Salve a tutti, ho 28 anni e, come da titolo, mi sento sempre inferiore a tutti. Ho sempre avuto questo senso di inferiorità.
A scuola non sono mai stata bocciata né ho mai avuto debiti, però avevo la media del 7, e c’era chi era più bravo di me. Idem all’università: non sono mai stata bocciata a un esame, ma sono uscita con 98, mentre tanti si laureano col massimo dei voti o comunque con un voto a tre cifre.
Il mio non è il problema di chi ha genitori troppo esigenti: per i miei genitori sono bravissima, idem per i miei professori, per i miei amici e conoscenti. L’unico giudice spietato che mi considera una nullità sono io.
Mi sento sempre inferiore a qualsiasi ragazzo. Oltre allo studio ho sempre letto molti libri, visto molti film, viaggiato molto, per aumentare la mia cultura, ma mi sembra sempre di avere meno cultura di tutti.
Ad esempio ho viaggiato moltissimo in Europa, ma ancora non sono stata fuori dall’Europa. Ogni volta che conosco un ragazzo mi sento inferiore se magari lui è già stato in America e io no, vengo assalita dal timore che lui possa considerarmi una sfigata che non è mai uscita dal paesello.
Adesso lavoro, ma sto pensando di iscrivermi di nuovo all’università, magari così riuscirò finalmente a non sentirmi più inferiore?
A me capita proprio questo: se ho letto 100 libri e conosco un ragazzo che ha letto un solo libro, ma quel libro io non l’ho ancora letto, mi sento immediatamente inferiore, mi sento davvero un’analfabeta.
Cosa mi consigliate di fare per uscire da questa situazione?
I tuoi genitori non sono esigenti. Ci sono persone che per carattere tendono ad economizzare il tempo e non sono in grado di riconoscere che questa inclinazione li porta a separarsi dalla verità sentita nell’intimità del cuore, con spirito d’amore, di fede e di fiducia verso il prossimo. Ma ciascuno di noi ha un’inclinazione che lo porta a camminare da solo per ottenere la salvezza. Questa tendenza si manifesta anche nella postura, nel mondo in cui camminiamo. Nel 2018 non si parte da questi insegnamenti, anche se mia madre continua a ripetermi che non devo incurvare le spalle e devo camminare dritta. Purtroppo ho ereditato l’abitudine di camminare da un lato anche se non si nota. Questo discorso vale nella vita in generale… perché quando ti trovi davanti ad un ragazzo che ti piace capisci immediatamente che questo genere d’incompatibilità – quando comunque non è nato un sentimento che si avvicina all’amore- riduce anche l’esercizio della virtù dell’esercizio del bene ad un fatto meccanico, in quel caso ti potresti trovare davanti all’incapacità di praticarlo e la cosa sarebbe frustrante. Ma un padre, una madre, un fratello, una sorella, un’amica, insomma… che dici?
In quel caso basta liberarsi dalla tentazione dell’egoismo, dell’avidità, dell’invidia e del desiderio di comodità. Quest’ultimo in alcuni casi potrebbe rivelarsi decisivo, ma anche lì (quando ci raffreddiamo) superiamo una prova che ci porta sulla strada del raggiungimento della maturità affettiva, anche se questa non è mai piena perché non possiamo decidere fino in fondo cosa fare della nostra vita, anche se oggi ci sembra conveniente ottenere un controllo su noi stessi che ci spoglia della nostra fantasia e della libertà di poter stravolgere i piani quando si presenta l’occasione.
La cultura non è la somma dei libri che uno legge in biblioteca, o possiede. Non capisco francamente di cosa ti lamenti, io parto da un presupposto diverso: se è vero che sei laureata(complimenti, 98 non è un voto sfigato, anzi) e che hai tutte queste qualità, non dovresti aspettare altro che avere uno scambio ed un confronto con gli altri, sia nel Paesello, sia al di fuori del Paesello, per esempio in Europa e USA. Comunque se vuoi ti dico che i posti dove sono stato io non hanno nulla a che invidiare al paesello, Stati Uniti non ne parliamo, sono stato a New York, Los Angeles, Washington e Harford. Sono tutti posti senza storia e senza disponibilità di dialogo, anche Harford che non è una metropoli ma è grande quanto Mantova, l’ho vista ed era la stessa minestra. A me piace L’Italia è la cultura italiana, specialmente confrontarmi da chi non è uscito dal Paesello, poichè non c’è posto migliore di casa propria.
Poi ci sono anche i vantaggi, vedi altri posti diversi dal tuo, e ti fai un’opinione sulle cose, certo.
Da qui a sentirsi sfigati, però c’è passa, chissà se io mi laurerò col 98;)
Ciao, penso che il modo migliore per uscirne sia smettere di sentirsi in competizione con gli altri. Ognuno è bello così come è,pregi e difetti..ognuno ha vissuto le proprie esperienze e può imparare dagli altri. Hai 28 anni,sei praticamente mia coetanea; da come scrivi sembri una ragazza responsabile, chr ha viaggiato molto..vedrai che troverai persone che sapranno metterti a proprio agio e sapranno farti stare tranquilla e sentirti accettata
Se “pensi” di essere inferiore a tutti, lo sarai.
Impara dalla Rossye. Non si capisce niente di quello che dice, ma lei continua imperterrita a crederci. In fondo è quello che conta nella vita.
Non sei una nullità. Assolutamente no. Se ci dici che sei mediocre, ci credo: ma una nullità non lo sei.
Lavora un po’ e prenditi un low cost e fatti un giro negli USA per sei mesi, lascia perdere la seconda laurea; poi magari fai un giro anche a Mantova e Pavia e ci dici se è uguale.
Negli USA non potrai sentirti inferiore perché parlano un’altra lingua e non si capisce niente, inoltre non producono la narda e perciò ci sono senz’altro inferiori. Tutti, nessuno escluso.
Ricordati che anche la nullità è una forma di eccellenza, è un po’ come fare 0 al totocalcio, non è facile. Segnati ‘sto concetto.
Vado a momenti. In alcuni momenti mi sento felice, soddisfatta. Ma arrivano anche dei momenti in cui mi sento uno schifo. In alcuni momenti mi sento intelligente, poi mi prendono dei momenti in cui mi sento addirittura un’analfabeta.
Quando sono felice mi sento bella e intelligente.
Ma quando qualcosa non va come vorrei mi sento immediatamente bruttissima (che al confronto vedo Mariangela Fantozzi come Miss Universo) e un’analfabeta totale.
Credo di dover fare qualcosa per la mia autostima.
Mi sa di sì.
Allora non sono l’unico a sentirsi così a 28 anni.Ti capisco benissimo purtroppo.
Che tristezza di ragionamento. Ti sentì inferiore ad un altro perché lui è stato in America e te no ? Gesù santo L essere umano figlio di Facebook , del seriale televisivo, della globalizzazione e il grande fratello e’ ormai alla deriva