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Un mal di vivere

di Castigliano
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 30 Luglio 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 38 commenti

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  1. 31
    Lattemiele -

    ciao mi sono ritrovata molto nel commento di patrizia.. ma forse siamo tutti un po’ sensibili è solo che a volte è difficile ammetterlo (parlo per me) e anche parlarne

  2. 32
    rossana -

    un suggerimento che tutti possono attuare: programmate una vacanza di un paio di settimane in un paese molto più povero del nostro (africa, brasile, india, ecc…), non per andare semplicemente a godervi il mare e il sole in hotel di buona levatura ma soprattutto per dare un’occhiata a come vive molta gente, a cui la nostra cosiddetta “civiltà” ha portato via tutto il meglio che le loro terre potevano dare, lasciando i nativi nella più totale perenne indigenza.

    cercate di immergervi per quanto vi è possibile nella loro vita reale: è una cura choc che può esservi molto utile. da queste esperienze, se si hanno occhi per vedere e cuore per sentire, si torna di solito cambiati, per sempre!

    non che tutto sia risolto ma lo stato d’animo di base può facilmente migliorare…

  3. 33
    luna -

    Rossana, sull’immergersi in un’altra realta’ concordo (e non serve a volte manco andare cosi’ lontano per vedere realta’ altre… Fermo restando che se uno ha davvero una depressione il problema, purtroppo, c’entra relativamente con il relativizzare). Sul fatto che tutti possano fare due settimane in luoghi lontani avrei qualche forte dubbio :S anche una gita al supermercato o in auto mangiando un panino con la frittata per alcuni oggi e’ molto. Concordo, a parte il “tutti”, che pero’, oltre ad andare a vedere davvero cosa dice un disagio, cambiare aria e arieggiare puo’ essere utile di per se’ a capire perche’ magari si sta.facendo una vita.che pare una galera.in assenza di problemi contingenti, concreti. L’ansia ci parla.

  4. 34
    luna -

    MARCO, il malessere ‘invisibile’, ansia, panico, fobia sociale ecc, fa molta paura perche’ disorienta nel suo essere estremamente presente ed invasivo e al contempo non con le fattezze concrete di un problema “visibile”. Attiva tutta una serie di risposte, anche in modo estremo, ma come se non si riuscisse ad afferrare quale sia la vera… domanda. la differenza tra il lamentarsi senza avere veri problemi ed un disagio di quel tipo e’ che quello e’ il problema. se una persona e’ di cattivo umore o abbacchiata o stressata ed esagera le sue problematiche quotidiane se incontra qualcuno che sta peggio “relativizza” e idem se va a fare volontariato. se ha un certo tipo di malessere non relativizza ma assorbe. e si sente ancora piu’ spaesato e in colpa perche’ pur non avendo problemi “reali” di enorme entita’ sta malissimo e si sente inadeguato e “tremante”. L’ansia and co hanno una loro caratteristica implosiva ed “egocentrica”, e’ vero. Ma anche.perche’ caratterizzate da una serie di sensazioni di “dissociazione” da se stessi e dal circostante. Ristabilire il contatto con se’ e la vita in genere e’ centrale. Convergere le energie in circolo vizioso in qualcosa di “costruttivo”. Vero e’ pero’ che l’ansioso o fobico non ci fa. ci e’. nel senso che sta male davvero. non gli fa bene non prendere in considerazione i segnali che il suo “sistema” gli invia, ne’ pero’ gli fa bene rinchiudersi in un “evitamento” che gli causa un senso di inadeguatezza peggiore. affrontare i segnali nel modo corretto e “riuscire a tradurli” fa invece una grande differenza. perche’allora una “crisi” puo’essere qualcosa che apre anziche’ chiudere

  5. 35
    sofia -

    piango leggendo i vostri commenti, perché se anche non vi conosco mi sento vicinissima a voi. Sono giovane, ho solo 18 anni e convivo con questo dolore da qualche anno. Sembrerà assurdo che una ragazza così giovane possa sentirsi in questo modo, ma questa è la situazione. Sono sola e circondata da persone che non sono in grado di capire, persone troppo occupate dalla loro vita frenetica per avere quel briciolo di sensibilità per mettersi in quella posizione di ascolto che a volte può bastare, non si può chiedere una soluzione a figure non competenti. Siamo fin troppo pieni di sensibilità, talmente pieni da non farcela più. Le persone, anche quelle più vicine, sono talmente superficiali che si fermano all’ apparenza, etichettandoti come la strana, la timida.. Noi vediamo più in profondità, vediamo cose che gli altri non vedono, siamo speciali. Ma tutto questo porta le sue conseguenze, porta inquietudine e depressione. Vorrei tanto, davvero tanto uscirne, riuscendo a incanalare questa sofferenza per ottenere qualcosa di positivo, ma non so come. Per ora l’unica consolazione sono i libri, che mi portano in altre vite, dimenticando per un breve lasso di tempo la mia.

  6. 36
    rossana -

    Cara Sofia,
    mi dispiace molto che ti senta così. a me è successo all’età di 16 anni, quindi vorrei sperare che, anche per te, si tratti di un passaggio transitorio, sempre complesso, dall’adolescenza all’età più matura.

    è vero che alcune persone sono più sensibili e più vulnerabili di altre ma, secondo me, non ci si deve concentrare troppo su questo concetto. molto dipende anche dal carattere e dall’impegno che si pone per trovare il proprio equilibrio.

    il solo suggerimento che mi sento di darti è di amare te stessa, per quella che sei, e di cercare in te la forza necessaria per affrontare la vita e il mondo. se non ti riesce da sola, l’ideale sarebbe il confronto con una persona fidata che ti possa “accogliere” ma anche, se credi, la prosecuzione di un dialogo qui, con chi si trova nelle tue stesse condizioni psicologiche e ti può quindi capire.

    non ti perdere d’animo: alcune conquiste possono essere difficili ma mai del tutto impossibili…

  7. 37
    Sonia -

    anche io mi sento così da sempre,se mi venisse una brutta malattia non mi curerei,sono stufa di vivere

  8. 38
    rossana -

    Sonia,
    a volte è più che legittimo pensare che, se ti venisse una “brutta malattia” non ti cureresti. in realtà, però, se questo succedesse davvero in molti casi la sorpresa infausta servirebbe paradossalmente a darti un’idea più concreta del valore della salute.

    non so cosa ti affligge ma so che non tutto si può superare. a volte una manciata di medicine per l’umore può essere di grande aiuto ma personalmente credo di più a una ricerca d’equilibrio, basata sull’età e sulle condizioni famigliari e ambientali. se ti va di farlo, sfogati un po’ qui: parlare o scrivere di quanto fa male spesso dà sollievo momentaneo e un minimo di spinta per riassestare i propri vissuti.

    un abbraccio.

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