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Mi sento morto

di ID
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 30 Marzo 2009. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 14 commenti

Pagine: 1 2

  1. 11
    toroseduto -

    @ moramora
    Hai postato su una lettera “vecchia” di 9 mesi, probabilmente ti sei
    sentita ispirata dal titolo. E forse non a caso, nel periodo delle feste. Immagino che come tanti anche tu, vivendo un periodo critico,
    durante le feste si acuisce il senso di frustrazione.
    Purtroppo anche per me è così, per altri motivi. Ma tu sei giovane, devi reagire! “e vedo tutti che sono felici” mi sai dire dove si trova questo posto? Le uniche persone che vedo sorridenti e felici sono i nostri politici. Potresti provarci anche tu, ti iscrivi ad un partito,uno qualunque, ormai si passa da una parte all’altra senza remore.
    Ho una figlia che ha la tua età e per lavorare dopo la laurea, è andata a Milano, io sono di Napoli. Sono 4 anni che tra un contratto a progetto, un contratto a tempo determinato, riesce appena a sopravvivere, l’ho riabbracciata dopo 6 mesi, però lei che sa benissimo che qui non troverebbe lavoro, con tanta grinta, sta continuando a studiare, per arrivare ad arricchire sempre più il curriculum, io devo ancora aiutarla economicamente, domani va via, due giorni è stata a casa, io devo sforzarmi di mostrarmi contento, anzi la sprono a qualificarsi sempre più, con la speranza che un giorno
    finalmente trovi un lavoro fisso. E’ così per tutti, non ti sentire sola in questa situazione, rimboccati le maniche e pensa prima al lavoro, l’amore arriva quando capita, e se è vero amore sappilo riconoscere.Lascia perdere le domande che ti fanno,sono anche poco delicati. Fregatene… Coraggio, i tempi sono bui, ma possiamo fare uno sforzo e sperare. AUGURI per tutto. Ciao

  2. 12
    Unlovable81 -

    Anche io mi sento morto.

  3. 13
    Luca -

    Io non è che mi sento morto…semplicemente lo sono. Ho 42 anni,da quando ne avevo 15 ho sempre e solo lavorato,lavorato,lavorato…mi son formato una famiglia e poi l’ho persa,anche grazie a tare che mi portavo dietro da sempre e che non ho mai avuto il coraggio di affrontare. Sono stato dedito all’alcool,alle droghe,a qualsiasi cosa mi portasse via dalla realtà. Ma la realtà non ci ha mai nemmeno pensato a levarsi di torno. Ora sono disoccupato,sopravvivo di lavoretti occasionali e dell’aiuto che ricevo dal mio compagno. Sì,le tare di cui parlavo erano semplicemente difficoltà di accettazione. Ma nemmeno l’amore in questa altra forma è riuscito a guarirmi. Dentro mi macina sempre una specie di vuotoqualcosa che non riesco nè a identificare nè a colmare,e l’andamento politico-culturale di questo nostro paese non facilita certo le cose. Non riesco a provare gioia di vivere…anche nei momenti più ilari c’è sempre qualche ombra,nonostante abbia qualche amico davvero fidato non riesco ad aprirmi e recito la parte del cinico che se ne frega di tutto e tutti. Mi è stato detto molto spesso che sono una persona forte…sono fintamente forte,recito la mia forza e sono bravo nel recitarla. Ma non sono forte. Piango,a volte,da solo,lontano da chiunque possa vedermi. E non ne vengo a capo. Continuo così anno dopo anno,aspettando una svolta che non arriva mai. Ed essendo convintamente ateo,non ho nemmeno l’illusione che qualche divinità possa intervenire e guarirmi da questo male di vivere. Ti capisco e mi dispiaccio per te,anche perchè non ho argomenti per “tirarti su”…

  4. 14
    anonimo -

    ti capisco mi sono ritrovato nella tua stessa situazione… 2 anni fa quando terminai la scuola, mi misi a cercare un lavoro x la professione che avevo studiato, ma niente, grazie a mio zio entrai a lavorare in cucina come aiuto cuoco e x 2 anni incominciai a lavorare dalle 15.00 a mezzanotte.. all’inizio ero tutto fantastico avevo la possibilità di svegliarmi presto e di fare tardi.. ma col tempo mi accorsi ke la mia vita si stava limitando sempre di piu.. alzandomi tardi la mattina tempo ke mi svegliavo mi ritrovavo a lavoro e diventò una routine.. casa-lavoro; per di piu a lavoro venivo umiliato e la mia autostima mi rese una persona nervosa e piena di odio.. x non parlare degli amici di cui persi completamente i contatti iniziando a lavorare… quando smisi di lavorarci, dopo 2 anni volati come niente, mi stupii come il tempo fosse volato velocemente e di quante cose erano cambiate… le uniche persone ke ritrovai furono i veri amici d’infanzia 2 o 3, gli altri nn li rividi piu. E adesso mi ritrovo a 22 anni sentendomi privo di voglia di vivere…privo di sentimenti e di voglia di fare qualkosa che possa aiutarmi a tirare avanti

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