Buongiorno,
Con la presente segnalo la questione in oggetto.
All’inizio dell’emergenza coronavirus, una settimana dopo l’ufficializzazione del “paziente uno” di Codogno e conseguente istituzione della prima “zona rossa” comprendente dieci comuni in prossimità di Lodi, all’Ospedale Maggiore di tale città affluiva un sempre maggior numero di pazienti “sospetti”, molti dei quali provenivano dalla stessa città di Lodi.
Eppure tale afflusso è stato reso noto soltanto una settimana dopo, grazie ad una pubblicazione di FanPage che documentava ben 59 ricoveri presso l’ospedale lodigiano, tutti nello spazio di una notte. E non tutti provenienti dalla “zona rossa” già istituita una settimana prima…
A tutt’oggi non si conoscono con esattezza i numeri del contagio (positivi, guariti, deceduti) di Lodi città.
In compenso, è stato imposto a Google di “silenziare” i siti di news indipendenti e di lasciare spazio alle cosiddette “fonti ufficiali”.
E Lodi città non è stata inclusa nella “zona rossa”. La sindaca di Lodi si è anzi premurata in tutti i modi di soffocare non rendere noti i dati, così come molte aziende del lodigiano.
Allo stesso modo, e probabilmente a causa delle stesse indebite ingerenze, Bergamo non è stata isolata. Erano già pronte le pattuglie delle Forze dell’Ordine per bloccare le strade,e sia i sindaci sia i cittadini (e gli stessi giornalisti) consideravano imminente l’isolamento.
Ma tale isolamento non c’è stato.
Chiedo sia fatta luce sulle ingerenze indebite e i patti scellerati dei vari centri di potere economici che hanno condannato a morte l’intera Lombardia e, mi vien da aggiungere, l’Italia. Perchè se davvero i focolai fossero stati circoscritti per intero e tempestivamente, credo che si sarebbero risparmiati i mesti cortei delle bare portate fuori città dai camion militari.
Personalmente, avrei gran desiderio di contattare la Procura della Repubblica per denunciare i nostri politici, il dottor Boccia di ConfIndustria e il dottor Persico, imprenditore della val Seriana.
Grazie per l’attenzione.