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Lui è sposato ed io sono un’amante

di chillido44
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 24 Settembre 2007. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 2.507 commenti

Pagine: 1 175 176 177 178 179 251

  1. 1761
    nessuno -

    Debby un consiglio , ascolta il tuo cuore , il resto verrà da se , tifo per te .

  2. 1762
    nessuno -

    Per Luna , HO RIFLETTUTTO sulle tue domande anchio me le sono poste molto spesso , e che credo che quando si parli d’amore molto spesso ci si comporti come degli adolescenti si e vero ma e una delle cose belle dell’amore , si diventa un po egoisti , si vive tutto a mille insomma si vive una vita a se , senza pensare al domani a chi abbiamo intorno o a chi si può ferire e come tutte le cose belle si arriva un bel giorno che arrivi il conto da pagare , spesso assai salato e allora arrivano le decisioni le responsabilità da prendersi , arrivano le paure le ansie i dilemmi ..che fare ?
    Una cosa che ho capito leggendo e vivendole sulla mia pelle che noi donne anche quando si tratta di amore siamo delle fortezze, la donna quando ama veramente mette in discussione tutto , decide e agisce in tempi brevi …l’uomo no , c’e nulla da fare e debole per natura , prende tempo credendo cosi di trovare qualche magia che faccia scomparire tutto , ragiona e si abbatte per ogni pensiero o decisione da prendere insomma alla fine trova sempre il modo per scegliere la via facile , poi ogni storia e diversa dalle altre ma leggo che una somiglianza c’e l’hanno tutte ed e questa la vigliaccheria del maschio.Per quanto riguarda “tu sapevi che era sposato ecc..” si e vero ma e vero anche che nessuno di noi sceglie di chi innamorarsi , se fosse cosi tutte noi sceglieremmo uomini perfetti che sanno venerarci come vorremmo o sbaglio?
    Un ultima considerazioni a quelle che scrivono vergognatevi ecc..
    ricordate che le cose si fanno sempre in due e se le cose succedono forse e perche manca qualcosa !

  3. 1763
    debby -

    Ciao Luna,
    vorrei risponderti sinteticamente ma non si capirebbe poi.
    Ti premetto che sono stata sposata per 10 anni,e mio marito mi ha tradita,e non lo faceva per amore ma solo perche era un porco,e ogni volta che l ho scoperto me ne sono andata di casa e ritornata solo per mia figlia,ma alla fine per amore di mia figlia per non farla crescere in una famiglia piena di ipocrisia ho preso le mie cose e quelle di mia figlia e me ne sono andata.
    La nostra relazione è cominciata per gioco,un po per volta,ogni giorno sentivamo l esigenza dell altro,per parlare,scherzare,ridere,e per sfogo!
    Non c è stato nulla di premeditato,anzi,ti dirò,quando abbiamo capito che c era di piu di una simpatia,abbiamo deciso di smettere di sentirci,per rispetto di tutti.
    Ma non è durato molto,abbiamo ricominciato e ci sentivamo piu affiatati,poi di nuovo ci siamo lasciati(e vi premetto che prima di vederci sono passati 2 mesi)e ripresi e poi ancora fino al punto di incontrarci e parlarci di persona.
    Mi scuso se non riesco ad esprimermi bene,o meglio ci vorrebbe un giorno a scrivere tutto quello che ci gira intorno.
    Io voglio sapere invece da voi,perche io posso (e lo accetterei ve lo giuro anche se mi farebbe soffrire)accettare che lui mi lasci per amore del figlio e la moglie invece non puo accettare che il marito non la ama piu e lo ricatta di non fargli neanche vedere il figlio?Non si chiama egoismo?Con questa domanda Luna ti ho risposta alla domanda che mi hai fatto,ossia “la persona con cui mi relaziono ha intenzione di chiarire la sua posizione o no? in tempi brevi o no? intende cominciare una nuova vita con me, pur sapendo di dover affrontare tutta una serie di problemi e le sue responsabilità nel chiudere la storia precedente? mi tratta comunque con reale rispetto o no? sono in grado di sostenere il fatto di stare in clandestinità finché si chiarisce le idee?”
    Lui vorrebbe fare tutte le cose che fanno due persone normali,vivere la quotidianita con me,ma se viene ricattato come puo decidere liberamente?
    Abbiamo cercato in ogni modo di stare separati,ma siamo due calamite,non possiamo stare l uno senza l altro.
    Non è un infatuazione,o soltanto una relazione a sfondo sessuale,siamo stati anche un mese senza vederci eppure ogni giorno ci facevamo forza l un con l altra.
    ah Luna,quando ho scritto che non volevo essere giudicata,mno l ho scritto perche io sono piu bella delle altre,solo perche lo faccio da sola,e non c è di peggio!

  4. 1764
    debby -

    Non capisco perche mi arrivano solo alcune risposte,e dopo qualche volta che apro il sito mi pubblica tutto.
    per Nessuno:grazie ancora per il sostegno che mi dai.
    Avrei preferito amare un uomo non impegnato,sarebbe stato tutto piu facile,ma non si sceglie chi amare.

  5. 1765
    LUNA -

    Ciao a NESSUNO e DEBBY e grazie per avermi risposto.
    NESSUNO, quando dico “scelta” e “sapere che era sposato” non intendo dirlo in modo giudicante, moralistico, ma “realistico”, che non significa neanche smaccatamente razionale rispetto al fatto emotivo e complesso dell’innamoramento. La nostra emotività è in gioco anche nel momento in cui sentiamo che una persona e una situazione ci fanno male, o comunque c’è qualcosa che a noi non quadra o non fa proprio per noi, e ci ascoltiamo e valutiamo che non la reggiamo, e sentiamo una spinta interiore a scegliere per un no, non posso, non voglio, non solo quando ne reggiamo di tutti i colori in nome di un amore, una passione. E’ vero che non si sceglie verso chi provare un trasporto emotivo, o attrazione, ma è pure vero che attribuiamo per esempio anche delle idealizazioni ed aspettative nei confronti di una persona o di una situazione (per dirla in modo semplicistico, chiaro che le cose sono più complicate di così). Ed è anche vero che le relazioni sono dinamiche. Quindi dopo un incontro che ci colpisce, e anche dopo una serie di esperienze che favoriscono l’attaccamento, l’aspettativa, anche la dipendenza affettiva a volte, continuano comunque a presentarsi elementi positivi o negativi che influiscono sul nostro benessere e malessere. Possiamo iniziare una relazione adulterina e scegliere di iniziarla e questa può evolvere in positivo o negativo. Anche se siamo innamorati il nostro equilibrio lo sa in che gioco siamo.
    e anche comunque, anche se è bello vivere il presente, a volte bisogna anche stare attenti a non entrare nel “gioco” di edulcorare un pessimo presente (una persona che di fatto, nonostante le nostre aspettative non corrisponde assolutamente alla nostra visione della vita e al nostro stare bene) in nome di un domani migliore, stile chi visse sperando morì non si può dire. Perché a volte “i conti da pagare” arrivano non solo o perché si è fatto soffrire altri, ma perché si è fatto soffrire se stessi. In una situazione di cui non si osservava abbastanza cosa stava succedendo davvero. Io tendenzialmente non ho una visione moralistica-cattolica dei nodi che arrivano al pettine, anche se ho i miei valori e credo alla lealtà. O forse avrò pure quella, visto che non ne siamo anche culturalmente immuni, ma la mia è più una visione “dinamica”, per cui cercare di osservare la realtà, la propria idea di cosa è giusto o sbagliato, con chi ci si rapporta e come ci si sente, non significa chiedersi, tra sensi di colpa, se c’è Dio lassù che lancerà un dardo infuocato perché facciamo scelte da esseri umani, più o meno funzionali che siano, o ci darà una medaglia se siamo integerrimi, ma partire anche dal presupposto che per esempio le situazioni di crisi prima o poi esplodono (anche quelle interiori), e che se metto una mano sul fuoco fisiologicamente mi brucio.
    Nessuno, vorrei che si capisse che non la faccio più razionale di quello che è, solo che proprio le crisi che ho vissuto mi hanno portato

  6. 1766
    LUNA -

    – fermo restando che quando operiamo una scelta in quel momento è chiaro ci pare la migliore o quella possibile – a domandarmi quando è onestamente che mi sono andata verso e quando contro, quando le aspettative o le false idee rispetto alla realtà contingente o me stessa, o anche il tentativo di bilanciare uno stato di malessere e crisi attraverso la compensazione, mi hanno spinto ad andarmi contro, non ascoltarmi veramente, anche a snaturarmi. Scambiare per sacrificio d’amore ovvio e naturale ciò che invece era altro. O forse era anche sacrificio d’amore ma in quel momento preciso comunque mal riposto. Discorso complesso, certo. Comunque sia siamo umani, fra passioni, debolezze, dubbi, paure, bisogni… ma cerchiamo di non farci (fare) troppo male nella convinzione che sia anche per ineluttabile destino se arrivano le tegole e quando arrivano non ci schiviamo. Ci sono tegole inevitabili nella vita, ma alcune sono evitabili. O perlomeno gestibili magari in più modi di quelli che per qualche ragione in quel momento ci sembrano scontati. Non dico che sia così sempre, ovvio, ma a volte è così.

    DEBBY: è chiaro che il ricatto non è mai una strategia positiva. Soprattutto non devono andarci di mezzo i figli. Tuttavia stiamo probabilmente parlando di una persona che in questo momento è sconvolta, delusa, incazzata nera, spaventata e che si ritrova ad elaborare non solo il fatto che lui non la ami più o intenda interrompere una promessa oltre che una relazione, ma anche il tradimento. “Come può lui decidere liberamente in queste condizioni?”. Sì, sono d’accordo che non sono le condizioni ideali e che, anche strategicamente, forse lei in teoria farebbe meglio a dire “certo, caro, pensa serenamente quello che vuoi fare” e magari vederlo tornare a casa di sua spontanea volontà o no e scoprire domani che è stato meglio anche per lei che se ne sia andato. Ma quello che intendevo dire è: quando lei, la moglie, ha avuto gli elementi per poter poter a sua volta scegliere liberamente e senza venir scioccata dallo scoprire invece (e non in modo diretto) che lui aveva un’altra relazione, già in atto, e che si stava pensando ad nuova situazione, anche per lei, senza che lei ne sapesse nulla? Secondo me non sono dettagli. Fermo restando che lei avrebbe potuto avere la stessa reazione di adesso, comunque, e che siamo tutti umani, e ho capito quello che mi scrivi su come sono andate le cose, comprenderei anche tu che voi avete in atto la vostra “rivoluzione a due”, la spinta e la voglia di cominciare una nuova vita, ma che è anche abbastanza naturale che se la cosa è esplosa in questa maniera lei abbia tanto più un carico di frustrazione altissimo. Le tue considerazioni sull’ascoltarsi in libertà e che comunque il ricatto non porta alla chiarezza in generale ci stanno tutte. Ma in sintesi lei si sente tradita da una persona in cui aveva anche risposto fiducia, ieri, per l’oggi e il domani, shock in cui si sente improvvisamente sola mentre voi cmq vi sentite in 2?

  7. 1767
    nessuno -

    Cara luna condivido alcuni tuoi pensieri , io sono una di quelle che pretende sempre molto dalle persone ma solo perchè do molto ma ho sempre ricevuto poco , si molto probabilmente le mie aspettative sono state alte e infatti adesso mi ritrovo allontanata , comunque se potessi avere la bacchetta magica e tornare indietro di 2 anni fa …be rifarei tutto tranne dare cosi tanto e sopratutto cercherei di togliermi dagli occhi i paraocchi ….ma anche sapendo ora questo , il dolore rimane e come avere una voragine nel cuore ..mi auguro che col tempo quella voragine si chiuda , buona serata ragazze .

  8. 1768
    debby -

    Allora,lui sono 4 mesi che le ha detto che non l ama piu,lei ha cominciato con la storia dello psicologo,l ha voluto portare per forz e anche li,ha messo di mezzo il figlio,”se non lo vuoi far per me fallo per…”e allora è andato,ma senza ottener risultato,poi ha comiciato con la storia delle gocce,che gli sarebbero servite(ma a cosa=solo lui sa cosa aveva,il motivo della sua depressione)parlare con un muro non è il massimo,ha cercato di dirglielo prima che venisse a scoprirlo da sola,ma lei non l ha voluto capire,poi le sono nati i sospetti,i dubbi,e ha scoperto tutto.
    Ti ripeto la paura di lui è solo che non gli faccia piu vedere il figlio.
    Io anche ho una figlia,mio marito si è davvvero comportato male,ma io anche dopo aver subito di tutto,non ho mai negato alla mia ragione di vita di avere un padre vicino,non si fa,i bambini non c entrano nulla,e non devono andarci in mezzo.
    A me da fastidio questo,lei quando il figlio cresceva dove stava?a lavoro…ed ora?Vuol fare la madre chioccia!!sono queste le cose che mi fanno rimanere basita!
    Cmq scusate per lo sfogo!

  9. 1769
    LUNA -

    NESSUNO: certo, comprendo che il dolore in questo momento rimane e va rielaborato.

    EMA: forse ecco la metterei così: darsi il tempo, per rielaborare, ascoltarsi, non avere fretta di tirare il motore. Io, parlo per me, penso che questo sia fondamentale. Tuttavia non per questo smettere di vivere, o chiudersi in un eremitaggio a mangiare radici, e chiudere i contatti, se non è ciò che veramente si sente, e se appunto si ha voglia di vita. Perché, al di là del percorso in atto, e al di là delle ferite del passato, è nel presente che si vive, e del presente si ha bisogno.
    E’ chiaro che non si può pretendere che gli altri ci aspettino o siano in grado di farlo se non riusciamo a fare la maratona di new york perché ci fa ancora male un piede o stiamo imparando a sentire, risentire i nostri muscoli e le nostre energie. E’ chiaro che non sempre gli altri possono comprendere perché abbiamo bisogno di momenti con noi stessi di cui magari in un altro momento non avremmo necessità, o di darci delle risposte. Non possiamo controllare gli altri. Tuttavia se non siamo sinceri innanzitutto almeno con noi stessi non facciamo un favore a nessuno, nè a noi nè agli altri. E possiamo anche scoprire che in realtà gli altri non vedono con l’enfasi che crediamo dei nostri bisogni. non li vedono così “contro”.
    A volte quando ci facciamo molte domande e tutte insieme ci possiamo anche sentire o mettere più sotto pressione di quanto in effetti siamo. Spesso le risposte arrivano vivendo e ascoltandoci. Arrivano nel fatto di essere presenti nei propri gesti, anche banali.
    Io ti parlo per me, EMA. Un tempo ero molto più capace con naturalezza di prendermi i miei spazi interiori, e anche per il “cosa voglio veramente io?” “come mi sento?” “cosa è giusto per me?”. E questo mi ha permesso anche di fare delle scelte che potevano essere anche apparentemente controcorrente, e con coraggio, ma che erano pro-me (che non significa egoismo, ma proprio aderenza con il proprio modo di sentire, essere, desiderare), poi per una serie di ragioni ho dovuto combattere tanto per queste cose, anche per sentire in modo più pulito, senza interferenze, quel contatto con me. Non è successo in un giorno. Ma quando me ne sono accorta ho sentito chiaramente gli effetti di quella mancanza di contatto. Poi mi sono anche messa da sola, o perché avevo le difese basse, nelle condizioni di sbilanciare ulteriormente il mio spazio interiore a favore delle necessità, tempi, priorità degli altri. Mi dicevo: perché non posso darmi lo spazio il tempo di darmi le mie risposte, di vivere i miei stati d’animo, di rielaborare delle cose che per me sono importanti, perché sento che fa un’enorme differenza per me darmi il tempo? Non scendo nei dettagli e poiché parlo di sensazioni, poi, è anche difficile spiegarle fino in fondo (infatti mi incasino, vedi? le ho superpresenti ma non riesco bene a decodificarle a parole tanto sono state intense)

  10. 1770
    LUNA -

    Quello che posso dire è che ad un certo punto… ho fatto il botto. Nel senso che la persona di cui maggiormente sentivo la mancanza, anche se certo non ero l’unica di cui sentivo la mancanza, ero io. Mi mancava anche la mia capacità di ricentrarmi prendendo i miei spazi e andando a vedere le papere al laghetto. Mi mancava una mia libertà di pensiero e ascolto che per un motivo o l’altro avevo perduto. C’è stato veramente un momento in cui le istanze degli altri erano sempre più forti delle mie, i loro tempi, i loro modi, i loro umori, in cui è ovvio che alcuni di quegli altri di cui parlo io stessa li avevo voluti nella mia vita, e forse anche fatti in un certo modo, in parte anche oppressivi e fagocintanti, o con delle dinamiche particolari, per la mia parte che aveva bisogno di attenzione o di dare attenzione fuori da me, dopo un periodo in cui mi ero chiusa in un eccesso di eremitaggio e di autoderminazione e indipendenza emotiva tirata all’eccesso (ma conseguente al fatto di sentirmi in realtà abbandonata in un momento difficilissimo della mia vita, quindi era anche un’eremitaggio indipendente della serie: “non fa male non fa male” “dagli altri non mi aspetto nulla di nulla così non posso restare ferita” e cose così). Tuttavia mi sentivo fagocitata, tirata da tutte le parti, anche ricattata (volens e nolens), e al contempo la mia voce, anche quando avevo ragione, pareva senza audio. Assorbivo i nervosismi del circostante ma mi sentivo in colpa se avevo i miei che, tutto sommato però, in quel momento ci stavano pure. Ripeto, un tale casino globale, emotivo, pratico, di salute, di circostanze che dovrei scrivere un romanzo epico per riassumere… ma insomma, ad un certo punto mi sono spostata. In poche ore. Senza averlo premeditato. Mi sono spostata e ho tagliato i contatti con tutti per un po’, poi li ho ripresi ma con la priorità ME. Intorno c’è chi si è incazzato, chi non ha capito, chi ne ha dato la sua versione. Non ti sto dicendo che sia stato facile. Per inciso è lì in quel momento che probabilmente è esplosa veramente la mia depressione, che il dolore è diventato insopportabile. Ma non perché ero sola. Forse piuttosto perché mi sono tolta dalla confusione. A volte la confusione ci stressa, ci fa malissimo, ma la usiamo anche inconsciamente per distrarci? o salta fuori in un effetto valanga di compensazioni. E per me era così, quella che c’era, e che avevo subito (e che non avevo assolutamente cercato) era già stata, salata, era con conti in sospeso, ma c’era anche quella che io stessa avevo contribuito a creare. Un surplus. Così in mezzo ad un dolore però ho sentito anche la NECESSITA’ di mettere ordine. Dentro, prima ancora che fuori. Anche perché l’ordine fuori il più delle volte è conseguenza. Io quella necessità la sento ancora. Di ascoltarmi bene. Di darmi il mio modo e il mio tempo. E ho persino l’impressione che quando non mi metto una scadenza per arrivare dall’altra parte scopro che ho fatto più strada di quando mi dico DEVI

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