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Lettera pubblicata il 11 Dicembre 2012. L'autore, sissina, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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aaaahhh va beh kombo, non sei impegnato allora OK. Non sei nemmeno padre, doppiamente OK.
Confermo, per averlo vissuto sulla mia pelle, che è come dici tu, ovvero il matrimonio per i figli supera anche eventuali tradimenti. Certo è che una cosa è “l’incidente”, un’altra è trovarsi in casa una persona che la penserebbe come te ovvero “è malsano reprimere l’eros, ma ti faccio fesso per il tuo bene” ovvero corna come un cesto di lumache. L’eccezione alla regola si perdona, la filosofia di vita deve essere però quella della fedeltà promessa.
E ti assicuro che ritrovarsi sposato e cornuto spazza via tutte le illusioni del porto sicuro e delle certezze. Ed è lì che si vede chi fa la scelta facile (“allora anche io”, “non mi reprimo più”) e chi fa la scelta difficile non di comodo (“ripartiamo per il bene nostro e del figlio”). Di certo aggiungere tradimenti ai tradimenti non è la scelta difficile.
@Nadir:
Ecco, la panzanella ti consiglio di mangiartela. Le panzane, invece, puoi anche smettere di dirle. E sul castrarti… bè quelli sono affari tuoi (just for fun ;))
@colam’s:
“se hai giurato di essere fedele, allora NON puoi tradire! punto! al massimo chiedi il divorzio. hai fatto una libera scelta etica, giuridica ed eventualmente religiosa. NON PUOI RIPENSARCI e poi fare quello che vuoi!”
La fai troppo semplice. Non puoi trattare i rapporti umani con la stessa logica con cui fai un acquisto o una transazione immobiliare. Semplicemente le cose stanno diversamente: lo dimostra, come dici tu stesso, che c’è un divorzio ogni tre minuti.
@passante:
“ti sei appena confutato da solo, complimenti
non è che ti sposi accettandone le responsabilità, i doveri e le regole e poi due giorni dopo ti fai la collega…”
Credo che tu non abbia capito quello che ho detto. Se rileggi attentamente non noterai alcuna contraddizione nelle mie parole.
“autogol numero ?
tu suggerivi di tradire e mentire addirittura in un contesto di matrimonio, dunque di manipolare, è questo un buon suggerimento?
al di là delle implicazioni appunto morali, religiose, legali…”
Ho appunto detto che il matrimonio solleva solo in apparenza il problema dell’etica. Ti invito anche qui a rileggere quello che ho detto perché non c’è alcuna contraddizione.
Ragazzi, se questo è quello in cui credete, e se pensate che sia la strada giusta e migliore per voi, non ho nulla in contrario. Io ho altre idee, come ho detto anche prima possiamo discutere giornate intere, io non convincerò voi e voi non convincerete me. Pur non condividendolo, rispetto il vostro punto di vista e vi auguro di trovare quello che cercate.
Sissina,
per me, qualsiasi sia il problema da affrontare, è importante partire sempre da se stessi. quindi, ti pongo alcune domande, a cui non sei tenuta a rispondere pubblicamente:
1) c’è mai stata passione nel rapporto con tuo marito? se sì, è evidente che si è spenta, altrimenti mai avresti notato neppure il più avvenente degli adoni… cosa hai fatto (se l’hai fatto) per ravvivarla? oppure, perchè ti sei imbarcata in un’avventura che non aveva a priori una completezza che potesse permettere di prevedere una durata nel tempo?
2) sei stata in qualche modo forzata ad assumere un legame ufficializzato con quest’uomo (magari da una gravidanza imprevista)? se no, perchè ti riproponi di non mantener fede agli impegni volontariamente assunti?
3) sei consapevole di avere un figlio, che ha diritto ad avere una famiglia possibilmente unita? se tu fossi infelice nella tua vita di coppia, ci potrebbe anche stare una temporanea evasione ma non mi sembra questo il caso. quindi, perchè inquinare qualcosa di positivo e di “pulito” soltanto per soddisfare un proprio bisogno più fisico che emotivo (se così è)? se invece entrasse in gioco anche la componente affettiva, peggio che andar di notte!!!
a mio avviso, hai due possibilità:
a) essere fedele alla persona che hai scelto, con tutti i pro e i contro che questo comporta, magari anche solo per amore di tuo figlio;
b) rischiare di mandare tutto all’aria, informando tuo marito che sei attratta da un altro uomo. in questo caso non mi sembra positiva la menzogna a seguito di tradimento per evitare sofferenze a chi, a quanto se ne sa, non le merita. nel decalogo religioso non è contemplato il “mentire”, che invece ha grande importanza in un rapporto. nel tuo caso significherebbe ingannare, che non mi sembra per niente onesto.
piccola onsiderazione in chiusura: la morale non è, secondo me, basata sulla sola scelta consapevole fra bene e male ma bensì anche orientata al miglior riscontro per chi la pratica. se deciderai di non cedere al tuo impulso, questo si ripercuoterà in un bene per te, evitando di mettere in pericolo quanto finora costruito o di essere poi tormentata da rimorsi (pace e serenità con se stessi nel tempo non sono cose di poco conto – secondo me valgono più del momentaneo sfizio di un amplesso!).
@ Kombo
Continuo a pensare che riguardo al singolo caso, al tuo consiglio per Sissina, non e’ questione di idee diverse o punti di vista inconciliabili ma semplicemente di un pessimo consiglio facilmente smontabile (manipolazione etc. etc….)
D’altro canto l’autrice stessa non e’ mai piu intervenuta quindi mi verrebbe da dire: utilita nel prolungarsi a discuterne e’ vicina allo zero…
A questo punto, sul resto sottoscrivendo il tuo ultimo passaggio, mi concedo e ti auguro anch’io buona continuazione.
Ciao Nadir
Kombo,
le tue idee di fondo in linea di massima non mi dispiacciono affatto, anche se a tratti un po’ “crude”. la sola su cui non concordo è mentire e ingannare. nei limiti di quanto umanamente possibile, a mio avviso sarebbe bene evitarlo.
un rapporto di coppia si può basare essenzialmente su tre linee guida:
1) monogamia, scelta ed accettata da entrambi, da rispettare nel tempo;
2) coppia aperta e libertà totale, con condivisione o meno di particolari;
3) tentativo serio di fare un cammino insieme basandosi sulla sincerità e sulla lealtà, informandosi cioè a vicenda dell’evoluzione che per ognuno dei due può avere la relazione (è quello che a suo tempo ho scelto per il mio matrimonio molti anni fa, anche se non è stato sufficiente a preservarlo dal fallimento…).
in ogni caso, sarebbero opportuni patti chiari, da rispettarsi nel tempo. sempre che non subentri un’idea di famiglia, che dovrebbe consolidarsi in seguito a un buon periodo di collaudo a due e che probabilmente dovrebbe basarsi su altre regole, come ad esempio, quella dell’impegno di restare uniti, tradimenti o meno, per minimo i primi 5-6 anni del figlio o dei figli…
si kombo…invece di argomentare ragionevolmente e spiegare meglio quello che gli altri presumibilmente non son riusciti a leggere o a cogliere correttamente manipoli le risposte a tuo piacimento, affermi che non c`è nessuna contradizione (quando sono grosse come elefanti) e che comunque non c’è da discutere perché nessuno convincerà nessuno.
ok, in effetti visto i consigli che davi, non c’è da meravigliarsi…buona continuazione e auguri!
Kombo, ognuno la vede e se la vive come crede, le nostre posizioni sono inconciliabili in particolare sulla questione menzogna. Perché appunto si tratta di etica veramente base.
Quando si tratta di relazioni comunque, anche se trovassi una che la pensa esattamente come te, credo, non avresti sotto controllo completo una situazione quanto non ce l’ha sotto controllo completo chi si sposa o sceglie un rapporto monogamico. La tua idea di poter tenere sotto controllo la tua vita in relazione alla vita con gli altri solo in base alle tue idee mi sembra altrettanto illusoria di quanto tu possa vedere illusoria l’idea di chi tenta almeno di avere una vita di relazione secondo altri suoi parametri.
Ciò perché le relazioni umane sono sempre dinamiche. Le tue teorie benissimo possono applicarsi per te solo, e finché ti confronti con te stesso e basta pure parlando di una relazione, ma in modo astratto. Già nel momento in cui hai una storia da, come dicono alcuni, amici di mutanda già là non è proprio così semplice, perché persino lì scatta comunque un’etica, a volte almeno in uno dei due, o uno dei due la richiede… ma se si parla di relazionarsi con questioni sentimentali di mezzo la faccenda si complica… e si complicherebbe tanto più se tu e la tua compagna totalmente d’accordo con te aveste un figlio.
Si complicherebbe perché, a meno di non essere un padre totalmente assente, menefreghista ed egoista, comunque il tuo discorso per cui non ci deve castrare in nulla, verrebbe a cadere, anche per questioni meramente logistiche e organizzative, emotive a parte.
Perchè se tuo figlio avesse il morbillo forse ad una sco...., in quella precisa settimana, dovresti rinunciare.
Certo, forse tu e la tua compagna riuscireste ad organizzare un’agenda per cui sia lei che tu uscite a prendere aria con i vostri altri partner occasionali o meno, però anche tu dovresti comunque venire a patti con il fatto che alle volte devi stare a casa tu con tuo figlio mentre lei va a farsi i casi suoi. O forse anche la tua illuminatissima compagna potrebbe scocciarsi se, nei primi mesi di vita del figlio, in cui è difficile che lei possa andare a non castrarsi le vitamine, tu fossi in giro a farti i cavoli tuoi esattamente come prima.
Ciò partendo dal tuo modello ideale di relazione, per te assolutamente applicabile con la soddisfazione totale, patti chiari e amicizia lunga, da entrambe le parti e sempre e comunque, in qualsiasi stagione e con qualsiasi variabile, perché basta mettersi d’accordo prima.
Detto ciò, fermo restando che puoi pensarla come ti pare, e avere anche le tue illusioni come ciascuno ha le proprie, mi pare però che tu faccia comunque un po’ di confusione tra dipendenza emotiva e il fatto che due persone possano avere piacere di stare insieme. Tra il costruire una serenità fatta di cose, intorno, che comunque ti somigliano e che quindi ti soddisfano, e il mero e più becero (a tuo avviso parrebbe) bisogno dipendente di sicurezze. Tra un qualcosa che
che tu vedi esclusivamente come un faticosissimo dovere e che alcune persone invece sono comunque contente di vivere.
Io questo concetto della fedeltà come una specie di tortura quotidiana per cui ti svegli ogni mattina dovendo ripeterti “sarò fedele, sarò fedele, devo essere fedele, devo per forza, ma sono stoico e ce la farò” e lo fai per tutto il giorno per tutti i giorni la capisco, francamente, poco. Non metto in dubbio che ci sia gente che se la vive così, ma non ha nessun obbligo di legare la sua vita a qualcuno, a meno che non ne senta l’esigenza lui o lei. Non credo che ci sia qualcuno che lo insegue obbligandolo a fidanzarsi o sposarsi. A me non mi ha mai obbligato nessuno, nè io ho mai obbligato nessuno ad avere una relazione con me di un certo tipo.
Se una persona sente l’esigenza sua di avere un rapporto monogamico mi domando perché poi sta lì a dare la colpa al partner di averlo incastrato o di pretendere la fedeltà. E parla come se lo avessero arruolato nella legione straniera a camminare scalzo nel deserto senza acqua nè cibo e senza chiedergli il permesso e mentre era in stato di incoscienza.
E nel momento in cui si trova ad un bivio non è colpa del partner che lo ha messo su una strada che non si sente più di percorrere, ma si confronta con i suoi perché, le sue priorità, le sue scale di valori, ove per valori non intendo la morale. L’etica sì, ma anche la consapevolezza dei propri sentimenti e il rispetto che ha per la sua persona, e la consapevolezza del momento che sta vivendo e cosa sta realmente cercando. Perché, cheché tu ne dica, c’è un sacco di gente che poi piange lacrime di coccodrillo e dice che per una sco.... di cinque minuti, o un fuoco di paglia, non valeva la pena di buttare per aria la sua vita. Ma la sua vita è finita per aria non per la sco.... di cinque minuti, ma per il rispetto, l’etica e tutta una serie di cose, di equilibri e dinamiche emotive, sostanziali e non formali, nel momento in cui ci sono di mezzo i sentimenti, non semplicemente un contratto.
Per quanto riguarda ciò che dice Cogito sul fatto che una studiata non può essere una donna amorevole e capace di tenere una casa non commento neppure…
Però mi domando in quale Italia sta vivendo, se vive in Italia, descrivendo maree di donne che passano il tempo dall’estetista, in vacanza e a fare shopping quando molte coppie e famiglie vivono semmai l’angoscia di arrivare a fine settimana, neanche a fine mese. A parte che non si capisce che male ci sia ad andare dall’estetista, perché lo shopping debba essere per forza una cosa negativa o straconsumistica (dipende cosa vai a comprare) e il prendersi qualche giorno di vacanza per vedere qualche bel posto. Perché il punto non sta in queste cose (di cui si può fare a meno, e ne so qualcosa, come penso che non è questo certo ciò che considero grave e un problema. Grave e/o triste o preoccupante è ben altro…), ma che di per sè non sono demoni. E di sicuro neanche lo studio o il lavoro lo sono di per sè