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Lettera pubblicata il 24 Settembre 2007. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore chillido44.
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EME: @Mi sembra più utile dialogare civilmente sul perché si è lasciato che accadesse un qualcosa di palesemente controproducente e dannoso.
Lo sai che sono assolutamente d’accordo. Spesso passiamo la vita a giudicare noi stessi e gli altri. Passiamo la vita a giudicare noi stessi e crediamo che quel tipo, proprio quel tipo di autocritica (crediamo che sia autocritica, ma è spararsi addosso) sia doverosa. Come se esistessero solo gli opposti di un’assoluta inconsapevolezza in cui dirci che non possiamo che essere in un modo e percepirci in un certo modo ed essere percepiti in un certo modo dall’universo tutto, chiamiamola una sorta di resa totale nel sentirci alla deriva e dirci “tanto io sono così, che ci posso fare, chissà perché capitano tutte a me, avrò un bollino in fronte, ma non posso farci niente, è scritto” o il massacrarci di sensi di colpa e spararci in faccia per qualsiasi cosa ecc.
@Sally è già stata “punita”…
per ogni sua distrazione o debolezza… canta Vasco.
Punire. Vorrei punire chi mi ha fatto male. Vorrei punire me perché mi sono fatto fare male e per la mia inadeguatezza. Chi mi ha fatto male forse mi ha giustamente punito, voglio capire per cosa. Vado a cercare chi mi punisca. Vado a cercare chi mi dimostri che non devo solo essere punito. e via così.
Come se la vita girasse intorno alla punizione, al castigo, inflitto o subito, evitato o cercato.
Come se la vita fosse tutta lì.
Il discorso ovviamente è più complesso di così. Ma quello che voglio dire è che davvero si possono guardare le cose diversamente. Prendere atto anche dei propri errori, o del perché appunto ci si è ficcati o lasciati trascinare in un vortice, perché non si è riuciti a difendersi o a trovare “strategie” più adeguate. Si può anche capire che in quel momento si avevano le difese basse per altre ragioni ed è per questo che qualcuno è riuscito a prendere spazio e altrimenti non lo avrebbe fatto. O che non si è allenati a permettersi veramente il concetto di scelta. Che si stavano cercando cose “corrette”, ma non si è allenati a vedere che non si possono cercare nella persona “sbagliata”. Che quando si è presa una decisione alle 8.45 di tale giorno rispondeva in quel momento ad un’esigenza, e che quella scelta, di per sè, aveva una sua funzione. Il problema è che se prendo un treno per andare a Roma (e per me Roma ha un significato) e poi mi dicono che si è fermato al binario allora a quel punto, ad un’ora diversa dalle 8.45, posso pensare di aspettare che riparta, cercare un’alternativa nel mio viaggio, valutare le distanze e proseguire in taxi o autostop o chiamare mio cugino filippo che mi venga a prendere. Posso anche scegliere di cambiare destinazione. Invece molto spesso accade che invece di rendersi conto che una scelta non è un monolite ma che si sente, valuta, sceglie continuamente. A volte (e questa sensazione la conosco bene) se delle scelte minimali hanno portato reazioni abnormi nel circostante si può anche avere il terrore di
avere il terrore di scegliere.
“Se in quel momento avessi scelto diversamente”, “non sono stato in grado di scegliere per il mio bene”. Ok, ma ci si dimentica che magari si avevano intorno delle persone che potevano reagire in un modo allucinante (per loro natura) anche di fronte a scelte neutre o darne la loro interpretazione emotiva, ci si dimentica di tutte le volte che invece si sono fatte scelte serene e costruttive o semplicemente davvero funzionali… magari ci si dimentica di ciò anche perché in quel caso, poiché non hanno prodotto reazioni estreme, sono state vissute con naturalezza. Ci si dimentica che non è vero che sono ancora qui, nella merda, perché quel martedì alle 16.48 ho detto così invece che colà, ma magari alle 16.48 effettivamente ho scelto in base al fatto che non c’era la merda, in quel momento stavo semplicemente cominciando a conoscere qualcuno o una situazione e per quanto avessi delle mie sensazioni e aspettative non sapevo un’infinità di cose ancora, o pensavo che quella puzza venisse dallo scarico, o semplicemente in quel momento non avevo sufficienti elementi di valutazione che in seguito sono emersi. O su di me non sapevo ciò che oggi so, o avevo bisogno di fingere di non saperlo. Ma sono ancora qui nella merda perché mercoledì, giovedì, venerdì, il mese dopo ho continuato comunque a fare delle scelte, a dire un sì o un no. Ci si dimentica che anche la passività è un’azione, è una scelta. Non lo dico con colpevolizzazione, però. E si badi che io tutto questo lo dico sapendo benissimo che per chi vive la violenza psicologica o una situazione particolarmente tesa e estrema tutto diventa difficile ed estremo. e ci sono delle ragioni anche fisiologiche e di adattamento perché ciò accade. E perché hai paura che solo a muovere un muscolo succeda un finimondo ecc. Ma quello che cerco di dire è: se ne esce. Anche da alcune proprie false idee, apparentemente croniche o apprese sotto una raffica di calci in faccia. E non c’entra un c.... diventare perfetti. E’ un’altra cosa.
Allora non diventa più soprattutto una questione di buoni e cattivi, di vittime e carnefici. Di un tribunale interiore che va avanti come quelle cause infinite, in cui si perdono anni, energie, soldi, sentimenti, la vita stessa, in un continuo assolvo-denuncio-condanno-mi condanno-mi difendo-Prendere atto anche di una violenza subita, cosa che fa sempre male, e riuscire a dirsi: in quel momento veramente, per come mi sentivo in quel momento, ho scelto così, ma dirselo in modo costruttivo e non ancora autodistruttivo, verso se stessi. Le cose accadute sono accadute. Sarebbe stato meglio se quelle brutte non fossero successe, se non le avessimo mai conosciute, su questo non ci piove. Ma sono accadute. Ma non esiste soltanto cadere dentro un episodio, una serie di episodi o una fase della vita e non venirne più fuori, nè esiste solo la rimozione o l’edulcorazione. Esiste un altro punto di vista interiore, e non è un tribunale.
Eccolo che torna..Sapevo che sarebbe rientrato (da dove non è dato saperlo), ma speravo non lo facesse.
Mi sta già facendo impazzire. Devo aspettare i suoi comodi per vederci (lo vorrei incontrare per parlargli faccia a faccia, non di certo per iniziare nuovamente quella specie di storia…e per ridarmi i soldi che più di un mese fa gli ho prestato, mentre quando lui me li ha chiesti non erano passate 2 ora che già li aveva!!
A casa non c’è. Ma posso immaginare!!!
Mi illudevo di aver superato tutto, che non potesse più avere quell’effetto devastante che solo lui è riuscito ad avere. Mi sbagliavo!
Sono una debole….Debole e impotente!
Siamo punto e a capo!
Maledizione!!!!
Maledizione!!!
cia’—– spiegami!!!! in che situazione e in quale modo si e’ fatto risentire???
e che cosa vuole di nuovo da te???? parlami,- scusami l’intromissione…. sono Sara, non ci conosciamo. io prima avevo una paura fottuta che si rifacesse dinuovo risentire, l’ultima volta le ho detto io di non cercarmi piu, anche se mi mancava un sacco, ma sapevo che non sentendolo piu e non vendendolo sarebbe stata la cosa giusta da fare ho sofferto tanto all’inizio, ma con l’aiuto di voi, con i vostri racconti sono riuscita a stare lontana e a far perdere i miei contatti, e lui lo so come’ fatto ho imparato a conoscere questi soggetti, leggendo le vostre storie, che sono persone viscide, e che non ci mettono 2 secondi a prenderti in giro…
quello che mi fa incazzare di me stessa, e che … possibile che nonostante tutto quello che so, cioe’ che mi prende in giro, sia ancora attaccata a lui…. ho dovuto fare i salti mortali, per non farle capire che ero ancora innamorata di lui, ho dovuto farle capire che ormai era inutile sentirci ancora, lui mi ha accontentato , ma avrei voluto che fosse stato il contrario, che mi avesse cercato , ma sapevo che ….
1) non l’avrebbe mai fatto, perche’ lui ama le sfide, e se ne fotte dei sentimenti degli altri.
2)se l’avessi cercato io, il coltello dalla parte del manico, l’avrebbe sempre avuto lui, la situazione la controlla sempre come vuole lui, le persone se le gira sempre come vuole lui..il gioco lo dirige sempre lui, le regole le impone lui con giri di manimolazione che sa quali sono i miei punti deboli.
invece se mi cercasse lui, a questo punto( anche se so che sarebbe molto difficile), le regole le impongo io, cercando di farle capire che prima di tutto mi deve portare rispetto… io so che cosa vuole da me, una cosa che lui non ha, e lui sa di che cosa ho bisogno io una cosa che purtroppo non ho, ma alle sue regole io non ci sto, ne va dei miei principi.
lui disse che non poteva darmi quello che io volevo, e quindi io le feci capire che non ci stavo, e cosi ho preferito che non ci sentissimo piu.ho fatto bene???? io credo di si… il rispetto prima di tutto……. ma sono ancora legata a lui, mi sento come se avesse fatto un’incantesimno su di me……
ho fatto studi su studi per riuscire a capire come funzionavo io, perche nonostante tutto il male che mi ha fatto, pur essendone consapevole, riesca ancora ad essere attaccata mentalmente a lui.
Quello che mi fa incavolare e’ che non riesco a togliermelo dalla mente, e’ possibile che sia solo dipendenza affettiva???
e se mi avesse fatto qualche intruglio???? Sapete no’, cosa intendo????
come mai sono consapevole che mi ha fatto del male, e che per il mio bene e meglio starle lontano, e come mai lui e’ troppo sicuro che io ormai posso essere solo sua ma solo quando e’ come vuole lui???
si parla di manipolazione affettiva, che siamo noi oggetti deboli, facilmente influenzabili…….. Ma se ci fosse dell’altro… Magia nera?????? Datemi delle risposte
Sara, non ti devi scusare dell’intromissione. Leggere altrew esperienze è sempre molto utile.
Ti spiego brevemente : a metà luglio è partito. Si faceva sentire ma io mi sentivo più libera nel non rispondergli. Ci eravamo lasciati male (anke se lui non se n’è accorto). Capivo ke non vedendolo (abitiamo vicini) e non sentendolo stavo meglio. Ero meno condizionata, non avevo ansia, pensavo più a me stessa.
Anche se lo sentivo non aveva quell’effetto che normalmente ha su di me.
Sabato è tornato a casa e mi ha chiamata. Gli ho fatto capire ke cn me ha cihuso e gli ho chiesto indietro dei soldi prestati più di un mese fa.
Però devo aspettare..sempre e solo aspettare. Per qualsiasi cosa! Aspettare che sia lui a chiamarmi (anke se la compagna è in ferie non riesco a fare io il primo passo digitando il suo numero x sentirlo), aspettare che finisca si fare le sue cose e sperare ke abbia un pò di tempo da dedicare a me.
Ieri pomeriggio mi ha chiamata di nuovo e gli ho ribadito il fatto ke di lui non mi fido. Mi ha mandato un sms poco dopo cn scritto ke io sn la sua unica relazione (oltre a quella ufficiale, ovvio), ke mi ha sempre voluta bene xk sn dolcissima…e ….Ti amO! Non tiuscivo a credere a quello ke leggevo. Letto e riletto x paura di aver frainteso.
Così di sera ho voluto vederlo. Ha notato il mio distacco.
Lui ha cambiato il Ti amo cn il Ti voglio bene. Continuava a ripetermelo. Mi ha fatto notare che mi sta sempre addosso, che se non mi volesse bene non avrebbe motivo di uscire cn me. Ke qnd è insieme a me sta bene, è felice. E non è solo sesso. Poi dinuovo Ti amo!!
Addirittura mi ha accusata di aver fatto finta di volergli bene(ma chi resterebbe in una situazione del genere se alla base non ci fosse un minimo di sentimento?)
NOnostante tutto ho resistito. Voleva che andassi a casa sua ma non ho ceduto. Baciandolo sentivo di non aver difese. Ero trasportata, invaghita e persa per lui.
Lui sa perfettamente queste cose. Me lo ha detto (nonostante avesse tentato prima di farmi passare per falsa).
Ma al mio rifiuto ha detto ke gli ho spezzato il cuore e non sa se gli passerà presto.
Tutto quasi bellissimo. Purtroppo oggi non si è fatto sentire.
Mi ha chiesto cosa volessi fare di noi. Non lo so. O almeno non ho avuto il coraggio di prendere una decisione. Lui vorrebbe continuare (eh certo…fare un giro cn la limousine del vicino nn è poco..chi glielo fa fare di comprarne una?!! (cit Eme))
Siamo davvero punto a capo!
Una vita di merda! Io mi sento una merda.
Da parte di mia madre subisco quasi ogni giorno maltrattamenti psicologici (confermati dalla mia Dott.ssa), mio padre fa finta di non vederli o non da la giusta importanza al mio dolore e rassegnazione!
2 relazioni :
-una impossibile, straziante, penosa, inaffidabile, piena di colpi di scena…ma della quale sembra non riesca a farne a meno.
-l’altra solida, stabile, tranquilla, rispettosa..ma che a livello di panza e cuore non mi arriva totalmente.E’ andato tutto a farsi fottere!
SARA: Ciao 🙂 scusa, mi intrometto io, e comincio dalla fine, per riflettere insieme su una cosa:
La magia nera..
Credo che la peggiore cosa che tu possa fare è di metterti anche questa cosa per la testa… anche perché non fa/farebbe che rafforzare la tua convinzione di essere passiva rispetto a quello che ti accade con questa persona, e in generale. Nel momento in cui dovresti/potresti/vorresti coltivare il tuo lato attivo rispetto alle tue scelte, la tua volontà e al tuo destino, cosa vuoi fare, dirti che tanto è colpa di una magia, quindi di una cosa contro la quale non puoi fare niente, perché è totalmente esterna a te ed esula totalmente dal tuo controllo, e quindi non puoi farci niente? Attenzione anche che non diventi anche un alibi. La manipolazione e la dipendenza affettiva fanno sì sentire come se si fosse preda di un malefico sortilegio, quindi in senso “simbolico” la tua metafora ci sta. Ma sono cose “di questo mondo”, sono dinamiche, e lo abbiamo spiegato tante volte. E non sono dinamiche nei confronti delle quali siamo così passivi come il malessere che sentiamo ci fa credere. Il punto di svolta sta dentro di noi, non sta nel fatto di fare una magia… bianca per controbattere ad una magia nera. La “magia” semmai sta dento di noi, ma appunto ricentrandoci sulle nostre risorse, e non continuando a guardare il fuori in una posizione di passività.
Ci sono le dinamiche di chi manipola e quelle di chi è manipolato, più in generale nei rapporti con le altre persone loro mettono la loro parte, ma noi mettiamo la nostra. E non è un copione scritto, anche se ogni persona gioca le sue carte. Il discorso è però anche di fare un’azione per se stessi, “voglio così”, lo faccio per me, o di fare un’azione cercando di ottenere un’altra azione nell’altro. Cercare di ottenere una reazione è diverso, ed è anche quella una forma di dipendenza dall’altro.
Se mi allontano perché le tue dinamiche mi fanno male e perché non trovo in te quello che mi fa stare bene lo faccio per me, se mi allontano sperando che tu mi corra dietro è un’altra cosa.
Ora, è chiaro che non è uno schemetto così per compartimenti stagni. Se litigo con una persona che amo mi allontano perché sono ferito, ma in cuor mio posso sperare che mi chiami per chiarire. Ma quando siamo in una situazione di manipolazione ecc di solito si tanto, troppo proiettati sulla reazione esterna mentre è il muscolo del sentire se stessi che è pochissimo allenato. Il problema allora non è il fatto che non possiamo farcela passare in 5 minuti, o che una persona possa ancora farci effetto, o provare delle emozioni o dei contrasti interiori, ma il riuscire a vedere la realtà. E cioè chi è una persona al di là di ciò che avremmo voluto che fosse, ciò che è in grado di essere e dare e condividere una persona realmente al di là di quanto noi vorremmo che per forza collimasse con i nostri bisogni ideali, come stiamo realmente in una situazione e che effetto realmente ci fa, ecc.
andare oltre anche alle false idee che raccontiamo a noi stessi, proiettandole sull’altro. Cioè andare oltre al fatto anche che, nel momento in cui diciamo che senza l’altro non possiamo vivere, non è solo perché l’altro ci ha convinto che sia così perché ci ha fatto una “magia di manipolazione” (anche nel gioco: tu senza di me non sai stare, io senza di te invece vado avanti lo stesso, o io ti piglio quando voglio e tu invece non mi pigli mai, io detto le regole e tu no, io posso fare tutto quello che mi passa per la testa mentre tu devi sempre stare attento/a quello che fai, pensi, decidi, io sono sempre ipercritico e tu invece tanto mi adori, io sto fermo tanto sulla ruota del criceto ti affanni tu, e altre cose così) ma anche perché affrontiamo la nostra paura della solitudine, dell’abbandono, del cambiamento e anche del dolore. Sì, perché idelizziamo anche il fatto che allora dovremmo stare bene subito, sennò vuol dire che non possiamo stare bene mai. Siamo cioè disposti a soffrire 1, 5, 10, 120 anni in nome dell’attaccamento ad una relazione disfunzionale, tutti i giorni, con una media anche che può sfiorare le 23 ore e 59 minuti se non 24, in modo sottile o conclamato ed accettare delle montagne russe devastanti pur di stare dentro ad una storia disfunzionale che ci fa sentire delle caccole, ci diciamo che siamo vittime di un sortilegio per cui per ginopino o ginetta potremmo scalare l’everest scalzi, senza acqua e con un rene in mano, e che questo è amore, ed è in fondo normale, anche se non ci piace stare così, soffrire così tanto (è insomma una sofferenza che si autogiustifica), ma quando si tratta di sostenere gli scassoni e scossoni per venire fuori dal tunnel, di stare male ma per stare meglio, non per continuare a stare peggio, allora ci domandiamo se quella sofferenza a nostro pro abbia senso, se porti da qualche parte, anche se invece ci stiamo muovendo, mentre prima eravamo fermi.
Quando tu dici che speri che torni dici che così magari potresti farle tu le regole. Insomma, potresti stavolta controllare tu il controllore. A parte il fatto che chi ha una dinamica di controllo ce l’ha perché ne ha bisogno, e quindi la molla difficilmente (e quindi può tornare anche, proprio, per riprendere il controllo, e spesso è così, o comunque quella è la modalità che conosce) forse sarebbe il caso di uscire dallo schema per cui in una coppia ci debba sempre essere un rapporto di forza, così conclamato. Non le fai tu le regole, ciccino! Le faccio io semmai!
Ma un rapporto sereno e paritario, invece, in cui non ci sia bisogno di giocare a risiko no? un rapporto in cui i bisogni delle persone si incontrino, anche con una certa chiarezza e semplicità no? Magari ma non c’è? ok, ma non è perdendosi in questo tipo di relazioni che si lascia lo spazio anche al bello che può accadere. Perché questo tipo di relazioni semmai fanno correre sul posto con una benda sugli occhi mentre si ha la sensazione di macinare km e km e km e km
Sembra di essere schiacciata da una valanga. Sembrea che nessuno riesca a sentirmi, vedermi.
Nessuno mi aiuta. Io per prima non faccio niente per salvarmi!
NOn vedo soluzione, evoluzione. Ferma, immobilizzata. A volte regredita.
Incasso tutto senza arrabbiarmi troppo. Oppure se mi arrabbio basta un niente per far tornare tutto come prima. Ma la verità è che mai niente è dove dovrebbe essere. Mai niente si aggiusta senza sacrificio, aiuto, costanza e forza di volontà.
Accettopassivamente qualsiasi cosa. Mi sfogo, cerco aiuto andando da una Dott.ssa…ma forse non voglio davvero essere aiutata! Sono rassegnata. A 24 anni sn senza speranze, sogni e progetti per il futuro.
NOn mi perdono per errori commessi e non mi perdono per errori ke faccio ripetutamente.
Mi sembra di essere senza via d’uscita. Mi sento isolata, diversa da ogni altra ragazza. Non so esattamente cosa percepiscono gli altri stando cn me. Ma so ke non vengo accettata del tutto.
Abbandonata e non considerata!
Domani parto…lui lo sa perfettamente. Se oggi dovesse chiamarmi (cosa per nulla scontata) gli dirò che è finita!!!
Lo giuro!
CLA’: Ciao 🙂 del tribunale interiore ho già ampiamente scritto, qualche post fa. Del fatto che l’aiuto parte da dentro pure, quindi almeno in questo momento non romperò le palle con questi temi 😛
però sulla panza e il cuore che non sentono, fermo e considerato che la persona può essere proprio quella che comunque non ti farebbe nè caldo nè freddo, in questo momento sei sempre che giri come se avessi le dita in una presa elettrica e la modalità convulsa di questa relazione che vivi ti sembra forse anche la prova che sia una cosa maledettamente importante (mentre le due cose non sono sinonimi). Se hai paura di conoscere cosa sia la serenità puoi anche scappare da situazioni più serene andando a mettere le dita nella presa, non necessariamente la serenità può essere ciò che non riesce a farti dimenticare quanto è intenso tenere le dita nella presa…
mi spiego? forse no. comunque sia per consolarti posso dire che avere paura di una relazione che funzioni non è una cosa poi così poco diffusa, purtroppo.
C’è chi si caccia in relazioni impossibili di continuo pur di non correre il rischio di fermarsi. anche se è la cosa che più vorrebbe.
Non sto dicendo che sia il tuo caso, non sto cercando di darti un nuovo motivo per dirti: ecco, sono sbagliata. Sbagliata è una cazzata. si può essere anche poco in ascolto di se stessi, si può avere paura, si può essere abituati male. Se si è abituati poi in casa alla violenza psicologica si può dover fare un percorso per non essere troppo severi con se stessi e indulgenti a chi si comporta in un certo modo… niente di impossibile cla, comunque, e niente che non sia di questo mondo.
Il punto è che sei stufa di stare male, mi pare, qualsiasi siano le tue resistenze anche possibili, e le paure e i sensi di inadeguatezza che puoi percepire come freni al volerti più bene, più serenamente e a permettere a te stessa di costruirti una vita migliore, per la parte che dipende da te. C’è gente che cambia la sua vita in meglio nella terza età, figurati se non puoi farlo tu a 24, suvvia.
X luna—-
Sto rifrettendo ora ,quello che stai cercando di farmi capire.
Si tratta di manipolazione mentale!!!!!!!!!!!! La chiamerei proprio cosi, invece di manipolazione affettiva, perche affettiva mi confonde, lascia piu a pensare che il problema deriva da un distrurbo mirato sull’uomo che ha avuto problemi dell’infanzia( dove anche li’ ho fatto delle ricerce e che in qualche modo lo portavano a scusarsi del fatto che fosse cresciuto con delle lacune affettive, e mi portava su una strada sbagliata, su un percorso falso,perche lui lamentava problemi familiari compulsivi, da border). Per uscire da un percorso relazionale malsano come quello da me vissuto non e’ facile, troppe contraddizioni, tutto era il contrario di tutto.
tutto quello che lui mi ha sempre detto,era per convincermi di una cosa…. Arrivare a condizionarmi mentalmente, con delle frasi belle, che sentendole e risendendole da lui per mesi… Frasi che mi facevano stare bene….. Che pero’ erano solo mirate per ottenere uno scopo.gia’!! Ed io ancora ora me le ripeto nella mnia mente, perche’ so che se voglio stare bene ed essere felice, penso a quei bei momenti. Ma sbaglio di grosso, perche continuo a farmi delle grosse illusioni, ed mi annullo anche come persona,non esiste nulla di quello che e’ stato, nulla nulla nulla!!!!!!!!!!!!!!!!
Gia!!!! Era per non vedere la realta’, non volevo credere che fosse d’avvero cosi, hai ragione, e’ un’alibi molto forte che mi stava dentro, che mi sta’ ,ancora dentro…. Se prima sono stata conzionata bene al convincimento costante di una cosa da parte sua, ora devo allenare e convincere la mia mente, ad uscirne.
ora ripenso, a cio che mi disse una volta: ma sei dura tu! Questo voleva dire che ero dura da convincere….. Oppure mi disse:ma e’ normale che con te mi comporto cosi!!!……ma cosa doveva esserci di normale, per me lo era gia di scontato amare ed essere amata,che cosa orrenda aveva costruito su di me, voleva che io fossi lui, costruita a sua immagine e somigliamza , trasformata tanto che un giorno le dissi: ma io non ho bisogno di sentirmi cosi! Avevo gia capito che c’era qualcosa dentro di me che non andava. Ha ragione -cla—- quando dice: che quando non lo sente si sente piu libera, e invece quando lo vede o lo sente, stenta ad esserle ostile per non cedere…….
Tornando a me..
Ma questo e’ fuori completamente!!! C’e da aver paura!!!
Quando non lo sentii per mesi, perche lui si comporto’ in un modo poco chiaro, e con atteggiamenti, da bordeline per intenderci, mi disse che mi aveva detto quelle parole crudeli, perche'( volevo che mi odiassi, potevo comportarmi anche peggio!)
che cosa mi dovevo aspettare da un cosi’, che mi avesse messo anche le mani addosso??, che era solo questione di tempo???
Non ho parole!!! Devo riflettere…
Grazie luna