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Lui è sposato ed io sono un’amante

di chillido44
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 24 Settembre 2007. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 2.507 commenti

Pagine: 1 69 70 71 72 73 251

  1. 701
    LUNA -

    EMA: no, non è la mia professione.
    è una parte della mia esperienza che, de panza, evidentemente ho messo in circolo. il mio modo di essere qui, come ciascuno ha il suo modo.
    l’esperienza anche con la psicologia, sì, ma non teorica, quella che io ho assimilato per me durante il mio viaggio.
    sono arrivata qui raccontando dei fatti, un elenco di fatti che erano il mio angolo in cui sbattevo come una pallina. Per quanto avessi fatto dei passi (ma altri dovevo farne ancora, e altri devo farne) lì, nero su bianco, c’era il mio angolo.
    c’erano le cose che mi ero ripetuta tremila volte. La mia storia, al punto in cui stava, io la conoscevo già. Non avevo bisogno di ripeterla. Non avevo bisogno del ping pong. Mi è venuto da aprirmi su un altro piano. Quello che vedi. La parte costruttiva del viaggio
    Questo se devo pensarci, perché la cosa è de panza, non l’analizzo.
    metto in circolo, forse, le chiavi di lettura diverse che sono servite a me. per esempio spostare da “tu mi fai sentire così quando” a “io mi sento così quando tu…”. Sembra una cazzata, ma non lo è.
    non è una sfumatura.
    la prima cosa implica dipendenza, la seconda implica il fatto di poter scegliere se ci si vuole sentire ancora così oppure no. Mette il centro nella panza.
    Poi tra il fatto di poter scegliere e scegliere effettivamente può esserci di mezzo il mare, l’oceano, ma capire che è dentro di noi che proviamo le sensazioni, e non fuori, fa già la differenza.
    “Tu mi fai sentire così” quindi o smetti di fare così o io continuerò a sentirmi in questo modo. Resto qui mentre tu fai così, e non ho scelta.
    “io mi sento così quando tu fai così”, quindi indipendentemente da quale sia il motivo per cui fai così o colì (e possiamo parlarne e puoi spiegarmi i motivi) il centro è che io comunque questa sensazione ce l’ho. E’ mia. E io posso decidere cosa farne.
    Che tu cambi o no è cosa tua.
    Se io mi sento male o sento bene è cosa mia.
    Nel presente. Ora. Il resto è testa.
    Naturalmente il discorso non è

  2. 702
    LUNA -

    così semplice, nel senso che una chiave di lettura diversa, che sposta l’attenzione su di te (tu generico), non è la risposta.
    è una via sulla quale puoi eventualmente sintonizzarti meglio su di te per trovare le TUE risposte. Cosa voglio? Cosa c’è? e trovare se le cose collimano.
    Vero, certe volte vorremmo che le persone ci dicessero: è giusto, è sbagliato, fai questo, fai quello, sei buona, lui è cattivo, o viceversa. E’ sincero. No, è stronzo.
    Ma la risposta sta dentro, cmq. Anch’io mi sbilancio, pur pensando che ognuno sa per sè.
    Vedi nelle lettere in cui si parla di molestia morale e violenza psicologica. Ci sono dinamiche che funzionano in un certo modo, estremo…
    Il fatto cmq è che se è vero che noi abbiamo il diritto di tendere al nostro benessere interiore, e per tendere verso questo dobbiamo capire cos’è quel benessere per noi, VERAMENTE, il mondo là fuori è composto da persone che seguono le loro sensazioni e le loro motivazioni. La vita a due nasce dall’incontro tra due persone che fanno collimare i loro mondi. E motivazioni. Aspettative. Paure. E le variabili sono tante.
    Io, a leggere quello che hai scritto, ho pensato: quest’uomo quando dice che si sente confuso è sincero.
    Poi quello che c’è nella sua confusione lo sa lui. Si spera.
    Ma mi pare anche lui bloccato nel: “tu mi fai sentire così”.
    Lui dov’è?
    Lui è nelle cose che ti dice. Ma al contempo non si sente, si sente ascoltando TRE voci. E con la paura di perdere il controllo della situazione, e il bisogno di ascoltarsi, che preme.
    La soluzione forse è il silenzio.
    Allontanarsi dalle motivazioni, sensazioni, aspettative altrui. Ma il silenzio fa paura.
    E’ il vuoto.
    Fa paura non solo a lui, ma a tutti e tre.
    E’ naturale che sia così, perché tutti hanno paura di perdere il controllo della situazione, che la situazione si evolva “male”.
    Ma probabilmente il modo che ha per capire, e per non farsi venire l’herpes, è avere il coraggio di prendersi uno spazio per sè, dove ascoltarsi.
    Credo

  3. 703
    Ema -

    Luna, sai alle volte vorrei conoscerti meglio, sapere di dove sei, quanti anni hai, chiederti quali sono le tue esperienze che ti hanno portata ad essere così, farmi raccontare i tuoi modi di reagire, di stare male, di essere felice…ho provato all’inizio a chiederti qualcosa di te ma non ho avuto risposte ed ho capito che non avrei dovuto insistere perchè sono cose tue e non mi devono riguardare…è solo che mi ritrovo a parlarti del mio personale, a chiderti aiuto ed è come se sentissi un certo distacco da te, ma è giusto così, perchè comuqnue la tua vita ed il tuo modo di affrontarla non sono come i miei e non posso cercare lì le risposte alle mie sofferenze.

    Sono ancora debole, lo sono stata ieri sera, non sono ancora capace di uscire da tutto, non sono capace di non cercarlo, non sono capace di arrendermi…perchè tutto questo? perchè è come un chiodo fisso?
    Gli ho scritto, gli ho chiesto di dirmi se aveva deciso di riprovare con lei o se stava ancora cercando di capire…gli ho giurato che sarei sparita senza più msg e tel, ma avevo bisogno di saperlo…

    La sua risposta mi lascia senza parole, il vuoto totale dentro di me, sentivo il cuore come sotto una pressa… “perchè permetti di fare ruotare la tua vita intorno alle mie decisioni? perchè credi che al di fuori di me non ci sia di meglio? cosa ho io che non puoi trovare in un lui? Sto forse cercando di proteggere quella persona che vedo ancora innamorata di me..ma non so dirti se io ci sto ancora per amore o per cos’altro..so che mi sento vuoto con lei malgrado sia presente..e quel vuoto è rappresentato dalla tua non presenza, perchè la sto respingendo. Giorgia torna la prossima settimana, spero mi aiuti e spero tu capisca” (Giorgia è la psicologa a cui aveva chiesto aiuto già anni fa)

    Non capivo il perchè di quelle parole, e non il fatto della sua confusione, quanto tutto quel fastidio che di colpo sembrava io gli dessi…era come se mi dicesse di innamorarmi di qualcun altro, come se

  4. 704
    Ema -

    volesse solo che di punto in bianco io sparissi dalla sua vita…lo so, spesso capita proprio così, spesso quando decidono di restare con la moglie vogliono proprio che una sparisca dalla loro vita di colpo, ma allora non avevo capito niente di lui, allora mi aveva preso davvero in giro, allora mi aveva mentito e l’aveva fatto proprio per cattiveria per in questi 4 mesi non ho smesso un giorno di pregarlo di non prendermi in giro perchè uscivo da una situazione già particolare per me e non avevo bisogno anche di quello, e lui mi aveva giurato che non lo stava facendo, me l’aveva giurato con le lacrime agli occhi e gli ho ccreduto…

    Gli ho detto tutto ciò, che non capivo la sua cattiveria nei miei confronti, non capivo perchè fosse cambiato così di colpo, perchè tutto potesse cambiare da un giorno all’altro, perchè avesse detto cose diverse da un giorno all’altro, perchè mi odiasse così e che mi dispiaceva avergli rovinato così la vita e sarei sparita

    Dopo alcune ore riaccende il tel e mi scrive… “stai qui”…
    poi mi chiama ma avevo già la suoneria spenta e non rispondo, e dopo pochi minuti mi riscrive… “no voglio essere cattivo con te..non lo sono mai stato..non ti odio, è me che ODIO!! IO MI ODIO per come ti sto facendo male e perchè non ti do quello che meriti..ecco, ecco perchè ti ho trattata male, per difenderti da quello che ti fa soffrire e sono io la causa.. non rinnego nulla di quello che c’è tra noi, sei solamente la cosa più bell che potevo incontrare e mi viene rabbia con il destino bastardo.. Scusami amore scusami, sono momenti in cui sono combattuto.. adesso i pensieri sono anche per la causa legale che ho fatto per il lavoro perchè le cose si complicano e poi mia cognata non ci voleva proprio.. Manu quello che provo per te non è cambiato credimi.. Ho acceso il tel per dirti questo e mi spiace che lo vedrai domattina e non ora..notte..TI AMO

    Allora Luna dimmi tu che cavolo devo fare…dimmi tu qualcosa perchè io non ci capisco più niente

  5. 705
    fl53 -

    ciao, ciao a tutti … ficco il naso qui dentro, sperando di non disturbare e di non ripetere cose già dette o di parlare a sproposito, per continuare un po’ quel che dice Luna (ciao ^____^ ) circa quelle voci e il silenzio forse necessario a dipanare la matassa, ed anche circa la differenza che c’è tra dire “Tu mi fai sentire così” e “io mi sento così quando tu fai così”. Che fatica, uscire da quel ‘tu mi fai sentire, mi fai pensare, mi fai fare…’.
    E’ una faticaccia, soprattutto perché implica rinunciare a ‘far fare’, a ‘far sentire’ a ‘far pensare’ … lo so per esperienza, ma poi ho trovato confermata su libri e manuali… Smettere di farsi controllare, implica decidere, prima, di rinunciare a controllare.
    Facilmente noi donne dimentichiamo che non solo da noi dipende la scelta: dimentichiamo che l’uomo, tra le due contendenti, è anche lui dotato di volontà e cervello e sentimenti. Ci prendiamo addosso tutta la scelta: e finisce, magari, che per il nostro eroismo un uomo davvero amabile torni con un’arpia, oppure che l’arpia la facciamo noi rubando a una moglie amabile un uomo traditore…
    Una mia amica, un giorno in cui mi dibattevo in una situazione analoga a quelle di cui si parla qui (mi pare), mi disse girando pensierosa il cucchiaino nel caffè, seduta al tavolo della mia cucina: “Lui non può decidere, non ha sicurezze …”
    Fu così che capii: io continuavo a ragionare, a cercar ‘quel che è meglio’, ‘quel che è giusto’ e sbagliavo.
    Così, ho dato e detto le mie certezze: io sento questo per te, ti considero così, con te sto bene, penso che vivremmo bene insieme, ma non mi adeguo a una soluzione a tre, e non sono tipo da avventure. Sono disposta a costruire e lavorare, ma non decido per te e nemmeno mi va di stare in bilico nel marasma. Sei responsabile come me di questo stato di cose: scelgli la tua parte, io ti ho detto la mia scelta.
    Così, c’è stato un percorso faticosissimo, siamo passati attraverso il

  6. 706
    fl53 -

    distacco totale. Se lui non mi avesse più chiamato, io non lo avrei mai più chiamato: rispetto per la sua scelta.
    Lui, così, si è confrontato non con due forze opposte, ma con la sua
    situazione, dentro la sua relazione. Si è confrontato ed ha risolto una cosa che non funzionava da decenni e che lo stava intrappolando dentro una negazione di se stesso che ormai era giunta alla denigrazione (non solo noi donne subiamo certe cose…). Io stavo lontana, senza ‘far fare’ nulla, se non permettere un confronto e una soluzione, in un modo o nell’altro. Non era piacevole per me: dietro a tutto c’era un sentimento forte nato dall’aver riconosciuto nell’altro lo specchio, l’eco relazionale con cui condividere mappe di valori simili (basate non sulla sopraffazione ma sulla comunicazione, non sullo schema ma sull’apertura). Eppure, malgrado il sentimento forte, stavo meglio: rinunciando a influenzare e controllare io ero, semplicemente, io. Lui era lui e lei era lei: diritto di precedenza rispettato, pazienza del tempo, speranza ma senza illusione, fino alla convinzione che la strada era definitivamente chiusa e all’accettazione. In fondo, ho pensato, se lui sceglie di ‘stare là’ significa che per lui è meglio: quindi, è meglio anche per me ed io sapevo di non aver ‘tirato’, di non aver manipolato.
    Poi, inaspettatamente, con il tempo necessario, ‘di là’ le cose sono saltate, e non sulla mia pressione, ma sulla mia totale assenza: per libertà, e non perché io avessi con-vinto nessuno.
    Così, quello che ne è nato, è qualcosa di nuovo, libero da schemi e da controlli reciproci … la certezza della libertà costante della quotidiana scelta reciproca vale più di mille catene.. e la vita è meravigliosa

  7. 707
    Ema -

    So che non ha senso scrivere qui i messaggi e non ti frega neppure di leggerli ma io ho bisogno di capire qualcosa…mi sembra solo di impazzire…non capisco se non sono capace di capire che una persona mi sta prendendo in giro o se davvero a volte si creano queste situazioni così complicate…se davvero qualcuno che ti dice queste cose può essere combattuto a tal punto…se davvero si può stare in un matrimonio per il bene degli altri… se davvero il destino può essere così bastardo… ma il destino se non erro ce lo creiamo noi e se lui ne volesse uno diverso farebbe di tutto per ottenerlo..

    E allora Luna perchè? Se mi prende in giro, perchè farmi del male a tal punto?
    E se invece è tutto vero ciò che ci lega perchè star male così entrambi e non trovare la forza di fare certi passi?

    Preferirei sentirmi dire che l’ama, che l’ama ancora e che non riesce ad immaginare una vita senza di lei e allora mi tirerei da parte con una motivazione plausibile…invece al tel mi ha solo detto che non si sente di amarla, che i suoi sentimenti per lei non sono più quelli di un tempo, ma non capisce allora cos’è che gli fa dispiacere nel vederla soffrire…

    Cosa devo fare, cosa?
    Per una volta stacchiamoci dal “cosa mi fa star bene, cosa mi fa star male, le cose dipendono da me e non dagli altri, ecc” perchè sappiamo che ragionamenti del genere riusciamo a farli quando non ci siamo così “sotto” col cuore, bensì quando stiamo iniziando a risalire…stacchiamoci da tutte queste cose giuste per una volta e dimmi secondo te, se fossi una tua amica o una tua parente, un qualcuno che conosci, secondo te cosa devo fare???

    Tu, uscendo dalla teoria e fermandoti solo per un attimo sulla pratica, cosa faresti? Spariresti? Cercheresti di capire? Ti arrenderesti? Aspetteresti di vedere a che conclusioni lo portano i colloqui con la psicologa? cosa…dimmelo per favore…dimmi un tuo parere…cosa…

  8. 708
    francesca -

    X fl53

    fa stare davvero bene lggere quello che scrivi,
    io sto affrontando quel distacco che dici ed è veramente dura ( nella mia immensa sfiga chiaramente ci si mettono 3000 fattori penosi in piu nella vita)

    ma quello che dici è stimolante

    davvero una boccata d’aria sana…e qualche speranza che anche per noi altre possa andare come a te…

    grazie
    c.

  9. 709
    fl53 -

    ciao Francesca :))
    sì, è altamente probabile che ci siano 3000 fattori penosi … li avevo anche io, ancora li ho. Fattori che acutizzano lo stress di una cosa già di per sè difficile, ma in ogni caso, se anche non fosse andata come mi è andata … io sarei stata libera per un altro incontro, e comunque avevo guadagnato uno star bene da sola che non mi metteva nella condizione di beccare il primo che passava, con tutti i guai che ne conseguono.
    …. comunque in bocca al lupo, e un abbraccio

  10. 710
    LUNA -

    EMA, allora, per prima cosa conta fino a dieci, al contrario. E questa non è teoria, è pratica. Fai un bel respiro.
    Rispetto le tue sensazioni, ma, mi spiace, per quanto mi riguarda, ti freno. E non ti freno con distacco, ma con partecipazione.
    Ma ti freno, perché quando dici:
    “So che non ha senso scrivere qui i messaggi e non ti frega neppure di leggerli” esprimi un tuo stato d’animo ficcandomelo addosso.
    Chi ti ha detto che non mi frega di leggerli? E’ un tuo pensiero, non è il mio. Ed è un tuo pensiero, su di me, con il quale ti fai male tu, nel momento in cui pensi che io me ne frego, ecc.
    Ora, intendiamoci, non sono arrabbiata con te, in alcun modo. Anzi, mi dispiace moltissimo che tu stia male.
    Putroppo qui non abbiamo gli sguardi. Sarebbe più semplice.
    Stasera ti avrei detto: dai, andiamo a farci una camminata, su, così ti sfoghi. Perché hai un’adrenalina (è naturale) che metà ti basta.
    Mi dispiace che tu stia male, mi racconti una sofferenza, e per quel che posso la sento. Pure se non ti ho mai vista in faccia e pure se non sei mia sorella.
    Che centra?
    Se così fosse non sarei qui, in un forum. Dove parlo quotidianamente con persone che non ho mai visto in faccia e che non mi sono parenti, e la cosa è reciproca, quando io scrivo a loro.
    Persone di cui so quello che scrivono, e basta. Ma scriviamo sensazioni, emozioni, gioie e disperazioni, domande e risposte, più che curricula vitae. Anche quando si raccontano i fatti.
    Ci sono molti modi di interessarsi alla gente, Ema.
    Esiste un modo per cui vogliamo che gli altri dipendano da noi, e vogliamo esserne dipendenti, perché altrimenti ci pare che non ci si caghi abbastanza. Vogliamo che facciano quello che diciamo noi, e se non lo fanno ci incazziamo, e diciamo: e allora che me lo hai chiesto a fare se poi fai quello che ti pare? Mi pigli per il cu…?
    Ma questo non è il mio modo. Non lo è neanche con mio fratello, nè con mia madre, né con le mie migliori amiche da 30 anni.
    Non dico che sia quello

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