Sono ormai 6 anni che vivo una situazione davvero difficile, all’età di 26 anni sono scappata di casa e da quel momento mi sono trovata completamente sola a combattere contro il mondo. Voi direte, belan a 26 anni era ben l’ora di andare via di casa e non c’era nemmeno bisogno di scappare..in teoria avete ragione, ma sono cresciuta in una famiglia estremamente ingerente e che non ti lascia lo spazio per prendere le tue decisioni liberamente e sono rimasta intrappolata in una situazione da cui non ho mai potuto uscire, da adolescente perche ero troppo piccola per poter essere economicamente indipendente, poi perche ho voluto studiare e di nuovo idem come sopra, poi mi sono lasciata convincere a lavorare nell’azienda di famiglia, insomma c’era sempre un motivo estremamente concreto per cui ero legata mani e piedi. Quello che ha fatto scattare la molla è stata l’ennesima guerra contro il ragazzo del momento che loro non reputavano alla mia altezza, cosi sono letteralmente scappata, ho preso la giacca e sono uscita senza mai piu ritornare. Il problema è che sono rimasta da un giorno all’altro senza piu niente, niente vestiti, niente lavoro, niente casa, niente di niente, ma con un bel mutuo da pagare di una casa in nuda proprietà che avevo appena comprato. Da quel momento è stato come vivere nella giungla e combattere per la propria sopravvivenza. Sono sopravvissuta, si, e ne sono venuta fuori anche piuttosto bene tutto sommato, lavoro in proprio come architetto e per fortuna sono riuscita ad andare a vivere nella casa che avevo comprato, ma lo sforzo per rimanere a galla è sovrumano, non posso permettermi nessuna debolezza, non posso ammalarmi, non posso lasciarmi andare alla depressione (di cui ho sofferto per un anno), devo essere sempre al top e i conti devono sempre tornare perche se cedo anche di poco va tutto a gambe all’aria e io finisco per la strada, non ho nessun paracadute, nessuna rete di sicurezza, se mi scivola un piede sono finita. Sono arrabbiata marcia che la mia famiglia che mi vede in questa situazione e se ne frega, anzi non vede l’ora che io cada, cosi possono dire “vedi te l’avevamo detto che da sola non saresti riuscita a combinare niente”. Spero che un giorno riuscirò a sentirmi piu serena, riuscire ad addormentarmi la sera senza che la mente si affolli di preoccupazioni, andare in ferie quella misera settimana senza ossessionarmi per essere reperibile e pronta a risolvere i problemi di lavoro anche a distanza, trovare il tempo per me stessa e per cio che mi rende felice, lavorare senza dovermi ammazzare; perche quella che sto vivendo ora non è vita è l’inferno.
Mi sembra di vivere all’inferno
di
elenaameri
Lettera pubblicata il 8 Marzo 2017. L'autore, elenaameri, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
La lettera ha ricevuto finora 21 commenti
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Ma tu sei stata tanto coraggiosa…ma tanto…e le cose per cui combatti sono quelle più importanti nella vita di una donna e di una persona in generale..ma di una donna…di una donna ancora di più!! Tu dici che la vita che vivi è un inferno, bene, ma ti stai guadagnando un paradiso autentico. Sei indipendente, lavori, addirittura stai comprando una casa…ti rendi conto che ci sono “giovani di 38 anni” che non hanno nemmeno ancora iniziato?
Non posso capire i tuoi sacrifici ma posso capire che stai realizzando il sogno di tutti, il sogno che anche la tua famiglia non è mai riuscita a realizzare.
Non devi curarti di niente e di nessuno..devi vivere PER TE, devi godere delle tue cose. Se il mutuo ti strozza cerca di gestirtelo diversamente se puoi, oggi è complicato anche per un quarantenne vivere dignitosamente quando ci si sta comprando una casa.
Ah e la famiglia che sta aspettando che sbagli la conosciamo tutti bene…non sei l’unica credimi, non sei l’unica purtroppo. Diciamo che loro in teoria pensano di fare tutto per il tuo bene. Magari vorrebbero sceglierti un fidanzato vecchiotto, con la casa di proprietà, pronto per metterti incinta, sottomesso al potere del tuo pater familias e magari ricattabile da lui per lavorare…è praticamente il sogno di ogni vero pater familias che si rispetti te l’assicuro, non sei l’unica. E’ il problema di far entrare un altro maschio nella famiglia. Ma tu non devi mollare devi provarci fino alla fine. Non sarai più così sola molto presto, non sarai più schiacciata dal mutuo. Ti invidio tanto, ti invidio tanto. Tu ce la puoi fare anzi per me ce l’hai già fatta. Brava. Continua così!
Responsabilità ed autorità devono sempre coincidere.
Se concedi alla tua famiglia un ruolo importante per la tua vita, devi dare a questa anche la necessaria autorità perché possa esercitare pienamente la responsabilità su di te. In questo caso per autorità si intende il potere legittimo di darti disposizioni riguardo le tue scelte personali, professionali e affettive, e quindi poter erogare premi e punizioni, per raggiungere gli obiettivi collegati al tuo e loro trionfo sociale.
Si tratta di un principio basilare che ogni “buona organizzazione” deve garantirsi e che troppo spesso viene disatteso.
Ma come è possibile che tante persone facciano cosi’ fatica ad accettare queste ingerenze?
Ciò accade perche’ in caso di insuccesso, si puo’ sempre sostenere che il fallimento e’ causato dalla mancanza di autonomia decisionale. In altre parole, ci si preoccupa più di trovare alibi per giustificare l’insuccesso che di ottenere strumenti per ottenere il successo.
L’obbedienza non e’ una virtu’ solo se i premi per chi ha successo sono aleatori, mentre le punizioni per chi sbaglia sono certe. Se questo ultimo caso e’ cio’ che ti riguarda, allora hai fatto bene a scappare di casa e puoi essere orgogliosa di essere riuscita a dimostrare cio’ che vali, di avere fatto pesare la tua assenza e quindi la bonta’ delle tue scelte pregresse, chiarezza che non si sarebbe manifestata se fossi rimasta a subire le angherie dei tuoi parenti..
Ragazza mi dpiace ma non hai ben spiegato il motivo della tua scelta assurda e immatura di scappare di casa….senza manco una valigia.. Non ci sei arrivata nemmeno a fartela?
Avevi una famiglia violenta che ti picchiava o subivi abusi??un motivo così grave per scappare…
Non. Credo proprio…. Vero?
Grazie a celi_lois per le belle parole! e a Nicola vorrei dire che nel mio caso non è tanto una questione di premi o punizioni, quanto un atteggiamento di terrorismo psicologico che non ho piu potuto sopportare perche piano piano mi stava uccidendo (sarebbe impossibile in due parole andare piu nel dettaglio)! e a sofia dico che hai ragione, tornassi indietro mi farei piu furba e premediterei la “fuga” e farei la valigia 🙂 ma il fatto è che quando cè stata la lite per via del ragazzo che secondo loro non andava bene, mio papa è stato colto da un raptus violento (ha perfino picchiato mio fratello che poveretto non centrava niente) cosi che io mi sono trovata paura e sono uscita cosi come ero vestita, poi ho provato a tornare a prendermi qualcosa ma i miei non mi hanno mai piu lasciato entrare in casa, hanno anche cambiato la serratura; che poi i vestiti sono stati il problema minore, anzi devo dire la verità, mi sono accorta di quanta roba inutile tutti quanti ci compriamo e non serve a niente, per un anno mi sono arrangiata con 2 camicie, 2 pantaloni, 1 maglione, 1 giacca, 1 paio di scarpe, 5 paia di calze e mutande. Dico ancora un ultima cosa, la violenza non è sempre e solo fisica, cè anche quella psicologica, c’e’ chi la sa sopportare e in cambio gode di una certa sicurezza materiale (come mio fratello) e chi non riesce proprio a sopportarla e per la propria libertà sacrifica tutto (come me), sono felice della mia decisione ma è una decisione che sto pagando davvero molto molto salata..
Beh. Più che un inferno è una vita da jobs act renziano. Ma in 6 anni te lo sei fatto un guardaroba, immagino.
@elenaameri
hai tutta la mia ammirazione per come hai gestito la crisi, pero’ vorrei anche togliermi delle piccole curiosita’ se me lo concedi.
Quale sostegno ha saputo offrire il ragazzo, divenuto suo malgado pietra dello scandalo, dopo la tua uscita di casa?
Attualmente siete ancora insieme?
La mia può sembrare retorica, ma ti assicuro che non lo è, perché per me imparare qualcosa di nuovo nelle relazioni genitori-figli non e’ mai tardi.
Ragazzi ma siete consapevoli di che significa pressione psicologica? Soffocamento mentale e quindi fisico? Bloccare una ragazza dal farle vivere la sua vita? E’ provocare una morte lenta e dolorosa ad un essere umano, credetemi. E alla fine ci si annichilisce, non c’è salvezza. Io capisco che suo fratello sia più disponibile a resistere in quel regime, perché lui ha più libertà, lui potrà portare chi desidera a casa, il loro padre avrà sempre la mentalità del: “basta che ti fa entusiasmare (traduco dal dialetto…)..e prenditela” si dice dalle mie parti.
Suo fratello sarà sempre libero di uscire di casa e vivere la vita, sperimentare sessualmente e umanamente, e quindi capire cosa desidera. Ci credo che rimane a casa, che problema tiene?
Ma per noi donne è diverso. Impedimenti nell’uscire e nel frequentare significa impedirci letteralmente di capire il mondo. Significa che rimaniamo a casa e non capiamo il meccanismo, o almeno quello che a noi interessa. Essere controllate nelle frequentazioni è la cosa peggiore che possa capitare dopo il divieto di studiare e magari di lavorare.
Lei ha fatto bene.
Non posso capire i suoi sacrifici ma gelo al pensiero di come l’hanno trattata. Chiunque avrebbe dato almeno un aiuto economico per quanto possibile. In fondo è una ragazza laureata, nel 2017, era suo diritto costruire una vita altrove, si può litigare ok ma qual è il problema? Invece vedete che atteggiamenti.
L’ammiro tanto per la sua decisione perchè poteva finire molto male, ma se l’è cavata per fortuna.
Non ti devi preoccupare per il fatto della salute, se fossi mamma con un pater familias come tuo padre accanto sarebbe pure peggio. Magari tre pargoli e ricatti dalla mattina alla sera. Credimi c’è stato di peggio al mondo e c’è di peggio…tu puoi farcela…tu sei una grande…ti ammiro ti ammiro ti ammiro. A presto!
elenaameri, scusami se mi permetto, ma i tuoi genitori si sono comportati da vere merde… premesso ciò, sappi che ti comprendo benissimo perchè anch’ io in famiglia subivo violenza psicologica, che tutti sottovalutano in quanto non si arriva ad abusi e maltrattamenti fisici ma non è certo meno dannosa e lesiva delle sevizie o delle botte vere e proprie. Io ho lasciato il “nido” familiare a 24 anni, anche se non è successo all’ improvviso come nel tuo caso, ma da parte mia era una cosa che premeditavo da tempo e una sera mi sono decisa. Ho raccattato su le mie cose, ho detto a tutti un sonoro e liberatorio vaffanculo e me ne sono andata a bordo della mia auto, e da allora mi sono sempre arrangiata più o meno da sola. Salvo che la casa dove poi sono andata a vivere era comunque di proprietà dei miei genitori e mio padre mi pagava le bollette. Tra l’ altro io non avevo avuto l’ opportunità di laurearmi, e mi sono dovuta adattare a fare un pò quello che capitava. Ma preferivo fare lavori faticosi e con orari sballati ma riuscire a mantenermi da sola piuttosto che tornare a vivere con i miei. E poi così avevo molta più libertà, e molti miei coetanei che stavano ancora in famiglia mi invidiavano per questo ( anche se però loro a differenza mia non avrebbero mai rinunciato alla sicurezza e alle comodità di una vita agiata ). Anch’ io con il tempo ho dovuto imparare a vivere con molto poco ( alimentazione compresa ) perchè se si è sole è dura e i soldi non bastano mai, e con l’ avvento della crisi e la diminuizione delle opportunità di lavoro la situazione era ulteriormente peggiorata. Ma nonostante i sacrifici, le fatiche e i compromessi per campare non mi sono mai pentita della mia scelta, se non fossi andata a vivere da sola non avrei avuto mai pace e probabilmente mi sarei ammalata seriamente a livello psichico..
..Capisco bene quando parli della paura continua di non far fronte alle scadenze e di non riuscire a pagare i conti. Ma vedi, devi avere la forza di coltivare un atteggiamento distaccato e sereno rispetto a tutto ciò, perchè quello ( per quanto paradossale possa sembrare ) è anche il modo migliore di far fronte a tutti i problemi. Se mantieni la calma e la lucidità anche nei momenti più bui alla fine una soluzione si trova sempre, ma se perdi la testa e ti abbandoni all’ isteria ( nel senso di avere una paura fottuta di non farcela ) le cose non potranno che andare ancora peggio. E’ una LEGGE NATURALE E UNIVERSALE e l’ ho imparata a mie spese. Fatti forza, lotta, combatti per la tua indipendenza economica ( l’ unica cosa che nella nostra società permette DAVVERO di essere liberi ) ma non tralasciare nel frattempo di VIVERE e di coltivare anche degli ideali, dei progetti e dei rapporti umani. Perchè se tralasci tutto questo poi potresti pentirtene.
Un caro saluto.
Anche la libertà ha il suo perzzo,
però è così anche per le decisioni affrettate.
Comunque alla fine hai fatto quello che volevi…
ti manca secondo me qualcuno che condivida la tua vita,
che sarebbe un appoggio.