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Lettera pubblicata il 30 Novembre 2024. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore solo88.
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Capisco.
È meglio scappare dal mondo, dalla gente, per rimanere liberi.
È necessario lavorare, per avere il necessario, e nei tempi di ozio fare ciò che ci piace, senza pretendere nulla dal mondo, né dalle persone. Accontentarsi di quello che si possiede…Leggere molto, scrivere molto, ascoltare musica, avere vicino a sé un animale affettuoso…Poter andare a passeggiare per la campagna, o la foresta…e credere in se stessi. Altre persone rinascono fuori dalle loro ceneri, attorno a noi. Ascoltiamole. Ogni giorno è una rinascita…fuori dall’abisso.
Meravigliatevi per l’uccellino che fa il bagno in una pozzanghera, anche d’inverno. Incantatevi per la vita, per un bel libro, una musica, la maestà sott’acqua della balenottera azzurra, e delle balene…e di tutto quello che ne vale la pena !
Così si vive.
Così si sopravvive.
Forza a voi.
Concordo con Beppino, nel ricordo di Epitteto, il filosofo stoico nato schiavo, di cagionevole salute e zoppo, capace di sentirsi libero, nonostante i pesanti condizionamenti a cui fu a lungo sottoposto.
Per me, dopo il pensionamento, è stato facile scegliere di isolarmi dalla società che mi aveva quasi del tutto delusa. Capisco che per Alieno non potrebbe essere altrettanto fattibile ma, secondo me, varrebbe sempre la pena di cercare un luogo in cui poter trovare modo di vivere il più lontano possibile dalla società. Se questo potesse essere d’aiuto per il proprio benessere psico-fisico.
Ma va benissimo anche l’attitudine di Beppino, che condivido da più di 20 anni. Cioè trovare il giusto equilibrio fra lo stare nel mondo ed evitare di esserne sopraffatti.
A pranzo sono andato in crisi. A casa dei miei.
Mio padre cominciava a rimproverare delle cose a mia madre, e intendeva convincermi sul fatto che avrei dovuto chiedere allo psichiatra una diminuzione delle mie medicine…
Io non la pensavo così, non volevo abbassare le dosi delle medicine che prendo per l’ansia e il disturbo dell’umore.
Sono scoppiato. Ho urlato…e poi tremavo come una povera foglia in autunno.
Poi mi sono sentito annientato. Svuotato. Esausto…
I miei non vogliono capirmi. Non lo vogliono.
Non sanno niente dei miei combattimenti persi…e delle mie lotte.
Scrivo tutto su un diario, dal 2021, e ho altri diari più antichi. Ma i miei non ci hanno accesso. Non sanno niente delle mie gioie, e delle mie pene più intime.
Non possono giudicarmi, né impormi un punto di vista che non è il mio.
Gestisco io la mia salute.
A nessun altro spetta di farlo.