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Mi vien da piangere

di OnlyMestesso
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 6 Novembre 2011. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 18 commenti

Pagine: 1 2

  1. 11
    rossana -

    OnlyMestesso,
    anch’io ho una mano vagamente massacrata: nell’adolescenza a causa di un incidente (con un danno poco evidente al mignolo) e da una decina d’anni a seguito di una malattia che mi ha rovinato l’indice (e questa anomalia non può sfuggire all’attenzione del prossimo).

    ho superato il tutto non facendoci mai caso. certo, quando sono sola, a volte rimpiango il mio dito per com’era prima ma, se me ne vado in giro per il mondo, faccio come se tutto fosse perfettamente normale, e non mi curo nemmeno di notare se qualcuno si sofferma a guardare o meno…

    se non dai peso al tuo pollice, gli altri non possono fare più di tanto per ferirti. provare per credere! un dito è soltanto un dito e non deve incidere sul tuo modo di essere e di sentirti.

  2. 12
    ventolibero -

    Ciao Rossana, grazie per le tue parole…Ho visto che su un’altra lettera mi chiedevi cosa fosse quest’episodio di cui accennavo…allora ti rispondo qui…
    Però, a ben pensarci, non è molto piacevole, anzi piuttosto drammatico, ma poi s’è concluso bene…
    Ho detto già tante altre volte che per il mio aspetto fisico, nonostante i miei trent’anni ormai, spesso mi sono sentito dire frasi del tipo: ‘eccolo il candido dottorino con la faccia da ragazzino alla Kim Rossi Stuart che vuole fare il rivoluzionario’…beh che dire, sul fatto che mi trovino molto somigliante a Kim Rossi Stuart non posso certo lamentarmi, e nonostante questo non ho più lei affianco da ormai tre anni, ma lasciamo perdere…
    Sul fatto di fare il ‘rivoluzionario’ poi…ah glissiamo anche qui…
    Però…però si verificano episodi, situazioni, eventi, che davvero devi un attimo sovvertire certe regole assurde…e se questo significa fare ‘rivoluzioni’, ebbene, io sono un ‘rivoluzionario’…
    Allora, vengo al dunque…
    Una notte ero al turno di guardia nell’Spdc (servizio psichiatrico di diagnosi e cura), ricordandomi di una volta precedente, dò disposizioni agli infermieri che nessun degente venisse legato ai letti. Uno mi risponde che per un paziente, affetto da schizofrenia paranoide cronica in quel momento in fase acuta per cui è stata necessaria la degenza, era stato il primario a disporre la contenzione, e che tutti loro, gli infermieri, non si prendevano la responsabilità di slegarlo. Era violento, agitato ed aggressivo, e nella comunità terapeutica dove dimorava molti episodi di violenza l’avevano visto protagonista. Io rispondo che mi prendevo tutte le responsabilità della mia decisione e che, comunque, in quel momento, facevo anche le funzioni di primario, e quindi si doveva procedere. Loro provano a dissuadermi ma insisto e alla fine mi metto quasi ad urlare di slegarlo. L’infermiere mi fa: ‘va bene dottore, come vuole lei, spero che sappia cosa sta facendo’, gli rispondo: ‘faccia lei ora quello che è tenuto a fare’. Bene, lo slegano e tutto sembra filare liscio, rientro nello studio con gli infermieri in stato di massima allerta. C’è un altro ragazzo in quella stanza…dopo circa tre quarti d’ora, erano poco più che le 2 del mattino, sento un rumore infernale, mi precipito in corsia, ero sul balcone dello studio a fumarmi un mezzo sigaro, l’altro ragazzo era fuori con una coperta addosso, i tre infermieri più l’ OSS in corridoio, la porta della camera chiusa a chiave, io chiedo: che è successo? mi rispondono: ‘e che è successo dottore’, mi fa un infermiere, ‘è successo quello che era certo che sarebbe successo’. In pratica quel ragazzo che feci slegare aveva combinato un disastro, e me ne resi conto ancora di più dopo…
    Gli infermieri fecero uscire quel povero malcapitato del compagno di stanza e subito chiusero la porta della stanza con lui dentro, slegato ma come chiuso in cella…ed io, che sono un medico e non un secondino, questo non potevo accettarlo.

  3. 13
    ventolibero -

    Ci guardiamo un attimo in faccia con gli infermieri e l’operatore, qualche altro degente si alza e si avvicina, altri si affacciano all’uscio della porta delle loro stanze, c’è tensione e incertezza sul da farsi, io mi sento puntati gli occhi addosso di tutti, e il dito accusatorio degli infermieri, come a dire: ‘hai visto brutto stronzo? Ora sono cavoli tuoi, noi ne vogliamo sapere’. Bene, erano cavoli miei davvero, ed ero terrorizzato, giovanissimo, alle prime esperienze forti, avevo già cominciato ad avvertire quei dolori all’addome che hanno avuto la diagnosi che hanno avuto, ero incerto e titubante, ero stato arrogante con i miei compagni di lavoro, insomma se mi avessero dato esplicitamente dello stronzo gli avrebbero dovuto dare un premio…Intanto dall’interno della stanza continuavano a sentirsi rumori infernali.
    Mi rivolgo all’infermiere responsabile e gli dico: apra, e quello: ‘ma dottore…’, io ancora: apra…terrorizzato apre, entro, terrorizzato a mia volta, coi dolori all’addome, è un disastro dentro, tutto spaccato, i vetri hanno resistito ma sono notevolmente danneggiati, letti divelti, armadi capovolti, le due sedie di plastica spaccate, insomma un disastro vero, un inferno vero. Sai cosa ho fatto? Appena il tempo di orientarmi un attimo, una frazione di secondo davvero, incomincio a spaccare anch’io: prendo tutto quello che mi è possibile prendere e spacco tutto, distruggo ogni cosa, proprio come fa lui. Prendo un comodino, lo afferro con angoscia e disperazione e lo sbatto con tutta la forza che avevo in corpo contro il muro.
    Ecco, ho fatto tutto questo, e sai che succede? Quel ragazzo si ferma e guarda me che spacco tutto, che rompo ogni cosa, per un attimo continuo, poi mi fermo anch’io e ci guardiamo negli occhi, pieni di angoscia e inumiditi sia i miei azzurri sia i suoi neri. Accenno un sorriso, mi avvicino e lo abbraccio. Lo porto con me nel mio studio, stiamo insieme fino al cambio turno alle 7 del mattino, parliamo tanto, e non mi è successo niente.
    E mentre parlavamo, sentivamo questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=qVgsf9UySOI
    E’ sempre in comunità, spesso ci si vede, non si sono più verificati episodi violenti con lui protagonista. Non ritengo certo di avere il merito di un suo miglioramento, se c’è stato, sono solo responsabile delle mie azioni e delle mie scelte, e quella è stata una scelta che ripeterei sempre.
    Intendo questo quando dico che bisogna farsi partecipe dei destini di chi ci sta accanto, in tutto e per tutto. A chi soffre, a chi soffre in quel modo, devi dimostrare di essere realmente dalla loro parte, ed io, spaccando tutto insieme a lui, ho cercato di dimostrarglielo…un ‘matto’ ed uno psichiatra che condividono uno stesso destino…in tutto e per tutto!
    Con due giovani colleghi, stiamo raccogliendo queste storie, queste nostre esperienze…racconti, pensieri, testimonianze, foto.
    P.S Ad Only…come dice Vecchioni: ‘stringi i pugni ragazzo non lasciargliela vinta neanche un momento’!

  4. 14
    rossana -

    molte grazie, Alessandro.

    l’episodio è bellissimo, e sarà altrettanto bello e interessante il libro che stai mettendo insieme con i tuoi colleghi. ma soprattutto ti assicuro che ricorderò questo episodio nell’eventualità che possa essermi utile imitarti.

    secondo me, quello che si impara in questo forum, derivando da vite vissute e facenti capo a persone virtuali che si ha avuto modo di conoscere, presenta il vantaggio di non poter essere facilmente dimenticato.

    abbi cura di te. sai che ti voglio bene.

  5. 15
    ventolibero -

    Grazie a te Rossana!
    Tuttavia spero che non ti capiti di dover spaccare tutto, di fare la matta insomma…però, dovesse succedere…alla fine ti senti meglio, come ci siamo sentiti meglio io e quel ragazzo quella sera di pochi mesi fa…
    Quanto a quel libro, non pensiamo a questo, ma ad un lavoro introduttivo, da non commercializzare, per un progetto che insieme a due amici e colleghi avremmo interesse a concretizzare e in diverse città, a ritmo itinerante, per sensibilizzare sul tema del disagio psichico e del mondo psichiatrico, troppo vittima di stigmatizzazioni e pregiudizi…
    C’è troppa voglia di manicomio in giro, si vuole nuovamente tornare al confinamento, all’isolamento, ad una sorta di prevenzione sociale dal matto, dalla follia…certi servizi non funzionano ed è fin troppo evidente, ma la soluzione non sono certo i manicomi da ripristinare…se un medico facesse il medico, se lo psichiatra non facesse né il chimico (psicofarmaci dati ogni volta e sempre e a dosi assurde) né il carceriere (letti di contenzione, porte chiuse, inferriate alle finestre ecc…), beh forse…
    Ad esempio, la soluzione non può essere questa, scene indegne di un paese non qualsiasi com’è l’Italia, perché l’Italia non è un paese qualunque: http://www.youtube.com/watch?v=A535K-IjVjg
    Di questo progetto ne parliamo da un anno ormai, ci eravamo attivati bene ma le risposte faticavano e faticano ad arrivare, poi io sono stato male, molto male, operazione, recupero, chemio, controlli periodici…insomma…oggi non è che sto meglio, sto in fase di recupero, ma la passione e l’entusiasmo ci sono ancora e si va avanti…come sempre!

    P.S. Scene come queste, che avvengono in un Opg, Ospedale (si fa per dire…) Psichiatrico Giudiziario, vale a dire manicomio criminale, avvengono, puntualmente e quotidianamente in un normale (si fa per dire…) reparto psichiatrico di un qualsiasi Ospedale Civile…

  6. 16
    rossana -

    Alessandro,
    confesso che non ho nemmeno il coraggio di guardare.

    ti auguro tutto il successo che la vostra iniziativa merita. so che è più che necessaria…

    abbiate coraggio voi, che siete giovani e che avete la possibilità di cambiare qualcosa, anche se a piccoli passi…

  7. 17
    david -

    Andrea,cerca di vivere,i problemi che hai devi affrontarli ma cerca di convincerti che è soltanto un momento che passa,poi sarà tutto meglio.chi ti parla è uno che soffre di un disturbo da stress post traumatico.”Il branco”mi ha distrutto dai 14 ai sedici anni,in una scuola che non era una scuola ma un carcere.18 mesi di orrore e di tormento,restavo in quel luogo perchè sennò i miei si disperavano,i miei messaggi non li hanno raccolti,così io ho cessato di lottare e di chiedere aiuto.I calci,i pugni,gli sputi erano il meno,quello che succedeva i quel luogo erano il meno.Mi ero messo contro(solo perchè avevo tentato di difendermi)dei mostri,dei sadici,delle carogne,le torture,i tormenti,le violenze psico-fisiche di ogni tipo.Adesso soffro di PTSD,chiamato anche “il dramma del sopravvissuto”oppure sindrome del Vietnam.Ti dico solo una cosa,dopo tutto quello che ho subìto era meglio se mi ammazzavano,sarebbero stati più umani.non mi suicido perchè sono cattolico e per amore dei miei genitori.La gente,gli amici mi dicono “Ormai è tutto finito…dimentica…).Niente è finito,non è come un interruttore che si spegne.(nota frase di un film,ma è vera).Sei rimasto segnato,ma puoi ricominciare,come cerco di fare io…come dovrei sentirmi quando vedo quei maledetti che mi hanno rovinato che ridono a crepapelle su facebook,che si godono la vita…Per me prova il jiu-jitsu,il judo,il Ninjitsu più che la kickboxe,quelle sono arti marziali e ti danno autostima,calma,mentre nella kickboxe tu vedi davanti a te,quelli che ti hanno fatto del male in passato.Io ho lasciato la boxe dopo tanti anni,perchè consideravo l’avversario un nemico…i fantasmi del passato.Quando hai tempo stai anche un pò da solo se ti senti,al mare,in montagna dove vuoi.Cerca amici veri.Alcuni dicono che quello che sogni,che speri un giorno si realizza…Spesso accade davvero.E poi il Friuli,un luogo stupendo ti aiuterà a rinascere.Stai tranquillo.ciao

  8. 18
    Erica -

    Ciao Andrea, ti scrivo qui dopo aver letto il tuo commento al ragazzo che chiedeva informazioni riguardanti la specializzazione di medicina in canada e la successiva conversazione con alice in cui scrivevi del tuo percorso professionale, e molto incuriosita sono giunta a questa tua lettera. sono una giovane ragazza, con ancora molti dubbi riguardanti il mio futuro e dopo aver letto le tue parole avrei moltissime domande da porti, è possibile avere una tua email? o se vuoi posso darti la mia, sempre a patto che a te non dia fastidio e tutto ciò senza nessun impegno. grazie, te ne sarei riconoscente. ciao

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