Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 11 Agosto 2011. L'autore ha condiviso 14 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore toroseduto.
Pagine: « Prec. 1 2 3 4 Succ. »
Pagine: « Prec. 1 2 3 4 Succ. »
Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.
Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.
rossana, io non ho replicato al tuo post, quando ho scritto, non era ancora stato pubbliato! Se vedi l’orario, abbiamo scritto quasi nello stesso momento.
Il mio commento, tra l’altro, non era indirizzato a te, ho semlicemente voluto sottolineare le peculiarità di T.D., che ti assicuro sono notevoli, nessun frainteso, per carità, solo una precisazione. Buon Ferragosto TS
Toroseduto,
nessun problema! ero consapevole che facendo quell’esempio avrei potuto suscitare reazioni.
l’ho voluto fare lo stesso perchè ritengo che il bello di un forum sia proprio il potersi esprimere liberamente. non mi pare di aver offeso nessuno esplicitando un’opinione personale, che può benissimo non essere condivisa.
non è un giudizio ma una semplice constatazione, dal mio punto di vista, che può essere pure frutto di un eccesso di sensibilità…
Scusate l’intromissione, solo una sensazione personale, nulla di più.
Io non ho visto tanto una questione generazionale, ma di espressione di “temperamento” o di una differente opinione su quanto della confidenza mettere in “chiaro” (cioè nel forum rispetto alla conversazione privata).
naturalmente non è detto assolutamente che sia così, dico la sensazione che può produrre su chi legge, anche a seconda di chi legge, uno scambio di battute. nella precisazione di TS io ho letto oltre che una spiegazione una dichiarazione d’affetto nei riguardi della “nipotina”. La risposta della “nipotina” forse è suonata stonata perché era come una tirata d’orecchi (che leggendo da fuori non serviva quanto la precisazione, se vogliamo, per un lettore esterno) rispetto ad un’espressione d’affetto spontanea. Ci ho visto semmai un bisogno di riservatezza della “nipotina”, forse, più che un bisogno di bachettare ts.
TS: ma non è che hai dato emotivamente così tanto peso alla faccenda dei jeans perché partivi da un desiderio forte di essere accolto e da un dubbio, per delle tensioni precedenti, che non fosse così?
Non è che forse anche tua figlia, come te, sta rielaborando (non ti piace metabolizzare) la perdita della mamma, individualmente, e quindi anche per questo stentate a trovare un equilibrio?
Ho pensato ad una mia amica che sta adesso ritrovando un nuovo equilibrio con suo padre, ma dopo la morte della mamma per alcuni anni i loro contrasti anche di carattere (anche nelle cose in cui erano uguali) si sono fatti più evidenti di prima. E non era solo questione di torto e ragione. Suo padre, che conosco molto bene, ha il carattere che ha, ma anche lei, in seguito ad una crisi sua personale, ha fatto delle scelte anche in opposizione a lui che lui, pur amandola molto, non poteva che criticare. Loro hanno veramente sempre avuto una certa difficoltà a comunicare, che non è solo generazionale (lei ha altre due sorelle, con cui ciò non avviene). forse anche per la paura di entrambi di sentirsi reciprocamente inadeguati. E anche per dei sensi di colpa reciproci.
Scusate l’intromissione, solo una sensazione personale, nulla di più.
Io non ho visto tanto una questione generazionale, ma di espressione di “temperamento” o di una differente opinione su quanto della confidenza mettere in “chiaro” (cioè nel forum rispetto alla conversazione privata).
naturalmente non è detto assolutamente che sia così, dico la sensazione che può produrre su chi legge, anche a seconda di chi legge, uno scambio di battute. nella precisazione di TS io ho letto oltre che una spiegazione una dichiarazione d’affetto nei riguardi della “nipotina”. La risposta della “nipotina” forse è suonata stonata perché era come una tirata d’orecchi (che leggendo da fuori non serviva quanto la precisazione, se vogliamo, per un lettore esterno) rispetto ad un’espressione d’affetto spontanea. Ci ho visto semmai un bisogno di riservatezza della “nipotina”, forse, più che un bisogno di bachettare ts.
TS: ma non è che hai dato emotivamente così tanto peso alla faccenda dei jeans perché partivi da un desiderio forte di essere accolto e da un dubbio, per delle tensioni precedenti, che non fosse così?
Non è che forse anche tua figlia, come te, sta rielaborando (non ti piace metabolizzare) la perdita della mamma, individualmente, e quindi anche per questo stentate a trovare un equilibrio?
Ho pensato ad una mia amica che sta adesso ritrovando un nuovo equilibrio con suo padre, ma dopo la morte della mamma per alcuni anni i loro contrasti anche di carattere (anche nelle cose in cui erano uguali) si sono fatti più evidenti di prima. E non era solo questione di torto e ragione. Suo padre, che conosco molto bene, ha il carattere che ha, ma anche lei, in seguito ad una crisi sua personale, ha fatto delle scelte anche in opposizione a lui che lui, pur amandola molto, non poteva che criticare. Loro hanno veramente sempre avuto una certa difficoltà a comunicare, che non è solo generazionale (lei ha altre due sorelle, con cui ciò non avviene). forse anche per la paura di entrambi di sentirsi reciprocamente inadeguati. E anche per dei sensi di colpa. Lei è arrabbiata perché da qualche anno, dopo una lunga crisi (era innamoratissimo della moglie) lui ha preso casa al sud, nella città di origine, e lì ha una nuova compagna. Lui adora i suoi nipotini ed è molto disponibile, ha sempre aiutato le figlie e i generi, ma ogni volta che parte, a passare dei mesi al sud, la mia amica si sente defraudata. Come se nello schema degli affetti lei sentisse di venire sempre dopo. Al contempo lo accusa di essere troppo critico nei suoi confronti, cosa che per lui è invece un modo di essere presente e mostrarsi attento e preoccupato. Ma lei si sente la figlia inadeguata. E non ne escono. Faticano a gestire vicinanze e distanze e comunicazione, perché anche il neutro assume enfasi, proprio perché tengono molto l’una all’altro, in realtà. Forse si mettono però sempre sotto esame a vicenda, per ipersensibilità e ragioni di cuore.
Queste cose le dico anche perché alcuni anni fa lui ha fermato me sotto casa. Lui che in teoria è l’uomo di settantanni che pensa di avere sempre ragione, quello che non si mette mai in discussione, quello che qualunque cosa lei fa pensa sempre che lei sbagli o che non sappia cavarsela da sola. Ad un certo punto mi ha chiesto cosa ne pensassi io. Anche di lui, sì. Mi ha detto, proprio perché ero una persona esterna, perché lui aveva insistito su certe cose, perchè si era preoccupato di altre, alcune non le aveva condivise. Mi ha chiesto anche cosa ne pensassi io di certe scelte di lei. Lei per me è come una sorella e io onestamente non me la sono proprio sentita di parlare di lei in sua assenza. Anche se, onestamente, di alcune scelte che lei ha fatto mi sono preoccupata anch’io. Non voglio dire che ho fatto l’ipocrita o la gnorri, ma che abbiamo parlato più del problema di comunicazione, in modo generale, che dei fatti in particolare. Lui per esempio, pensa da sempre che lei si sia trovata un uomo con poco carattere.
“Non capisco – dice – perché mia figlia si scelga sempre degli uomini senza palle”.
Per inciso lui non si è mai messo contro la sua scelta di stare con lui, li ha anche aiutati quando erano in difficoltà economiche. Non è insomma una questione di: non lascio che mia figlia scelga l’uomo con cui vuole stare e mi impongo o che si attacchi. Ma di preoccuparsi per una scelta che ha fatto. Il genero in questione è un buon uomo, gli voglio bene, tutto si può dire ma non che sia una cattiva persona (e nemmeno lui, il suocero, lo dice) ma le osservazioni che lui ha fatto, da padre, sono tutte condivisibili, onestamente. Lo erano sin dall’inizio. E’ vero che il genero si appoggia tantissimo a lei, è vero che lei è il vero punto fermo della famiglia e che la cosa le pesa, nelle difficoltà della vita.
Suo padre è stato molto male dopo la morte di sua moglie. Ha vissuto per anni in un assoluto stand-by. Un giorno uno zio ha detto che non poteva andare avanti così, è andato a stanarlo, ha preso le cose della moglie e le ha tolte dalla casa, gli ha fatto cambiare l’arredamento. Lei, la figlia, ha sofferto molto per questa azione improvvisa e si è sentita invasa, e lo capisco. Io ne avrei sofferto a mia volta, e l’avrei vissuta come un’invasione. Tuttavia se suo zio non avesse preso in mano la situazione e suo padre non gli avesse permesso di farlo forse lo stand by non sarebbe mai finito. E’ stato dopo che suo padre ha cominciato davvero ad uscire dal torpore. Mi chiedo se loro due abbiamo mai parlato di come si sono sentiti dopo la morte di lei, di quale sia stato il viaggio che ciascuno di loro ha fatto da solo quando era inevitabile che fosse così. Ho il dubbio di no.
Scusa TS per questa storia che non c’entra niente con la tua, e che probabilmente non ti potrà essere utile in alcun modo. Ma mi è venuta in mente. Un saluto.
Visto che è andato a buon fine, ci riprovo.
Luna. La storia che hai raccontata, in effetti la sento molto distante da me. Non che voglia apparire sapiente, ma avendo preso coscienza da diverso tempo delle mie ineluttabili doti di segugio fedele, continuo a percorrere percorsi conosciuti. Sarà l’età, sarà il rimpianto di non aver precorso mia moglie nella dipartita, in fondo aveva 7 anni meno di me. Non sono bloccato nel passato, come sarebbe logico pensare, sono bloccato sul futuro! Avendo profuso a piene mani quello che credevo il meglio di me, prendo atto che la distanza che mi separa dal capolinea si fa sempre più aspra e dura. Mi gioco le mie ultime carte, sto preparando vari copioni per recite scolastiche, ho cominciato 20 anni fa con qualche canzoncina, poi c’ho preso gusto e mi sono specializzato. Lavorare con i ragazzi mi da un senso di sentirmi ancora utile, lo faccio gratuitamente e mi sento come se mi avessero dato milioni di euro! In questo torrido agosto, sto scrivendo canzoni per natale! E’ giusto così, anche se io non nutro nessuno interesse per le cosiddette feste comandate, ho piena la memoria di quello che posso esprimere : prima cosa spremo i ragazzi, mamma mia, che squallore! Questi uomini di domani, in quinta elementare non sanno chi è il presidente del consiglio, sanno vagamente il nome di uno pieno di soldi che “comanda”. E io che volevo proporre delle cose un po’ alternative… meglio lasciar scorrere il fiume nella sua direzione, mi so adeguare, ecco ci riesco bene con tutti, tranne che con mia figlia! Per lei sono da rottamare, non ne fa mistero Lei sà! Ed io che sto appena poco distante dall’ultima spiaggia, ho vagato anni e anni con gli occhi chiusi, le orecchie tappate il cervello in freezer. Nessuno mi ha mai trattato così… sento che questo livore viene da molto lontano, per sopravvivere non vedo altra strada che sparire di comune accordo, non facciamoci male, io non ne sento il bisogno, brindo alla sua salute e rompo il bicchiere di plastica, così non faccio il minimo danno. Penso che la lettera ormai giace in fondo al mare, ho sbagliato a mettere troppe cose, non gallegerà mai. Forse, incosciamente l’ho fatto apposta, meglio che nessuno legga, meglio che nessuno sappia!
Vedo una strada in salita, proprio adesso che ho le gambe molli… è il fato! Doveva andare così, per troppo tempo sono stato sull’altalena a inebriarmi delle continue salite e delle rapide discese. Ho ancora da finire un libro, spero di fare in tempo. L’autrice; Oriana Fallaci, non mi ha mai deluso, una donna diversa forse più odiata che amata, destino che rincorre a chi non si è mai arreso. nel mio piccolo concorro anche io nella categoria, poche granitiche certezze ed un mare sconfinato ancora da esplorare, bello questo! A volte diventa una ragione di vita, scoprire come va a finire. Sperando che in questa vita gli”errata” si compensino con i “ho sempre fatto in quello che ho creduto”. La persona che potrebbe capirmi tace. TS
Toroseduto,
se ancora non hai deciso del tutto di arrenderti, questo: “sento che questo livore viene da molto lontano” dovrebbe essere il punto da cui ricominciare, mettendo sotto lente d’ingrandimento, fin dall’inizio, il percorso della vostra relazione emotiva, al fine di trovare una possibilità di reciproca comprensione. per una figlia e per la pace del cuore ne dovrebbe valere la pena!
quanto al futuro, credo che a partire dai 55-60 anni diventi più o meno nebuloso per tutti, anche se non è detto che la nebbia non si possa a tratti diradare in improvvise radure luminose. secondo me, il segreto sta nel cercare di vivere soltanto nel presente e nel non attendersi più grandi cose dall’avvenire.
Ciao Toroseduto,
mi piacerebbe rincuorarti iniettandoti l’ottimismo che non hai ma …
Mia figlia ha solo 14 anni, ma già non ricorda niente di tutti i momenti passati insieme a me. E sono stati tanti.
Per lei ho forse esagerato minando il matrimonio: quante notti ha passato nel lettone! E quanti abbracci notturni per farla dormire!
E poi: coccole a profusione, viaggi ovunque non appena si è fatta più grande, etc etc …
Risultato? Non si ricorda quasi di niente (o forse ha piacere di dirmi così) e adesso contestazione radicale: mi dice che non le piaccio affatto e che la mia funzione, al massimo, consiste nel ricaricarle ogni tanto il telefonino, e senza neanche un grazie perché ‘devo’ farlo.
Vive lontano con la sua mamma (e con il nuovo compagno di lei, anche lui poco gradito). Per questo, diventa automatico e più facile scansarci a vicenda, e sono d’accordo con te che sia la soluzione migliore, per non farsi troppo male. Si può sempre sperare che un giorno, chissà, magari grazie a qualcosa che succederà o a qualcuno che ha ascendente su di loro, capiscano …
Come ti ho già scritto qualche giorno fa, noi sbagliamo nell’attendere da loro anche una frazione di ciò che proviamo per i figli: non sono ‘mondi’ comparabili ed è inutile illuderci. Anche i momenti che sembrano incoraggianti sono miraggi, creati dalla nostra voglia di ricevere quello che speriamo.
Quanti momenti dolci hai nella tua memoria dove è stata lei, di sua spontanea iniziativa, a darti un bacio, a stringerti forte, a dirti parole tenere? Hai un bigliettino, un sms, una mail, qualcosa dove ti dichiara il suo affetto di figlia?
Se sì (fortunato te!), conserva quei cimeli in cassaforte. La mia è ancora desolatamente vuota.
Non vengo quasi più su questo sito, che pure è stato una tappa fondamentale nella mia risalita. E sono passati secoli dall’ultima volta che ho scritto un post. Ma, si sa, cambiano gli scenari, cambiano le esigenza e le priorità. Ciò non toglie che LAD è sempre nel mio cuore e ogni tanto passo a dare una veeloce sbirciatina… Immagina, caro Mario, il piacere di leggere una tua lettera! Aumentato da quello di trovare tra le persone che ti hanno risposto anche LUNA (un mega abbraccio, carissima! solo qualche settimana fa io e fl53 abbiamo parlato di te con nostalgia, ricordando i bei tempi in cui ci incontravamo qui praticamente ogni giorno!)
Mi dispiace sapere che le cose con S siano arrivate a questo punto. Non approfondisco questo argomento perchè, non avendo letto con attenzione tutto, rischierei di dire sciocchezze a riguardo. Quello che mi sento di dirti è che tu hai TROPPO ancora da dare a noi, che non siamo tuoi figli è vero, ma che abbiamo la fortuna e il piacere di “incontrarti” anche se solo su web. Quindi bando ad ogni rassegnazione nei confronti della vita; ragione della tua, così preziosa, non può e non deve essere portare a termine un libro. Quanto, piuttosto, condividere con chi ne ha bisogno e lo apprezza, il tuo bagaglio di esperienze, di sensibilità, di amore per la musica, per la letteratura. Di amore per i giovani. Secondo me, se anche ad uno solo di quei ragazzi arriva una piccola parte di quello che vorresti trasmettere loro, ne è valsa la pena…
Condivido in pieno l’ultima frase di rossana: bisogna vivere a pieno il presente. Io così sono riuscita ad andare avanti, all’inizio solo per sopravvivere al dolore. Ora, dopo tre anni, riuscendo anche a godere, ogni tanto, dello spettacolo di un meraviglioso arcobaleno che rende il ricordo delle nubi decisamente sopportabile…
Ti abbraccio forte. E ricordati che tu sei sempre…in volo! Non mollare!
Tina.
Rossana. Non ho mai detto che voglia rinunciare, o arrendermi. Ma i miei sforzi producono solo “effetti collaterali”. Esiste questo tipo di rapporto anche con un fratello della mia numerosa famiglia. Siamo diversi come l’acqua e l’olio, lui è sull’intellettuale, io sono casinista e mattacchione! dato che ha 3 anni più di me, si sente in dovere di farmi sempre qualche ramanzina. anche in questo caso “è un livore che viene da lontano”. Ne ho preso atto all’età di 15 anni, quando io invece delle scarpe da passeggio, comprai le scarpe per giocare a pallone. A casa tutti sorrisero, anche mia madre che mi aveva dato i soldi! Ma lui no. Non posso raccontare episodi più eloquenti, qui siamo sempre sulla graticola! E’ stato sempre così, e continuerà fino alla fine dei nostri giorni. Ci vogliamo bene, ma due temperamenti opposti non arriverenno mai al compromesso. La degna erede è capitata a me. Sai benissimo che l’affetto non viene mai meno, ma insistere là dove si fanno solo scintille e fuoco, sarebbe da pazzi! Meglio lasciar perdere, tanto lei sta bene così. Se l’assecondassi, se ne accorgerebbe subito! Nel gioco dei ruoli, bisogna essere coerenti, non serve elemosinare, senza volermene attribuire alcun merito, lei si trova in una condizione affettiva-economica di cui io sono stato il principale artefice, lo sa, ma sai come fanno in fretta i figli a dimenticare quello che di buono seminiamo sul loro percorso. Quindi da un po’ ho detto basta. Inutile tentare vie traverse, mi smarrirei in oscuri labirinti, devo accettare, anche se è dura, che per lei io non vado bene. O meglio, sono andato bene fino ad un certo punto, ora devo fare un passo indietro. Va bene così. A malincuore devo rassegnarmi.
Il segreto di vivere nel presente, non mi pesa, sono sempre stato così, sai, se non fosse per lo specchio, mi dimenticherei troppo spesso la mia età. non a caso mi trovo in perfetta sintonia con tanti giovani, sai, ho una corrispondenza privata con ragazzi e ragazze dai 18 ai 37 anni, la nipotina è solo una che è intervenuta sulla lettera, e forse è quella con minori problemi.Ho una vasta gamma di amici, dal depresso per amore all’aspirante suicida per incomprensione con i genitori.Nel mio dialogare con loro (ho una lunga esperienza alle spalle) difficilmente si parla di età. dato che in alcuni casi mi preoccupo più del dovuto, ho un’ amicizia ventennale con uno psichiatra a cui chiedo consigli. Cominciai ad interessarmi a queste problematiche quando gran parte dei miei coetanei si tuffarono nel mondo degli stupefacenti, ho diversi deceduti alle spalle, sapessi quante volte mi volevo arrendere, sapessi quanti genitori-amici ho messo al corrente di certe situazioni. Scendevano dalle nuvole. Il caso limite fu un’ amico che parlava in continuazione dei successi universitari del figlio…un giorno tornò a casa prima del previsto, trovò il figlio seduto sul letto con la siringa. Fece il matto, poi scese giù. Giusto in tempo per vedere il figlio in volo dal V piano.