Al corso di tecnico di reti c’era un ragazzo, o meglio, un uomo, chiamato Nicola. Non era della mia città ma di un paese vicino. Era una persona aperta, che socializzava con tutti.
Lo fece anche con me e siccome io non rifiutavo mai un’amicizia, cominciammo ad andare al bar durante le pause della lezione.
Mi divertiva perché era ironico e propositivo al contrario di molte persone con le quali avevo a che fare in quei tempi che una cosa dicevano e poi non la mantenevano.
Per tutto il corso il suo rapporto con lui andò alla grande e fu anche un punto di riferimento nel periodo dove venivo tradito da Eugenio (per saperne di più leggete il mio post “falso amico”) .
Con Eugenio non volevo aver più nulla a che fare mentre con Nicola l’amicizia durò anche dopo il corso. Andavamo al mare, in montagna insomma avevo trovato un amico come si deve.
L’unico problema e che dovevo andarlo a prendere fino al paese dove viveva. Lui aveva l’auto in panne per via di un incidente stradale ed io ero costretto a farmi un bel po’ di chilometri per andarlo a prendere ma la cosa non mi pesava nonostante avevo preso da poco la patente.
Nell’autunno del 2003 ecco, inesorabili, i primi problemi. Nicola era un disoccupato cronico, non trovava lavoro, e rimediava alle sue frustrazioni bevendo. Era alcolizzato. Uscivamo le domeniche pomeriggio e quelle domeniche erano dei tour per sperduti bar di paese dove faceva incetta di birra e altri alcolici.
Di conseguenza si ubriacava. Ma le prime volte restava solo brillo mentre altre si massacrava, in un bar per poco non cadeva da uno scalino per schiantarsi con la testa contro un muro.
Con noi usciva un altro nostro amico che cominciava a provare insofferenza per questo suo comportamento (di lui parlerò in un altro post) .
Passavano le domeniche e uscire con lui diventava sempre meno divertente. Si ubriacava di continuo e sclerava ripetutamente perché non trovava lavoro. Inoltre, come scrissi, avevo da poco la patente e i miei mi davano degli orari per tornare a casa; Nicola invece ci faceva sballare gli orari e tornavo a casa con 3 o 4 ore di ritardo dall’orario stabilito e di conseguenza mi beccavo i rimproveri e le minacce di non poter prendere più la macchina.
Un giorno decisi di organizzare un viaggio a San Marino con Nicola e l’altro mio amico. Era primavera e per tutto il mese il tempo è stato bello e sereno quindi era il periodo perfetto per fare un viaggio. Arrivò la data prevista e per tutta l’Italia acquazzoni a non finire.
Il viaggio saltò e ci rimasi malissimo. Nonostante ciò io, Nicola e l’altro amico decidemmo di mangiare e di passare la nottata a casa mia da soli. Bestemmiai per tutto il giorno per la rabbia del viaggio sfumato.
Cenammo e per via di una salsiccia scoppiò una lite tra Nicola e l’altro amico. Quest’ultimo, che vi confesso che è un idiota, pronunciò una frase che fece degenerare tutto: “Se ci frequentiamo più di un’ora noi non ci sopportiamo”.
Da quella frase Nicola cominciò a ubriacarsi e se la prese con noi dicendogli che gli avevamo rotto le scatole (nonostante percorrevo chilometri su chilometri ogni domenica per andarlo a prendere, soddisfarlo e riportarlo a casa sua e poi io che avevo fatto quella sera? loro 2 litigarono, io non centravo nulla) . Cercai di sedare la situazione e, soprattutto, dissi che lui la doveva smettere di bere perché faceva danni a lui e chi gli stava accanto.
Quella sera si bevette un’intera bottiglia di grappa, vomitò, lo portammo a fatica nella stanza sul letto e in un attimo cadde per terra sfiorando un comodino con la testa e, nella caduta, ruppe un posacenere di vetro a forma di moneta di 10 centesimi a cui tenevo che era appoggiato sul comodino.
L’indomani ci svegliammo che non avevamo dormito per niente per quello che era successo. Dopo pranzo che le cose sembravano essersi rimesse Nicola disse che lo dovevamo portare presso la piazza principale di un’altra città perché aveva preso appuntamento con un suo amico che l’avrebbe riportato a casa.
Era il primo maggio. Traffico, gente in giro, posteggi che non si trovavano, rabbia non finire. Arrivammo e subito Nicola voleva andare in un bar per riubriacarsi. Io gli dissi basta, che c’eravamo stancati delle sue sbronze e la sua reazione fu di stringerci la mano a entrambi e ci esclamò “piacere” e scappò via nella follia lasciandoci soli.
Provammo a cercarlo ma non lo trovammo. Andammo via e per tutto il viaggio di ritorno non esclamammo una parola perché eravamo increduli per quello che aveva fatto.
Non lo sentimmo più.
Dopo 5 anni l’ho rincontrato casualmente per strada. Mi disse che aveva sbagliato a comportarsi così ma che era un periodo triste e fui contento di averlo visto pentito anche se dopo 5 anni le scuse si accettano a fatica.
Il mio ex-amico alcolista
di
natonel1983
Lettera pubblicata il 16 Febbraio 2010. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore natonel1983.
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In questo caso natonel nicola quando ti ha rivisto almeno ha avuto la decenza di chiederti scusa, cosa che gli altri ex amici non hanno fatto mai con te…
nicola mi ricorda i miei 2 amici( della lettera scorsa) che adesso sono pentiti della distruzione della nostra amicizia, queste persone si accorgono troppo tardi di cio’che perdono..
ma con lui hai instaurato qualche rapporto di nuovo?
Ciao Davide.
Si, va riconosciuto a Nicola il fatto di essersi scusato per quello che ha fatto. Dispiacerebbe solo il fatto che l’incontro è stato casuale (e dopo 5 anni) e non di iniziativa sua in tempi dovuti, ma comunque va bene così.
Quando l’ho rivisto mi ha detto che si era pentito e si era comportato così poichè era stressato del fatto che non riusciva a trovare lavoro. Gli ho detto che non doveva comportarsi così con chi,invece,gli è stato amico e lui ha capito.
Ma sappi solo che Nicola ha 36 anni,non un è più un ragazzino.
Ci siamo scambiati i numeri di cellulare promettendoci di risentirci ma fino ad ora nè io l’ho chiamato nè lui mi ha chiamato e sinceramente non credo che ci sentiremo,ma mai dire mai.
Ciao Davide, a presto.