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Lui è sposato ed io sono un’amante

di chillido44
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 24 Settembre 2007. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 2.507 commenti

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  1. 1601
    Eme -

    NOn mi perdono per errori commessi e non mi perdono per errori ke faccio ripetutamente”.
    Ma perchè?
    Che beneficio trai dall’autoflagellazione Clà?
    Prontissima a perdonare il lui della coppia clandestina (di cui sei “complice”, ok….vuoi metterti davanti al plotone di esecuzione più di quanto ti ci metterebbero quelli che alla parola corna diventano belve assetate di sangue?)
    E allora piazzaci anche lui davanti a quel plotone di esecuzione! Dividetevi i colpi e cadete giù insieme.
    Perchè questa storia la state portando avanti in due. Non solo tu!
    Prontissima a cogliere il “ti amo” e a porli in confronto con i”ti voglio bene” manco fossi un chimico alla ricerca di una nuovo variante di virus. E perche poi? Per trovare qualche traccia di sentimento nel comportamento del tipo in questione e sanare la SUA posizione.
    E la tua (di posizione)? Sei la sola ad essere la megera brutta e cattiva da buttare giù dalla rupe per sanare il mondo?
    E poi?
    Poi che succede quando hai finito di trovare palliativi al SUO atteggiamento facendo l’offesa quasi volessi farci credere che non lo stai giustificando ( forse mi sbaglio ma l’impressione è questa).
    Ben lungi dall’essere altrettanto clemente verso di te vai giù di randellate su di te perchè TU non ti sai fermare, perchè TU non ti evolvi, perchè TU regredisci….C’è qualcosa che non va!
    Perchè non sei altrettanto pronta a cogliere un pò di amore verso te stessa e a perdonarti certe bizzarrie per cui stai già abbastanza male?
    Guardiamo i fatti: 1)hai una storia con una persona impegnata! Per tua stessa ammissione non te la senti di chiamarlo neppure quando sai che è solo. Sbaglio? Quindi ogni iniziativa parte da lui.
    Tu non riesci a dirgli basta, va bene.
    C’è chi non riesce a dire basta ad un piatto di pasta, ad una fetta di torta, ad una sigaretta, ad un bottiglione di gin.
    Carenza di affetto o ingordigia di affetto? In ogni caso (credo) ci sia un disagio.
    Picchieresti un disagiato? Non credo…..allora perchè picchi te stessa.
    2) Non hai voglia di portare avanti una storia che avrebbe tutti i presupposti per essere la storia giusta con l’uomo giusto.
    Chi ti dice che è l’uomo giusto?
    La panza e tutto il resto ti suggeriscono il contrario.
    Dagli retta. Non devi metterti con l’uomo giusto-bravo-bello per il mondo ma con l’uomo giusto PER TE.
    3) Non vuoi essere aiutata: mah…..te ne fotteresti di venire qui anche solo per leggere, figuriamoci per intervenire.
    4) C’è un momento per tutto. Un momento per leggere, un momento per scrivere, un momento per farsi un’idea ed un momento per tirare le somme e decidere come comportarsi. Il fatto che questi momenti richiedano mesi anzichè minuti NON SIGNIFICA NULLA! Ognuno di noi agisce con la tempistica che la sua mente ed il suo corpo le impongono. E se durante questi minuti/giorni/mesi eviti di bastonarti
    probabilmente arriverai prima e più sana al traguardo.

  2. 1602
    Eme -

    Ps.
    Al di là dei toni bruschi che (quando uso questo nick) non riesco ad abbandonare…..ti mando un grande abbraccio Clà.
    Ciao a tutte.

  3. 1603
    LUNA -

    EME: un giorno una persona mi ha detto questo concetto “la vita è fatta anche di cose belle da vivere e da aver voglia di raccontarsi e raccontare e ricordare”. Banale? No. Per me in quel momento non lo era affatto. per me che pure, nella vita, avevo sempre adorato segnare, dentro di me, alla fine di una giornata, le cose belle che avevo vissuto. e che non riguardavano per forza un uomo, anche solo me stessa, o quattro chiacchiere spontanee con la vicina, o il fatto che avevo visto qualcosa che mi piaceva, aver sentito un profumo buono, aver riso (veramente) per una battuta o averne fatta una, aver letto un bel libro, aver avuto uno stimolo curioso a saperne di più su qualcosa,ecc ecc ecc. Ma quei ecc ecc io non avevo spazio/tempo/energia.
    Ho pensato da quanto tempo non avevo spazio/tempo/energie per queste cose. Ho pensato: azzo, quanto è vero. Beh, lo sapevo già. Non stavo forse male perché i miei problemi e stare male mi portavano a non viverle, non sentire neanche il bisogno di quelle cose, a non ricordare la loro esistenza o provarne una disperata nostalgia o dirmi “scusate, non posso”? Sì, però quel giorno quel concetto mi ha fatto un effetto diverso. Non l’effetto di rimprovero, neanche a me stessa, ma di potenzialità semmai. Qualcosa anche tipo: ma perché non uso mai la bicicletta se è in garage?
    Vero è che era – come dici tu – anche una questione di tempi. Non era la prima volta che mi veniva detto. Ma io ho sentito quella frase diversamente. E’ vero che ero piena di preoccupazioni (e di sollecitazioni ad averne), è vero che venivo anche sospinta verso la più feroce autocritica, è vero che la mia vita richiedeva che io trovassi delle soluzioni ad una serie di problemi. Ma non erano veramente troppi quei problemi? E come mai erano così tanti? E, soprattutto, davvero concentrarmi solo sui problemi era meglio che mollare un po’? Ed ero ancora capace di mollare un po’? Sono riuscita a chiedermelo in quel momento non dandomi addosso, ma riconoscendo che quella nostalgia della vita che sentivo, e che pensavo di dover provare per forza, non era veramente per forza. Sentivo nostalgia per la vita perché non stavo vivendo, ma ero anch’io a dare per scontato ormai di non potere, ad essermi dimenticata cosa fossero una serie di cose.
    Non sto dicendo che sia facile. Dico, non è che un giorno sei nel tuo bunker e l’indomani ti senti libero e bello. Ma in quel passaggio tra il bunker di problemi, di pensieri derivanti dai problemi e di pensieri su come risolvere i problemi ecc ecc, e un’interezza, anche banale, della vita, è bello riscoprire che perdi pezzi di catene. E’ bello ritrovare le piccole cose come se ritrovassi dei vecchi amici. E’ bello ritrovarsi, ritrovare il piacere di farsi del bene. Il che non significa dirsi che si è bravi, belli, perfetti dalla mattina alla sera. Ma prendersi cura di sè vuol dire tante cose. E quando ci dimentichiamo di prenderci cura di noi lo sentiamo. Sentiamo nostalgia di molte cose.

  4. 1604
    LUNA -

    Ognuno ha la sua storia, il suo percorso, le sue fasi. E non si tratta di togliersi tutti gli antifurti psicologici in una volta sola, come se suonasse un metal detector e dovessi ritrovarsi improvvisamente in mutande. Anzi, nudo come un verme. Non si tratta di dover fare la maratona di new york (a meno che uno non voglia farla… intendo dire, ho un amico che la fa :P)… a me sembra piuttosto che si tratti come di riscoprire anche che il proprio strumento ha molte corde, dopo aver suonato ossessivamente sempre le stesse note den don, den don, den don in continuazione. Ma mi rendo conto che è anche difficile spiegare una sensazione. Anche perché non è una, sono tante. Ma sono diverse da prima. Neanche tutte belle. Ma a più ampio spettro. Meno tese per forza. Spiegare non so.

  5. 1605
    nathan -

    Ciao a tutti … Luna nel leggere la tua ultima mi hai trasmesso una bellissima sensazione che vivo, non sempre al massimo ma c’è! E non sono sempre le poche note do-re-sol ….è musica!!! … sono anni che come te cerco, provo, ci riesco a suonare il mio strumento … il mio corpo … sai un bel giorno mi ero stufato di dare troppa attenzione per ascoltare la musica degli altri c....! … allora ho iniziato anch’io piano piano testardo, duro come un mulo, determinato che quella era la strada giusta ….e a poco a poco mi sono reso consapevole che anche io ero diventato diciamo bravo…. poi ho anche capito che dovevo mantenermi in esercizio, che dovevo fare manutenzione allo strumento, che dovevo suonare prima per me e poi per gli altri, che dovevo stare attento a difendere lo strumento e la musica che faccio. E sai ho scoperto che non mi importa se sono il miglior musicista al mondo ma mi importa che io sia soddisfatto della mia musica… e affermo che l’unica cosa da fare per essere soddisfatto della mia musica era suonare sempre …. perchè la vita è fare fare fare ed ancora fare … ovvio che in tutto questo se si ha un maestro la strada è più semplice ma per fortuna ci sono i libri in cui viene tramandato come suonare ed accordare lo strumento… Ognuno ha la il tipo di musica da scoprire, il suo strumento da imparare ed affinare con l’unico scopo di vibrare in sintonia con l’universo felicemente. Detto questo conlcudo che però per iniziare a suonare non posso farlo in mezzo a Piazza del Campo durante il Palio di Siena, a meno che non sia Mozart, per imparare bisogna farlo in disparte e questa è la parte che sembra la mano bella che invece poi con il passare del tempo si rivela come quella più meravigliosa… arrivato ad essere soddisfatto allora poi posso unirmi agli altri a fare musica.
    Migliorando lo stare con noi stessi è quanto di meglio l’essere umano possa fare.
    Detto questo buona musica a tutti.
    Buon Ferragosto.

  6. 1606
    LUNA -

    EME: ciao tesora. A volte, sai, mi stanca un po’ avere a che fare con questo:

    http://www.nienteansia.it/disturbi-ansia/disturbo-post-traumatico-da-stress.html

  7. 1607
    LUNA -

    (ma non va poi così male 😛 buona domenica e buon ferragosto a tutti, baci)

  8. 1608
    Eme -

    LUNETTA 🙂 Hai ragione, a volte ci si sente miracolati e si urla di gioia nel mettere a fuoco che si e’ riusciti ad alzarsi da terra e si e’ in grado di contarsi le ossa. A volte, pero’, ci si sente stanchi, spossati per quel continuo trovarsi in mezzo alle balle le conseguenze dell’aver detto cosi’, fatto cosa’, deciso coli’, subito cola’! E ci si domanda “perche’ a me?” persino nei casi (come il mio) in cui carnefice e vittima coincidono al 90% (per cecita’, vigliaccheria, ostinazione)! “Perche’ a me?”, a volte, non tanto (piu’) per la causa quanto per il postfatto, per quel dazio quotidiano da versare tutti i giorni chissa’ per quanto tempo. Soprattutto in certi periodi in cui le difese sono abbassate o rilassate. L’importante e’ mantenere una base di serenita’. Stato d’animo, a volte, difficile da acchiappare e mantenere, lo so…..ma tu sei LUNA , ti sei fatta un mazzo cosi’ per stare meglio ed hai una panza che urla “forzaaaaa” con la stessa potenza di Pavarotti. Dalle retta… 🙂 Un bacino Lunina.

  9. 1609
    LUNA -

    Grazie Eme 🙂 Nei momenti :O e di sconforto terrò presente l’immagine di Pavarotti nella panza :)))))
    un bacino dalla miracolatasgangherata :PPPP

    Nathan: ciao 🙂 che bel post energeticopositivizzante 😀 dovresti scrivere più spesso 😛 (ma è giusto che tu lo faccia quando ne hai voglia).
    @perchè la vita è fare fare fare ed ancora fare…
    la vita può essere anche non fare, quando è il dolce far niente, quello stato di grazia relax-riposina stando piacevolemente con se stessi dopo aver fatto o prima di fare… l’asino casca (e se arriva in testa fa pure male) quando noi stessi percepiamo in quel non fare un non sertirci/ascoltarci e un nostro blocco. Allora magari riempiamo la giornata di cose che apparentemente facciamo, o facciamo chilometri e chilometri al giorno e siamo stanchi, ma in realtà non stiamo andando da nessuna parte e siamo su una specie di tapis roulant in tilt. O quando quello che abbiamo da raccontare è soprattutto un cumulo di pensieri impazziti, o come ci difendiamo da una situazione sgradevole, o quanto ci sentiamo naufraghi in una pozzanghera, ma non sapremmo neanche dire se quella mattina siamo andati a comprare il latte o era tre giorni fa… perché, a comprare il latte, abbiamo mandato un nostro clone che non vede, non sente, non guarda, non ascolta…

    @Detto questo conlcudo che però per iniziare a suonare non posso farlo in mezzo a Piazza del Campo durante il Palio di Siena, a meno che non sia Mozart, per imparare bisogna farlo in disparte e questa è la parte che sembra la mano bella che invece poi con il passare del tempo si rivela come quella più meravigliosa… arrivato ad essere soddisfatto allora poi posso unirmi agli altri a fare musica.
    Migliorando lo stare con noi stessi è quanto di meglio l’essere umano possa fare.

    C’è pure gente che è Mozart e non lo sa, perchè pensa di saper suonare solo il campanello di casa :PPPP Ho visto gente che si credeva stonata scoprire di non esserlo, anche se non era Mina. Ma aveva passato la vita a dirsi che non poteva intonare un mazzolin di fiori… la verità è che non tirava fuori la sua voce. Era imprigionata.
    Non sono del tutto d’accordo con “in disparte”, anche se penso di aver capito cosa vuoi dire: se ci mettiamo in relazione con gli altri, per esempio, pretendendo che capiscano o ci dicano chi siamo quando non lo sappiamo manco noi chi siamo ecc ecc e viviamo solo per…. delega.
    Penso che possiamo anche suonare con gli altri mentre impariamo a suonare, il fatto è che dipende con chi ci mettiamo a suonare, se è qualcuno che maneggia lo strumento con cura o se lo prende a pugni, che atteggiamento ha nei confronti della sua musica e del… lavoro corale. Se non ci dimentichiamo, nel momento in cui suoniamo in mezzo agli altri, che comunque il nostro violino è sempre in mano nostra, che facciamo un assolo, un duetto o partecipiamo ad un’orchestra.

    (quanti pentagrammi in questi ultimi post :PPPP d’altra parte non si dice che la musica è un linguaggio universale? :P)

  10. 1610
    Eme -

    Si LUNA, la musica è veramente un linguaggio universale. E se dovessi esprimere in musica il mio stato attuale stonerei “Voglio una vita tranquilla”.
    So che questa non è la sezione più indicata per sfogare il proprio stato d’animo ma mi “attacco” al tuo post 1606. Quando lo hai scritto mi sono balenati, per la testa, così tanti pensieri che probabilmente avrei avuto bisogno di usare trenta nick diversi per vederli pubblicati tutti nella stessa sessione. Poi, all’atto pratico, mi sono resa conto di non riuscire a fermarli che in poche righe dal contenuto talmente scontato da richiamare alla memoria un “ti rispondo giusto perché mi hai nominato ma taglio la corda “checihòaltrodafare” 🙂
    Non era così ma sono sicura che, con te, non è il caso di sottolinearlo 🙂
    In poche parole, salvo che in occasione ormai rare, non riesco più a fermare i pensieri. Ne ho tanti, forse troppi.
    Non sono tutti negativi, anzi….spesso sono vittima della frenesia di realizzare più che del lasciare andare alla deriva/distruggere con le mie mani.
    E vittima della paura che tutto, all’improvviso, mi crolli sul gobbo come un castello di carta costruito a Trieste e in balia della Bora.
    Però ho una confusione madornale. Una confusione che mi sembra una manetta alla caviglia.
    A volte mi scappano le parole dalla testa mentre le sto pronunciando o scrivendo….mi sento Heidi quando tentava di imparare l’alfabeto e immaginava che la lettera h si trasformasse in una capretta, ci saltava in groppa e scappava con lei su per le montagne della fantasia.
    Io, in realtà, non scappo da nessuna parte, mi abbarbico su e giù per il palo al quale, ogni tanto, mi sento attaccata….nella convinzione (giusta o sbagliata che sia) che muoversi intorno al palo sia sempre meglio che languirci sotto non riuscendo a togliersi il maledetto palo da in mezzo alle balle.
    Mi abbarbico senza andare da nessuna parte così mi incazzo e mi deprimo. Però penso che mi sono mossa e mi esalto. Poi mi pongo degli obbiettivi e parto in quarta, al primo inevitabile intoppo cado nel panico, poi salto fuori con l’agilità di un acrobata salvo inciamparmi. E via così….tutti i sacrosanti giorni.
    Vedo i miei pensieri positivi che mi incitano a ripartire, vedo quelli negativi che dicono “ma ‘ndo vai…..”.
    Mi do addosso solo più in rare occasioni. Alla balda età di 39 anni ho scoperto che fare una sana autocritica non equivale a sottoporsi ad un giudizio inquisitorio dallo scontato esito di condanna.
    Però, ogni tanto, mi trasformo in una bimbetta capricciosa, ostinata, cocciuta, mi esibisco in sceneggiate di lagreme ammare che fanno un baffo a quelle di Mario Merola con il rischio di vanificare tutti i metri faticosamente vinti.

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