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Lettera pubblicata il 11 Agosto 2011. L'autore ha condiviso 14 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore toroseduto.
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Tina! Non potevi farmi un regalo più bello! Ricordo sempre il fatto che sulla prima lettera che pubblicai, senza sapere bene di che si trattasse, tu fosti la mia “madrina”, il mio biglietto d’ingresso in questa esperienza. Sono passati 3 anni, e ci ritroviamo! Voglio subito farti un regalo, spero gradito, sai, per i sentimenti sono sempre lo stesso. Cerco di vivere coerentemente con quello che sono sempre stato.
http://www.youtube.com/watch?v=uVG2VyOFxso&NR=1
Questo è il link di un filmato che ho messo qualche mese fa. Racconta una storia, sempre la stessa.
Anche io quando ho letto il nome di Luna, ho subito pensato a te. E come un ritorno ai vecchi tempi, sono felicissimo di averti ritrovata.
Per quanto riguarda mia figlia, ricorderai che all’epoca era già in embrione un certo caratterino, sono contenta per lei, ma come hai potuto leggere, ha messo un macigno sul passato, si è evoluta in una maniera incredibile, come ben sai io l’ho sempre spinta a realizzarsi prima con il lavoro, con i tempi che corrono è una reale esigenza per tutte le donne, visto che certi valori stanno scomparendo. Non in meglio purtroppo, ma noi possiamo fare ben poco. Poi io sotto un certo punto di vista, non sono un buon esempio, ricorderai che a 25 anni andai a vivere da solo, la famiglia mi stava stretta, e col mio lavoro avevo bisogno di sentirmi libero. Lo sono stato per 2 anni come ben sai a 27 anni conobbi la tua omonima, lei ne aveva 20. Subito in sintonia, tanto che 3 anni dopo ci sposammo.
Mi ha fatto molto bene trovarti su questa lettera, e mi felicito con te per la tempesta superata!
@ bob. Mi dispiace che tua figlia ad appena 14 anni già ha preso le distanze. Io ho tante cose di mia figlia, sono certo che se non succedeva lo scompiglio della scomparsa di mia moglie, le cose avrebbero preso un’altra piega.
Ma purtroppo va così. Gli anni pesano di più, quel legame indissolubile, non si spezzerà mai del tutto, hai ancora tempo per sperare, anche se a sentirti, sembri rassegnato quanto me.
Bisogna farsene una ragione, io come ho già scritto in precedenza, sono uscito dal mio guscio e ho ripreso a lavorare con i ragazzi di scuola elementare. Ho dalla mia parte questa passione per la musica che mi porta ancora un tantino “in volo” al di sopra delle sconfitte senza demeritare! Il futuro è indecifrabile, sono saldamente ancorato al presente, se dovesse capitare di avere ancora un’opportunità con mia figlia, spero di saperla cogliere nel senso giusto, anche se la vedo dura. Ho spiegato nel post precedente l’eredità che mi è toccata.
Sono bloccato in casa, tre gioni fa si è rotto l’ammortizzatore, e se ne parlerà a settembre. Tutti chiusi. Ho tanta voglia di ritornare sugli scogli a margellina…il mio amico si starà preoccupando? Non credo, lui si lascia scivolare gli avvenimenti addosso,anche se qualcosa mi dice che pure lui ha una storia difficile alle spalle. Non ne abbiamo mai parlato, solo un’intuizione. Stasera mi sento meglio, ho ritrovato la mia “madrin
Toroseduto,
il mio suggerimento non era volto a “mosse a spinta”, che quasi sempre creano effetti opposti a quelli desiderati. se fossi in te, mi limiterei a qualche telefonata ogni tanto, per informarmi sulla salute, sul lavoro e sull’andamento della vita in generale. così, leggero leggero, ma presente.
se le differenze di temperamento non sono del tutto inconciliabili, farei il possibile per farle sentire che per lei ci sono sempre, in attesa del momento in cui sia lei a voler riprendere il discorso interrotto…
i figli e i genitori non si scelgono. ciononostante viene, prima o poi, il momento in cui possono volersi accettare a vicenda per quello che sono, con umiltà e comprensione dei limiti umani da entrambe le parti.
Toroseduto, ciao, a me sembri una persona profonda, con tante qualità e una grande umanità, però mi permetto di dirti le mie sensazioni, da esterna beninteso, ho letto tutto e posso sbagliare. Io penso che sia tu, sia tua figlia, contemporaneamente, nonostante tu lasci intendere, almeno così capisco dai tuoi ultimi interventi, che sareste molto diversi, che in realtà, su qualcosa siete molto simili. Al momento della perdita di tua moglie, e sei tu che lo hai raccontato, tu ti sei chiuso in te stesso e con la tua musica. Vuoi che tua figlia non ne abbia sofferto? Vuoi che anche lei, nel frattempo (in questo magari simile a te), non stesse iniziando un processo di chiusura su quella tragedia? A me pare, in certo modo, che tu dopo anni, come appunto dicono gli psicologi, “non abbia ancora elaborato il lutto”, e che inoltre tu abbia un grande senso di colpa (dici: non potevo morire io? In fondo lei aveva 7 anni meno di me), quello che chiamano “del sopravvissuto”. A mio avviso sei ancora troppo chiuso nel tuo dolore per la perdita di tua moglie, tanto che non ricordo di aver mai letto, da parte tua, di un eventuale dolore di TUA FIGLIA, per la perdita della mamma. Tu hai perso tua moglie, tua figlia ha perso la mamma. E poi suo padre, vorrei dirti. Tu, invece, perdonami, ma hai l’atteggiamento di: sono io che ho perso mia moglie, e dopo mia figlia. E sembri molto, troppo, orgoglioso, per non avere poi problemi con una figlia (con un suo “caratterino”). Tua figlia, io penso, ti somiglia. E’ orgogliosa. Ora sembra quasi disprezzare il suo passato e suo padre. Invece è orogliosa, secondo me. E ferita. Si è sentita abbandonata, ma è forte, si è impegnata, ha studiato bene, si è ambientata e ha un buon lavoro e “una famiglia”. Lei sembra dire: non mi sei stato vicino, ma io come vedi ce l’ho fatta senza di te. Io pure penso, come Rossana, che dovresti cercare, piano piano, di farti sentire, di riallacciare. Invece di fare, tu, il ferito con lei. E’ anche lei ferita. E la differenza è che tu sei il padre e lei la figlia. Sta a te, secondo me, fare il primo passo. Mettere da parte l’orgoglio, se veramente ami tua figlia. E non si tratta, ora, di fare cose eclatanti, che non ti sono richieste. Si tratta di dare solo dei piccoli segni. io penso che questa tua figlia sia una ragazza molto in gamba, che abbia preso molto da te, e che abbia molto sofferto per la perdita della sua mamma, e dopo la perdita di te, e di tutto il grande cambiamento nella sua vita (trasferimento, lavoro, ecc.). Ciao.
@Clarissa.
Ho letto con molta attenzione quello che hai precisato. In base a quello che ho scritto, anche io la penserei come te.
Preciso che dal 2005 al 2008, le cose andavano bene. Lei cominciò a cercare lavoro a Napoli, fece un anno altalenante, lavoro a progetto, qualche stage, e per andare a lavorare usava l’unica macchina rimasta in famiglia. Fu la prima spesa che dovemmo tagliare. Abitando in periferia, dove non ci sono mezzi pubblici, ero bloccato in casa. Non ho mai dato peso a questo, facevo il tifo per lei e per la mia seconda figlia che stava facendo l’ultimo anno al liceo. Quindi, dato che ho sempre fatto musica, in queste condizioni era anche un po’ un rifugio, con la musica, particolarmente nella fase creativa, mi porta ad altezze vertiginose, poi mi ero bloccato. Alla musica non mettevo più le parole, bastava solo il titolo. In volo con te, sopra noi solo il cielo, tu sei sempre accanto a me e tante altre che non ricordo neppure quante. Questo era il mio mondo, ma con loro ho fatto tutto il possibile per andare avanti. Ho passato 15 giorni d’inferno con la piccola quando fu ricoverata 15 giorni al policlinico. Doveva fare vari accertamenti, aveva delle cisti alle ovaie. Nessuno si è fatto vedere, in un reparto femminile potevo stare con lei solo all’orario delle visite, E lei a piangere che voleva andare via, voleva andare a casa. Dopo, qualche cognata si è scusata perché…
Vedi, il fatto è che se mi metto a raccontare troppi particolari, la cosa mi infastidisce un poco! Per questo ti ho detto che se avessi letto quello che hanno letto tutti, la penserei come te. Devo omettere dei particolari Moolto Importanti.Non posso, già ho superato il limite di pericolosità.
E’ chiaro che non mi arrendo, ma le cose che sono successe da quando sta a Milano, sono tante! Non mi sento il sopravvissuto, erano le cose strane che giravano nella mia mente quando passavo le notti intere al policlinico a Roma. Lei non sapeva ancora niente, per starle vicino, presi una stanza d’albergo all’interno dell’ospedale. Sapere che avrebbero fatto un taglio solo per prendere dei campioni su cui studiare sopra, lei sapeva che avrebbero operato per liberare il deflusso della bile. 20 giorni da incubo. Bisogna viverle queste cose per confrontarsi, cosa Non passava nella mia mente, tutto e il contrario di tutto, cosa dire e come dirlo alle figlie, cosa sarebbe stato di noi senza lei? Preciso che era un elemento determinante nell’equilibrio familiare, era molto più brava di me in tante cose, da qui la discrepanza che si è creata. Insieme eravamo 100 nella gestione familiare, io da solo, penso che non ho superato 20.
Cerco di scrivere,e mi accorgo che dovrei parlare di ben altre cose per chiarire questa nebulosa che aleggia nelle mie parole. Potrei farlo in privato, qua ho già scritto molto, forse troppo, non vorrei avere ulteriori problemi, ho pensato per un attimo che mia figlia potrebbe leggere tutto questo,3 anni fa è successo e Tina ne è testimone.Spero proprio
di no.
[..]sono io che ho perso mia moglie, e dopo mia figlia[..]
Questa affermazione non mi appartiene. Il mio concetto di famiglia, mi impedisce di “dividere le spese” se io parlo di equilibrio perduto,
includo anche questa riflessione. Quando mia moglie alla fine ha capito tutto, mi ha pregato di essere indulgente con me stesso. Sfido chiunque a capire il senso di queste parole. Solo lei che mi conosceva tanto bene avrebbe potuto centrare il mio lato più debole!
Se devo parlare di perdita, era il NOI che non ci sarebbe stato più.
In questo momento le mie figlie sono al mare, e va bene così, me la cavo da solo, altri si annoierebbero, riesco sempre a trovare qualcosa che attira la mia attenzione, non per distrarmi, tutt’altro!Sono proteso a migliorarmi, e non è detto che passi per le figlie, loro hanno il loro mondo, io ho solo un capitale di esperienza da investire nel migliore dei modi. Se ci riuscirò, non ci sarà più niente da chiarire, metteremo una pietra sopra e torneremo a sorridere insieme. Ho un progetto che farà ritornare tutto come prima,
senza chiarimenti e senza chiederci scusa.
Sembra una cosa pazzesca questa mia ultima affermazione, sono daccordo, è talmente stridente con quanto ho detto finora che sembro un mago che tira fuori il coniglio dal cappello.
Un po’ matto lo sono, ho sempre agito d’istinto, se 100 mi dicevano contro, coi fatti io arrivavo a 1000!
Mi ci vorranno 4 mesi di tempo (chi vuole intendere intenda) poi si verificherà una situazione a cui sto lavorando molto, sono certo che funzionerà. Non posso chiarire oltre, forse qualcuno che mi conosce meglio ha già capito. Buonanotte TS
Ciao Toroseduto, io credimi ho seguito dall’inizio la tua lettera e gli interventi, ogni volta mi trattenevo dallo scrivere però, perché mi rendo conto che la situazione sia abbastanza complessa e ieri sera stessa, dopo aver scritto, almeno due volte sono stata tentata di cancellare tutto: temevo di offenderti in qualche modo. Tu non devi raccontare qui altri particolari, no, no. E certo immagino che siano tante altre cose… Quello che posso dirti è una sensazione. La descrizione del rapporto con tua figlia, quando le cose andavano bene, era di un rapporto splendido. Commovente quando lei si è laureata e tu eri lì con lei! Ecco, a me sono venuti i dubbi: lei così cambiata, d’accordo, ma c’è sicuramente, dietro, una grande sofferenza passata (e non sapevo e non so appunto tante cose…), o forse un blocco, di questa sofferenza. E quindi un blocco comunicativo con te, ma sotto c’è altro. Sono contenta di sapere quindi che hai un “progetto” per voi. Tu conosci tua figlia, io credo, profondamente. E penso, spero, a partire da piccoli gesti di cui si diceva, che sarai capace non solo di riprendere i rapporti, ma anche di arrivare in profondità a capire che cosa è successo a tua figlia e riconquistarla pienamente. Ciao Toroseduto
Ciao Clarissa. Forse è il tuo nick che mi ispira, forse di più il tuo modo di porti; meriti una risposta concreta ed esaustiva.
frattinima@gmail.com
Se vorrai naturalmente, non ti sto chiedendo una corrispondenza, voglio solo chiarire quello che non ho scritto e parlarti del mio progetto. Ti dico subito che “i piccoli gesti” nella situazione attuale, non servono a niente. C’è bisogno di un ritorno “diverso” al passato, quando tutto era bello e la stima reciproca era a 1000.
Smetto con gli indovinelli e le allusioni, va a finire che perdo molto in credibilità.
Quindi divago un po’ e ti spiego perché il tuo nome mi ispira.
Fin dall’adolescenza ho conosciuto Francesco d’Assisi. Ho letto tutto quello che è stato scritto su di lui e tutti i films che sono stati girati. Il momento più toccante è stato quando siamo andati tutta la famiglia ad Assisi. Era nata da 3 mesi la secondogenita, quindi eravamo un po condizionati nello spostarci. Rimasi confuso, i dipinti di Giotto, il santuario su tre livelli, lo sfarzo negli addobbi, non mi dicevano niente, con l’amaro in bocca parlai con un frate, capì al volo il mio disappunto e mi disse di andare nella chiesetta di San Damiano alle sette di sera. Fu amore a prima vista, niente di tutto quello che c’era nelle altre chiese di Assisi, si respirava un’aria di spiritualità e finalmente in un momento di completo dejavù, avvertii l’essenza dell’ uomo che mi aveva affascinato e ispirato con il suo coraggio. Altro momento toccante, mi dissero che le Clarisse cantavano le lodi mattutine alle sei del mattino. Andai da solo, e camminando a piedi mentre mi recavo alla chiesa, udii nel silenzio più assoluto il coro delle suore. Un’emozione da pelle d’oca! Non avevo mai sentito niente del genere. Non si capiva da dove venissero le voci, non importava, mi sentivo immerso in un mondo che conoscevo da sempre di cui venivo finalmente in contatto.
Siamo stati una settimana, queste due esperienze sono conservate nel libro d’oro della mia memoria. Saranno irripetibili. Due anni fa, in un momento di vuoto interiore, feci una scappata ad Assisi, mi recai direttamente alla chiesa di S. Damiano. Che delusione! Hanno ristrutturato tutto, messo statue di pessimo gusto, all’interno della chiesa c’era un viavai di turisti con fotocamere e gingilli tecnologici vari…andai via subito. Avevo paura di rovinare il ricordo della prima esperienza. E pensavo sulla strada del ritorno, Gesù, cacciava i mercanti dal tempio, qui ci hanno messo dei tappeti pregiati….perché svilire tanto il concetto base del mio ispiratore?
Purtroppo conosco le risposte. E feci un’altro passo indietro riguardo la chiesa cattolica.
Non bisognerebbe mai tornare in certi posti dove la mano dell’uomo distrugge, credendo di migliorare. E’ un segno dei tempi? Il decadimento avanza, stritola e danneggia, in nome dell’unico dio che appare all’orizzonte : Il denaro.
Scusa per la divagazione. TS
Ciao Toro Seduto, anch’io quoto Clarissa e il suo ultimo messaggio. Ne sappiamo troppo poco per dare un’opinione o un giudizio. Nel mio messaggio precedente forse ho un po’ giudicato questa ragazza, ma non volevo assolutamente; ognuno ha il suo carattere e reagisce agli eventi in maniera diversa. Certo sei il suo papà e non ci credo che non ha più bisogno di te come, forse, vorrebbe farti credere con certi suoi comportamenti. Anche a me sembra che ci sia rimasta male per qualcosa e forse i suoi comportamenti sono un modo per sforgarsi contro di te. L’unica soluzione è parlarne e comunicare sempre quando ci si offende per certe battute, che magari possono essere fraintese, come quella sul tuo abbigliamento appena scendesti dal treno. Boh, magari in quell’occasione le avrei risposto “hey ma io mi vesto sempre così! Ti vergognerai mica di me? No? E allora perchè questa battutina?”. In bocca al lupo! :)))
Che bel racconto, Toroseduto, grazie. Io non ho fede cristiana. Ho scelto questo nome, Clarissa, perché mi piace molto naturalmente, esso significa anche “luminosa”. Solo dopo ho pensato anche alle Clarisse, e chissà che forse inconsciamente io non potessi averlo scelto anche per quello, considerandomi una specie di reclusa ormai. Vedi, tu quel lontano giorno ascoltasti il coro delle suore e sentisti una grande emozione. Forse era il paradiso. Forse era la gioia. Forse era la libertà. Che ti veniva da quelle quasi invisibili. Io così mi sento, una reclusa libera forse solo ancora un poco dentro, e invisibile ai più. Ma quanti si sentono così? Io credo tanti. Tantissimi. Ti scriverò al tuo indirizzo per farti avere il mio, intanto, ti ringrazio della fiducia, e mi dispiace che proprio domani io dovrò partire, ma potremo risentirci quando tornerò.
PS: l’onomastico di Clarissa è l’11 agosto, data della tua lettera, pensa te… 🙂