Non scrivevo qui da molti mesi forse un anno o due, chi ha già letto qualche mio post conosce la situazione.. ora sono arrivato ad una fase pericolosa, quella dove tutto il mio dolore è diventato nero ed indistinto.. non è più questione di mancanza di amore che non c’è più. È un peso che mi rende difficile fare le cose quotidiane.. darmi orari decenti di sera… cercare di studiare con la massima concentrazione questo ha rallentato da ormai due anni quasi tre la mia vita universitaria, una vita che non voglio fare più e nonstante sia consapevole che l’università sia importante ogni volta quasi inconsapevolmente o anche per totale mancanza di fiducia nei miei mezzi procrastino oppure arrivo a studiare solo l’ultima settimana e il tempo risulta sempre insuficiente risultato decido di non presentarmi all’esame o vengo bocciato ciò aumenta la mia insicurezza in me stesso e così via. Ormai esco molto molto raramente diciamo una volta ogni tre quattro mesi.. ho capito che se non faccio qualcosa questa mia insicurezza questo mio dolore e “male di vivere” si riperquoterà sempre sulle mie attività quotidiane e voglio che questo cessi. Sto chiedendo aiuto ho già provato ad ascoltare consueling a impormi la disciplina ma non ha funzionato.. voglio cambiare la mia vita trovare la concentrazione per studiare e magari col tempo imparare a ridere di più.. cosa devo fare?
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Categorie: - Me stesso
Questi problemi di concentrazione potrebbero dipendere dall’androginia che attraversa il pensiero postmoderno. L’efficientismo, o stacanovismo che dir si voglia, paralizza la nostra vita interiore. Storicamente la donna lascia i lavori domestici per dedicarsi all’insegnamento o all’assistenza; questo accade perché l’uomo, a differenza della donna, manca di vocazione, il suo istinto è un istinto di morte. La maestra e l’infermiera restano il paradigma della donna capace di coniugare vita ordinaria e vita interiore. La donna non è impegnata solo a fare, vuole fare bene perché la sua vocazione consiste nel prendersi cura della vita… in ambito scolastico e/o universitario l’inserimento in gruppi di studio potrebbe rivelarsi deleterio tanto per l’uomo quanto per la donna. La donna che tenta gli esami e i compiti in classe impedisce al maschio di diventare uomo. L’uomo è già in ansia per le sue prestazioni, la donna non può fossilizzarsi sui numeri perché questo tipo di approccio non rende giustizia alla sua identità di genere. Ad una certa età l’uomo prende le distanze dai suoi compagni perché è consapevole del fatto che in quel contesto non potrà mai essere sereno… a quel punto, con buona pace delle femministe, tenderà a volersi concentrare nel ruolo di buon padre di famiglia. Per quanto mi riguarda si tratta di una scelta ammirevole… resta comunque un maschio e ha bisogno di redimersi negli eventi della vita quotidiana, bisogno che non è estraneo neanche alla donna… nel suo caso dovrebbe essere proprio una necessità.
“Questi problemi di concentrazione potrebbero dipendere dall’androginia che attraversa il pensiero postmoderno”
“La donna che tenta gli esami e i compiti in classe impedisce al maschio di diventare uomo”.
“La maestra e l’infermiera restano il paradigma della donna capace di coniugare vita ordinaria e vita interiore.”
Perle di una creatività eufonica ed artistica realmente geniale. Mai riscontrata prima d’ora.
Non so che facoltà tu faccia, ma il verbo “ripercuotere” non vuole la “q”; mi pare altresì opinabile il fatto che tu abbia “ascoltato consueling”: ammesso che tu intenda dire di avere seguito un programma di counselling, sarebbe interessante che tu esplicitassi qualche particolare in più. Per il resto, non mi sento di sposare appieno la tesi, invero interessante, che il tuo umor nero possa dipendere dall’androginia che attraversa il pensiero postmoderno, perciò – fossi al tuo posto – mi rivolgerei senza indugio a uno psichiatra che ti prescriverà una terapia adatta. In capo a trenta giorni torni come nuovo.
Caro Oz tutto quello che devi fare è pensare meno!!! Si hai capito bene, pensare di meno!!! Basta con tutte le pippe mentali che ti fai, basta piangerti addosso, basta sentirti un fallito…inizia ad ascoltare la tua anima e meno la testa!!!
Se non riesci a tenere il deretano incollato alla sedia allora dedicati ad attività che ti dilettano…che ne so…guarda un film (aiutano molto a distrarti), esci a fare una passeggiata (fa bene al corpo e allo spirito), ascolta musica (aiuta a caricarti) dedica del tempo a te stesso…ma senza sensi di colpa!Pensare un po a se stessi non significa essere cattive persone…un po’ di egoismo non ha mai ucciso nessuno.
Capita a tutti di avere dei periodi neri che ci apportano stress sia fisico che psicologico!!! Sforzati di cancellare i pensieri negativi, sai come??? Visualizza nella tua mente le cose che ti piacciono di piu (qualcosa che al solo pensiero ti fa stare bene) fidati tutto ciò è il giusto modo per ritrovare energie positive e perchè no, anche la concentrazione.
Tutto ciò che di negativo ci accade arriva solo per migliorarci, perchè ci fa prendere consapevolezza in primis di noi stessi e poi di ciò che dobbiamo cambiare. Non combattere le tue insicurezze perche fanno parte di te e solo accettandole potrai superarle come pure accogli i cambiamenti perchè rigenerano lo spirito!
Salve, in questa lettera hai descritto bene molti dei miei problemi, soprattutto la parte riguardante l’insicurezza nello studio.
Devi chiederti, senza paura, se ti piace quello che studi, perché hai scelto la tua facoltà. Cerca di capire i tuoi reali interessi.
A me hanno fatto notare che, se affrontavo lo studio così, probabilmente non avevo interesse per quel che studiavo. Non era una questione di metodo da migliorare.
Perciò confrontati con qualcuno più grande, parla con la gente, non stare da solo. Io sono andato anche dalla psicologa. vedi tu.
quoto Hangover per gli ottimi suggerimenti. approvo in particolare: “Non combattere le tue insicurezze perche fanno parte di te e solo accettandole potrai superarle come pure accogli i cambiamenti perchè rigenerano lo spirito!”.