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Lettera pubblicata il 24 Settembre 2007. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore chillido44.
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a quel punto la serenità è quasi d’obbligo.
Alle volte quando anche gli altri ci rompono troppo le balle noi vorremmo solo “svenire”.
In qualche modo a quel punto io svengo.
Ma nel senso che non posso che passare giornate intere su una sdraio, in giardino, a leggere libri. Cosa che, peraltro, adoro.
D’altra parte non è che posso mettermi a fare la maratona di newyork.
Lavoro anche. Vedo gente, racconto barzellette, esco, camminando a uno all’ora. Ma tutto il mio mondo si deve adeguare al fatto che semplicemente mi DEVO riposare.
DEVO.
Ragazzi, devo.
E in quel “mi devo riposare” mi coccolo anche di serenità.
Cambiano le possibilità e le priorità.
Cara Ema, sai già cosa penso del suo bisogno di verbalizzarti il suo punto della situazione mano a mano che si evolve dentro di lui.
Le cose che dice peraltro per lui sono importantissime nel quadro, e come dargli torto su diverse cose che dice, importanti per lui, in questa fase di elaborazione dati emotivi-pratico-sociali?
Intendo dire: molte, giuste o sbagliate che siano, certo non fanno emotivamente una grinza.
Il fatto è che lui verbalizza un sacco di cose che ha bisogno di verbalizzarsi, che a te in parte interessano (a che punto sta?) e in parte invece non vorresti ascoltare (lei è così, lei è colì, lei soffrirà…).
Forse lui sta verbalizzando troppo e tu ascoltando troppo.
Troppo non nel senso che ci sia una misura “giusta”, ma nel senso che a te interessa sapere come sta, ok, interessa sapere se c’è una risposta, in un verso o nell’altro, ti interessano anche i moti del suo animo, ma al contempo questa telecronaca minuto per minuto probabilmente ti stressa pure. Perché quella telecronaca è anche un dialogo che lui fa tra sè e sè. E di cui ti basterebbe un ben più stringato riassunto.
Per il resto, per la conclusione del tuo post: 🙂 🙂 🙂
yes, direi che questa è la strada.
Baci baci 😀
ciao Ema, ciao a tutte. Non riesco a ‘esserci’ di più in questo periodo. Sono così contenta che Ema si ‘sfoghi’ e scriva cose che dimostrano come stia ‘camminando’!!
Io trovo importantissimo quello che dice Luna, del fisico che ad un certo punto ‘ci obbliga’ a prenderci cura di noi, come se ci dicesse “visto che non ci pensi tu, a curarti di te ‘dentro’,ci penso io”. In 56 anni, l’ho visto accadere non so quante volte. In modo leggero, con le influenze, o con malattie più serie, ci confrontiamo con la vulnerabilità fisica che, stranamente, proprio assumendo importanza di primo piano riesce a ‘metterci sotto il naso’ la necessità di occuparci del nostro ‘io’o, se le cose sono avanzate, di tirarci fuori da qualcosa che ci sta opprimendo. La medicina ormai sa bene quanto artrosi, diabete, coliti ecc.ecc siano spessissimo il risultato fisico di situazioni opprimenti. Ho un’amica che si adattava a venir trattata come un cane da marito e figli: lei non si sarebbe mai separata,ma ci ha pensato il diabete.Insofferenti di lei che ‘non funzionava più come prima’, anzi li disturbava con le analisi e iniezioni di insulina, sono stati marito e figli a buttarla fuori casa e a rompere con lei. Lei si disperava, ma l’amicizia (non solo la mia) è servita a farle trovare consapevolezza di sè e significato di vita. Non voglio forzare nessuno a credere nel soprannaturale, ma ho visto accadere incidenti che hanno ribaltato le dinamiche di intere famiglie.
Ho anche visto cose tragiche, persino la morte, quando meccanismi erano troppo malati (ovviamente NON dico che le cose tragiche avvengano solo in questi casi! dico che QUANDO avvengono in situazioni psicologicamente ‘malate’ possono essere un’occasione o, addirittura, una soluzione)
Una mia cara amica mi ha lasciato di sasso: ha perso entrambe le gambe. Interventi, farmaci, fisioterapia, calvario di protesi e disturbi collaterali…dinamiche familiari saltate. Dopo un paio d’anni,mi dice: “Sai? non rinuncerei a questa cosa.Prima
vivevo in un inferno e non lo sapevo:non avrei mai accettato di ammetterlo anche se stavo male.Ora l’inferno è svanito nel nulla. A 50 anni mi trovo circondata da persone che mi vogliono bene e, incredibilmete, sto facendo del bene a molte persone”. C’è stata una sua scelta,certo: avrebbe potuto disperarsi, come farebbero molti. Ma lei ha saputo cogliere l’occasione.
Ema:@in base al mio desiderio deciderò se voltarmi…forse no o forse sì…chissà…@
Io penso Ema, che costruirci significhi anche riconoscere TUTTI i nostri desideri e imparare a scegliere tra quelli contrastanti. Andare o restare, tagliare o pazientare, chiudere la comunicazione o ascoltare… che cosa è bene, per te?
Spesso il ‘maschio’ lascia che sua moglie maturi, e con lei il suo amore, finendo a non sapere come ‘starle dietro’: immaturo, incapace di decidere (ma deciderebbe, se nessuno lo mettesse di fronte alla scelta, oppure si godrebbe moglie e amante/i come da millenni ha fatto?), risolve di fare, lui, la vittima-che-soffre-perché-la-farà-soffrire.
Nel mio caso, è emerso il non-amore, la chiusura nello schema ‘famiglia indissolubile’ e nel ruolo di marito con la negazione della persona fino al disprezzo e alla pretesa dell’accettazione della condanna alla separazione in casa ormai già decennale.La mia totale assenza è stata più forte della presenza,la scelta primaria era: è o non è un matrimonio? ha ancora dei numeri? ed io ero di troppo.
Questo era il mio caso e non dico che un matrimonio debba per forza essere salvato, se da una parte c’è amore ma non ‘funziona’ più: dico che la scelta è meglio se la carichi chi la fa, senza che sms-puntello e telefonate-zattera forniscano leve e giustificazioni…
FL53: quando ci sei ci sei talmente, tesora… 😉
Bellissimo il tuo post, che condivido in toto.
E anche questo, assolutamente:
@dico che la scelta è meglio se la carichi chi la fa, senza che sms-puntello e telefonate-zattera forniscano leve e giustificazioni…
Questi anni, per me, sono stati di un’intensità pazzesca.
Non si nasce “imparati” e c’è sempre da imparare, ma sono contenta di quello che ho imparato, anche se il pretesto non è certo dei migliori.
Ma spesso quando mi chiedo cosa penserei oggi, come guarderei la vita se non ci fossero le puntate precedenti, mi rendo conto anche che quello che è successo mi ha dato cose, strumenti, e anche esperienze che altrimenti non avrei avuto. O che non avrei riconosciuto allo stesso modo.
Ci sono stati momenti di una pesantezza assoluta, totale, ma per contro ho provato cosa sia la leggerezza. E quanto vale. Se prima lo sapevo ad istinto, ora lo so anche di testa. Riconosco pesantezza e leggerezza.
Ci sono anche cose in via di assestamento, domande che mi sono dovuta fare e che, altrimenti, non mi sarei mai fatta.
Sono sempre stata uno spirito “libero” per molti versi, nel senso che c’è una frase di Rousseau che dice:
“non cercai di fare uguale agli altri, nè diversamente”, e credo che questa frase mi somigli un po’ da sempre.
Ma mi cullavo anch’io di certe certezze che in realtà non erano certezze. Erano, forse, luoghi comuni.
A volte quando esprimo quel concetto che hai espresso tu, Fl53, sulle zattere, e sulle scelte, mi rendo conto che forse non riesco a spiegarmi o a farmi capire.
Ieri una mia amica, esasperata da certi atteggiamenti, reiterati, di una sua amica a cui peraltro vuole molto bene, ma che ha un atteggiamento anche manipolatorio nei confronti della realtà (sottile, ma fastidioso e problematico), all’ennesima scaturisce.
Stavolta non ci sta, e dopo anni che dice “sì, lei è così, ma io riesco a farmi scivolare la cosa addosso, sono la sola che riesce a mediare e a non farsi problemi quando
lei fa così” all’ennesima, che da fuori sembra veramente un’inezia, si incazza. Per la 1a volta.
Io assisto al salire della marea, da parte sua e di un’altra ragazza, anche lei amica della manip.
La ragazza manipolatrice la conosco meno, per me la sua compagnia è sempre stata meno assidua e cmq piacevole. Con me certi atteggiamenti non li ha mai avuti, ma c’è da dire anche che per lei io non sono “centrale” x “confermarla”, loro 2 sì. E cmq, probabilmente, a istinto ha capito che con me non “avrebbe attaccato”. A far scattare la miccia è un sms. Io sono al mare, relax, arrivano le altre due, relax, e hanno invitato anche l’altra. Tutto tranq finché l’altra risponde con un sms che apparentemente non dice niente di particolare, anche se dice che non sapeva niente del mare. Neanche noi, il nostro è stato un incontro spontaneo, non siamo neanche arrivate insieme. loro sostengono che dietro a quel sms c’è un sottotesto, e che quel sms contiene in realtà incazzo, ricatto morale e ripicca. H, se io non sapessi come funzionano queste dinamiche, potrei dire: “qste qui stanno esagerando e son fuori di capoccia”. Ma nello stesso tempo mentre in ql sms io non vedo qllo che vedono loro so che se loro ci vedono un sottotesto c’è. Come c’è il loro bisogno, probabilmente più alto, di serenità, per cui qllo che era sopportabile non lo è più.
Mi faccio i fatti miei, in senso buono, perché sono fatti loro. Non butto benzina non butto acqua. Però dico: lei non è qui, e voi siete a disagio da due giorni, indipendentemente che il sottotesto ci sia o no. E’ questa è realtà.
Qd una delle due manifesta il suo disagio alla “manipolatrice” poi, anche se tot finisce bene, si sente in colpa. E mi ripete: magari le servirà.
Ma si sposta sulla “didattica” mentre in realtà ha fatto una cosa molto sana e naturale. Ha detto: io sono stufa di darti la zattera, le leve. Non ci sto. Ma poiché ha scelto sino ad oggi di darle, di farle da “madre”, non riesce a dirsi facilmente “oggi ho scelto divers
Ciao ragazze, ero sparita per un po’ per diverse cose da sbrigare, ma sono di nuovo qui…tutte voi che fine avete fatto?
Che mi raccontate di bello?
Le mie ferie sono finite, ho ripreso ieri il lavoro ma la mia voglia è sempre zero!
Le ferie non sono state un granchè, tra l’incidente e la casa non ho fatto neppure 1gg di mare, eppure ce l’ho sotto casa, e non ho fatto neppure nient’altro di interessante…insomma avrei bisogno di ricominciarle adesso!
La mia situazione è…bo forse un po’ migliorata? Non so…diciamo che in questi giorni sono stata abbastanza bene, mi sono distratta parecchio, ho avuto da fare per il trasloco che devo ancora finire di completare e diciamo che ho messo un po’ da parte gli altri pensieri… per entrare nei particolari, sono 10 giorni che non lo sento e nel frattempo è anche via con lei e degli amici…gli ho detto che non volevo più sentirlo nè vederlo perchè così stavo solo male e lui ha detto di rispettare la mia decisione che sarebbe servita anche a lui…ieri ho trovato una sua chiamata e 2 messaggi ma io dormivo già e non ho risposto, nè ieri nè oggi… Dice di aver capito e di star ancora capendo tanto, dice di star male e sentirsi solo nonostante sia con lei e con gli altri, la sua testa non è dove sono le sue gambe e se ne sta rendendo conto sempre di più…si scusa infinitamente per avermi fatto soffrire ma solo così sarebbe riuscito a capire qual’è la sua giusta strada e sa che ora sarà lui a soffrire perchè sta arrivando da me troppo tardi.
Non gli rispondo, non so che dire…beh certo, vorrei dirgli tante cose, ma lo farò solo se e nel momento in cui arriverà da me PER RESTARE…a quel punto sarò disposta a lottare contro tutto e tutti per essere felice con lui, ma dovremo essere in due a volerlo, io e lui, senza più dubbi e paure.
Fino a quel momento (e non so se quel momento arriverà mai) continuo la mia strada che anche grazie a voi sono riuscita ad iniziare a percorrere…GRAZIE RAGAZZE…a presto!
EMA: ciao cara 😀 😀 😀
a chi lo dici… intendo, sul fatto che sia già settembre :=
pare incredibile anche a me, e vorrei che fosse giugno 😉
neanch’io sono riuscita ad andare tanto al mare, come piace a me, e spero che il bel tempo duri ancora un po’ per poter aprofittare!
ti sento bene, molto meglio, e sono contenta. certo, ho capito che non hai la bacchetta magica, ma mi pare proprio che tu sia sulla strada buona per stare bene 🙂
intanto con te, che si non sbaglia mai in ciò, e poi con chi camminerà vicino a te.
questo in linea generale.
per quanto riguarda lui, lui si sta ancora schiarendo le idee?
bene, che lo faccia pure in autonomia, facendosi le sue domande e dandosi le sue risposte, senza che tu ti carichi di questo botta e risposta, ancora confuso al momento, in lavoro, come se tu ascoltassi la telecronaca minuto per minuto in cui la palla è ora in un campo e ora in un altro, e perché ci va e come, e se l’arbitro interno fischia e se la palla invade la platea.
come invece accadeva prima, la telecronaca, cosa che ti stressava moltissimo.
A te in fondo interessa il risultato di questo suo match interno, non la telecronaca, che ti puoi serenamente risparmiare 🙂
intanto vivi, che non sbagli, e prenditi cura di te.
concordo perfettamente con la chiusura del tuo post.
Un abbraccione 😀
ciao, a tutti, care donne, perchè vi sentite attratte dagli uomini sposati?
Beh, adesso è finita anche per me.
Io vado all’università a 400 km da qui, ho aspettato e sperato fino all’ultimo che decidesse e che decidesse di stare con me, però niente. Sembra che adesso non prenda neanche più in considerazione la cosa. Mi sento svuotata, e soprattutto arrabbiata, spaccherei il mondo e gli urlerei contro di tutto. Non faccio niente, riesco solo a piangere…non riesco a vedermi senza di lui, 11 mesi distrutti in un attimo. Bah, in fondo lo sapevo, però c’era sempre quel briciolo di speranza, costante.
CLAUS: a me non è mai capitato, ma credo, al di là di altre possibili motivazioni personali (che a volte, è vero, possono anche sfiorare la serialità, nel senso che ho conosciuto persone effettivamente più attirate da persone impegnate, forse, per esempio, per un’inconsapevole paura della vicinanza e dell’intimità o per un’inconscio spirito di competizione… e sia chiaro non giudico) ma nella maggior parte dei casi non è così, e che possa capitare di sentirsi attratte da un uomo, che piace, interessa, colpisce e che oltre ad essere un uomo, che piace, interessa, colpisce è sposato. Magari lo scopri dopo.
A quel punto quando l’uomo è anche sposato arriva il momento della scelta, se continuare o smettere. Spesso se farsi male oppure no.
Non credo comunque che ci sia una risposta sola.
La maggior parte delle persone che si ritrovano nella veste dell’amante (uomo o donna che sia) erano convinte che a loro non sarebbe mai capitato.
Giù: se in fondo lo sapevi, se il tuo istinto ti diceva questo, e hai scelto di coltivare una speranza ascoltando la tua voglia di farlo, puoi dirti che, per un tempo sufficiente, hai accettato di puntare e rischiare in vista di un risultato a cui tenevi. Che non è arrivato, ok.
Ma che comunque sei stata testarda a darti una speranza.
A volte abbiamo bisogno di farlo. E l’hai fatto. Bene o male che sia.
Ora, con la tua coscienza a posto di esserti data la possibilità di aspettare, anche troppo forse, puoi forse essere contenta del fatto (so, può sembrare che non comprendo la frustrazione che provi, ma provo solo a volgerla nel non buttare rabbia addosso a te) che la sua scelta ti abbia posta nella condizione di non sprecare altro tempo.
Stop. Il tuo istinto aveva ragione? La prossima volta lo ascolterai meglio. O sceglierai di nuovo di farne quello che vuoi.
Com’è giusto che sia.
Baci