Amare l’umanità non è una gran fatica: faticoso è amare l’uomo della porta accanto. Io amo l’umanità… È la gente che non sopporto!
Sulla tratta aerea Milano-Brindisi, il passeggero che ha viaggiato accanto a me (forse un americano) ha lasciato una rivista di fumetti in inglese, letta per tutta la tratta del suo viaggio. La sfoglio un po’ incuriosito e trovo queste due frasi convergenti, anche se in pagine diverse. Entrambe sono dette da due personaggi delle strisce, cari anche a chi non legge questo genere di riviste: la prima è di Mafalda, creatura impertinente ma divertente del disegnatore argentino Quino, e la seconda è del delizioso Linus, il bambino creato dallo statunitense Charles Schulz, morto nel 2000.
Quello che i piccoli ci insegnano è una verità sacrosanta. Abbiamo tutti incontrato nella vita persone che si riempiono la bocca di impegno civile, di diritti dei popoli violati, di giustizia sociale e poi sono irascibili e feroci col vicino di casa. Si dice che Cesare Beccaria, il grande alfiere contro la pena di morte, fosse implacabile coi suoi domestici, al punto tale da aver trascinato in processo e in carcere un servo che gli aveva sottratto, a suo dire, una posata. Ciascuno di noi, comunque, deve riconoscere che è facile fare dichiarazioni di principio, insegnare la giustizia e l’amore, essere assertori di magnanimità ma quando si ha un piccolo screzio col vicino di casa o un dissapore con un parente, ecco subito che ci si trasforma in tutori inflessibili e feroci delle proprie ragioni. I miserabili del mondo possono essere amati, ma chinarsi sul poveraccio che trovi per strada è ben più arduo, come ci ha insegnato Gesù nella parabola del sacerdote e del buon samaritano.
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