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Lettera pubblicata il 27 Agosto 2006. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Luca_81.
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Ciao Leon, tu per caso hai passato qualcosa del genere? Un saluto, Marco.
Grazie Leon. Certe volte si sente solo il bisogno di piangere, e non penso ci sia nulla di male, anzi, ritengo sia perfino necessario in certe occasioni, ma un pianto, anche giusto, non può durare per sempre. Non deve.
Secondo me hai perfettamente ragione: quando se ne trova la forza, non bisogna poi farsi mancare il coraggio di dirsi di andare FUORI, da gli altri.
Io ho un “immagine” che ho sentito sempre molto “mia”. E’ vecchia e viene da una fonte tutta particolare, ma la trovo calzante: Spesso ci si ritrova ad essere come dei porcospini che soffrono terribilmente perché il loro corpo è coperto di spine, cosicché ogni volta che si avvicinano tra loro non possono fare che ferirsi. Si ritrovano quindi torturati da un dilemma: restare per sempre soli oppure avvicinarsi agli altri, ferire e sopratutto restare feriti.
Ma noi non siamo porcospini. Non tolgo che il nostro cuore possa coprirsi di spine, come ora per molti di noi, ma penso che si possa provare lo stesso a fare un passo verso gli altri, accettando anche che ci possiamo far male.
Essere soli vuol dire proprio sentire di non aver nessuno a cui potersi avvicinare, questo lo so, ma credo che tutti noi abbiamo qualcuno un passettino più vicino a noi di uno sconosciuto qualsiasi. Magari si può partire da lì, non so.
E avvicinarsi non vuol dire certo eleggere all’improvviso quella persona a nuovo migliore amico o ad amore della vita, ma soltanto questo: stringere un attimino, e provarci noi, non aspettare che sia l’altro a farlo. Un passo solo, se poi va male, beh, pazienza, ma non potrà succedere niente di troppo terribile.
Io ci sto provando, anche se non mi risulta facile, perché riconosco che se mi sento solo, in buona parte ne sono responsabile. Non so se ciò che ho detto vada bene per altri, ma volevo condividere questa mia “esperienza” con tutti i presenti. Ancora una volta, buona fortuna a tutti.
Marco, volevo rispondere anche a te. Infatti, pur ritenendo di essere stato più fortunato di te, credo di poterti in parte capire. Anch’io ho infatti vissuto un rapporto non facile con mio padre e per una certa parte della mia vita mi è mancato quasi del tutto, pur avendolo sempre accanto a me. Nel corso del tempo mi sono così reso conto che lui mi mancava, anzi che mi mancava un padre ed ho iniziato a provare lo stesso desiderio che provi tu, di una presenza paterna, anche se forse meno fortemente, e a volte lo provo tuttora, soprattutto se vado indietro con la memoria.
Mi è così capitato un paio di volte di cercare attivamente di trovare almeno una piccola parte di quello che questa presenza avrebbe dovuto offrirmi in altre persone (un amico più grande o una figura di rilievo come un professore) ma attraverso queste esperienze mi sono reso conto che non avrebbe funzionato: infatti queste persone finivano quantomeno per intuire ciò che stavo cercando di mettere loro sulle spalle, e facevano così in qualche modo cadere il “castello” che mi ero costruito. E ne avevano tutte le ragioni, in quanto il ruolo “paterno” è qualcosa di davvero pesante e impegnativo, a cui essi non potevano e non dovevano, anche solo in parte, adempiere.
Nel corso del tempo(sono infatti tuo coetaneo, Marco) crescendo e maturando, ho avuto modo di riavvicinarmi a mio padre: innanzitutto riscoprendolo e accettandolo (grazie a i “mezzi” che una maggiore maturità ti dà) come “uomo”, con tutti i suoi difetti, e quindi come “papà”, ricucendo così lo strappo. Ciò che avrei potuto avere in passato è perso per sempre, ma ora abbiamo un gran bel rapporto, non perfetto, anzi, ma autentico e molto forte, e per me è questo ciò che conta.
Non mi permetto di dirti che tu possa (o non possa) fare qualcosa di simile, non so infatti assolutamente cosa tu abbia passato e stia ancora passando, ma magari qualcosa di ciò che ho scritto può esserti utile. In particolare mi permetto di darti un solo consiglio: partendo dall’esperienza che ho descritto, stai attento a ciò carichi su i tuoi amici della band, potresti infatti metterli in tensione e danneggiare la vostra amicizia. Questo non significa allontanarti da loro, anzi, non dovresti farlo (infatti come tu stesso dici, non funziona un granché bene) ma dovresti invece accettare tutto l’affetto che ti danno (e se lo fate, anche gli abbracci, che fra persone che si vogliono bene sono una gran bella cosa) tenendo però presente che è “affetto da amici” e che loro solo questo possono e devono darti. E’ dura ma non credo possano darti loro l’affetto paterni che cerchi. Questo è il suggerimento che mi permetto di darti. Ti saluto.
Vivere da solo e brutto, io ho scelto la mia vita, non voglio stare con chi non mi ama , sofro perche io amo, ma fan….o l’amore, ho un orgoglio da UOMO da difendere, mi tiro indietro chi non mi vuole nbon mi merita, a pensare che non gli ho fatto mai mancare nulla, e il ringraziamento? io non ti AMO Fan…o a te. si lo dico FAN…O
E strana la solitudine… non riesci mai ad abituarti.
Mi ritrovo spesso a vagare nel silenzio alla ricerca di qualcosa.. ma di che cosa?… Ci dicono di perdonare… di dimenticare… ma le azioni fatte rimangono x sempre e NESSUNO può cancellarle… poi possiamo anche credere il contrario ma ho paura che in certe situazioni la parola SPERANZA si trasformi in DISPERAZIONE.
scusami un attimo…sai xk sei solo? perkè stai davanti kst pc…alza kuel ku*o ed esci…è trovati klk amiko…e se poi è uno k sparla alle spalle ricorda ke nessuno è perfetto,però sempre mejo avere kualkuno kn kui passare il tempo ke rimanere solo…riflettici…poi esci d casa e fai kll k ti ho detto…ciao p.s.puoi andare a sfogarti in kualunkue sito ma nn ritornerai felice e soprattutto nn troverai amici…sarà solo una perdita di tempo!
Bravissimo…
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156 – io
21 Marzo 2009, 20:18
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confermo in pieno!
ciao
essendo solo alla sera navigo su internet ,ho scoperto questo sito dove posso sfogarmi ..nn voglio essere patetico nn riesco a legare con nessuna donna nn mi capisco ,o nn capisco le donne nn lo so …e brutto a non avere una donna al tuo fianco parlare discutere amare coccolarsi …ho conosciuto una donna ,ma la distanza e troppa oltre oceano pacifico…si andava bene il primo mese adesso si fa sentire quando vuole…io in questa donna c credevo ..nn so forse non mi faccio capire io o altro …ho 46 anni e sono veneto vorrei scambiare qualche chiacchera con qualkuno ..ciao antonio
anchi’io mi sento solo,
a volte devo dire la verità,quando sono a casa ,mi chiudo in bagno e cerco di capire perchè c’è questo lato di me solitario,negativo che non riesco a cancellare definitivamente.
a me piace una persona ,una mia amica di scuola ,ma, come faccio ad avvicinarmi piu vicino a lei se la vedo solo 5 ore al giono e per di piu a SCUOLA!!
io tempo fa uscivo con lei e alcuni comoscenti (tra il quale c’era un amico )ma ora non esco perchè io mi sentivo escluso dal gruppo o per lo memo mi autoescludevo perchè non conoscevo quasi nessuno ma solo lei che è anche fidanzata…
Insomma se c’è qualcuno che mi puo dare un consiglio lo faccia presto perchè piu giorni passano e piu mi sento appiattito da questo mondo che non conosco…grazie per avermi ascoltato.
Moh! Sembra che l’abbia scritta io questa lettera! Voglio conoscere questo Luca 81!!! Corrispondono anche i dettagli! 25 anni, sta insieme anche lui con una ragazza di 4 anni più piccola di lui. Io come lui ho una relazione da tre anni, ultimamente un po’ complicata. Corrisponde anche il fatto che il protagonista della vicenda non si sente un brutto ragazzo. Da sempre sono molto selettivo nelle amicizie e per il fatto di preferire restare in casa che condividere dei momenti con gente con la quale non mi trovo bene, alle volte mi sento solo.