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Lettera pubblicata il 19 Settembre 2007. L'autore ha condiviso 12 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore PATTY1982.
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Il 6marzo alle tre di mattina torno a casa dopo mesi che non uscivo, da poco ero tornata a vivere da mio padre. Il cane aveva uno strano atteggiamento e mi ha portata in una stanza nella quale c’era mio padre seduto su una poltrona mentre dormiva.. lo chiamo e non risponde. Era morto da un’ora colpa di un infarto fulminante. Ho chiamato aiuto e sono tornata da lui a tenerlo stretto consapevole che sarebbe stato l’ultimo abbraccio nonostante lui era chiaramente morto, così ho aspettato l’ambulanza. Questa è stata una esperienza dalla quale mi devo riprendere; uno shock, lui stava bene. Quando ho iniziato a capire cosa fosse successo era già passato un mese. La sua assenza ancora la devo comprendere. Mi manca. È Il mio unico pensiero e la cosa che mi ferisce è che le ultime notizie che ho di lui sono quelle che ho in sogno ovviamente di pura fantasia. Guardo costantemente i video nei quali si sente la sua voce, non voglio dimenticare nulla. Il tempo non cambia di una virgola quello che sento dai primi momenti che era morto. Il tempo non cambia e il dolore diventa sempre più fondo. È un’angoscia bruttissima e la solitudine mi accompagna, la mia vita è completamente immediatamente ed irreversibilmente cambiata. Mi sono messa a buttare tutto in questo periodo che è trascorso… ho trovato tante cose, ho scoperto una persona che pensavo nel tempo si fosse allontanata da me, la scoperta che ho fatto in realtà è che sono stata io ad allontanarlo. Sarà sempre l’amore profondo che mi ha legato a lui a tenermi in piedi e a togliermi le paure. Ho letto anche gli altri commenti, forse sentire le altre esperienze mi fa sentire meno sola a provare tutto questo.
ciao sil79 non sei sola. Il tempo aiuta un po’ ma la ferita non si rimargina mai. Mio padre mi manca tantissimo in ogni momento della mia giornata. Anche io l’ho visto morire davanti ai miei occhi. Uno shock! La tua vita è sicuramente cambiata ma continua ad andare avanti. Ti sono vicina.
Ho letto tutti i vostri messaggi. Pochi giorni fa mio padre è venuto a mancare in ospedale a causa di un maledetto attacco cardiaco. Lo avevamo portato in ospedale il giorno prima per un altro problema, pensando che potesse farcela, e invece la notte successiva mi chiamano dall’ospedale per dirmi che è deceduto per un attacco cardiaco. Mio padre era comunque malato, anche se viveva discretamente, da alcuni anni è stato in vari ospedale, circa una volta l’anno, ma ce l’aveva sempre fatta e si era sempre ripreso. Io ho vissuto giorno per giorno per lui e con lui, parlavamo sempre, lo curavo in tutti i modi, sia con l’affetto che con cure “mediche”. Andavo tutti i giorni in ospedale, in ogni ospedale in cui andava, e rimanevo anche per 2 o 3 ore in più dell’orario consentito. Lui stravedeva per me e io per lui. Alcune volte mi arrabbiavo con lui per certe cose, e ora ho il rimorso… La cosa che mi ha sconcertato è che prima di morire (me lo hanno riferito in ospedale) in quei 10 secondi ha urlato “AIUTA MIO FIGLIO!!!” per quattro volte di seguito. Non so a chi si rivolgesse. Non prendo pace, mi manca troppo. Voi come interpretereste, al posto mio, quella frase “AIUTA MIO FIGLIO!”?
Grazie Patrizia, delle belle parole, grazie mille. Oggi sono 4 mesi e fortunatamente sto reagendo. Solo che l’incredulità dell’accaduto è sempre silente come un costante macabro vuoto buio. Ogni giorno penso all’istante nel quale lo trovo senza vita e rimango stretta al suo corpo, di notte in una casa con solo noi due e un cane che abbaiava. Spero che almeno queste immagini si attenuino invece di rafforzarsi.
Dario mi spiace per quello che ti è successo, ti comprendo perfettamente, credo che tuo padre in quel momento abbia avuto un pensiero nei tuoi confronti, una forte preoccupazione, quello che succede qualche istante prima della morte, noi non possiamo saperlo. Qualsiasi cosa abbia visto, sentito, raggiunto, noi non possiamo neanche presagirlo perché è una dimensione differente. Sicuramente ha avuto la preoccupazione di un padre, sentendo il vostro legame indissolubile, e forse consapevole di quel che stava capitando tu sei stato il suo pensiero più grande. La mia esperienza al riguardo è stata forte, penso che nulla capita per caso, ciò che avete vissuto resterà sempre, ma non potevi esserci in quel preciso momento, il destino è stato questo e ovviamente c’è un perché a tutto.
Ti volevo consigliare, se posso, di abbandonare ogni tipo di rimorso, la morte te lo posso assicurare, cancella tutte queste inutili e piccole discussioni che fanno parte della quotidianità più che giusta dell’essere umano. Dal canto mio Dario, ti sono vicinissima e comprendo quello che puoi passare. E forse a tempo debito ti ricorderai di quelle parole capirai il loro perché e sentirai lui presente..magari sarà una difficoltà stupida nella quale incapperai, ma saprai che lui sarà comunque vicino.
Un abbraccio forte
Grazie di cuore, sil79, hai scritto davvero delle bellissime parole. Mi hai fatto commuovere, soprattutto quando hai scritto “Sicuramente ha avuto la preoccupazione di un padre, sentendo il vostro legame indissolubile, e forse consapevole di quel che stava capitando tu sei stato il suo pensiero più grande”, mi hai fatto piangere per l’emozione. Oggi sono passati 10 giorni, vado avanti per inerzia (anche se ho un carattere molto forte), non rido più ed esco quasi sempre da solo perché voglio stare solo, almeno per adesso. Le cose brutte sono quando sei in mezzo alla gente, tipo al supermercato e devi fingere di non essere uno zombie. Mi sento, quando cammino per strada, un alieno, in un altro mondo con la testa. Credo tu mi capisca perché forse tu hai vissuto anche una situazione peggiore della mia. Non so se a te capiti la stessa cosa, ma andando avanti, passando i giorni, i miei pensieri cambiano. Prima pensavo a come avrei potuto salvarlo, a cosa avrei potuto fare, a quando magari ho discusso con lui ingiustamente ecc., ora penso mi concentro, e mi vengono alla mente, altre cose, tipo che lo rivedo nel letto d’ospedale l’ultimo giorno poche ore prima di morire durante l’orario visite (dalle 17 alle 19) e andandomene gli ho detto “ci vediamo domani”. Ecco, ora penso continuamente a lui nel letto e al momento in cui gli dico “ci vediamo domani”, al suo viso afflitto e penso “povero papà, tutto solo in ospedale”.
Mio papà è venuto a mancare poco prima del mio 15esimo compleanno per colpa di un infarto 4 mesi fa. Se volete sfogarvi con qualcuno, io sono a disposizione. Un abbraccio a voi e alle vostre famiglie.
Queste situazioni non sono mai migliori o peggiori, sono solo orribili.
Il primo mese vivevo il forte shock, non dormivo e se dormivo sognavo cose macabre di cadaveri, incubi davvero brutti. Impiegavo il tempo a cercare di metabolizzare delle immagini indelebili e mi sentivo in colpa per averlo lasciato solo nell’ultimo giorno che era in vita.
Ora dopo quattro mesi e poco più le cose son cambiate. Non faccio più incubi ma tutti i giorni penso a quella notte.
Ho una paura in più, quella di perdere altri familiari, credo che sia una sensazione che si attenuerà; il dolore cambia è vero, perché cambia il tuo punto di vista, per me diventa fondo senza fine buio e non so se sia meglio o peggio, ma credo che sia presto per dirlo, il percorso è lungo. Ognuno vive il lutto in una maniera propria. Anche a me è capitato di non volere nessuno intorno e sono rimasta con poche persone vicino, inoltre sono diventata intollerante verso tutte le tipologie di superficialità manifestate dagli altri.. è cambiato tutto per me, do importanza ad altre cose che prima ritenevo marginali. Ero solare, inizialmente non ridevo ma ora rido quasi come prima, in realtà dentro, in fin fine, non ne ho voglia e neanche mi interessa molte volte mi sforzo, ma una peculiarità che ho preso da lui è l’ironia con cui guardare la vita…non voglio perdermi questo aspetto!
Il tempo evolve tutto ciò che a te sembra ora importante perché sarai tu a cambiare punto di vista. E troppi ne cambierò anche io su questo dolore, credo che servirà per cercare di poter lontanamente immaginare di concepire la sua assenza, e magari riuscire ad allontanarlo dall’immagine del suo corpo. Lui è stato qualcosa di altro nella mia vita, è stata una bellissima esperienza condividerela con lui, non merita di essere racchiuso nel ricordo di quella sera.
Questo ho provato, questo provo, alcune cose sono simili alle tue e comprendo i tuoi pensieri. Mi manca e ti capisco.
Ti mando un abbraccio forte…
Nefxois, ho letto ora il tuo commento, non ci sono parole. Sappi che come ha detto Patrizia a me, “non sei solo” per qualsiasi cosa puoi sfogarti anche tu. Mi spiace moltissimo, sei un ragazzo molto forte.
Mando un abbraccio
Grazie, sil79. Sei sempre meravigliosa nelle cose che scrivi. Mi ha emozionato tutto quello che hai scritto, ma mi ha colpito principalmente la tua frase
“Lui è stato qualcosa di altro nella mia vita, è stata una bellissima esperienza condividerla con lui, non merita di essere racchiuso nel ricordo di quella sera.”
E’ vero, io e te abbiamo avuto una vita piena di esperienze positive vissute con i nostri padri, non è giusto sminuire e ridurre decine di anni e centinaia di momenti belli a una giornata negativa.
Io avevo anche lasciato il lavoro per stare con lui (molti amici mi hanno detto che è stata una scelta ammirevole ma troppo coraggiosa), ora dovrò ricominciare ma penso che non lo farò prima di un mese o due. Non posso lavorare ancora con quel pensiero continuo in testa.
Mi piacerebbe poter scambiare qualche e-mail con chi vorrà farlo, a questo indirizzo: dario.f@hotmail.it
Nofxois, mi dispiace moltissimo per la tua perdita, io ho un po’ di anni più di te, tu sei giovanissimo e non so come alla tua età possa essere affrontato un simile lutto.
Se vuoi scrivermi anche tu, puoi farlo all’indirizzo e-mail che ho scritto sopra, dario.f@hotmail.it
Potete scrivermi quando volete, vi risponderò in pochissimo tempo, ma non sentitevi obbligati a farlo.
Ad ogni modo, credo ci farebbe bene avere un riferimento fisso, benché solo via e-mail, su cui poter contare.
Vi aspetto.
Grazie di cuore.
Dario
Ciao Dario leggo nelle tue parole tantissimo dolore e tutto questo è “normale”. So benissimo come ti senti e quello che stai provando. Il mio papà mi ha lasciato 4 anni e mezzo fa, eppure sono ancora qui a leggere di voi e condividere un dolore che può capire solo chi ci è passato. E’normale avere nella testa gli ultimi minuti di vita del tuo papà. E’ stato così anche per me. L’immagine di lui che chiude i suoi stupendi occhi verdi non mi ha abbandonato. E’ ancora forte il dolore ma il tempo aiuta a lenirlo e lascia spazio anche per i ricordi, quelli che ti fanno sorridere. Ora la tua vita si è fermata e non ti interessa niente di quello che ti circonda e anche questo è del tutto normale. Fatti forza!