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Lettera pubblicata il 24 Settembre 2007. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore chillido44.
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LUNA carissima, nessuno di loro scrive nel forum. Nessuna di quelle persone si pone dubbi seri e concreti sulla opportunità di certi comportamenti. Nessuna di loro nemmeno affronta l’argomento con gli amici. Hanno un muro davanti, un muro protetto dall’artiglieria pesante e credo che davvero non possiamo farci niente. Se mai il mio lui decidesse di affrontare il suo problema di fondo, gli crollerebbe addosso il mondo..gli costerebbe una fatica emotiva enorme e soffrirebbe sinceramente e smisuratamente per molto tempo. Pensa che una volta gli ho detto: “se tu fossi stato presente quel giorno che Gesù disse chi è senza peccato scagli la prima pietra” tu avresti lanciato la pietre, lui mi ha risposto: SI E AVREI BECCATO GESU’ PROPRIO IN MEZZO ALLA FRONTE. Io mi pongo mille domande sul mio modo di essere una compagna, sul mio modo di essere mamma. Mi chiedo continuamente se sto sbagliando, forse me lo chiedo troppo spesso. Ma chi non ha mai dubbi sulla propria persona non ha una sana autostima, è affetto da delirio da rullo compressore…e il suo motto è schiacciare sull’asfalto chi ostacola il mio ego. Tante volte gli ho detto che non è l’orgoglio che fa l’uomo uomo e la donna donna, è la dignità che va preservata. Ma lui nemmeno sa cosa sia la dignità, sicuramente pensa che io non ne abbia diritto. Mi dispiace che tu stia male a parlare di queste cose, ti capisco completamente, ci sono talmente tante analogie che potremmo essere la stessa persona. Quanti giri e guai che ha combinato con le banche e i soldi, e io non sapevo niente! Ma lui si sentiva uomo nel fare quei giri. Però io mi dovevo sentire in colpa fino a vergognarmi al punto da mentire circa le mie furtive visite all’orto botanico o al museo. Voglio fare quel salto, voglio volare via, perchè so di essere in grado di farlo…sto estirpando tutte le radici sue che hanno invaso il mio terreno personale, quando ci sarò riuscita i semini di cui parlavi potranno attecchire e germogliare… Grazie LUNA, ti sono vicina.
Ti piaccioni i gatti? anche a me..
Ciao LUNA…
ho letto con attenzione le tue parole e nel farlo mi sono posta ancora una volta domande che avevo già analizzato altre volte, rendendomi conto che la risposta è la stessa…
Hai parlato di semini e foglioline e soprattutto hai parlato del giardiniere a cui si rischia di “affidarle”…
questo è proprio il motivo per cui dico che sicuramente, se non avessi intrapreso il percorso con lo psicologo, avrei finito per mettere la persona che ho vicino nella parte del giardiniere…e probabilmente all’inizio della nostra storia ho anche fatto quell’errore… (ricordo lo psicologo quando una delle prime volte mi disse “tendenzialmente le storie che iniziano nella burrasca finiscono con una tempesta”… e con burrasca intendeva il mio malessere interiore).
Grazie al dott abbiamo iniziato a studiarmi, a scavare nel passato, nel mio interiore, nelle mie insicurezze, nel rapporto coi genitori ed in particolare con mio padre, e durante questo percorso che tante volte è stato pesante e che ancora sto portando avanti non senza difficoltà, ho iniziato ad avere i primi cambiamenti, in particolare nel rapporto con me stessa, e poi allargatisi anche alla storia che vivo, che è cresciuta ed è maturata con me, e grazie ai quali ho iniziato ad eliminare la tendenza a vedere quell’uomo come il possibile giardiniere… ho imparato ad osservarlo per ciò che era, a “guardarlo io” e non a “sperare che mi vedesse lui”, e in tutto questo mi sono resa conto di aver imparato a scoprire prima di tutto me stessa, in cose che non conoscevo o sulle quali mai mi ero soffermata a pensare, e quindi a capire cosa mi piaceva e cosa no.
A tutto ciò, posso aggiungere la fortuna di aver scoperto, e di continuare a conoscere giorno per giorno, un uomo sul mio piano, con tante cose in comune, dagli interessi quotidiani a cose più profonde, come l’aver imparato a costruire un dialogo che nelle storie precedenti mancava per entrambe, e la volontà di entrambi di costruire pian piano il nostro rapporto e di sostenerci a vicenda (complice sicuramente il percorso di terapia che ha intrapreso anche lui, suo personale, per scavare in comportamenti ed errori del proprio passato).
Di certo è presto e sicuramente la strada da fare per “normalizzare” me stessa è ancora molta, ma sento di aver iniziato a gioire dei nuovi semini nel mio giardino, sento il desiderio di coltivarli, ed anche se c’è già chi li guarda e ne gioisce camminando insieme a me, adesso sono io che sto imparando a coltivarli… e anche se purtroppo non escludo che qualche fogliolina ancora la farò seccare, forse è per questo che lo psicologo si è sbilanciato nel dire che adesso, dopo i primi passi e con quelli che ancora verranno, la nostra storia può iniziare a chiudere l’ombrello e a guardare verso l’alba…ricordandomi sempre che quell’alba è prima di tutto mia.
EMA: 🙂 io penso che quella di andare dallo psicologo sia una scelta molto personale, e ciascuno ha la sua esperienza, che, certo, può essere negativa o positiva. La mia è stata positiva e devo dire onestamente che è così anche per le persone che mi dicono di aver fatto in un momento particolare della vita questa scelta (momento particolare, peraltro, che non credo neppure debba coincidere per forza con un grande malessere, ma anche solo con la curiosità di guardarsi dentro in un modo diverso, cioè con più strumenti).
Spero che non ti normalizzi, così resti speciale, Ema 😉
scherzo, ho capito cosa intendi per “normalizzare”, credo.
Comunque ti ringrazio della tua testimonianza perché dimostra il fatto che un percorso pro-noi-stessi dà risultati, e risultati di cui appunto si “respira” dentro di sè la differenza, in prima persona, innanzitutto 🙂
ALEBA: sono sempre stata una che si guardava dentro, ti confesso. Credo comunque che faccia anche parte della crescita e del fatto di crescere (e non solo in età infantile) vivendo varie esperienze, positive e negative, e costruendo dei nostri rapporti interiori con le esperienze. Vivere una forte crisi nel privato mi ha portato a dover guardarmi dentro in modo più profondo, a cercare dei migliori strumenti e anche a non dare per scontati degli equilibri magari costruiti su palafitte fragili o inconsapevoli.
Finché si sta in equilibrio comunque non è che per forza nasca dentro di noi il desiderio o il bisogno di saperne di più. Quando ciò accade invece succede che però, magari, alcuni nodi vengono al pettine. Allora magari scopriamo delle cose che ci possono essere davvero molto utili, scopriamo che possiamo fare meno fatica nel quotidiano, con noi stessi, di quanto abbiamo fatto sino a quel momento, ci rendiamo conto anche di voler rinunciare, per esempio, ad alcune ansie che abbiamo sempre tenuto sotto controllo e date per scontate, magari senza neppure renderci conto che erano ansie, ma chiamandole invece modi di essere. Scopriamo magari che anche se intorno a noi le persone sono fatte come sono fatte possiamo spostarci o, ove è possibile, possiamo rompere dei copioni dati per scontati a vantaggio di tutte le parti coinvolte, o anche solo di una nostra maggiore serenità. ecc ecc.
In gioco ovviamente non c’è il raggiungimento di una perfezione, una livellazione dei difetti, c’è altro. A volte c’è anche un’indulgenza positiva mai conosciuta prima o dimenticata. ecc ecc.
A me interessa veicolare anche il fatto che la molestia morale non riguarda solo persone a cui piace soffrire, masochiste, o che vanno a cercarsi dei casini perché questo è un luogo comune che rischia persino di non far centrare un costruttivo senso di responsabilità.
In molti casi la molestia morale riguarda persone a cui vengono succhiate le energie proprio perché le hanno, perché sono vitali, perché vengono viste come una minaccia proprio per le loro risorse, non per l’assenza di quest’ultime.
Certo, ognuno ha la sua
esperienza, ognuno scopre, se intraprende un suo percorso, dove sono i nodi, dove possono essere i dejavu, le false idee, le paure, le aspettative, gli abbassamenti delle difese che hanno impedito di riconoscere o hanno ritardato il riconoscimento di una determinata situazione come “pericolo”. Può scoprire perché gli anticorpi non sono scattati a dovere e anzi una storia disfunzionale… ha finito persino con il diventare una sorta di malattia autoimmune…
Io, per me, so di non essere mai stata una persona masochista, che non sono andata a cercarmi i guai. So che me li sono tenuti, che non ne ho riconosciuto a sufficienza le avvisaglie, ecc ecc. Però so anche che mi ha sempre fatto molto girare le palle la riduzione di un problema come questo in “prendi una donna e trattala male”, come la canzone di Ferradini che, peraltro, dice esattamente il contrario, anche se quasi tutti si ricordano solo le strofe, ma le strofe che riguardano, se non mi sbaglio io, forse piuttosto il fatto di nascondersi dietro ai luoghi comuni.
Ma in sintesi che il vuoto sia qualcosa che ci portiamo dietro dall’infanzia o dopo un trauma e con cui siamo per un periodo venuti a patti e poi no perché qualcosa è scattato, o che il vuoto sia una cosa che abbiamo sperimentato con effetti interiori devastanti incontrando una particolare esperienza negativa, che il vuoto sia qualcosa che faceva anche parte di noi (ma non era noi, perché noi siamo molto di più) ma non lo avremmo mai scoperto in maniera così brutale se non avessimo incontrato un molestatore morale (o una molestatrice morale) o comunque una persona che ci ha posto dei quesiti relazionali vissuti dai nostri anticorpi come una minaccia o qualcosa di incomprensibile o non inerente alla nostra visione della vita ( bensì avessimo incontrato un normonevrotico (o una normonevrotica) con cui poteva andare bene o andare male, e provare gioia o sofferenza, ma non superare l’allarme rosso), che ce la siamo cercata o non l’abbiamor riconosciuta, insomma qualsiasi sia il motivo per cui si sta male e si ha la sensazione di aver perso o perdere l’equilibrio… ecc ecc (e non sono ovviamente mai banali ecc, perché siamo persone) mi sa che vale sempre la pena di cercare/trovare una propria via per la serenità. Per riscoprire la propria identità, non perfetta, ma in equilibrio, per riscoprire un concetto di responsabilità verso se stessi che non equivale a colpa, per riscoprire un concetto di scelta che non riguarda solo “o mangi sta minestra o salti dalla finestra” o “meglio mal accompagnati che soli” o “se credi nell’amore eterno anche se l’altro ti dice che è un calesse fatti ammazzare” o “la mia macchina per l’ossigeno sei tu” o rimanere immobili perdendosi tra concetti di perfezione inarrivabile versus “tanto son cacca umana” ecc ecc.
Scusate i periodi arzigogolati, confesso che sto crollando dal sonno dopo una giornata intensa 😛 Bacini 😀
In tutte le vostre storie ritrovo un pezzo di me, nella descrizione del vostro malessere rivedo il mio, percepisco il dolore e l’umiliazione di esserci dimenticate di noi, di esserci messe da parte e di aver riempito di attenzioni i “giardinieri”. Purtroppo a volte è molto più semplice affidare l’andamento delle nostre vite a qualcun’altro, nn necessariamente qualcuno di adatto a noi, anche perchè domandarci ciò che desideriamo davvero e lavorare su di noi fa paura, a volte pensiamo che nn sono domande che possiamo porci, ma anzi tendiamo a accontentarci di coloro che concretizzano le nostre maggiori paure. Luna tu sei sempre un faro in mezzo a questa tempesta, e Aleba la tua sensibilità nasconde una grande forza che ti sta facendo riemergere a poco a poco. Ema ti ammiro hai fatto quello che io ho una fifa matta di fare: ho paura di uscire da questo circolo vizioso, percepisco il mio distacco da lui come un abbandono da parte sua o come una sua preferenza per colei che tradisce. Mi sento seconda anche nell’abbandono. E Clà ti dico, perchè anche tu nel tuo cuore lo sai, che l’amore nn deve essere guadagnato (così come ci fanno credere questi giardinieri) sudato, elemosinato, umiliato. Tu meriti molto di più di quello a cui ti sei prostata negli ultimi tempi, te lo dico anche se nn ti conosco di persona, e te lo dico perchè è impossibile che una donna “pensante” possa solo meritare sofferenza e patimenti. Poi la storia dello zerbino è ciò che mi viene da scrivere anche a me quando penso alla mia situazione, ma poi rifletto e so che sono di più di uno zerbino (anche se con il mio giardiniere ho fatto ancora più schifo di uno zerbino) per cui sono capace di meritare amore sano, senza fermarmi a pensare che tutte le donne con un corpo più bello del mio meritino più amore di me , così come mi ha abituata a pensare lui. è ogni giorno difficile pensare al di là del piccolo mondo che mi ha costruito intorno (già perhè malgrado abbia sempre avuto la sua vita e abbia dimostrato che viva o morta avevo la stessa importanza per lui, ha stretto intorno a me una morsa da cui è difficile uscire) e al di là delle paure che mi attanagliano. Io mi sono trovata a scrivere spesso di come lui abbia cercato spesso di allontanarmi (almeno così lo intendevo io), dei paragoni con cui mi umilia (e che paradossalmente sviluppano in me una voglia continua di dimostrargli che si sbaglia) e una volta alcune di voi mi hanno fatto notare come il mio sentirlo lontano fosse una sensazione errata e anzi che era fin troppo vicino visti gli effetti distruttivi che produce. Mi avete fatto notare come per due anni abbia lottato ogni giorno per tenermelo vicino, come se quella sesazione di abbandono fosse un presagio. Mi avete domandato perchè tutte le domande che pongo riguardano lui e nn me. Ora una risposta ce l’ho: io nn mi pongo domande perchè sarebbe ancora più umiliante rispondermi che mi sento un fallimento e che avere una persona a cui pensare mi distrae da me. Ora però succede
che anche questo perentorio abbandono a cui mi ha preparata è stato rimandato perchè ha ancora un pò di tempo libero lontano dalla sua donna. Questo per dire che per me è la conferma della sua idea dell’amore: l’amore che sta per giurare alla sua donna nasce dal suo bisogno di sistemarsi in toto, cioè di aggiustare la sua vita in modo che ci sia chi lo aiuta nei suoi imminenti problemi familiari, e di avere dei figli. Per cui ora capisco cosa posso voler dire io per lui: nulla di utile. Ma qualcosa che fino all’ultimo istante di libertà gli permette di sentirsi ancora un gran figo. Lui nn ha la minima idea del dolore che mi ha arrecato, e dopo avermi abbandonata è tornato per l’ennesima volta il giorno dopo. Io questa volta nn l’ho assecondato. Lui mi ha ripetuto che il nostro allontanamento sarà momentaneo, ma cosa vuol dire? che una volta che avrà fatto 3 pargoli tornerà con me per sentirsi ancora uno stallone? è così deprimente sapere che sono per lui solo una donna utile a un determinato scopo, sapere che nn mi ha mai conosciuta e anche se ne ha avuta la possibilità l’ha ignorata perchè nn merito interesse per lui, sono solo una stupidina che nn è come la sua donna che invece è ottima per formare una famiglia e badare a un uomo. Per lui ionn sono quel tipo di donna, per lui sono quella brava ad attirare gli uomini con il sesso. io pornodiva invece la sua donna è donna-focolare. Capite? questo è perchè io sono zerbino, ma sono zerbino delle mie idee e delle mie paure, perchè credo che ne lui e ne chi come lui può farci sentire così orribili se nn riversassimo tutte le nostre paure su di loro. E forse il suo comportamente con me è solo frutto della sua limitatezza che nn gli permette di apprezzare la vita e ciò che la vita gli offre. Cmq devo darvi ragione, il fatto che lui mi abbai allontanata è la mia salvezza, mi ha permesso di fare il primo passo di distaccamento da lui e anche se lui è tornato già su i suoi passi vi posso dire che la sensazione di leggerezza che mi ha apportato il suo distacco nn è svanita neanche con i suoi continui tira e molla. Mi sento vuota, impaurita, abbandonata ma anche piena di speranza. credo che tutte meritiamo di essere felici, e credo che dovremmo darci la possibilità di esserlo.
Margot, sono felice di sentirti parlare, ragionare e analizzare le cose in modo diverso.
Brancoli ancora nel buio, nel dubbio, nell’insicurezza e nella paura. Ma un pò di luce la vedi. Magari sarà lontano, ma l’importante è che tu tenga gli occhi ben aperti e quello spiraglio non lo perda mai di vista.
Il mio problema si sta facendo di nuovo avanti. Manda sms del tipo (ti voglio bene, tanto, tanto , tanto)..Ma chi gli crede più?
L’effetto tachicardia, ansia, tremore, ecc…sono quasi spariti.
La compulsione ancora no. Alcune domande e pensieri faccio fatica a gestirli.
Quando leggo i suoi sms capisco ke per lui non sn niente di più di un corpo da usare a suo piacimento. Mi vede solo in quel ruolo, nulla più.
Non so a chi dare la colpa…se a me stessa (per come mi sn presentata all’inizio, ma cambiando cn il tempo…oppure a lui, ovvero persona non in grado di stabilire rapporti basati sul rispetto).
Non ci tengo tantissimo a trovare un colpevole, ma capirlo può essere utile PER ME in futuro.
@è così deprimente sapere che sono per lui solo una donna utile a un determinato scopo, sapere che nn mi ha mai conosciuta e anche se ne ha avuta la possibilità l’ha ignorata perchè nn merito interesse per lui, sono solo una stupidina che nn è come la sua donna che invece è ottima per formare una famiglia e badare a un uomo. Per lui ionn sono quel tipo di donna, per lui sono quella brava ad attirare gli uomini con il sesso. io pornodiva invece la sua donna è donna-focolare. Capite? questo è perchè io sono zerbino, ma sono zerbino delle mie idee e delle mie paure, perchè credo che ne lui e ne chi come lui può farci sentire così orribili se nn riversassimo tutte le nostre paure su di loro.
Margot, sai, non è che posso portare una statistica, ma, per aver sentito le storie di molte donne, credo che far stare male con una presunta inadeguatezza che si ricondurrebbe a ridurre la femminilità a schemi come donnafocolare o donnasessuale sia molto frequente nella molestia morale e nelle dinamiche di controllo (ove controllo sta anche per mettersi nella posizione di non dovere nulla, non avere responsabilità, coprire le proprie difficoltà relazionali ecc).
Questo ridurre la cosa a due opposti (come se la donna che si occupa del focolare non potesse essere sexy e la donna sexy non potesse cucinare lasagne e avere un ottimo istinto materno) è un “vecchio trucco” e me ne rendo conto tanto più leggendo il tuo post.
La questione fondamentale è comunque di riuscire a far dubitare la donna della propria femminilità e della propria identità, non solo fisica ma anche emotiva e mentale. Ciò tirando fuori confronti o schemi senza senso. Una mia amica che ha avuto terribili esperienza di molestia morale (con il suo uomo ufficiale, non amante… il che non le ha comunque impedito di non avere per 5 anni una storia degna di tal nome e di reciproco rispetto ecc) veniva “schiacciata” con l’esatto opposto: cioè non era buona come casalinga e come moglie (buona scusa per non ufficializzare mai il rapporto, e dire sempre che la casa di lui era sempre solo di lui) e come madre sarebbe stata un disastro ovviamente, però al contempo lei era anche poco sexy e poco caliente, a suo dire… ma gli schemi erano un problema di lui. Se tu la vedi questa è una bellissima ragazza, la sua vita sessuale e sentimentale e di relazione prima di incontrare lui non aveva mai avuto problemi di questo tipo (gli schemi). Per inciso è anche una che riesce molto bene nel lavoro (ma non una che avrebbe sacrificato il rapporto per il lavoro, bensì assolutamente in grado, in modo naturale di lavorare con passione e bravura ed essere una compagna affettuosa e presente). Ma quando lei riusciva nel lavoro era sempre un problema, e inutile vantarsi (non è una che si vanta) quando però era “incapace” nel resto. Ora, per inciso, lei a distanza di anni ha una felice e serena storia con un uomo, con cui stanno cercando casa insieme. Certo lei ci ha messo un po’ per togliersi le paranoie dovute alla
violenza psicologica, per rendersi conto che era semplicemente se stessa e non gli schemi che un altra persona (per i propri problemi) cercava di attribuirle. Anche per non pensare di non poter essere contenta di avere una promozione sul lavoro. Pensa che emozione dev’essere stata per lei rendersi conto invece che il suo nuovo compagno la sera della promozione era semplicemente contento per lei e con lei,non si sentiva minacciato patologicamente dalla sua intelligenza, e non cominciava a cercare di smontarla, di farle dei trucchi e ricatti morali, o condiva la cena per festeggiare di minchiate che non c’entravano nulla, riguardanti presunte mancanze di lei basati su presunti schemi o luoghi comuni.
E’ certo possibile che quando un uomo (ora sto parlando di uomini verso le donne, è chiaro che le donne molestatrici morali possono usare analoghe modalità con schemi riguardanti il sesso maschile, ndr) si mette a fare questi giochi violenti di prestigio atti a destabilizzare l’identità e il proprio rapporto con la femminilità in senso più ampio (dall’affettività alla maternità, dal proprio rapporto con il proprio fisico alla sessualità, dalla propria parte più dolce a quella più grintosa ecc ecc) possa trovare terreno fertile in una insicurezza preesistente, in una crisi personale, in uno schema già radicato nella propria testa (donna focolare meritevole, donna lasciva immeritevole… cosa che talvolta può derivare da messaggi famigliari o anche dall’aver subito molestia in età infatile), però è pure vero che se qualcuno ti martella tutto il giorno, come la goccia in testa della tortura, con cose che destabilizzano l’identità e la sicurezza dei propri mezzi e del proprio valore alla fine è pure umano che possa finire con lo destabilizzarti.
Il discorso è, cara Margot, che un molestatore morale al di là che pure potesse vederti per chi tu senti di essere e avere la capacità di conoscere le persone (entrare in relazione con le persone in maniera non solo egocentrica, cioè) non ti darebbe mai la soddisfazione naturale di lasciarti sentire bene con te stessa. Un narcisista patologico non riesce a tollerarlo. E se anche lui credesse davvero allo schema donna focolare/donna sesso ti faccio notare che il suo schema mentale non è glorioso per nessuna, e non denota rispetto per nessuna, visto che la donna focolare sembra assessuata nel suo concetto. asessuata al punto che anche se la tradisci che male c’è? Di fatto lui nega l’identità femminile nel suo complesso sia a te che alla donna che dice di voler sposare. A parte che non puoi sapere come si comporta con lei, corna a parte, e quali siano gli schemi in cui chiude lei, seppure possono essere altri rispetto a quelli in cui tenta di rinchiudere e controllare te.
Spesso poi, i molestatori morali, che sono i primi a commettere l'”immoralità” della violenza psicologica, che non è davvero poca cosa, sono bravissimi a girare le frittate ed ergersi quali moralizzatori dei difetti, costumi, mancanze altrui.
Persino se picchiano, mentono, mancano nelle cose basilari non è mai colpa loro. Se colpiscono, a parole o nei gesti, la colpa è sempre tua o loro si stanno semplicemente difendendo o comunque tu l’hai fatta sempre più grossa o comunque con una persona come te non ha neanche senso discutere ecc. Se sono dei pessimi compagni è perché tu sei una persona che non può essere considerata una vera compagna (e giù a inventare ragioni senza senso fatte passare per una spiegazione scientifica degna di quark o mezze frasi che non significano assolutamente nulla ma che lasciano in sospeso chissà quale verità schiacciante e terribile), se sono dei pessimi padri è perché, ovviamente, hanno accanto una pessima madre, priva di istinto materno o troppo chioccia, o hanno dei pessimi figli, ingestibili, isterici, incapaci, inadeguati… non è mai colpa loro, sono sempre gli altri ad essere inadeguati, pensa un po’. Anche se la generalizzazione e la relativizzazione non sarebbero sulle tue corde (o comunque anche se lo sono, perché è un modo di ragionare che ti è stato inculcato da quando mamma ti diceva che marietta era tanto una brava ragazza e tu no… e allora tu pensavi “ma se marietta fa questo e quello!” quando erano c.... di marietta, ma a te veniva da fare il confronto e cercare di capire quante stellette e penalità potevi assegnare a te stessa e a marietta), dicevo, anche se non accadrebbe se tu potessi semplicemente parlare di me e te, nel concreto, affrontando questioni realistiche e contingenti, a forza di avere a che fare con il molestatore morale che per girare le frittate è un campione di generalizzazioni e relativizzazioni (anche degne di un viaggio su Marte per prendere un capuccino), quanto di non dialogo e silenzi ad hoc, dicevo cadi nel tranello. Cominci a relativizzare e generalizzare pure tu, e anche là ti frega. Esempio mio concreto: quando gli stavo dicendo che non era bello come mi stava trattando (ed era lampante, al di là che io fossi persona o paguro, uomo o donna, morosa o amica o conoscente, comunque di base, era persino superfluo dirlo) poiché stava intaccando comunque anche la mia sensibilità femminile io gli dissi: non è bello trattare così una donna… La sua risposta? (che non vuol dire assolutamente NIENTE ma che ebbe una potenza distruttiva di dodicimila missili a testata nucleare): Ma tu non sei una donna.
Perché fu distruttiva? perché non voleva dire niente, ma poteva sottintendere un mondo di cose, e tutte brutte. e andava a collegarsi con una serie di atteggiamenti e assurdità squalificanti di cui ultimamente ero oggetto. Era lui che stava “mancando” in maniera plateale ma con questa frase idiota (ma violenta e resa violenta dal contesto in cui era stata pronunciata)