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Lettera pubblicata il 28 Novembre 2013. L'autore ha condiviso 20 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore kiky9326.
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Aton, ahahahah, un mito!
Comunque essere menefreghisti la considero un’arte, davvero.
Non è da tutti, sopratutto perché te lo devi sentire dentro, non puoi improvvisarti tale, perchè gli altri lo capiscono che fingi di essere chi non sei!
O c’è qualcosa di davvero profondo che ti segna e tu AUTOMATICAMENTE rispondi assumendo un comportamento menefreghista verso quasi tutti, a parte a chi sai che ti vuole bene.
Ti accorgi di essere diventata tale quando ti alzi al mattino e non ti preoccupi di come sta una tua amica, della litigata con il tuo ragazzo perché capisci che non sarà l’ultima, e che non ti interessa di rispondere subito a qualsiasi messaggio che arriva.
Sei menefreghista quando preferirai la tua dignità che quella degli altri,
che preferirai stare sola piuttosto che cercare compagnia,
che ti escono i ‘vaffanculo’ come se fossero sputi,
che per un compleanno preferisci prima comprarti qualcosa per te e se ti avanzano soldi lo prendi per il tuo amico.
Sei menefreghista quando metti al primo posto te stessa e quando non avrai paura di sentirti sola e sopratutto quando la smetterai di preoccuparti se gli altri ti pensano con la stessa intensità con la quale li pensi tu!
Dice bene writes. Non dimentichiamo che uno dei gruppi squadristi che marciò su Roma si chiamava “Me ne frego”, perché evidentemente sapersene fregare è un valore virile, oltre che un ottimo antistress.
anche io la penso come Andrea. ti fai in quattro per gli altri perché in realtà vorresti ottenere amore e considerazione e affetto da loro. quindi lo fai per un secondo fine. il problema è che gli altri se ne accorgono che non è un “regalo” quello che fai per loro, e che dopo metti il muso perché non ti hanno ricambiata, per cui sono spinti a darti ancora meno perché si sentono “sotto ricatto” da parte tua. è tipico di persone che hanno ricevuto poco affetto nella vita, quindi non te ne faccio una colpa o una critica, io pure ci sono passata quando andavo a scuola e anche all’università. guarirai quando capirari che le cose le devi fare per te stessa, che non devi esagerare nel “curare” gli altri perché gli altri si infastidiscono, che devi amarti da sola ed essere da sola il genitore di te stessa. sei ancora giovane, è un percorso lungo che non si fa in un giorno, ma io ci sono passata, come ti ho detto, e dopo un po’ di tempo sono riuscita a dire di no, e a mettere anche me stessa al primo posto e non solo gli altri, ad essere felice per quello che io facevo per me stessa e non per quello che mi davano o non mi davano gli altri.
spero che le mie parole ti facciano riflettere. un augurio.
“ti fai in quattro per gli altri perché in realtà vorresti ottenere amore e considerazione e affetto da loro,quindi lo fai per un secondo fine. il problema è che gli altri se ne accorgono che non è un “regalo” quello che fai per loro, e che dopo metti il muso perché non ti hanno ricambiata, per cui sono spinti a darti ancora meno perché si sentono “sotto ricatto” da parte tua.”
C’è un secondo problema , che tu sfiori e che conosco bene .
Stando dall’altra parte , cioè essendo oggetto di attenzioni , non si capisce mai se chi dice di amarti agisce con il cuore , oppure perché ritiene che sia giusto dare in quel momento ,per consolidare , dal suo punto di vista (che come tu hai detto è egoistico) il rapporto, sperando di ricevere . Questo atteggiamento comporta che, davanti alle stesse situazioni ,che si ripresentassero a distanza di tempo , ci siano due atteggiamenti non coerenti . E non si capisce più chi si ha davanti.
Di conseguenza , non ci si sente mai amati per quello che si è (ma per quello che si da e che non è mai abbastanza) ,e spesso, da una banale litigata si finisce distruggere tutto , perché chi è insicuro ha creato , nella sua testa , decine di piccoli episodi dove , secondo il suo modo di vedere le cose, non ha avuto riscontri. Vivendo, così, un rapporto conflittuale con la propria relazione, che toglie ogni serenità. Una bomba ad orologeria vera e propria.
Qualora, il proprio partner , abbia imparato ha camminare con le sue gambe,non significa che sia egoista ,ma che, per primo, ha imparato ed accettato che oltre alla propria vita esiste anche quella degli altri , con tutti i suoi problemi. Quindi , non pretende e cerca parimenti, ed a seconda delle circostanze e compatibilmente con i suoi problemi , di poter essere un sostegno , una spinta , di essere vicino in silenzio, di farsi da parte , e così via. Occorre l’accettare che così è la vita (perché nessuno deve pretendere che l’altro metta da parte la sua vita o accorra quando già hai i propri problemi )e godere di quel che si è ricevuto, purché sia fatto col cuore, anche che fosse poco più di un pensiero,piuttosto che un gesto pratico, se questo era tutto quello che si poteva dare in quel momento. E , certamente , si sarebbe fatto di più, come all’occorrenza lo si è dimostrato.
In ogni caso , non auguro a nessuno di incappare in certe situazioni perché certe persone ti fanno sentire svilito e non apprezzato in niente anche se gli hai dato tanto.
Ciao
Kyki, io penso che tu sia una persona molto positiva da quello che leggo e non penso proprio che tu debba cambiare.
Poni domande alle quali non ci sono risposte, perchè è impossibile porvi una risposta.
Sei una persona molto attenta al prossimo, e chiedi come poter cambiare la tua personalità in una che a tuo modo di vedere potrebbe risolvere il tuo conflitto interiore.
No, non sarà la strada giusta.
Sei come sei.
Sono gli altri che si devono porre delle domande.
Se ti senti costantemente in inferiorità, probabilmente è perchè ti valorizzi poco.
Se non sei perfetta ti consideri automaticamente uno schifo? No, non direi.
Nessuno è perfetto, e tutti sbagliano.
Il tuo unico errore è nel non valorizzarti.
Il resto verrà da se.
Ciao.
kiky, mi sembra un’ottima analisi quella di kid, che descrive come ci si sente dall’altra parte, cioè a stare “sotto ricatto”. a me sembra che è il tuo stesso atteggiamento nei confronti del tuo ragazzo, di cui ho letto spesso che ti lamentavi perché non ti ricambiava come volevi, e allora approfitto di questo commento di kid per dirti stai attenta, leggi cosa si prova a stare dall’altra parte, e considera che sei anche tu a rovinare il rapporto con il tuo fidanzato, e non solo lui e le sue presunte mancanze. rifletti, se posso darti un consiglio da amica e donna un po’ più grande di te che su questa strada ci è già passata come ti ho scritto sopra, e prova a cambiare modo in cui ti vedi e ti poni, considerando anche il tuo effetto sugli altri cioè le conseguenze sugli altri di questo tuo pretendere continuo (perché per via del tuo troppo dare credi di meritarlo). invece è sbagliato dare troppo anche perché gli altri ci dovrebbero amare per ciò che siamo e non per ciò che diamo, così dovrebbe essere, e se non è così si è in presenza di gente che ti vuole solo usare.
Sì , chi “rompe” il rapporto è come sempre la parte insoddisfatta . Ora se questa insoddisfazione ha dei motivi oggettivi , ci si chiederebbe legittimamente perché questa persona che soffre in silenzio sia spesso piena di belle parole ed attenzioni e prosegua nella relazione esternando la propria felicità .
Quindi , i motivi di insoddisfazione sono assolutamente soggettivi e nascondo da una insicurezza interiore , in cui , se è vero che dagli altri non si può pretendere la perfezione oppure che agiscano come si vorrebbe che agissero è altrettanto vero che non si può cadere nella paranoia di cercare , come un pelo nell’uovo , in ogni comportamento, la prova che quella persona è egoista e non ci tiene allo stesso modo.
Quello che volevo dire e non ho detto è per mancanza di spazio è che, secondo me , la “cura” non è assolutamente l’essere più egoisti , come gli stessi psicologi dicono ( almeno se si intendesse riferirsi all’egoismo duro e crudo) ma maggiormente altruisti e contemporaneamente considerare l’altro come un individuo , un essere a se stante , che vive e sceglie quotidianamente di stare nel rapporto . Maggiormente altruisti nel senso di agire , non per ottenere qualcosa , ma per puro spirito di farlo , per far star bene l’altro e non se stessi . Inoltre , non idealizzare l’altro e soprattutto non considerarlo un nostro prolungamento ( nel senso di “io , al suo posto avrei fatto così, quindi se non l’ha fatto non ci tiene come e quanto me” ) ma un individuo , che potrebbe agire in modo diverso se fosse quello il suo modo di essere . Per un medesimo risultato, ciascuno percorre la propria strada ma l’importante è che manifesti, a suo modo, il proprio interessamento , preoccupazioni o sentimenti . Quando si ha vicino una persona dei cui sentimenti non si può dubitare , è inutile cadere nella ricerca dei particolari negativi , del giudizio sommario e ingeneroso dei suoi atteggiamenti , ma più semplicemente si dovrebbe fare riferimento al “vivi e lascia vivere!”Io , che pure sono cresciuto con poco affetto , ho imparato, al contrario, a contare su me stesso,cioè apprezzo ma non pretendo , mi basta l’intenzione quando non può esserci anche il gesto , una briciola invece che una fila di pane . Non ho bisogno e non voglio che l’altro si faccia carico dei miei problemi , curi le mie ferite o spazzi via le mie paure, ma è già sufficiente che li ascolti e mi dia una sua opinione, un incoraggiamento, più che una consolazione.
@Andrea è no invece, perché ancora sono qui a farmi in 16 per gli altri e non PRETENDO niente se non essere rispettata. Non faccio la “brava bambina” così babbo natale mi porta i regali, no, faccio la brava bambina nonstante babbo natali non mi porti nemmeno un pezzo di carbone. E sono stanca di preoccuparmi sempre degli altri e di ricevere indifferenza.
@rob non voglio attenzioni,ad esempio mi basterebbe che quando penso di avere un problema qualcuno si fermi a darmi opinioni e invece no, frasi fatte e ciao.
@Aton grazie ma non mi servono nessuna delle due lezioni.
@Kid mai e poi mai la leccaculo o quella che lo fa per un secondo fine. No è solo che sono una vita che sono così. Do continuamente: volontariato, ho affrontato la paura degli aghi (ne vedevo uno e svenivo) solo per dare via anche il sangue, rinunciato a varie cose per il mio cane, i miei fratelli e i miei genitori (e va bene) ecc… e poi un giorno bam! Succede qualcosa che ti distrugge e nessuno e dico nessuno, si ferma un momento per capire o per consolarti. L’unico modo che hai di tenere qualcuno lì più di 5 minuti è far uscire due lacrime dalla diga che hai dentro. E basta, io mi sento sola e mi accorgo che sono solo una sfumatura nelle loro vite. E questo fa male, ma veramente tanto male e fregarsene è l’unico modo per andare avanti felice. Non voglio diventare egoista per fargli capire qualcosa/vendicarmi, ma solo per evitare di pensare che quando sarò io ad avere bisogno, avrò qualcuno accanto.
mi spiace, sai? Anche io sono come te! Faccio tanto per gli altri, ma quando ho bisogno io, nessuno c’è vicino a me. Carissima, ti voglio dire, non cambiare il tuo modo di essere! Il bene, o quello che fai, non sarà mai ricambiatto. Io almeno, questo ti posso dire. Non mi rileggo: sono con il cellulare e tante cose non posso farle.
Chi nasce tondo non muore quadrato, certamente però vi sono degli aspetti che volenti o nolenti occorre sfumare. E questo avviene quando sono le batoste della vita ad imporlo.
Ormai l’Italia è divenuto, tristemente oserei direi, un paese dove chi incula lo fà prima d’essere inculato. Come una sorta di prevenzione imitativa.
Pertanto, sono del parere che chi dà importanza al prossimo più di quanto lo dia a se stesso, a lungo andare è predisposto alla fregatura e alla delusione.
Auguri.