Ti ho pensato svariate volte in questi giorni. Ho ascoltato le canzoni che mi avevi fatto conoscere tu. Ho pianto con quella musica a fare da sottofondo ai miei pensieri tristi.
Sai, mi sto sentendo sola e mi sto sentendo male. Inutile girarci intorno. Sono una povera inetta e ho buttato la mia vita nel cesso, tirando il più violento degli sciacquoni. Ora annaspo come un pesce-stronzo che cerca di uscire dalla sua gabbia di ceramica per finire a cercare un futuro migliore sulle piastrelle del pavimento del bagno.
È uno schifo. Contro ogni tuo augurio ho fatto solo casini.
Continuo a non buttarmi. Continuo a deludere la gente. Continuo a deludere me stessa.
Sono diventata, come tu dicesti di te, la barzelletta di me stessa. Il mio fantasma.
Ed ecco che ti penso per questo. Ti penso perché mi ricordo di come stavi tu l’ultima volta che ci siamo parlati, ormai tanto tempo fa.
Non nego di aver provato a cercarti qualche volta. Non ti ho mai trovato.
È che sono curiosa.
Di sapere come stai. Se sei riuscito a risalire. Se sei ricaduto. Se te ne sei andato da lì, dalla gabbia che era la tua vita, dalla gabbia che eravate tu e tutte le tue nevrosi. Non ti trovo e mi chiedo se sei vivo.
Lo spero. Tanto.
Mi sento vicina a te e non so neanche se stai ancora tra noi. Ridicolo eh?
Ma poi noi chi? Apro questo sito e leggo di gente che sta male. Apro qualsiasi forum di gente che abbia necessità di sfogarsi in anonimo e trovo gente che sta così. Gente che soffre. Ovunque.
Che cos’è il mondo oggi? Cos’è la felicità? Cos’è l’assenza di depressione?
Mi sembra di sguazzare in una palude di marciume e lacrime. E la cosa divertente è quasi un po’ ci godo.
Cosa spinge chi sta male a passare il tempo a leggere di chi sta come o peggio di lui?
Il bisogno di appartenenza. Il bisogno di non sentirsi soli. (?)
Sei sempre stato così anticonformista. Solo contro il mondo. Ma non lo puoi essere davvero. Perché sei umano e hai bisogno degli altri.
Come tutti.
Non credo leggerai mai queste parole.
Ma io auguro a te (come a chiunque altro dovesse per caso imbattersi in queste righe) tanto, ma tanto, tantissimo amore.
Avevo solo bisogno di aprire un po’ il cuore a caso, nella vastità della rete, di fronte a chiunque e a nessuno, per farti sapere che io mi ricordo di te.
E che ti ho voluto bene.
Vabbè Tristeanonima. Tutto molto rilevante, tanto che stamattina avevo paura di entrare in bagno per timore di trovarvi quel genere ittico da te descritto in un tentativo di evasione dalla gabbia di ceramica.
Graziaddio non c’era niente sul pavimento, a parte le mie scarpe Nike e l’abbigliamento sportivo di ieri sera, umido e maleodorante.
Se invece di augurare “tantissimo amore” a chi legge ti mettessi a fare vaticini di “grandi ricchezze”, penso che tutto quello che hai scritto sarebbe maggiormente coinvolgente. Ma così, no. Rien da dire.
Cara tristeanonima, posso solo capirti. La depressione è una brutta bestia che ti distrugge e ti disarma rendendoti debole e suscettibile agli occhi di te stesso e di tutti. Io in primis sto vivendo una vita che sembra non portare mai nulla di buono,e che sembra quasi essere peggio ogni giorno. La differenza però è che a me non da’ nessun tipo di conforto leggere le storie di depressione degli altri .. penso molto a me stessa .. forse in maniera egoistica magari ma è così . Non mi consola sapere che c è altra gente che sta peggio, mi basta sapere ch3 sono io a stare veramente male . Penso che più si cominci ad avere consapevolezza del mondo attorno a noi , più la sofferenza si insinua tra la nostra mente e il nostro quotidiano. Ricordo una celebre frase di Shaupenaur : PIU INTELLIGENZA AVRAI ,PIU’ SOFFRIRAI. Chissà… Magari potrebbe essere una consolazione ?.. un bacio
La tua lettera mi ha fatto pensare al Vaticano II. In questi mesi ho conosciuto un uomo che non si può vedere da vicino perché mette in crisi l’individuo sociale. Le nevrosi? Forse è più surreale imporsi nel mondo come coppia accanto ad un uomo che non ha la sua fede. Da quando lo conosco (posto che non ho mai avuto una vera storia) non mi sembra lecito (anzi, mi dà davvero fastidio) pensare che altri potrebbero pensare che il sesso sia qualcosa che mi riguarda. E’ più forte di me. Nella vita in generale non la trovo una cosa così sconveniente. Ma non sono così ingenua da pretendere che per una donna emancipata, che accetta la competizione nella coppia per motivi di quieto vivere, potrebbe andare nel mondo con passo fiero e orgoglioso accanto con qualcuno (che nella vita diurna – parliamoci chiaro- rappresenta il compagno) che di fatto le manca di rispetto in maniera sistematica in maniera giocosa e un po’ ingenua. Una persona che rappresenta una tua scelta di vita è una parte di te ed è scientificamente provato che la vita propria non offre spunti narrativi. I grandi personaggi non amano le stories; scelgono il racconto naturalistico e raccontano sempre gli stessi aneddoti. Dai… la natura umana è così.
Per cui non ha senso mettersi a trovare le radici di un comportamento sociale (ma vale la pena viverlo in questi termini, pensare che gli è mancata un’educazione religiosa ) che finisce per disgregare la sua personalità. Di fondo c’è un senso d’inadeguatezza. Non è cattiveria. Ma è difficile da accettare. Soprattutto per un uomo. Ma anche la donna che per le stesse ragioni non riesce a vivere la gratuità dell’amore (ma nella sua mente conserva questa idea) ha la sensazione di non riuscirsi a comportare e magari la supera in maniera bigotta perché in coscienza non si sente di negare il suo istinto. Anche in questo caso se non la vivi come una compagna rischi di farti molto male perché la mancanza di onesta intellettuale porta costruire menzogne che sporcano la sensibilità della persona. L’ordine e l’armonia non si costruiscono piegando le gerarchie al conformismo borghese. La vita è fatta di rinunce.
@Yog.
Quanta antipatia nel tuo commento.
Non vedo cosa ci dovesse essere di coinvolgente nella mia lettera e non mi dispiace che tu abbia sprecato tempo a leggerla.
Sempre interessante leggere parole come le tue.
Ti fanno ricordare che non ha senso che provi a esprimerti, specialmente quando sei triste, perchè tanto ci sarà sempre qualche str*nzo pronto a dirti di stare zitta.
Non ne vale proprio la pena eh?
Ti auguro letture più coinvolgenti.
Ah, e tanta ricchezza (magari interiore, pure).
Ciao.
@Rosablu93: ho cercato perfino alla Biblioteca Centrale Nazionale se fosse mai esistito un autore chiamato “Shaupenaur”.
Niente da fare. Inesistente – non pervenuto.
Però posso completare il tuo concetto affermando che sono le piccole cose a fare la felicità. Soprattutto un cervello piccolo.
Il Dottore sa da dove ho preso la frase e anche quanto la ho pagata…
TristeAnonima,
sono stata molto male, per molto tempo, in gran parte per mie carenze e per la giovanile incapacità di guardare alle difficoltà esistenziali con l’esperienza di vita che può ridurle alle loro reali dimensioni.
quando più avrei avuto bisogno di una possibilità di sfogo, non esistevano ambiti, come questo, che consentissero un confronto o un’esternazione di vissuti in anonimato. ricordo di aver esposto scelte e riscontri due o tre volte a estranei, in treno o dalla parrucchiera…
da parecchi anni ho raggiunto, faticosamente, sia serenità che equilibrio, nonostante che alcuni problemi di salute si siano fatti seri e ben poco risolvibili. tuttavia, non vengo qui a leggere i guai altrui, per consolarmi dei miei. fino a qualche tempo fa ho seguito il forum per dare parole di rassicurazione o di conforto su quanto l’età mi consentiva di esorcizzare.
in sintesi: per me, possibilità o meno di sfogo, ognuno deve purtroppo sfangarsi a modo suo il proprio cammino. è vero che nessuno si salva da solo ma, se non esiste il serio presupposto del diretto interessato verso una linea di pensiero alternativa, non è di grande utilità né scrivere, né leggere per commentare o dare supporto.
scusa la crudezza del riscontro.
Ti abbraccio forte forte
Non sta scritto da nessuna parte che la mia lettera debba essere di aiuto o di conforto a me o a qualcun altro.
È solo uscita così.
Pensieri nero su bianco. Ricordi.
Sensazioni.
Riconducibili a una persona in particolare.
E poi un augurio a tutti che mi sono sentita di fare. Perché la vita mi fa schifo e spero che gli altri non si debbano sentire come mi sto sentendo io.
Trovo onestamente inutile che mi si dica che esprimermi è inutile.
Non tutto nella vita è utile. Sì, il mio è un grosso “chissenefrega”.
E no, non so perché sto parlando così.
TristeAnonima,
vero: non tutto è utile nella vita e non è detto che la tua lettera debba o possa essere di conforto a qualcuno.
di certo però è stata di sollievo per te, come qualsiasi sfogo, altrimenti non avrebbe avuto nessun impulso a essere scritta.
ricorda chi ti pare, quando ti pare e come ti pare. scusa per l’opinione in dissonanza dalle tue aspettative.