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Lettera pubblicata il 27 Ottobre 2020. L'autore, Silviaver81, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Il rapporto di lavoro per conto mio procede piuttosto bene. Io mi comporto in modo indifferente, sono sempre professionale e gentile. Il problema è lui: sembra incazzato nero con me, non mi saluta e mi evita. Poi, un paio di volte ha tentato l’approccio facendo battute, chiedendomi addirittura: “Ti è passata un po’?” e insistendo per offrirmi un caffè, che io ho gentilmente rifiutato. Non ho risposto nemmeno alle sue battute, ho sorriso e basta. Poi comunque, come dicevo, per lo più si comporta da arrabbiato con me, quasi schifato dalla mia presenza.
Si fa palesemente sentire da me a parlare coi colleghi della sua nuova relazione, che pare vada a gonfie vele, a parte il problema che si vedono pochissimo perché lei abita piuttosto distante da lui.
Noto che vorrebbe che io mi lasciassi andare a pianti e tragedie implorandolo di tornare con me, cosa che proprio non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello chiaramente.
Ammetto che mi rode vederlo felice che racconta ai colleghi di volerci andare a convivere con questa nuova ragazza. Addirittura ho sentito uno dei colleghi dirgli: “A convivere?! Ma se l’hai appena conosciuta!” e lui rispondere: “Eh sì, ma adesso vediamo…”.
Con tutta probabilità, come qualcuno di voi mi ha prontamente suggerito, fa così in generale, è proprio un suo modus operandi nelle relazioni.
Il suo ostentare felicità mi infastidisce, con gli altri insiste per parlarne, in particolare se io ho la possibilità di sentire; sembra l’uomo più innamorato e corrisposto del mondo.
Grazie Gabriele, non avevo mai guardato le cose da questa prospettiva. Può essere che sia davvero così riguardo la questione della famiglia
Scusa Silvia, ma se tu sei dell’81 e hai 40 anni quasi suonati, lui quanti ne ha?
Lui ne ha 35 compiuti
… e allora non fare il suo gioco. Ignoralo e basta. Molte volte l’indifferenza è proprio la tua arma migliore.