Forse il mio limite è questo: essere poco manipolabile. Non riuscire a fregarsene, non lasciare correre. Non riuscire ad accettare la frase “è così che va il mondo”. No. Non riesco ad accettarlo. Il mondo può anche non andare così.
E io voglio dimostrarlo. Sono stanca, sto facendo più del dovuto, sono irritabile, a volte anche arrabbiata, si. Sono stressata, tesa come una corda di violino, faccio le cose sbuffando… ma alla fine le faccio, e le continuerò a fare. È troppo comodo buttarsi nelle frasche quando torna comodo, e tornare fuori col carro del vincitore. Si sta col vincitore, anche quando tutto fa pensare che non lo diventerà mai.
Non sto parlando di politica ma di lealtà. Lealtà verso persone che ti hanno fatto crescere, anche facendoti sentire la fatica, ma ti hanno fatto capire che la gioia di ottenere una cosa guadagnata con le forze vale 1000 volte una cosa già pronta che non ha lo stesso sapore, con il retrogusto amaro del ricatto.
Il ricatto di chi sembra regalarti le cose, quando invece ti attacca una catena al collo e ti usa finché può… poi ti lascia là, perché non servi più… o c’è qualcun altro. No, io catene non ne voglio. E per questo resto sola.
Cos’è che mi fa andare avanti così… alla cieca? Boh, forse il fatto che se facessi diversamente guardandomi allo specchio alla mattina mi farei schifo da sola. Non sarei più io.
Il prezzo che si paga è quello dell’invisibilità. Fare le cose ma… se ne accorge qualcuno? Fare le cose bene ma.. qualcuno ti dice “bravo”… qualcuno ti dice “grazie”? No tutto dovuto. No, non se ne accorgono in tanti. Se ne accorge solo una persona, due forse… quelle che apprezzano la lealtà, e non il servilismo della gente. Il servo si compra e si vende. Il buon collaboratore no. Il buon capo no. L’amico no. L’amore no.
Chiudo il mio sfogo serale, scusate il disturbo, è stata una brutta settimana, forse non sarà la prima, ma è stata illuminante sotto molti punti di vista.
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Categorie: - Me stesso
Io penso che il mondo, il mio mondo (quindi anche il tuo) può essere come lo vuoi tu. Concordo sul fatto che nessuno vede mai niente…ma anche quesa è una trappola: in fondo l’aprovazione degli altri ci serve per sentire maggior coraggio. Ecco, ho 29 anni e ho capito che più cerco l’approvazione degli altri, più mi allontano da me stessa.
La lealtà è una cosa di pochi. E questo deve farti pensare che è un pregio migliore degli altri: altrimenti ce lo avremmo in tanti…
Mi tocca particolarmente la tua lettera, ogni parola entra nel mio cuore. Ciò su cui mi soffermo in particolare è la frase apparentemente più semplice, tutto dovuto…sempre leale, sempre correta, equilibrata, per natura, non per virtù.
Ci si aspetta sempre il massimo da persone così, persone che non possono permettersi il lusso di sbagliare, quando intorno sono circondate da squilibrati sempre pronti ad essere giustificati, per la loro debolezza, per i loro limiti fasulli, per la loro approssimazione e vengono, appunto, sempre perdonati.
Forse compatiti? Chissà. E noi?
Ingoiamo vittorie come fossero fallimenti, perchè non abbiamo con chi condividerle, ci osserviamo il volto la sera, i segni del dolore si materializzano su di esso, ma non ci pieghiamo al compromesso che la vita ci offre ogni giorno.
Nessun compromesso. Donne scomode.
è vero meg, e i poveretti sono sempre loro: “poveretta ha il bambino piccolo” “poveretta è sotto psicofarmaci” “poveretto ha problemi a casa” “poveretto è appena stato scaricato dalla tipa”
possono essere anche cose vere sai…ma cosa cambia..per loro tanto ci sono io
io che apparentemente sono la roccia, quella che non ha nessun tipo di problema, quella che c’è sempre e comunque, che di malattia si può permettere solo una settimana all’anno chiedendo anche scusa per l’assenza…perchè ci si sente anche in colpa poi paradossalmente
La roccia (che forse è anche una roccia calcarea che si sta sgretolando) si sta rompendo le palle di far vivere la vita agli altri, e non vivere la sua
Questo è il messaggio. Scomodo. Di una che non vuole perdere la salute per gli altri. Di una donna scomoda in mezzo a, decisamente troppi, comodi. Che piangono il morto per prendere in giro il vivo.
Non voglio far carriera al lavoro e non voglio una vita privata perfetta, ma non sopporto le cose ingiuste fatte passare, invece, per normali, assodate. E non posso ingoiare veleno col sorriso sulle labbra (da ebete). Non ci credo più. Almeno si levassero quella facciata di vittimismo, alla fine…vuoi vedere che quella che paga sono io che faccio l’incazzata e l’irritabile?
sicuro
Si, chi paga sei tu, in princìpio forse, perchè tenderai ad emarginarti da quelli che ti stancano, e ti giudicano, imparerai a morderti la lingua 2 volte su quattro, ma non sarà sufficiente, le altre due volte se le ricorderanno tutti, sarai tacciata di essere una strega irremovibile sulle sue “scomose” posizioni, una che sorride poco.
Sei bellissima ma sorridi poco…e dovrei sorridere a te? o per circostanza?
e quei giudizi, te li porterai a casa la sera, ti faranno piangere di nascosto, sclerare miseramente di fronte ala gente.
Ma sei tu. Non loro. Ingoi perchè c’è qualcuno che conta su di te veramente, gli altri vogliono solo essere comodi quando gli pare, pretendendo un rispetto non ricambiato, una continuità nei ruoli perchè se la roccia si sgretola, si sgretola anche il contorno di cui sono vestite alcune persone.
Parlo delle mie esperienze ma comprendo quanto di simile ci sia nelle tue.
Poi c’è sempre il santone che ti dice, quando tocchi il fondo non puoi far altro che risalire…ma quante volte ancora devo toccarlo sto fondo? E se mi perdo? Gli altri si divideranno le mie spoglie e si prenderanno i meriti dele mie battaglie.
Però l’hai detto Tu, è anche la tua forza, una forza che vacilla talvolta, ma che si consolida nella volontà di essere una che cade e non ha paura di ammetterlo, che un giorno spera e il giorno dopo vede tutto nero.
Io ci voglio credere, non voglio premi, nè mi aspetto più sincerità o riconoscimenti, spero solo che l’esplosione non ferisca quelli che amo, ma che ridimensioni gli equilibri della mia vita. Ciao..
si, appunto, l’importante è che non si rompano gli equilibri e non mi rompano eccessivamente qualcos’altro perchè tutto ha un limite