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Lettera pubblicata il 21 Agosto 2012. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore lapo.
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continua dal precedente…strumento di proprietà sulla donna e sui figli..e difatti converrai almeno nell’ammetere che il matrimonio è un’istituzione che nasce dalla religione. (anche se poi hanno inventato il matrimonio civile, in partenza questo era prettamente religioso). E la religione è una pure invenzione patriarcale, maschilista . Di fatti nei dieci comandamenti (non solo di quella cristiana ma anche islamica ed ebraica, tutte monoteiste con un dio maschio al comando) c’è scritto: “non desiderare la donna d’altri, non rubare”..e all’altra si deve giursre amore eterno fino alla morte, pena peccato mortale ed inferno garantito. Convieni che cio’ è dunque evidente e logicamente inattaccabile? è ovvio, provato da studi storici, teologici, antropologici. La religione è maschilista…e con l’emancipazione della donna l’istituzione matrimoniale ha perso il suo potere. Ecco socialmente spiegato perchè oggi i matrimoni durano poco o non esistono affatto. é chiaro che voi donne e noi uomini crediamo di volerci sposare..perchè fin da piccoli ci hanno insegnato culturalmente questo..ma questa cultura deriva dalla società patriarcale…e funziona solo con la sottomissione della donna. proprio perchè la donna, come dice bimba, vive di emozioni…è facile che questa ti tradisca dopo tot tempo e si prometta ad un altro che le fa vivere nuove emozioni…e questo non poteva invece accadere quando la donna era costretta a stare in casa ed accudire unicamente i figli invece di andare in giro a mostrarsi a nuovi uomini. Con questo non sto dicendo che è giusto, sto solo analizzando i motivi del perchè prima il matrimonio funzionava ed invece ora non piu’. Che poi cmq funzionava nella forma ma non nella sostanza, mica solo i tuoi litigavano di continuo, che credi? Cmq è vero , Infatti i dati istat domostrano che l’80 % delle volte la donna chiede il divorzio, solo il 20% gli uomini!
Sono dati di fatto, è inutile attaccarmi o cercare di dire il contrario…è la verità dimostrara e dimostrabile..e sebbene ci dia fastidio (sempre per come siamo stati educati culturalmente a credere nel matrimonio) questa è la realtà che ogni persona onesta dovrebbe ammettere. Se le donne vogliono sposarsi dovrebbero quindi accettare di rifare un passo indietro nei diritti a loro , giustamente, concessi. E poi non vedo che ci sarebbe di male, siamo totalmente diversi come modo di ragionare…quindi se ognuno conservasse unicamente il suo ruolo la cose funzionerebbero meglio…meglio per chi vuole credere e realizzare una vita matrimoniale monogamica. Ma sia donne che uomini vogliono la libertà sia di scegliere con chi stare sia di andarsene via ed abbandonare l’altro quando non lo vogliono piu’…senza troppe giustificazioni. e per questo che mi arrabbio con quelle che fanno le sante a parole ma poi trattano gli ex come appestati: se la votra natura è quella, smettiamola con questa ipocrisia e diciamo la verità: il sacrificio non lo volete fare.
continu
rdf, rispondo compatibilmente al tempo che ho. Certe tue domande sono affermazioni chiuse più che domande. Se l’80 per cento delle donne chiude una relazione ciò non dimostra che la responsabilità sia tutta loro, mi pare evidente. Tu stesso affermi che la separazione puo’ essere più costosa per l’uomo e già solo per questo anche in assenza di un altro uomo ma in presenza di un’altra donna o anche di una separazione in casa e anche con alto disagio spesso l’uomo non chiude formalmente. Molte donne hanno il coraggio di farlo anche senza paracaduti economici da parte dell’uomo e tengono -tendenzialmente- meno il piede in due staffe a lungo. Cosa che l’uomo culturalmente è più portato a fare. Anche perche’ l’amante donna e’ più portata a reggere a lungo un ruolo ‘secondario’ di un amante uomo. Quindi non dedurrei un’automatica virtù o il contrario da percentuali. Il non saper stare senza una relazione o sì nel 2013 riguarda molto meno il genere. Sono tantissimi gli uomini che non sanno stare soli e che la donna sia single solo contro la sua volonta’ è una tua idea. Single non vuol dire per forza e antiuomo. Anche stare bene anche da sola. La superficialità, bisogno compulsivo di conferme ecc non hanno un genere solo. Ora di fretta, tornerò.
continua…finisco di rispondere a sweetly che aggkunge:
sweetly “Sono dell’idea che generalizzare sia un gran peccato, perché facendolo ci si autoesclude dal conoscere i singoli casi. Preferisco vivere che consultare i numeri. Per quanto mi riguarda è su quello che mi concentro, costasse sbatterci il naso. Non pongo attenzione alle statistiche, sarà perché non mi ci riconosco e così per me perdono interesse e credibilità. Ma parlo solo per me. In fondo noi siamo anche il nostro vissuto.”
beh sweetly tu puoi anche non tenere conto delle statistiche . io non dico di NON – vivere, ma di vivere con consapevolezza che è diverso, ben diverso. Io non generalizzo, gaurdo la realtà dei fatti, che è ben diverso. Le statistiche sono ben importanti invece perchè dimostrano due cose: la prima è che una volta conosciuto il fenomeno con un approccio scientifico ti rendi conto che scommettere ed investire troppo in una causa persa in partenza non è moto saggio. tu per esempio ti giocheresti tutta la casa ed i risparmi di una vita in una scommessa data praticamente e statisticamente per impossibile? beh, non mis embrerebbe una cosa saggia. capisco il voler vivere la vita…ma buttarla nel cesso nel nome di una speranza di derivazione prettamente cristiana (e dunque patriarcale culturale) beh, mi sembra francamente eccessibvo. Quindi , in quest’ottica, generalizzare (come dici te) oppure tenere aperti gli occhi sulla realtà (come dico io) mi sembra onestamente di gran lunga piu’ prudente, sia per la salute economica che psichica di una persona.
tu nelle statistiche non ti ci riconosci culturalmente ma il tuo istinto biologico di donna invece ci andrà a nozze eccome con queste statistiche. E’ questa l’ipocrisia che condanno…perchè di santarelline a parole ma poi bagasce nei fatti ne ho conosciute sempre tante…e mai una volta comunque che abbiano riconosciuto di essere state bagasce, no! hanno sempre inventato delle giustificazioni , delle scuse, per non passare per bagasce di frinte a dei fatti che le vedevano solo colpevoli. E’ qst cghe mi da fastidio nelle donne, la mancanza di onestà , di trasparenza, di lucidità mentale. Possibile che io debba solo pensare di mettermi con una che ragiona non col cervello ma solo con le emozioni? cosa posso aspettarmi da una del genere in un momento storico in cui la donna è libera di fare ogni cosa le passa per la testa. dovreiu costruirci una famigli e credere che questa mi sia sempre fedele? ma siamo matti?
allora forse la verità non è che la donna che tradisce è un a bagascia, ma che il concetto stesso di bagascia è un accezione culturale patriarcale, figlia della sottomissione della donna. eh si, perchè altrimenti l’uomo è donnaiolo e la donna bagascia? ma è talmente ovvio che questa distibnzione è figlia di una società patriarcale che non cpaisco nenahc eperchè ne stiamo parlando. Dunque se siamo tutti onesti la smettiamo non di fare le bagasce e i donnaioli (nostra natura) , ma di essere ipocriti a parole
Quindi sweetly a te sembra giusto che un uomo punti tutto sulla speranza che la propria donna non lo tradisca? ti sembra giusto che debba accettare che questa un giorno (dinamica scientificamente accertata come identica in tutte le storie) lo pianti di punto in bianco senza alcuna volontà o disponibilità a rivedere la sua decisione? ti sembra giusto che uno venga trattato con indifferenza da una che per mesi o anni addietro gli abbia detto tutte quelle paroline “dolci ed emozionanti” che a voi vi mandano in visibilio…ma che poi…una volta passata l’infatuazione…si trasformino in parole e comportamenti di odio e di una insensibilità- crudeltà unica? beh, l’80 per cento dei casi siete voi donne a farlo..perchè noi uomini è molto difficile smettiamo di amare una persona. magari tradiamo, si, ma il nostro cuore non smette di volere bene ad una persona con la quale abbiamo condiviso dei momenti di affetto…il vostro invece si! e perchè allora io dovrei accettare di regalare me stesso ad una donna se poi lei non mi amerebbe nello stesso modo? perchè dovrei accontentarmi dunque di un amore falso, interessato, a tempo? tu capisci che senza il matrimonio e senza la garanzia che la donna una volta sposata non possa piu’ tornare indietro…io col cavolo che mi gioco la casa, i soldi, e la mia anima!Per me è inconcepibile stare con una che non mi vorrà bene per sempre e mi dia sicurezza totale su questa cosa…perchè, secondo la dottrina cristiana che tutti abbiamo ricevuto, cio’ non è accettabile. Eppure è la resltà dei fatti, perchè se senti raccontare in giro..o guardi anche solo sul forum (che è strumento di analisi) vedi che accade in continuazione…e guarda caso sempre con le stesse modalità. Ma possibile voi crediate sia una coincidenza che capiyano sempre le stesse modalitò?come potete dire di non generalizzare? è ormai un dato di fatto inattaccabile che sian sempre le stesse modalità…e che dunque questi comportamenti vadano registrati sotto dinamiche biologiche legate al funzionamento strutturale dell’ essere femminile. La monogamia e l’amore romantico fiabesco alla “e vissero felici e contenti” era già impossibile prima, ma ora con l’emanciopaxione femminile, è impossibile da Praticare..figuriamoci il matrimonio! E’ cio’ è giusto se vuol dire avere la donna libera. E’ qst che mi da fastidio, che nonostante queste cose siano matematiche per qualsiasi persona onesta intellettualmente, voi non le vogliate ricvonoscere. mi da fastidio che voi dovetedire delle cose fino a strpparvi le mutande nel tentativo di difendere queste valori che sono solo culturali, ma poi vi comportate in un altro modo. allora prendete in mano il telefono e chiamate quegli uomini a cui nella vostra vita avete detto di volere bene e chiedete loro scusa per averli traditi o trattati con cattiveria quando vi era passato l’amore. si perchè nel disegno di vita che voi difendete la parola “non ti amo piu'” non è ammissibile. allora che ci si comporti con coerenza cribbio
Rdf, in parte e’ vero cio’ che dici di internet rispetto alla tv, dall’altra parte proprio perche’ in internet c’e’ di tutto ma al contempo anche in internet girano idee manipolate, mode, tendenze ecc ti chiedo: quanto pensi che le nuove generazioni abbiano un filtro e una consapevolezza nel “navigare” rispetto a generazioni non vetuste ma che hanno vissuto anche senza internet? Anche internet e’ per molti e u/d un mezzo di fruizione passiva con un’illusione interattiva (non illusoria perche’ virtuale, illusoria proprio per la quantita’ di assorbimento passivo e di controllo subito e non agito. Basta vedere lo scarso filtro sulla privacy che alcuni usano nei social network e senza rendersene veramente conto esibizionismi a parte). Il forum: le donne parlano tra loro nella realta’ dei loro problemi personali molto piu’ degli uomini, sentono meno la necessita’ dell’anonimato e nel momento in cui si ritrovano da sole a crescere un figlio o l’uomo le abbandona e hanno un mix di problemi emotivi e concreti da un lato ne parlano piu’ apertamente con amiche e sorelle (se ne hanno) la’ fuori e dall’altro si rimboccano le maniche. Inoltre le donne sono piu’ abituate a parlare dei loro problemi in forum al femminile. Personalmente trovo positivo che si interagisca insieme invece u/d su un forum. personalmente non noto questa totale prevalenza di casi al maschile e solo in una direzione (ci sono molti uomini che dicono di voler lasciare e di aver lasciato la moglie) ma le donne di cio’ che gli uomini scrivono nel forum parlano anche in fila dal dentista, al supermercato, in una serata qualunque e davanti a un caffe’. Gli uomini hanno piu’ difficolta’ a parlarne nel reale. tra uomini. forse piu’ facilmente con le donne, amiche, madri, sorelle. – Nel parlare del passato Rdf sembri non considerare che le donne (chiuse in casa-dipendenti) sono state abituate nei secoli e nei tempi anche piu’ storicamente recenti a cavarsela mentre l’uomo era in guerra, non si sapeva se sarebbe tornato, spesso non tornava, era disperso, tornava inabile. La rivoluzione prima che sessuale e’ stata industriale. le donne lavoravano non l’altroieri e con orari infami e cosi i minori. Molte donne hanno vissuto da sole con mariti migranti lontani e molte famiglie anche in passato si sono rette non sul patriarcato ma sul matriarcato con lati positivi-negativi o anche semplicemente contingenti. Tu mescoli a volte concetti di dipendenza/indipendenza. La donna indipendente puo’ tradire/lasciare per un altra dipendenza mille volte in meno di una donna dipendente alla “vecchia maniera’ che dici. La donna moderna dipendente piu’ che vivere di emozioni reitera un modello di dipendenza nel momento in cui cambia partner ma da quel partner si aspetta un sostegno dipendente e se lo valuta insufficiente passa oltre idem. al contempo spenna l’ex perche’ cmq la vede in chiave dipendente. Una donna dipendente pero’ (che sia sessualmente bagascia per usare il termine da te usato o materialista o che
non e’ impossibile da riconoscere anche prima che ti spenni per farti cornuto e mazziato. Il problema e’ che molti uomini (inconsciamente e in base a vecchi modelli anche non del tutto reali) si sentono rassicurati dalla donna piu’ dipendente, che oltre a dirsi santarellina come sostieni tu ha appunto dei lati dipendenti confusi dal maschio con una minore “emancipazione” (vista come deteriore). quasi che indipendenza (reale, interiore) sia “potere” e scarsa affidabilita’ e la dipendenza un valore e sinonimo di affidabilita’ (anzi…). La donna che “vive di emozioni” come tu dici (nel senso che le girano le ovaie alla prima conferma del panettiere) o che si fa intestare la casa dal marito e l’amante perche’ da’ per scontato che ci pensa l’uomo o vede nell’uomo mr semino e’ dipendente e non emancipata, e’ questo che sembra sfuggirvi. stiamo parlando di relazioni stabili rotte e sostituite, giusto? Personalmente a parte che moltissime donne non sono fissate col matrimonio come traguardo o tutela e convivono anche avendo figli (molte e per scelta anche loro) ne conosco moltissime che non hanno una visione per cui quando ci si separa mi tengo la casa e spenno ma cercano realmente l’affido condiviso e devono combattere per 300 euro per i figli e semplicemente perche’ senno’ per il figlio non ce la fanno. ma alla fine ce la devono fare cmq e ce la anche fanno perche’ lui non li ha o perche’ lui non li da’ (ha una nuova casa, una nuova donna, una nuova famiglia). Ora le spennatrici dipendenti e paracule ci sono ma negare quante siano le madri ritrovatesi single e non per loro colpi di testa e le ex mogli/conviventi che a loro volta si ritrovano a ricominciare da quasi zero dopo un investimento sentimentale/affettivo/ecomico… il mondo e’ pieno di gente che investe in due e uno di due m/f si piglia la sua meta’ di inculata cosi come di coppie che cmq si dividono, uno dei due, m/f, si deve cercare un’altra casa, e magari, m/f, proprio quando il lavoro non c’e’ o ci sono problemi. E civilta’ o incivilta’ stanno da entrambe le parti cosi come la vanita’. Personalmente credo che amare qualcuno e costruire qualcosa insieme non significhi vivere pensando “domani mi frega sicuro” ma neanche lasciare il lavoro o rendersi totalmente dipendenti, o intestare tutto il proprio patrimonio ecc. e non esiste solo il tradimento. esiste anche il fatto che uno dei due puo’ avere problemi di salute, suoi o dei congiunti, che uno dei due o entrambi si possa perdere il lavoro. Una persona dipendente ragiona in un certo modo, che sia uomo o donna, e di fronte un problema, un ostacolo di natura anche non sessuale se ne va. Che sia uomo o donna. Quindi non si tratta secondo me di farne una questione di genere ma di stare attenti con chi si fanno le cose e come. Personalmente non credo che non pensare in chiave dipendente peggiori la vita o faccia diventare piu’ freddi o stronzi/e. Semmai l’inverso. Condividere e’ possibile anche per chi sta bene anche da solo/a.
Caspita, Rdf, ho dovuto prendere appunti per risponderti con un po’ di ordine!!! Dai, seriamente, penso che ogni punto meriterebbe un approfondimento, ma qui lo spazio è limitato, mi dispiace provo con la sintesi. Solo una precisazione prima di partire: non è mia intenzione attaccarti, per favore tu non farlo con me.
Sul discorso della tv mi sembra che ci siamo capiti. “Internet” è un termine vago. Internet è un piazza virtuale d’incontro come questo, come è quei siti che si cibano avidamente di pubblicità martellante e/o che sono dalla base ideati come qualcosa di ..diciamo “folcloristico”. L’esempio era appunto fb. Non lo so, scopi lavorativi a parte, lo trovo una vetrina, lascio gli altri fermarcisi, vado per la mia strada. Perfettamente d’accordo quando parli della deviazione dell’uso più che il mezzo in sè. Ma se mi fa pensare, o meglio preoccupare, la larghissima diffusione (ergo quanto la gente ami certe attrattive che considero di imbarazzante spessore), è altrettanto vero che ritengo meritevole d’attenzione il fatto che qualcuno abbia un giorno pensato che una rete creata per rimorchiare in un college (mi sembra la storia sia più o meno questa) potesse diventare da un lato attrattiva per il popolo e dall’altro scaltro sistema di controllo e, di conseguenza, facile manipolazione. Non sottovaluterei le pubblicità (influenza sui consumi), di certi articoletti finto-informativi in realtà a sfondo propagandistico (influenza sui pensieri), ecc. Questo per completare il discorso influenza della cultura attuale.
Veniamo al forum. Concordo con te sul fatto che sia uno strumento di analisi, ma solo in parte. E questo perché anche se tutte le lettere raccontassero le dinamiche da te descritte, resta comunque il fatto che il nostro “tutto” di analisi in realtà è solo una parzialità, per quanto magari possa essere una componente importante. Ma non dati 100% reali. Non credo che tutti gli uomini d’Italia scrivano qui, a maggior ragione coloro a cui le cose vanno bene. Non pensi che sia più facile che a scrivere in un forum sia chi ha bisogno di sfogarsi/confrontarsi? Se un ragazzo si comporta scorrettamente e senza rimorsi, pensi che scriverebbe?! Eppure esistono, converrai spero. Tu stesso parli di un 80%. Io i dati non li ho, facciamo che mi fido. E il restante 20%?! Ecco quando parlavo di generalizzazione.
Ma non per attaccarti come hai pensato, bensì perché così veramente ti perdi quel 20% che potrebbe essere la differenza. Possiamo parlare del fenomeno a livello distaccato, ma poi tu mi hai posto una serie di domande più personali a cui ti anticipo un abbozzo di risposta: ti concentri sulla parte brutta. Non c’è solo quella.
C’è però nella tua visione l’idea fissa che “biologicamente sia comprovato” questo o quello. E questo TI frega, ho paura. Lo dico per te. Nel senso che secondo me non ti riesci a vedere la contraddizione di fondo: stai provando a spiegare scientificamente i sentimenti. E non parlo di emozioni, di sentimenti, è diverso (…)
Le emozioni le vedo come diciamo scariche adrenaliniche di pochi minuti, i sentimenti sono stati affettivi durevoli e svincolati dai turbinii momentanei (a mia sorpresa ho scoperto che wikipedia ne dà una definizione simile, evidentemente non sono fuori del tutto). Ma noi esseri umani viviamo sia delle une che degli altri, mi dispiace ricordartelo. Non a caso tu stesso hai scritto “io che col cavolo mi ci gioco la casa, i soldi e l’ANIMA” (il discorso matrimonio-tradimento-ecc lo devo rimandare alla prossima volta, non mi starà). Te l’ho citato per farti porre l’attenzione su ANIMA. L’anima è la sede dei sentimenti. Non a caso ti ho parlato di affetto (che personalmente traduco con Amore, A maiuscola naturalmente), neanche innamoramento, tantomeno infatuazione. Niente di più aleatorio di quest’ultima, un abbaglio a tutti gli effetti. Sono tutti gradini che portano dalle emozioni dei primi tempi, che è fisiologico ci siano, ai sentimenti consolidati, testati alla prova della resistenza, delle fatiche, delle difficoltà, dei dolori, dell’abitudine oltre a tutte quelle cose belle che tutti proviamo.
Le questioni qui per me sono principalmente due. La prima riguarda il fatto che molte coppie non riescono a passare dalle emozioni ai sentimenti duraturi. Il secondo riguarda i motivi per cui non succede. E tra quelli peculiari dei soggetti, caratteriali ecc. penso (ecco che i discorsi si ricongiungono) che vi sia un’influenza culturale per cui anche i rapporti assumono i connotati consumistici, diventano paragonabili a merci. Ti credo che poi ci si senta persi, impauriti, diffidenti, titubanti. Per come la vedo io passare nel giro di pochi mesi tra le braccia di uno all’altro (fenomeno che comunque ti assicuro vedo sia da parte di maschi e femmine, in particolare tra i miei conoscenti più giovani). Mi chiedo semplicemente come ce la facciano. Al di là della questione morale, proprio in termini pratici, come fanno a sentirsi così tranquilli (o almeno sembra)? Non avvertono il bisogno di “sentirsi a casa” tra le braccia di qualcuno che li conosca bene, li accetti per quello che sono, li ami di un amore sia ideale sia concreto? Ecco perché non mi ci riconosco nelle tue statistiche, Rdf. Perché non ce la farei neanche volendo a non sentirmi “a casa”, sarei in una situazione di solo disagio con me stessa alla sola idea di altre braccia, altri occhi, altra pelle, altro profumo, altre parole, la vita pratica con qualcun altro (e non ti parlo di emozioni elettrizzanti, fase superata da un bel pezzo) e dolore a pensare che non ci sia più quell’anima che ho scelto..sì, anima. Sento un pungo allo stomaco al solo pensiero, capisci? Come puoi darmi della disonesta se non mi conosci? (finito lo spazio, ti prego di non rispondermi finché non concludo, non scombinarmi gli appunti per favore, appena posso continuo, ciao)
(..) continuo.. Dicevo, non credere di essere solo tu a trovarti spiazzato di fronte all’incoerenza tra le parole e i fatti. Ma non solo nei rapporti uomo/donna, dico più in generale, anche nelle amicizie.
Lasciando i santi nel calendario, la tua provocazione di telefonare a chi è stato accantonato/sostituito dopo essere stato illuso e chiedere scusa sarebbe una bellissima idea, davvero (naturalmente per chi lo ha fatto) ma con sincerità e quindi atto spontaneo, non per dimostrare qualcosa a qualcuno. Non stiamo dunque parlando di qualcosa che c’entra più con il cuore, come atto puro?
Sono perfettamente d’accordo sul fatto che le cosiddette “emozioni” verso altri (come mi sembra le intendi tu) non giustifichino in alcun modo il lassismo e il menefreghismo con cui si fa soffrire chi ti vuole bene. Un abbandono può essere davvero traumatico per qualcuno, ho visto persone veramente stare molto male e rovinarsi. Se c’è chi si ripiglia il giorno dopo, c’è chi resta con un vuoto dentro e cambia irreversibilmente. Insomma il classico “non ti amo più”, classica frase, è un copione che si ripete, concordo certamente, solo che non so se sia solo da parte del genere femminile.
Ma perché accade? Bah, Rdf, non è che abbia tutte le risposte, ma secondo me una probabile è data dalla mancanza di affetto, insomma non si è arrivati a quella che considero la fase suprema di un rapporto a due, il volersi reciprocamente un bene infinito, aversi a cuore con tutti i “nonostante tutto” che la vita ti pone di fronte e il trovarsi nudi l’uno di fronte all’altra, e intendo nudi nell’essenza, non so se sono comprensibile. Ti vorrei riportare un passaggio tratto da un libro che ho letto poco tempo fa che parla proprio di questo, fa quasi piangere tanto è toccante, solo che è molto lungo e vedo che il countdown dei caratteri qua corre alla grande. Il contesto in cui viviamo lo trovo molto anafettivo nonostante l’apparenza voglia far credere il contrario. Le paroline dolci, i bacetti “da auguri”, la mielosità per me c’entrano ben poco con l’affetto vero. “Per me i veri sentimenti, come i veri dolori, sono muti e sono quasi sempre molto rari”: questa è una frase di Rossana, presa da un’altra lettera in cui mi trovo totalmente d’accordo. I fatti, e i fatti nel tempo, parlano. La dolcezza, o meglio la tenerezza con cui ci si prende cura dell’altro/a nonostante sia grande, vaccinato/a, indipendente: in quel caso anche dopo anni due dita che ti sfiorano una guancia se ti rendi conto di quanta poesia ci sia dietro ti emoziona. Quindi niente castello e favole alla Disney, ma poesia sì. La poesia che tra due persone che si vogliono bene si nasconde anche nei gesti della quotidianità, se impariamo a riconoscerli. Come può desiderare dell’altro chi, ricapitolando, si sente a casa, si emoziona ancora con il/la suo/a compagno/a, si sente amato/a per quello/a che è? Forse vivo tutto questo solo perché sono dannatamente fortunata, non lo so. Eppure, cavolo, mi dico, è vita, è reale.
E con tante rogne, per giunta. Con un sacco di problemi anche abbastanza pesanti. Con una buona dose reciproca di difetti. Eppure, “nonostante tutto”, per me esiste lui e per lui esisto io. Ti sembra così impossibile? Sì, a te sembra impossibile, sai perché? per questo: “per me è inconcepibile stare con una che non mi vorrà bene per sempre e mi dia sicurezza totale su questa cosa”. Sono affari tuoi e ti prego scusami per questa breve intromissione ma credo che sia la paura e delle ferite forse non assorbite che ti abbiano portato a convincerti, facendoti forte delle statistiche, che è impossibile. Capisco la diffidenza, davvero, anch’io sarei bloccata. Forse hai incontrato persone sbagliate per te, potresti anche avere ragione e loro essere parte della maggioranza, ma se posso permettermi cerca di guardare alla scienza con più distacco, di non vederla come una “mamma rassicurante e certa”, ricorda che la scienza è tra le mani di altre persone, “imperfette”, “soggette a soggettività” (Sch.). Lo so, ci vuole coraggio ad ammettere qualcosa al di sopra di noi e a farsi un po’ trasportare dal mistero e dalle “meccaniche divine” dopo aver sofferto. E’ che penso ci sia anche dell’altro al mondo, forse dovresti volerti bene, fare uno sforzo e darti un’altra occasione, con le riserve come scudo se proprio vuoi. Non ti manca amare senza timore? (non è polemica, è solo una domanda)
Quello che posso dirti io, nel mio piccolo, è che darei la vita per il mio ragazzo. L’ho capito una sera di qualche anno fa, l’ho accompagnato al pronto soccorso e lo sentivo urlare dal dolore nell’ambulatorio di fronte alla sala d’aspetto. Lì ho appurato che pur di non sentirlo così avrei accettato di essere al suo posto. Potrei mai smettere di voler bene ad una persona a cui donerei la vita? Anche se per un buon motivo che adesso nemmeno concepisco le nostre strade si dovessero dividere, credi davvero che riuscirei a strapparmelo dal cuore? Lo saprò solo alla fine del mio percorso su questa terra, o forse oltre se l’oltre c’è, chissà, ma ho un gran presentimento che mi sarebbe impossibile anche volendolo.
Mi chiedi “a te sembra giusto che un uomo punti tutto sulla speranza che la propria donna non lo tradisca?” Ma come, non mi avevi detto tu che “magari l’uomo tradisce ma non lascia”?! Qui non torna.. Vuoi dire che lui in un certo senso sarebbe giustificato e lei no? Questo non sarebbe equo, non pensi? …”che un giorno lo pianti di punto in bianco senza alcuna volontà o disponibilità a rivedere la sua decisione”. Riguardo la seconda parte ti ho già indirettamente detto cosa penso. Credo che comunque molto dipenda dall’educazione ricevuta e dal carattere. Se sei una persona minimamente empatica e hai un po’ di sensibilità umana, certi comportamenti non ci riesci ad adottarli, non seriamente, tanto più non con chi hai condiviso qualcosa di importante. Da parte tua, la “speranza” forse dovrebbe tradursi in “fiducia”, conoscendo bene chi hai di fronte…(ops,mi spiace,finito)