il giudice può dare ragione al dipendente, e assegnargli un risarcimento.

    Quello che volevo dire è che in aziende molto piccole è inutile insistere per restare a tutti i costi, meglio farsi liquidare un po’ di soldi e andare altrove.

    Ma il problema di Silvana è un po’ diverso dal mobbing.

    Il mobbing è figlio della globalizzazione di questi anni, nei quali il lavoro dei lavoratori conta sempre meno, e le aziende vengono aperte e chiuse dalla sera alla mattina.

    Bisognerebbe prima di tutto impedire le delocalizzazioni selvagge di questi anni, che hanno aumentato a dismisura il mobbing, e fatto diventare i lavoratori una merce da usare e gettare quando non serve.

    Ma per fare questo bisognerebbe lottare contro lo scambio di merci prodotte in paesi (Cina per esempio) in cui la gente lavora come nei lager, perchè poi anche le aziende occidentali si devono adeguare a quel tipo di concorrenza e prezzi, e togliere sempre più diritti a chi lavora.

    Come vedete il problema è complesso e ha molte facce.

  7. 7
    Carlalberto Iacobucci -

    Così evidenziano gli esperti
    Profilo personale della vittima: intelligente un po’ più della media, altruista, ingenuo, insoddisfatto, un po’ rompipalle, onesto, con un forte senso dei valori ivi compreso il senso di attaccamento al lavoro e all’azienda. Non tollera le ingiustizie su nessuno.
    Profilo personale del mobber: cattivo, spesso, con riferimento alla meritocrazia aziendale, di livello mediocre, con indubbi problemi all’interno del proprio nucleo famigliare, profittatore…
    Molti dei meccanismi che vengono messi in atto dai mobbers ricalcano fedelmente quelli mafiosi: le motivazioni alla base (spesso denaro), l’omertà, la volontà criminale, il patto stretto per eliminare qualcuno, l’agire di nascosto…
    Il mobbing viene usato in quelle aziende (tante) che vogliono licenziare un dipendente divenuto scomodo.
    Spesso non è la proprietà dell’azienda che scatena il mobbing,: ma poi vi si adegua. Ve la immaginate un’azienda che dà ragione all’impiegato e torto al manager?
    Questa è una aggravante, perché l’azienda pur sapendo e conoscendo, lascia fare e da un certo momento in poi partecipa: la lettera di licenziamento la firma la proprietà, non il direttore corrotto!
    Il mobbing si verifica nelle aziende di medie grandi dimensioni. In primis perché in quelle a carattere padronale, non esistendo art. 18, è più facile il licenziamento individuale e il secondo è perché le consorterie paramafiose mobbiste insorgono e si radicano nelle grandi aziende, laddove in assenza di un padrone, è più facile fare il bello ed il cattivo tempo.

  8. 8
    albert -

    Caro Carlalberto,

    pur ritenendo anch’io più che opportuna una sanzione penale dei mobbizzatori, continuo a credere che le norme attuali penali, civili, e di diritto del lavoro siano più che sufficienti per punire i vigliacchi che compiono vessazioni per cacciare i collaboratori “scomodi”.

    Credo che il problema siano semmai i giudici, che evidentemente sono spesso “morbidi” verso i dirigenti che commettono (o permettono) questo tipo di abuso.

    In concreto: non si può lasciare il collaboratore senza lavoro, o dequalificarlo con mansioni diverse, o inferiori, o umilianti, perchè ciò costituisce violazione del contratto e inadempimento contrattuale.

    E nessuno proibisce al giudice di punire pesantemente, anche con fortissime sanzioni pecuniarie, l’azienda che abbia mobbizzato il collaboratore.

    Si può invocare il danno biologico, la forte sofferenza e pena che questi trattamenti provocano, ma basterebbe avere giudici del lavoro più attenti e sensibili, e vedresti che una volta che un’azienda dovesse pagare – ipotesi – 100.000, o 200.000 euro per aver mobbizzato un collaboratore, in breve questa forma viscida di vigliaccate sparirebbe,anche senza sanzioni penali che spesso restano sulla carta.

    Basta toccare il portafoglio, e vedi che tutti sono più attenti!

    Però io dico anche che il fenomeno ha radici più a monte.

    La colpa è della perdita di valore del lavoro nelle aziende, per la globalizzazione e la concorrenza dei paesi in via di sviluppo, come dicevo più sopra.

  9. 9
    silvana_1980 -

    si bhe anche per le piccole qualche volta
    lavoravo in una ditta piccolissima di informatica nella quale sono stata assunta in apprendistato. Lo stipendio non arrivava regolare…inizialmente poteva andarmi bene..poi i miei si son separati e mi sono ritrovata improvvisamente capofamiglia…ed ero l’unica dipendente (sebbene ultima arrivata) a presentarmi davanti al capo ogni mese e a chiedergli lo stipendio…gli altri tacevano e aspettavano sebbene lamentandosi dell’irregolarità della paga
    Sia il capo che i colleghi hanno cominciato a trattarmi con distacco, forse perchè nelle effettive difficoltà ecomiche dell’azienda tenevano fermi altri stipendi per pagare il mio…ma, caspita, se una cosa ti interessa tira fuori gli attributi (90% erano uomini tra l’altro, e più vecchi di me) CHIEDILA CASPITA…la paga non si dovrebbe neanche chiedere poi
    vabbè…hanno cominciato a sovraccaricarmi di lavoro sperando che mi stufassi, a portare parenti con bambini piccoli che frignavano in ufficio…robe assurde
    e al rientro da una malattia il capo mi ha chiamato in ufficio e mi ha messo due lettere davanti agli occhi una di licenziamento e l’altra di dimissioni…facendomi presente che se firmavo quella di dimissioni sarei stata penalizzata per i lavori successivi
    ho firmato quella di dimissioni, sono andata ai sindacati, ho fatto chiamare la ditta da loro…e magicamente
    dopo una settimana è comparso un assegno con tre mesi di stipendio arretrato e la liquidazione..PUFF
    …io sono buonissima, ma mi incavolo una volta sola.
    ecco, il vantaggio di una ditta piccola è che puoi metterli nella merda se vuoi!
    con le grandi aziende la vedo dura, anche coinvolgendo i sindacati
    ma il mobbing è ovunque, anche nelle ditte da 6 dipendenti. Purtroppo.

  10. 10
    Carlalberto Iacobucci -

    Per albert Sono d’accordo con te al riguardo della globalizzazione non a caso sosteniamo a gran voce come del resto critici illustri che si tratta di un concetto inventato dal potere economico, propagandato e venduto come un dentifricio, per spacciare un nuovo e più feroce colonialismo, il dominio incontrastato delle multinazionali, l’oppressione “scientifica” dei poveri del mondo e persino delle classi medie della società affluente. Bisogna evitare assolutamente che una nuova utopia progressiva si trasformi nell’ennesimo inferno sulla terra. Sarei d’accordo con te se un’azienda avesse l’obbligo di risarcire e non per supposizione non solo 100.000, o 200.000 Euro. Se nel Paese di bengodi non si vuole più tollerare I lavavetri le prostitute in strada Writers e graffitari No allo sciopero fiscale I barboni I mendicanti ed altro ancora mi riesce faticoso considerare che sul Mobbing nulla e poi nulla è stato messo in atto. Non si vuole il penale? Bene, allora si adoperi intensamente l’oneroso rimborso. Per Silvana
    Che il Mobbing sia per ogni dove è lampante cara Silvana. Non credere però al Sindacato. Lo stesso, è per incoerenza il peggiore dei Mobber. Se per le aziende, sono i quattrini ad essere il valore primario si tenti perlomeno di ridurli in miseria.
    Ciao Albert, Ciao Silvana
    Carlalberto

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