Salve, sono una donna di 31 anni, ricerco disperatamente lavoro e mi sono trasferita in una regione diversa dalla mia da poco per tentare di raggiungere il mio obiettivo. Il mio problema non è però la mancanza di lavoro: purtroppo c é altro che mi fa soffrire terribilmente. In tutte le mie situazioni difficili mi sono sentita molto sola… una storia che non cambia. Sembra che io non abbia il diritto di essere fragile e di avere bisogno d aiuto e protezione : ho rinunciato sempre a tante cose per non fare soffrire gli altri ma adesso forse sono giunta al capolinea. Sembra che tutti abbiano bisogno di me e che non giunga mai il mio momento. I miei familiari e anche il mio compagno spesso tendono a sottovalutare alcune mie esternazioni e io ho fatto talmente l abitudine a tutto cio che sono stanca.
Non parlo con gli altri e mi rifuggio nella mia solitudine e nel silenzio e nei miei interminabili pianti silenziosi. A volte vorrei trovare qualcuno che mi dica soltanto : non ti preoccupare ci sono io e sono qui per te. Invece solo silenzio o parole vuote e disinteressate. Sto male da tempo ma nessuno lo vede…magari questo muo sfogo mi permetterà di essere meno invisibile. Vi ringrazio in anticipo per la vostra attenzione e per le risposte se ve ne saranno.
Preciso che scrivo in un momento di poco lucidità generato da un sovraccarico emotivo.
Ciao Maria86, purtroppo quando il lavoro viene a mancare si perde sia uno sguardo positivo al futuro, sia la voglia di affrontare il tutto con volontà di ferro.
Cercherei innanzitutto di capire chi hai vicino a te: avere una storia con un compagno che per te non c’è e non esiste nel pratico è inutile. Avete mai provato a cercare lavoro insieme? Siete mai andati insieme a consegnare cv? Lui ha provato magari tramite amicizie a trovare una posizione lavorativa consona alla tua professionalità?
In una coppia bisognerebbe aiutarsi entrambi..o per lo meno la penso così..
Salve Maria, io credo per quella che è la mia esperienza, che cercare aiuto in un essere umano è cosa totalmente vana, anzi è controproducente, questa è la società dove ognuno pensa ai fatti propri, non esiste la solidarietà se non interessata. Se qualcuno ti aiuta è perché poi devi dare qualcosa in cambio. Bisogna contare solo su se stessi, qualsiasi legame di parentela o amoroso viene meno nel momento in cui ci sono dei conflitti interni, tali conflitti non verranno capiti mai da nessuno se non da chi li vive. Ognuno combatte la propria guerra. Saluti
Praticamente no…È stato sempre al contrario io l’ho aiutato quando ha avuto difficolta…i suoi tentativi di aiutarmi sono sempre molto timidi e blandi…. altrimenti non avrei posto l’accento sulla mia profonda solitudine. Spero comunque di trovare lavoro per non cadere in depressione…perché è un timore che ho da qualche tempo acuito da un profondo senso di ansia che mi fa perdere sonno e che mi fa stare inquieta anche in momenti di stasi. Ti ringrazio molto per la rua risposta. Comunque avere qualcuno accanto che per me non c è è un destino che mi è capitato in sorte. Anche nell infanzia e nell’adolescenza non ho avuto supporto da parte della mia famiglia… quindi forse non me ne stupisco tanto perché praticamente per me è stato sempre cosi.
Non scoraggiarti perché lo spirito critico che genera l’istruzione ti porta a sentire il peso della giustizia e del tempo. Non riconosci quanto di sacro ci possa essere anche nelle diseguaglianze e ignori il diritto dei privilegiati ad esercitare il loro dominio su di te. Tra i privilegiati inserisco anche le categorie ideologiche del tempo che si esprimono nella persona di un tuo amico piuttosto che di un parente. La natura prevede che alcuni di noi possano restare ammaliati da un’idea. Queste divisioni esistono, ma non sono definitive perché senza falsità possiamo ottenere l’unità. La falsità presuppone il bisogno di circondarsi. Questa è una schiavitù. Noi siamo già circondati da una vita che si trasforma anche quando non abbiamo contatti sociali. Queste pressioni sociali ti dovrebbero servire a trovare la strada e la strada si trova quando l’ordine diventa un bisogno fisico. Fino a quando resta un’aspirazione della mente questa vita non la senti e ti sembra di essere rimasta la stessa persona di ieri. Non solo il bisogno della mente porta ad essere plagiati perché l’ossequio alla chiesa e l’alleanza tra essa e la monarchia assoluta è un fatto naturale. L’anticlericalismo è la caratteristica di ogni regime.
La religione è un incomodo. Ma la chiesa, bada bene, si può chiamare in tanti modi. L’idolatria porta a guardare dall’alto tutti gli uomini e a svalutarli. La prima chiesa è quella con la pietra e con la fionda. Per questa ragione io sono cattolica anche se non vado in chiesa. Questa dottrina, che è una persona, mi consente di sopportare quanti sostengono simili posizioni perché non sanno il male che possono fare, ma seguono una mentalità che li porta ad isolarsi. Non sono né progressisti moderati, né democratici e né reazionari. Le responsabilità sono di chi li fomenta.
Che dire? Cerca un lavoro consono a te: io stasera finalmente ho finito il discernimento lavorativo e ho raggiunto l’illuminazione sul mio futuro lavorativo. Ehhhhh, mai dire mai. Per la lucidità: rivolgiti a yog, mal comune…
Io non mi sento mai sola con mio Marito. A volte lo sembro ma nessuna persona potrebbe mai farmi sentire protetta come fa Lui ne mai in passato è successo, eppure sono stata molto amata.
Tu dici: “A volte vorrei trovare qualcuno che mi dica soltanto: non ti preoccupare ci sono io e sono qui per te”.
Scusa la domanda cretina, ma il tuo attuale compagno lo tieni come animale da compagnia o lo hai preso per decorare la casa?
Maria siamo tutti soli a sto mondo,e non lo dice il possente Angwhy ma grandi poeti e scrittori,a volte è anche una forma di autodifesa,ma sarebbe meglio abituarsi fin da subito ad arrangiarsi e ad andare avanti da soli
Anche la protezione del Marito di E potrebbe essere oggetto di discussione…
“E”, benedetta, ma questo continuo cambiare nick dà l’illusione che a scrivere qui siano mille persone. In quattro, siamo.