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Mi ama ma mi lascia

di IoPerTe
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 7 Maggio 2015. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 152 commenti

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  1. 141
    Golem -

    La situazione di IoPerTe mi dà lo spunto per sottolineare come molti dei nostri comportamenti che riteniamo mossi dal “cuore”, siano facilmente assimilabili a valutazioni di natura “economica”, in relazione all’investimento emotivo che questi hanno comportato, per il quale l’attesa del successo (in questo caso il raggiungimento dell’uomo desiderato) viene perseguito nonostante le sfavorevoli previsioni ne consiglierebbero l’abbandono. Questa condizione, che in psicologia viene definita “bias” (ne abbiano giá parlato nei fenomeni legati alla prossemica) si chiama “l’errore dei costi irrecuperabili”.

    Questo bias riguarda quel comportamento paradossale per cui quando abbiamo messo tanto impegno, tempo e/o soldi in un’avventura ma essa sta andando male e siamo di fronte ad una perdita irrecuperabile, invece di mollare il progetto e limitare le perdite tendiamo a continuare sulla stessa strada anche se questo farà solamente aumentare le nostre perdite.

    Tendiamo a pensare: Non posso fermarmi ora, altrimenti tutto quello che ho investito finora andrà perso. Il problema è che non vogliamo ammettere che quello che abbiamo investito è già perso ed irrecuperabile. Perché ammetterlo vorrebbe dire accettare di aver fatto un errore madornale. Preferiamo la cieca speranza all’ammissione dell’errore. Per esempio è molto comune nelle persone che hanno investito una cifra considerevole in azioni in borsa che, invece di salire, sono scese. Come conseguenza esse si tengono strette quelle azioni, senza venderle subito e perdere qualcosa ma limitatamente, nella disperata speranza che le azioni prima o poi torneranno a salire di prezzo.
    Ecco che IoPerTe, mia moglie con lo scioperato, l’innominabile col poeta, Noemi con Raul il “sadonasochista” ( nasochista), e le altre centinaia di donne (e uomini) che non mollano il colpo di fronte “ALL’EVIDENZA” di un fallimento, inconsapevolmente vivono questo Bias, che essendo sotto l’Egida delle emozioni viene sdoganato…

  2. 142
    Golem -

    …come amore, quando, come si vede, segue le stesse leggi di natura psicologica che si applica all’economia e da cui ho tratto questo spunto.
    Paradossalmente invece, è proprio quella condizione di “sobrietà” e di equilibrio relazionale, oltre che personale, che spesso NON viene assimilata allo stato di amore, che consentirebbe di avere una visione OGGETTIVA di certe situazione, consigliando di non aumentare le “perdite” di fronte alla constatazione di aver imboccato una strada senza uscita. Come succede al solito nell’amore non ricambiato, che tuttavia emozionalmente sembra essere più amore dell’altro, perché “sembra” dare senza chiedere niente in cambio, quando È ESATTAMENTE IL CONTRARIO, nel momento in cui non si accettano quei famosi costi irrecuperabili già pesantemente investiti, e se ne perdono ancora di più insistendo come spesso abbiamo visto su queste pagine. E continueremo a vedere, contateci. Ma si sentiranno tutti maledettamente profondamente innamorati dell’altro, quando da questo stanno aspettando solo di “recuperare i costi”.
    Ho voluto dare un taglio “economico” a questi aspetti sentimentali non per svilirli, ma per ricondurre certi fenomeni ad una realtà molto più utilitaristica dal punto di vista istintuale. Sono sempre più convinto che quell’amore di cui spesso parlo, trascenda questa fase appena descritta, rientrando in quella dimensione umana che come ho già sostenuto in altri momenti è quella che più si avvicina alla creazione divina, e di cui la natura che comanda gli innamoramenti è figlia, non MADRE.

  3. 143
    Golem -

    Per chi fosse interessato al fenomeni dei Bias, e di quanto questi influenzino le nostre decisioni, e in fondo la nostra vita, amore compreso naturalmente, consiglio il sito di cui ho indicato l’indirizzo a piè di pagina
    È semplice e non si usano terminologie troppo professionali, ma chiarisce molto bene la facilità con la quale la mente spesso ci inganna nel giudicare una situazione, anche solo per avere un piacere immediato, rassicurarci o semplicemente per pigrizia.
    Come doveva Dostojevski, raccontiamo più facilmente bugie a noi stessi di quanto non facciamo con gli altri.

    http://www.efficacemente.com

  4. 144
    rossana -

    per me la questione è molto più semplice:

    in linea generale, si sta in coppia fino a quando se ne trae sufficiente gratificazione, per amore dei figli oppure per non avere il coraggio di ritrovarsi da soli o la sicurezza economica per potersene allontanare.

    paragonare gli investimenti affettivi all’attesa di risultati, come in borsa o in caso dell’avvio di ricerche in determinati ambiti, mi sembra molto triste, quasi irreale nel contesto di provare o meno sentimenti.

    i risultati sono impliciti nell’esperienza, nell’essenza del “viaggio”, anche se guardare alla propria maturazione interiore, unica vera libertà, è pur sempre un’opzione, non un obbligo.

    opinione più che personale!

  5. 145
    Golem -

    È triste se non si vuole riconoscere che ogni azione umana tende al “piacere”. Nessuno fa qualcosa per “rimetterci”. Anche quello che può sembrare un “regalo” fornisce sempre un “ritorno sensibile”. Il “viaggio” che non ha portato al traguardo potrà essere accettato come razionalizzazione del fatto in sè, ma non certo come raggiungimento dell’obiettivo di “piacere” che si desiderava. Se ci si rassegna alla morte di una persona a cui si teneva, e si continua a vivere, figurarsi se non lo si farà per chi non abbiamo avuto come volevamo e come soddisfazione di un nostro desiderio.
    Siamo sempre al bisogno di trasposizione trascendentale di quello che nasce come una semplice esigenza naturale. Come succedeva agli antichi che adoravano il sole e via via assegnavano alle manifestazioni naturali origini divine, antropomorfizzando le divinità che le producevano. E “l’amore”, (il sesso) non essendo inteso “necessario” come gli altri bisogni vitali, come mangiare, bere e proteggersi fisicamente, lascia spazio a tutte le interpretazioni che le varie culture gli hanno consentito. Se per i Boscimani è rimasto al livello di incontro elementare riproduttivo e di mantenimento patrimoniale, nell’ambito di gruppi sociali piccolissimi, in una società “evoluta” come la nostra ha preso le strade che sappiamo, soprattutto con l’avvento del cristianesimo che ne ha voluto santificare l’azione, moralizzandola come sappiamo. Eppure i Boscimani sono uomini anche loro, e perché non si comportano come noi? Perché non conoscono il “romanticismo”. ( cito i Boscimani come esempio di “primitivo” in senso lato). Perché non c’è chi non è ricambiato e ama lo stesso? E perché gli Amish che provengono dal cattolicesimo possono “amare” 10 donne diverse nello stesso tempo? Perchè l’amore è un termine contenitore, e ci puoi mettere dentro quello che piu ti piace.
    Non a caso la secolarizzazione e l’avvento del consumismo edonistico occidentale ha ormai trasportato il controllo delle attività sessuali al livello ludico che oggi conosciamo.
    Quel tipo di amore a cui mi riferisco spesso, è invece una scelta razionale, che nasce sulle basi volute dalla natura, ma “controllate” dalla mente. Ecco perché amo definirlo una “creazione”. Come per l’arte, che richiede la passione ma non può fare a meno della tecnica e della disciplina per essere tale. E “l’artista” ne ha “soddisfazione” nel vederla “compiuta”. È questa la sua “mercede”.
    Anche questa è un’opinione personale. Come sempre.

  6. 146
    maria grazia -

    Golem
    ho trovato davvero interessanti le tue disquisizioni sui fenomeni del bias, che spiegherebbero finalmente in maniera logica perchè così tante persone rimangono ottusamente legate a qualcosa che si è rivelata una scelta clamorosamente fallimentare ( negli affetti come in altri campi ). Sono sempre stata convinta che questo atteggiamento di tanta gente che ho conosciuto nella vita fosse legato alla nostra italica cultura. Ma devo ricredermi… i fenomeni del “bias” a quanto pare sono universali, e riguardano l’ essere umano nella sua globalità. La maggior parte delle scelte che facciamo SEMBRANO libere e coscienti, ma in realtà sono indotte ( da fattori ambientali/culturali ed emotivi, provenienti perloppiù dal nostro inconscio ). Restando in tema di sentimenti, è palese come la storia di IoPerTe, ma anche – per esempio – la storia di tua moglie con il famoso portoghese o la mia storia con il “bandito”, siano state dettate principalmente dal rifiuto da parte di noi donne ad accettare la realtà: cioè l’ aver fatto, in questi casi, una scelta palesemente fallimentare, e sulla quale avevamo investito noi stesse in tutto e per tutto.

  7. 147
    Golem -

    Guauda MG, le Bias ci accompagnano durante la vita in maniera costante, e riguarda tutti gli aspetti di questa, non solo la parte affettiva che stiamo discutendo. Il rifiuto della realtà di cui parli, e che mi ha stimolato nella ricerca delle cause a prescindere dalla vicenda di mia moglie, mi è stato confermato proprio dalla lettura dei suoi diari, dove essa stessa manifestava i dubbi sul personaggio attraverso frasi che mi sono rimaste scolpite nella memoria per quanto dimostravano la lotta in atto in quella donna, tra il desiderio e la realtà. Ne ricordo una per tutte, questa:”Ho molti sogni, tutti in contraddizione tra loro. Questi hanno creato la sua replica, inventato il suo carattere e mostrato i suoi pensieri. Rimpiango di averli fatti, perché hanno riempito le bolle di sapone che proteggono tutte le mie speranze di questo etereo romanzo tra due nomadi della vita”. Bellissime parole tra l’altro, ispirate dalla passione per un cialtrone che manco riusciva a percepire lo spessore della ragazza, parole che francamente avrei pagato perchè fossero state indirizzate a me in qualunque momento della nostra lunga storia sentimentale. Ma io “sono presente”, e questa stranamente è una condizione “antiromantica” in molte donne che esplodono di voglia di amare, che semplicemente è voglia di “fare l’amore” alla fine, giacchè la tensione dell’incertezza stimola ulteriormente il desiderio sessuale. Potrei citartene un’altra ventina dello stesso tono ambivalente, dove si nota l’azione del sentimento contrastata da quella della ragione che fa i conti con la realtà, con vari momenti di prevalenza dell’una sull’altra.
    Ma da cosa era alimentata la parte romantica? Dall’auto indulgenza che rientra in uno dei tanti bias di cui avrai forse letto nel link che ho postato. Esattamente come quello dell’investitore che ha comprato una quantità di azioni che riteneva vincenti ma che continuano a perdere, e che tuttavia non vende, minimizzando la perdita, con la speranza di rifarsi prima o poi, finendo invece per perdere tutto.
    Fare l’autopsia dei comportamenti umani fa capire comunque come, nel caso specifico, la vera ragione non era quella dell’amore che io ho descritto sino alla noia, ma solo la necessità di una giovane donna, impastata di romanticismo e pudore, di non voler riconosce che a 20, 25 anni si vuole sco.... continuamente, come la natura impone, ma giustamente per farlo i parametri di scelta sono molto più rigidi di quelli maschili. Ma anche gli errori sono tali.

  8. 148
    maria grazia -

    “Ma io “sono presente”, e questa stranamente è una condizione “antiromantica” in molte donne che esplodono di voglia di amare, che semplicemente è voglia di “fare l’amore” alla fine”

    Golem, la chiave dell’ enigma sta tutta qui! e non pensare che solo le donne sono sensibili a questa tendenza. la storia del mondo trasuda di uomini che hanno amato ( o desiderato ?.. ) svisceratamente una donna solo perchè non potevano averla ( o non COMPLETAMENTE ). La mia stessa storia di vita vanta un certo numero di spasimanti infelici che avrebbero fatto follie per me, ma che io non ho mai considerato ( per me erano solo lagnosi scocciatori, o nel migliore dei casi un piacevole RIPIEGO ). quello che siamo state perloppiù io e tua moglie per questi cialtroni che abbiamo amato ( o desiderato ?.. ) in gioventù. Non ho letto il contenuto del link che hai postato, non ne ho avuto modo. Ma ricordo che già tempo addietro parlasti della teoria del bias, riferita però a un’ altra tematica che esulava da quella prettamente amorosa.
    Sono giunta alla conclusione che le donne ( come anche gli uomini ) che riescono ad amare e a desiderare solo persone “latitanti”, sono in realtà individui mai cresciuti/e, rimasti alla fase affettiva adolescenziale. fase, questa, durante la quale la passione, per essere tale, ha bisogno di rivestirsi dell’ aura del “mito”. e cosa c’è di più “leggendario” di qualcosa che non puoi viverti giorno per giorno e sondare DA VICINO, ma che ti devi limitare ad IMMAGINARE ? ..

    https://www.youtube.com/watch?v=wYqFrX5X3iM

  9. 149
    Golem -

    MG, nessuno è immune dagli effetti della fantasia quando non è adeguatamente supportata dalla consapevolezza, che è come l’energia nucleare: può “accendere” una nazione con le centrali elettriche o farla esplodere con la bomba atomica. Dipende da quello che “gli si lascia fare”. Il fenomeno della “magnificazione” del soggetto desiderato è comunque una proiezione indiretta della propria insicurezza. Tanto più non si è in equilibrio con la propria autostima, tanto più si cerca di colmare questi vuoti attraverso il riconoscimento che ci proviene dal “mito”. Non è diverso dal miracolo che si cerca a Lourdes, o la visione dell’altra Madonna a Medijugorie, ma anche dalla caccia alle reliquie dei santi di epoca medievale, l’acquisizione delle quali davano “lustro” alla comunità. Sino all’autografo con dedica del calciatore famoso o la movie star del momento. Si tratta sempre di avere “vicino” il privilegio di chi riteniamo essere portatore di una qualsiasi, anche presunta, “superiorità”.
    Che si tratti di superstizione religiosa o di magnificazione amorosa, in entrambe i casi il soggetto adorante riconosce implicitamente una sua inferiorità di cui si cerca di “scusare”, offrendo spesso al “mito” la sua dignità attraverso l’accettazione acritica dei “capricci” di quest’ultimo, purché questo gli “appaia” ogni tanto. C’è bisogno di chiedersi quanto questa forma di “disperazione” non possa avere a che fare con l’amore? Questo è “bisogno” di avere, esattamente il contrario del significato di amore.
    La tua riflessione finale riassume correttamente le cause di questo fenomeno: carenza di crescita personale.

  10. 150
    maria grazia -

    Golem
    anche stavolta la tua è un’ analisi SPAVENTOSAMENTE LUCIDA E ACUTA. In realtà, chiunque abbia vissuto in prima persona un classico amore non corrisposto sente in fondo in fondo dentro di sè ciò che affermi. Il difficile è saperlo riconoscere e metterlo a fuoco.

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