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Lettera pubblicata il 6 Luglio 2010. L'autore, viola_78, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Jeanne,
grazie per il sorriso amaro che mi hai strappato stamattina.
secondo me, nell’attuale fase evolutiva del rapporto uomo-donna nel nostro Paese, gli uomini sono talmente confusi da non saper più nemmeno loro cosa cercano…
sensazione dal bordo della pista, però, in quanto io, i remi in barca li ho tirati da anni…
ciao!
viola,
sappiamo tutti che le pene d’amore sono TREMENDE…
se vuoi e se puoi, cerca di razionalizzare il più possibile e di decidere cosa è meglio per te. poi, impegnati a dar corso costante alla tua scelta, qualsiasi essa sia…
in fondo, basta che tu si senta meglio e sia più serena. il resto verrà da sè, con il tempo, che tu lo voglia o no…
Care Rossana e Jeanne,
vi ringrazio. Era uno sfogo, non pensavo nemmeno di ricevere riscontri. Purtroppo credo che non ci sia età per certe situazioni, propendo di più per gli “attori” protagonisti.
Il fatto è che, inevitabilmente, abbandonando anche l’ultimo filo di raziocinio, finisco per dire che lui è diverso da tutti gli altri, che è buono, che ha fatto tanto per me, che nessuno può capire… mi sento come quella pasta per fare le torte..per unirla e compattarla la passi sulla farina..ecco, idem. Mi sto rotolando sulla farina dei ricordi, dell’abitudine, dell’illsione che, anche se sono giovane, tanti anni insieme saranno pur qualcosa per capire chi hai di fronte. Credo di conoscerlo un pò, ma mai abbastanza per la certezza, come negli ultimi tempi sono arrivata a concludere espandendo il discorso sul generale. Dopo diverse riflessioni, credo che il bilancio sia più o meno questo: l’abitudine è uno scoglio sicuro (e quindi necessario per la stabilità), una casa che ci assicura un tetto…ma a lungo andare se non si è imparato ad accettarsi prima ancora che rispettarsi, se non si è entusiasti verso il futuro insieme, se non ci sono progetti comuni, che di fronte ai problemi ognuno và per i fatti suoi, se si diventa ogni giorno sempre più egoisti (mentre all’inizio pur di averlo/a avremmo fatto qualsiasi cosa)…ebbene, la soddisfazione poco a poco si vanifica, da fragranza intensissima non ne resta che uno sbiadito alone.
Nel mio caso mi assumo pienamente le mie colpe, compresa la tristezza che spesso mi assale.
Riguardo a te, cara Viola (che bello il tuo nome!), non ti posso consigliare di lasciarlo, nè di stare con lui, sai solo tu se ne vale la pena. L’unico consiglio che posso azzardare è di prenderlo una sera, chiedergli di andare a farvi una passeggiata e lì spiegagli che stai male, digli quello che hai scritto qui. Esigi una risposta, perchè è il minimo, te lo deve, non sei un calzino da ricambio.
The Dreamer,
concordo con te: sono gli “attori” protagonisti a far la differenza, nel bene come nel male.
ti scrivo come la penso in riferimento a questi tuoi “se”:
– “se non si è imparato ad accettarsi prima ancora che rispettarsi”: vero! accettarsi dovrebbe essere il primo passo dopo che ci si è conosciuti abbastanza, e qui subentra un problema, in quanto spesso non si è nemmeno sicuri di conoscere noi stessi sufficientemente a fondo… finchè un evento non si presenta, siamo tutti bravi a prevedere come vorremmo reagire. peccato che poi spesso il dire e il fare collimino poco…
– “se non si è entusiasti verso il futuro insieme, se non ci sono progetti comuni, che di fronte ai problemi ognuno và per i fatti suoi”: l’entusiasmo per il futuro insieme e i progetti comuni non sono sempre un motivo di collante sine qua non (si può anche condividerli solo negli aspetti più importanti per entrambi) ma l’affrontare uniti i problemi è un aspetto di fondamentale importanza. potrebbe anche bastare da solo a consolidare la coppia.
– “se si diventa ogni giorno sempre più egoisti”: è nella natura umana cambiare continuamente, quasi mai in meglio…
a ogni buon conto, l’albero si riconosce dai frutti. non indugiare troppo a pensare come potrebbe essere o come è stato: concentrati il più possibile sul presente reale e apprezzane al massimo gli aspetti migliori. con il tempo, ti potrebbe succedere di vederne sempre di più e di esserne pienamente appagata.
siamo noi a fare il nostro mondo e dargli i colori che desideriamo…
Buongiorno,
io riporterei l’attenzione su una frase di Viola che, a mio parere può spiegare questo attaccamento: “sono affetta da una piccola disfunzione fisica, ma che mi ha influenzata molto psicologicamente, pertanto, ho sempre pensato che nessun altro, oltre a lui, mi avrebbe accettata”.
Sono fermamente convinto che l’amore sia spesso confuso con il bisogno di certezze e sicurezze. Molte persone amano e sono attaccati al partner perché non si accettano per quello che sono o quello che hanno, tendendo così a limitarsi pensando che “solo lui/lei potrebbe accettarmi”. Così, quando il partner si allontana, ecco salire la paura di non poter più essere accettati.
Conosco personalmente questa sensazione. Ho frequentato sempre scuole private e di conseguenza gente molto benestante, nonostante fossi figlio di una madre single e vivessimo in tre in un appartamento popolare di 60mq. Mi sono sempre sentito, povero in confronto agli altri, nonostante avessi e abbia tutto quello che desideri.
Questo mi ha condizionato tantissimo nelle relazioni con gli altri, spingendomi a cercare l’approvazione di tutti e a non sentirmi mai soddisfatto.
Sono stato fidanzato per 4 anni con una ragazza caratterialmente molto diversa da me. Il primo anno è stato stupendo, poi i litigi, le divergenze e il resto hanno portato all’inevitabile. Dopo esser stato lasciato ho sofferto come un cane, finché non ho capito che non soffrivo per il non avere più il suo amore, ma per il non aver più quella sicurezza e stabilità che lei mi dava. Lei colmava le mie paure e le mie incertezze, lei aveva accettato quello che io non ero in grado di accettare.
A distanza di mesi dalla nostra rottura sto lavorando molto su di me, per evitare che la prossima storia sia una brutta copia di quella passata. Ho capito che il vero amore deriva prima di tutto dall’amore e dall’accettazione di noi stessi e non dalla ricerca di un bastone che ci aiuti a camminare.
Prova a rileggere la tua lettera. Le risposte sono tutte lì dentro.
Ti ci è voluta una laurea per aver il permesso di poter dormire fuori la sera. Da 16 anni sei al traino di un uomo del quale accetti alti e bassi finanche a giustificarli col tuo atteggiamento accomodante. Non discuti le sue uscite da “uomo” ma al contrario accetti che lui ti imponga di startene a casa. Gli chiedi “se vuole concretizzare le promesse anche se non nell’immediato”, come se la tua fosse ancora l’età delle attese.
Ma quando comincerai a decidere qualcosa della tua vita? Qualcosa di cui finalmente tu possa attribuirti la proprietà, e quindi il piacere se la scelta è stata buona, o la responsabilità se si è trattato di un errore?
Finora hai vissuto la vita che gli altri hanno disegnato per te. A quando la nascita di quella che tu deciderai per te stessa? E quel che chiami il tuo “problema”, quella “piccola disfunzione fisica”, non è in realtà l’alibi che dai a te stessa e alla tua paura di vivere cercando una stampella alla quale appoggiare le tue insicurezze?
È sconsolante leggere “ho sempre pensato che nessun altro, oltre a lui, mi avrebbe accettata”. Ma come puoi dire questo se nemmeno hai MAI avuto qualcun altro che potesse davvero provare per vera una tale idiozia? E poi, è amore o pietà quella che tu chiedi a un uomo con questa tua forma mentale?
Perdonami se sono brusco, ma quel che desidero dirti è che a mio giudizio non è importante come finirà con questo fidanzato che peraltro non mi sembra neppure un campione da dover salvare. Quel che è importante è che tu incominci a rispettare te stessa, a volerti bene, a dire di no quando ti va di dirlo e si quando è ciò che desideri.
Del tuo malessere solo tu sei la causa. E allora puoi scegliere di essere parte del problema o parte della soluzione, scegli di essere parte della soluzione. Scegli di vivere…e vivi per te.
Coraggio, G.
Cara Viola, quanto mi ha colpito il tuo racconto…praticamente è la mia storia… Ci conosciamo io a 17 anni e lui 18, siamo usciti in compagnia per qualche mese e poi lui ha deciso che mi voleva al suo fianco…è stato il giorno più bello della mia vita. Oggi ho 31 anni e circa un mese fa mi ha lasciato…dicendo che crede di non essere più innamorato e che sta vivendo una vita che non vuole e che la vita è una sola. Io ho sempre assecondato ogni suo desiderio perchè vederlo felice mi rendeva orgogliosa, serena e appagata. Lui ha alle spalle una famiglia di genitori separati, ma la separazione è stata un pò burrascosa, ha il vizietto del gioco (carte e biliardo), non riesce a mantenere un lavoro per troppo tempo, vive alla giornata e non ha mai parlato chiaramente di progetti per il futuro. Se gli chiedevo se mi amava la risposta fino a qualche tempo fa era …ultimamente era un l’ultimo mese silenzio; ho messo da parte tante amicizie perchè lui veniva sempre prima di tutto. Io sono molto timida e lui invece con i suoi mille interessi mi dava la possibilità di conoscere mondi e persone diverse… Lui aveva la passione del cavallo fin da piccolo e il mio primo regalo importante per lui è stato proprio un cavallo… ho iniziato ad appassionarmi anche io a questo fantastico mondo e così ora ci ritroviamo con un cavallo in comune, che sulla carta è di sua proprietà ma che per tanti anni ho mantenuto io perchè lui non lavorando e perdendo i soldi al gioco non riusciva… Ma tutto questo mio prodigarmi per lui è servito solo a farlo allontanare…perchè ora si sente oppresso. Circa un anno fa ha aperto un locale (bar sala giochi) dove passa la maggior parte delle sue ore (soprattutto notturne) a giocare, ho manifestato malcontento ma poi ho ceduto perchè ho pensato che se era veramente il suo sogno avere questa attività non dovevo essere io a limitarlo… ora mi ritrovo con un pugno di mosche a piangere perchè lui non c’è più, perchè mi manca la dolcezza che comunque aveva quando eravamo insieme, mi manca parlare con lui, mi manca passare dal bar per raccontargli la mia giornata. Anche la mia famiglia è molto preoccupata ma non riesco a reagire. Anche io ho un problema con il cibo che si ripercuote sul fisico per cui penso che nessuno potrà più volermi bene… tutto quello che hanno scritto è ciò che tutti provano a ripetermi da un sacco di tempo…ma nella mia testa solo lui…
sto cercando una soluzione per andare avanti un motivo per cui valga la pena…ma nulla…
E se tornasse? lo riprenderei a braccia aperte facendomi ancora del male… ad inizio anno ho manifestato un leggero fastidio perchè mi sentivo sola (lui non rispondeva ai messaggi e se lo chiamavo dormiva) e io non sapevo più cosa fare… a volte preferiva stare al bar invece di vedere me… a volte uscivamo a cena poi io tornavo a casa e lui o stava la bar o usciva con i “clienti”… eppure ho accettato tutto per amore, perchè io lo amo alla follia e sapere che c’era per me era tutto. L’altra settimana (dopo 3 che non ci sentivamo) l’ho chiamato perchè volevo parlare e capire… erano le 7.30 del mattino e lui mi ha rifiutato la chiamata, poi mi ha mandato un messaggio dicendo che stava giocando… eh no mi sono detta, l’ho richiamato e ho parlato per 40 minuti io… lui ha solo detto che crede di non amarmi più, che non sa cosa vuole, che pensava fosse peggio ma che sta meglio così, che ha preso una decisione e non si sente di tornare indietro… insomma abbastanza per farmi desiderare di non vivere più.
noi piangiamo e loro vanno avanti a vivere…
mi ha anche detto che sono una persona rara che non merita di stare male così, che mi vorrà sempre bene e spera con tutto sè stesso che io possa essere felice e serena… MA SENZA LUI!
non so dirti se dopo tanto tempo può finire tutto così, se c’è una spiegazione oppure no. Per me no, ma forse è perchè sono innamorata… forse quando finisce l’amore è davvero solo un fastidio la persona che ti sta di fianco… purtroppo io non riesco a farmene una ragione e sto “sopravvivendo” solo ed esclusivamente per non dare un dispiacere alla mia famiglia… ma quanto male fa… non sai cosa darei per smettere un attimo di sentire il groppo in gola, di avere gli occhi che bruciano per le troppe lacrime, di avere il cuore che fa male, per vedere almeno un pò di luce nel futuro…
non credo di averti sollevato il morale perchè siamo nella stessa barca…ma vorrei abbracciarti forte e dirti che ti capisco benissimo anche se il dolore ognuno lo vive a modo suo…
Elena
per viola ma anche, forse, per elena
quando in amore si ama troppo, nel senso che si accetta troppo dal proprio partner, rinunciando a farsi valere come persone, degne dello stesso rispetto e delle stesse libertà che gli accordiamo, sorge il sospetto che si tratti di un affetto dipendente.
vale la pena, quindi, se si può e se si vuole, avvalersi di una consulenza psicologica, spesso gratuita, da non prendersi come oro colato ma come supporto per capirsi meglio e regolarsi di conseguenza.
in certi casi, può essere di grande aiuto.
Ciao Rossana,
grazie per il consiglio… e infatti ho iniziato da due settimane a parlare con una psicoterapeuta, ho iniziato ad utilizzare i fiori di bach, mi sono informata per partecipare ad un gruppo di auto-mutuo-aiuto per donne che amano troppo… sto cercando con tutta me stessa di trovare un perchè.
Ma a volte come questa mattina, il dolore è troppo e vorresti solo dormire…per non pensare + a niente.
Intanto io non riesco a smettere di mandargli messaggi…e lui non risponde…
Ma perchè siamo così complicati?