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Mio padre mi sta rovinando la vita

di ElenaR

Sono qui a quest’ora tarda, a scrivere invece di dormire, perché non riesco a dormire…sono spaventata, angosciata, tesa, ho un nodo alla gola che parte dalle profonde viscere dello stomaco e passa dal cuore. Non ne posso più, non ce la faccio a continuare così, e non so cos’altro ci sia da fare più di quello che ho già fatto.

È una storia un po’lunga, ma ringrazio tutti coloro che spenderanno un po’di tempo per leggerla e per darmi un consiglio o un supporto. Non so se faccio bene a scrivere tutto questo però sono disperata e non so più a chi rivolgermi. 

Ho 24 anni,e posso dire di aver sempre amato la vita, anche se a volte ci ho fatto a pugni; ho amato i sogni, le speranze, e a volte anche le difficoltà, perché mi hanno insegnato a essere forte come sono adesso..o almeno spero di esserlo. Ma adesso non so più CHI sono, quali siano i miei sogni e le mie speranze, e soprattutto non so se potranno mai realizzarsi per quanto io lotti strenuamente per riuscirci. 

Non ho risparmiato nessun sacrificio, nessuno slancio di coraggio e nessuno sforzo nella vita, ma adesso sono stremata, questa lotta mi sta uccidendo dall’interno, come una malattia, perché mi accorgo che è più grande di me.

Ho sempre amato mio padre, così come ogni ragazza ama il suo; da piccola era il mio eroe, qualsiasi cosa facesse o mi raccontasse era sempre la cosa più forte e grandiosa di questo mondo, non aveva eguali ai miei occhi e nel mio cuore. Ma adesso…sento che per tutta la vita mi sono sbagliata sul suo conto, che non è l’uomo forte è valido che sempre immaginato. E ora che il velo che avevo davanti agli occhi e che distorceva la realtà finalmente si è sollevato, mi trovo di fronte a un burattino, una figura vuota, inanimata, incapace di qualsiasi slancio di risolutezza, di passione, di forza. È come se delle catene di apatia e rassegnazione lo tenessero inchiodato a un pavimento fatto di fango e sogni infranti, e piano piano sta trascinando con sé tutti noi.

Mio padre è un uomo colto, la persona più istruita che io conosca…ma tuttavia non posso dire che sia intelligente, giacché tutta la sua cultura non l’ha portato avanti nella vita, non gli è bastata per avere successo o quantomeno una vita dignitosa. E adesso, a 60 anni, si ritrova incapace di cambiare, vecchio dentro più che fuori, arreso nei confronti della vita e arrabbiato e frustrato verso il mondo. E sicuramente parte della colpa risiede negli altri, nelle persone che lo hanno circondato, e che lui ha aiutato ma che non l’hanno mai ricambiato e, qualche volta, l’hanno messo pure nei guai. Ma posso affermare con una certa sicurezza che la colpa è anche sua, perché nella sua vita lui ha avuto tante belle opportunità, molte più di quante forse io ne avrò mai, e non è stato capace di coglierne nemmeno una. 

Ha scelto sempre di rimanere nel passato, ancorarsi a vecchi valori e fisime che adesso non esistono più, e che l’hanno portato alla rovina, o almeno lo avrebbero portato se non avesse avuto noi. Mia madre gli è sempre stata vicino, l’ha sempre assistito nella malattia, è stata una brava moglie e una brava madre, seppur con i suoi difetti. Ma lui è sempre insoddisfatto della vita. A volte parla della morte, di cose brutte che ci fanno intristire e stare male. E allora gli dico: “Papà, non sei contento che hai noi, che ti vogliamo bene? Che siamo qui con te per renderti orgoglioso di noi? Che facciamo tutto per te anche se non ce lo chiedi? Non apprezzi il fatto che hai una moglie presente che tutte le volte che torni a casa puoi trovare ai fornelli intenta a cucinarti un bel pranzetto? O il fatto che nonostante tutto hai vissuto una vita tranquilla, non hai avuto finora malattie gravi, hai potuto arrivare con le tue gambe dovunque volessi e prendere le decisioni seguendo solo il tuo giudizio?”

E lui mi guarda inebetito, come se da qualche parte dentro di lui riconoscesse tutto ciò, ma non avesse bisogno né coraggio di ammetterlo. E io sono stanca.

Stanca di lui, della mia vita, della depressione da cui sto cercando di uscire da anni e che grazie a lui sta peggiorando, e soprattutto dei suoi debiti. 

È da quando avevo 20 anni che mi occupo della sua situazione finanziaria, e a 21 anni andavo con lui ai sindacati e spulciavo da sola (perché lui non voleva aiutarmi) le sue cartelle esattoriali, gli portavo i conti, e avevo scoperto che aveva molte pendenze. Adesso anche grazie a me tante cose si sono risolte,ma ogni volta sembra che spunti qualcosa di nuovo, vecchi investimenti falliti che hanno portato ad altrettanti debiti, e lui non vuole fare niente. Si siede al divano come sopraffatto da tutto e io sono lì, che lo osservo e piango, perché non so quando tutto questo finirà, quando saremo apposto, con tutti e soprattutto con la nostra coscienza, quando potremmo smettere di avere paura che ci sfrattino o che si prendano i mobili. Quando potrò permettermi di studiare tranquilla senza ricordarmi di chiamarlo per ricordargli le sue scadenze. Sono arrabbiata con lui, perché quando si è messo in mezzo a quegli investimenti non ci ha chiesto nessun parere, ha fatto di testa sua, si è fidato ciecamente di persone che lo hanno rovinato. Sono arrabbiata perché non si è mai  interessato della sua situazione e di porvi rimedio. Sono arrabbiata perché non vuole aiutarci ad aiutarlo e chiudere per sempre ogni faccenda. Adesso tutte le magagne restano a noi figli. E io non so proprio cosa fare, non abbiamo parenti di cui poterci fidare, non ho un ragazzo, perché al mio paese mi hanno sempre allontanato per questo, non ho amici veri su cui contare, perché si sa, gli amici ci sono solo quando si ride e si scherza. 

Sono una ragazza traumatizzata, e come me anche mia sorella che l’ha sempre aiutato e che poi ci ha rinunciato perché con lui è difficile, è pigro, svogliato, passa le giornate a lamentarsi, sa che guadagna poco ed è malato e non vuole sbrigarsi a sistemare le cose, a vendere la casa per sanare i debiti, per trasferirci e iniziare da capo, a lavorare tutti quanti. Quando le mie amiche e le ragazze della mia età andavano a sbaciucchiarsi in riva al mare con i fidanzati io ero con lui a rovistare nelle pile di bollette non pagate, a conteggiare le more, a chiamare gli uffici delle imposte per chiedere un consulto. Ho messo da parte la mia vita per lui, e adesso non ce la faccio più, mi rendo conto che tutti questi anni ho abbandonato la mia vita per la sua, per un futuro migliore per tutti noi, che forse è solo un utopia…ma quando potrò concentrarmi su me stessa? Laurearmi? Realizzare i miei sogni per cui ho lottato una vita? Quando arriverà per me una giornata felice, tranquilla, normale. La tranquillità e la normalità sono tutto ciò che voglio, ma ora come ora non riesco a vedere la fine di tutto ciò, e a volte sono preda di pensieri oscuri, terribili, che non sono da me, che non mi corrispondono…ma cosa devo fare?…in questo mio mondo in cui sembra persa speranza, che fare?

Lettera pubblicata il 19 Gennaio 2018. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Famiglia - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 35 commenti

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  1. 1
    Angwhy -

    Onestamente non capisco cosa c’entra tuo padre con la tua mancata realizzazione.ti impedisce forse di laurearti e costruirti qualcosa nella vita?ti tiene segregata in casa?anche mio padre è come se fosse un estraneo,finche c’e stato mi ha sempre rimproverato e anche menato le mani,ma lo ringrazierò sempre e comunque per non avermi fatto mancare nulla.poi di quello che ho combinato o meno nella mia vita devo solo incolpare me stesso

  2. 2
    Maestoso -

    Ciao Elena..che dire,da cui che scrivi la situazione è molto complessa e delicata. Sei una ragazza giovane e con la testa sulle spalle..Da uomo che ha pochi anni in più di te mi sento di darti un consiglio però: pensa alla tua vita.
    So che adesso pensare alla tua vita ti sembra una cosa irraggiungibile, ma a 24 anni devi iniziare a costruire la tua vita e non mettere toppe ai problemi altrui, anche se parliamo dei genitori. Si dice aiutati che di ti aiuta, ma in questo caso ti stai rovinando la vita per risolvere dei problemi che sono più grandi di te e di cui una ragazza di 24 anni non dovrebbe neanche pensarci.
    Alla tua età dovresti ridere,viaggiare, fare esperienze di vita, uscire con gli amici e condividere un amore, non fare la ragioniera.
    Nella vita non tutti si possono aiutare: c’è chi semplicemente non vuole perché forse sta bene così..

  3. 3
    ElenaR -

    Angwhy… Che dire, classico esempio di chi scrive solo per scrivere, forse senza aver letto fino in fondo. Non capisco che ci guadagna a sputare a occhio le cose…punti forse? Non mi risulta che siamo su Yahoo answer..ma non importa alla gente piace giudicare quindi ci sono abituata. Legga fino in fondo un post la prossima volta che lo legge e cerchi di essere più sensibile magari.. chissà forse ci riesce

  4. 4
    ElenaR -

    Maestoso grazie della tua comprensione, per fortuna c’è qualcuno che si sforza di capire. Io sono combattuta tra i miei doveri di figlia, che appunto sono più grandi di me in questo caso, e la responsabilità che ho verso me stessa, perché non so cosa accadrà un giorno, anche se tutta questa storia si risolverà. Se non mi do da fare per me stessa adesso un domani mi ritroverò senza punti saldi della mia vita, e magari dovrò appoggiarmi a chi mi può garantire un futuro, cosa che non voglio fare perché ho sempre studiato e mi sono data da fare nella vita proprio per essere autosufficiente

  5. 5
    Yog -

    Allora:

    1) tuo padre ha il pieno diritto di averne le palle piene della vita (tieni conto che a 60 vede il ‘game over’ molto più da vicino… e non è una bella scena) e alzare bandiera bianca, atteso che i suoi famigliari sono maggiorenni e capaci di intendere e volere e quindi non ne è direttamente responsabile;

    2) tu hai il pieno diritto di giocarti le tue carte lasciando l’abulico genitore a gestirsi le sue finanze;

    3) nella vita i sacrifici, gli slanci di coraggio e gli sforzi non sono condizioni sufficienti (e spesso nemmeno necessarie) per avere garanzia di ottenere qualcosa;

    4) ognuno di noi risponde in primo luogo per sé stesso, te lo ha già detto Angwhy: homo faber est sui cuisque fortunae.

    Perciò rilassati, trovati un volo low cost per Londra e fatti sei mesi fuori casa, vedrai come respiri meglio dopo; per tuo padre invece consiglierei una cura a base di narda, sicuramente non in dose omeopatica.

  6. 6
    Maestoso -

    @Elena
    Pensa anche però che la vita è la tua e tu hai responsabilità solo sulla tua vita. Noi possiamo aiutare gli altri,possiamo provarci,ma solo nella nostra vita riusciamo ad agire in maniera incisiva.
    Pensa anche che impegnandoti nel realizzarti potrai un giorno magari aiutare i tuoi ed essergli di supporto.
    Stai vivendo gli anni più belli della tua vita, e non tornano più..

  7. 7
    ElenaR -

    Yog si,poi andiamo al circo a vedere i pagliacci e ci facciamo una canna.Ma va!Mio padre é stufo della vita perché non ha mai preso decisioni sensate.S’è sposato e invece di pensare ai bisogni della famiglia ha sempre fatto a modo suo,come un ragazzo incurante delle conseguenze.A 40anni con bambini piccoli nn puoi buttarti in investimenti costosi alla cieca,quindi per me non ha diritto di lamentarsi punto.Secondo,quando uno è padre risponde di se stesso e degli altri,fino a ke tutti i figli nn si sistemano.Non siamo tartarughe marine ke abbandonano i figli sulla spiaggia dopo un certo tempo.Come i suoi genitori lo hanno aiutato a realizzarsi (anche se non lui non ha voluto farlo),come mia madre gli è stata sempre vicina e lo ha aiutato anche se l’ha sempre trattata come una sguattera,così lui ha il DOVERE di aiutare i figli in difficoltà. Non penso che i tuoi genitori a 18 anni ti hanno spedito a calci in culo fuori casa.Ipocrisia.Terzo io non ho mai potuto rispondere di me stessa e nemmeno pensare a me stessa perché a casa abbiamo dovuto sempre provvedere a risolvere i problemi che creava lui.
    Quarto ke c.... vado a fare a Londra?La prostituta?E poi,mi ospiti tu?Parole inutili.Empatia zero.Grazie ma nn mi sei stato affatto…

  8. 8
    ElenaR -

    PS. Il game over forse sta nel tuo cervello. A 60 anni non sei vecchio puoi ancora ricominciare e cambiare vita, basta volerlo o almeno provarci. Se tutti ragionassimo come te a 60 anni ci divideremo in massa. Ma mi faccia il piacere, speravo proprio di non ricevere commenti superficiali e pieni di vacuità e presunzione come il suo.
    Se a lei piace cercare scuse nella vita a me no. Ogni giorno merita di essere vissuto e bisogna impegnarsi, non ci si può abbandonare e magari essere anche di peso a chi ci è intorno e che soffre forse più di noi.
    Non so che persona sia lei e non mi permetto di giudicare perché non sono come lei. Ma dal suo commento emerge molta sufficienza e pressappochismo nei confronti di problemi che non la riguardano. Preferivo non commentasse. Se ho bisogno di essere giudicata chiamo qualcun altro grazie

  9. 9
    Gabriele -

    Ciao Elena, sono Gabriele, abbiamo circa la stessa età: io ho 25 anni, anche io lavoro con il mio babbo e studio all’università. Io non ricordo di essermi mai occupato di eventuali debiti riguardanti l’attività di famiglia, dal momento che sono alle dipendenze di mio padre, non penso di dover venire a sapere di debiti/crediti, nè tanto meno occuparmi dei vari piani di restituzione del debito/debiti, dal momento che sull’eventuale contratto non c’è scritto il mio nome, ma quello di mio padre o dell’altro socio, o di entrambi.
    Sinceramente credo che sia stata un’ingiustizia il fatto che tuo padre ti abbia reso partecipe della vostra situazione economica, un figlio deve essere ignaro della situazione economica/finanziaria della propria famiglia, sono i genitori che risolvono i problemi economici non i figli.
    Il fatto che tu abbia un percorso di studi che potrebbe servire (es. ragioneria) non cambia ciò che ho detto finora.
    Posso solo provare a capire la frustrazione che stai provando è perfettamente comprensibile, forse dovresti parlare coi tuoi genitori e spiegare loro che vorresti un periodo di pausa, e che intanto potresti insegnare a qualcun’altro, le cose che fai per tuo padre, tipo per esempio a tua madre, che ha…

  10. 10
    Gabriele -

    Che ha un ruolo ben diverso, e se mi permetti più pertinente in questo genere di cose

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