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Lettera pubblicata il 24 Settembre 2007. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore chillido44.
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Ekkkkkkilaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa 🙂
MARGOT: ma ti pare? :)))) semplicemente non riesco sempre a passare nel forum, o ci passo più velocemente, o anche è il fatto che le giornate hanno solo 24 ore 😛 può darsi che io non passi, ed è possibile che prossimamente ci passerò di meno, ma non è certo perché mi tedi :)))))
Novità mi dici…
Notavo (magari sbagliando eh, ovviamente) questo in quello che hai scritto:
il no contact ti è servito, a leggerti francamente sì almeno. Comunque ti sei sperimentata (anche se con fatica) in un modo diverso rispetto a. La cosa che ti creava disagio era però il fatto che oltre alla tua decisione ti pareva di subire la sua indifferenza. Da un lato il suo avvicinamento avrebbe messo in crisi il tuo no contact (è vero che lo vedi tutti i giorni, il che non agevola le cose, ma spesso quando il no contact trova le sue ragioni interne trova anche delle strade per mantenere una distanza di difesa o per riuscire ad allargare lo sguardo oltre e per riuscire a recuperare una dimensione personale… non riesco a spiegarmi bene, mi rendo conto… ma intendo dire che succedono anche queste cose: sentire il fiato sul collo di una persona distante chilometri, riuscire a sentirsi “protetti” e di aver recuperato una indipendenza rispetto ad una persona che sta sempre lì dov’era, ma noi vediamo noi stessi e i nostri spazi in modo diverso… peraltro il consiglio di Lilia, se non erro, di coltivare intanto gli spazi su cui ti è possibile agire in maggiore autonomia mi sembrava ottimo…) scusa, parentesi gigante :O 😛 dicevo: da un lato un suo avvicinamento avrebbe messo in crisi il tuo no contact che stavi cercando di coltivare dentro di te, prima ancora che fuori, dall’altro il suo “rifiuto” come lo leggevi tu ti faceva sembrare il suo no contact più… potente del tuo. (tra parentesi, se ci pensi, la palesata, ostentata indifferenza può diventare anche un modo, per l’altro, per DIMOSTRARE che comunque ha le redini anche in una situazione in cui l’altro di fatto sta scegliendo di no. Ma tipo: gnegnegnè, tanto io non ti voglio, gnegnegnè… ciò per dire quanto alcune modalità, pur potendo avere anche dei risultati devastanti sull’altro rispondono in realtà a dei meccanismi di negazione e difesa (anche semplicemente rispetto al proprio IO) molto elementari. Peraltro oggi una mia amica diceva una cosa, interessante anche se non edificante: il concetto del “ti distruggo io prima che tu distruggi me”. E guarda, Margot, ora lo dico in generale, che chi va in difesa di se stesso così mette al primo posto la difesa di sè e spari pugni e calci, eh, non è che sta a guardare chi se li piglia. Non dico che sia il caso del tuo amico, ma teniamolo presente, in generale, che male non ci fa. Perché il senso è: magari stiamo lì a dirci perché stia tirando calci e pugni proprio a noi, che cosa abbiamo di sbagliato, ma il discorso non è questo. E’ una modalità dell’altro che si attiva, a noi sta rifiutarla. e spesso riusciamo a rigettarla nel momento
usciamo dal circolo vizioso delle domande:
perché tira calci e pugni proprio a me?
ma quando tira un calcio e un pugno cosa pensa?
ma è buono o è cattivo?
e riusciamo a considerare il fatto che un pugno e un calcio ci fanno male. Cosa elementare, che tuttavia può sfuggire. Può sfuggire per molteplici ragioni, nostre, anche. e anche perché se vivi su un ring in continuazione, rimbalzando tra le corde, cominci a dimenticarti che forse nella vita non volevi fare il pugile, e cominci ad entrare nella mentalità di come fare per reggere il ring e a pensare che l’orizzonte finisce tra le corde. Quando, ripeto, il concetto è però che la vita non è per forza un ring. e che non è che ti serve una preparazione atletica per stare sul ring.
dicevo: la novità di cui mi parli si apre (a parte le considerazioni sulla balìa) con @Ma ho capito che tra noi nn e’solo sesso. E stavolta l’ha detto proprio lui. Ha ammesso di essere stato sgarbato e privo di tatto, ma l’ha fatto perche questa situazione e’insostenibile.ha detto ke vorrebbe smettere per me ma nn riesce a farlo.
Per te, Margot, ho l’impressione, sentirti dire questo era fondamentale. Sentirti dire: ti vedo, ti riconosco, mi piaci, non sono un robot. Anche sentirti dire: io pure non riesco a smettere rispetto alla frase “tsè, io smetto quando voglio”.
Bene, ti serviva avere questa conferma? sei andata a prendertela. Di per sè quindi in quello che hai scritto non c’è solo quello che lui vuole, ma anche ciò che tu volevi per far calare una certa ansia di “non riconoscimento”, forse.
questa non è per forza balìa, dipende cosa te ne fai.
perché poi veniamo a: a fin qui siamo a quello ke vuole lui.
Infatti è vero, da quel punto di vista è quello che vuole lui, e cioè che tutto vada avanti come prima, se non erro. Mentre tu vuoi che lui sia quello che non è, non può essere e che la storia prenda una piega che non prende e, si suppone, non prenderà.
E @Gia’ nn sono neanche la seconda.per lui andrebbe bene chiunque. Ha ricominciato a fare paragoni con le altre e a stilare classifiche. Non mi dara’mai nulla di più perche’ per lui nn lo merito e da quello che ho capito nn sono abbastanza bella come le donne dietro cui sbava…
a volte mi domando come lo vedrai il giorno che ti passerà questa febbre di pensare che lui debba decidere cosa ti meriti. Secondo me ti sembrerà, con le sue classifiche, un emerito co...... (scusa la franchezza). E forse ti accorgerai che alla luce del sole ti sarebbe bastato molto poco per vedere in luce dei suoi difetti che ora non vedi.
SUN: ciao 🙂 @Non so perché lui possa essersi comportato così con me che mi conosce da tantissimo tempo, che mi aveva frequentata e ferita più volte anni fa quando ci siamo frequentati. – appunto per questo? la vedi la coerenza rispetto a se stesso nella tua frase?
@Se mi capiterà di parlarci di nuovo non gli dirò niente… più che “non dargli importanza” forse anche ti eviti un dialogo frustrante con uno che è quello che è? baci
credo che sarà così appena mi libererò da questo prosciutto che ho sugli occhi e vedrò la realtà mi sarà chiaro quanto è co....... Fino ad ora ho vissuto la realtà guardandola con gli occhi di lui, ma ora ho bisogno di riguardala con i miei. Luna ho preteso da lui chiarezza, e sai che me ne faccio? proprio niente. Forse l’ho così pretesa per convincermi che nn ero così merda come mi voleva far sentire. Ma anche così il mio valore l’ho delegato a lui. Volevo che lo dicesse perchè ammettesse a voce alta daavanti a me cosa prova e che nn continuasse a nascondersi dietro a continue bugie.
Era giusto pretenderlo. Ma ora nn so che fare. Vivo le mie giornate normalmente anhe se lo incontro e ho queste crisi quando mi paragona o mi critica. Dovrò imparare a fregarmene. Ma sul fatto che ci sono riandata a letto che mi dici? Spero di nn aver sbagiato
MARGOT: vedi, non posso certo dirtelo io. Non sono dentro di te.
Proverò a metterla così: è Margot che deve risentire cosa è bene e cosa non lo è per lei. prendere la sua responsabilità delle sue scelte, ma vissuta come una libertà di scelta.
se Margot si sente invischiata in una tela di ragno in cui non riesce a mettere a fuoco cosa vuole veramente e cosa è veramente meglio per lei allora l’essere andata a letto con lui da un certo punto di vista può sapere di: ci sono ricascata, ho fatto di nuovo una cosa che mi tiene invischiata, ho fatto una cosa che mi fa sentire male, anche se al momento mi ha fatto sentire meglio.
Ma di fatto se Margot non vuole andare a letto con lui non ci va.
Se Margot vorrebbe andare a letto con lui perché andare a letto con lui di per sè le piace ma non sa cosa farsene di una storia impostata in un certo modo che considera deleterio per se stessa, Margot valuta e sceglie di non andare a letto con lui.
Se Margot è andata a letto con lui oggi può però scegliere di non farlo domani o anche mai più.
Se Margot non vuole sentire quello che lui dice non lo ascolta.
Se Margot ha le palle piene di chiunque faccia dei confronti che comprende non portano a nulla e anzi sono di per sè solo forieri di assurdo malessere Margot decide che le persone che fanno quel genere di confronti non fanno per lei e si tiene lontana da qualcosa che non ha alcun dovere di subire.
ecc ecc.
Come dici tu, anche se con altre parole, forse ti manca di allenare il TUO punto di vista. Cosa senti tu, cos’è per te la realtà, la TUA realtà.
Il giochino dei confronti che fa, che sarà una caratteristica sua, è una roba da latte alle ginocchia. Per te, finché stai sotto l’artiglieria, non è un gioco, purtroppo. E’ molestia morale e psicologica bella e buona (si fa per dire), ma è, da fuori, una cosa che rende patetico lui, per quanto possa farlo con arroganza e possa travestire la cosa da punto suo di forza.
rimane però un meccanismo suo, e anche piuttosto patetico.
Questi meccanismi, per chi ci sta sotto, possono, mi ripeto, risultare estremamente dannosi e minare il senso di identità. E sai perché? proprio perché non si basano su un senso di realtà.
Esempio, la madre che ripete costantemente a suo figlio che gli altri (nello specifico o anche in generale) sono più bravi, più belli, più giusti, più abili, più costantemente cagione di gioia e soddisfazione per i genitori mentre lui no.
Di lui vengono esaltati i difetti, anche quelli umani, normali, gli altri sono rappresentati in una chiave ideale, idealizzata e sottolineando solo ciò che fa comodo sottolineare e nel modo in cui è comodo sottolineare. Così il figlio cresce (lo so, banalizzo) sentendosi e vivendosi molto meno, anche conoscendosi molto meno attraverso le sue emozioni, percezioni, talenti e difetti, perché ha l’impressione di essere costantamente sotto confronto. Anche quando non c’è nessuno intorno il confronto se lo crea.
tra buoni e cattivi, bravi e non bravi, entrando anche nel
meccanismo della relatività del tipo:
sì, io non sono bravo come Cirillo che sa fare questo, però non sono neanche Peppino che ha fatto una rapina.
o nel caso di una femmina, magari:
sì, ho il culo più grosso di Gina, ma ce l’ho più magro di Pina.
sì, non ho vinto la gara della torta più buona, però ho vinto quella per la migliore lasagna.
sì, non so fare questo, però so fare quello.
A volte il meccanismo è così radicato che non ci si rende neanche veramente conto che non serve per forza vincere, e che non serve per forza mettersi in relazione a cosa gli altri sanno fare meglio o peggio per capire quanto si vale.
che si può fare una torta o una lasagna semplicemente per il piacere di farlo o per la voglia di farla o anche no.
che si può avere il culo che si ha e riconoscerlo come parte di se stessi e basta.
Mi ripeto, è chiaro che ho banalizzato la cosa, però la relativizzazione costante è una tortura spesso appresa o autoinflitta, che tra l’altro tutti possiamo conoscere in momenti di crisi, ma quest’uomo che non fa altro che fare confronti, Margot, davvero non ti sta ancora scassando i maroni?
Scusa il francesismo. Non mi hai stancato tu, per niente. Mi stanca lui. Mi stanca lui perchè stanca te. Con le sue insicurezze, o in generale con il suo carattere che a lui fa comodo tenersi com’è. perché lui, alla sua identità, quella che sia, evidentemente ci tiene. Male che sia, perché comunque se io passassi la vita a dire che voglio qualcosa d’altro penso che mi sparerei io da sola nei maroni che non ho.
Tu comincia a tenere alla tua di identità, che non sbagli. a conoscerla. a riconocerla. e magari fatti un bel bagno (anche se comincia a fare caldo, in effetti… vabbè, una lunga doccia?) con tanta schiuma e a conoscere chi sei, anche nelle banalità. anche guardandoti le dita dei piedi, che ne so. o a riconoscerti, se lui o qualcosa ti ha fatto momentaneamente perdere la memoria. Più che fregartene di quello che dice forse è la TUA voce che hai bisogno di ricominciare a sentire. Non la tua voce che ti parla di lui, la tua voce che ti racconta di te. Senza confronti.
Un abbraccio, grande.
Cara Luna è tutto vero, ma ho bisogno di dire una cosa. Sono andata di nuovo a letto con lui per dimostrare a me stessa che potevo farlo senza metterci il cuore come ha sempre fatto lui (ma nn ci sono riuscita, forse perchè nn sono lui). Per dimostrare a lui che mi vuole e che conto per lui. L’ho preteso che lo dicesse, che ammettesse che mi vuole. Ma poi tutto si è trasformato in un bisogno che avevamo entrambe di toccarci e di appartenerci. E’ stato tutto bellissimo, ma nn per il sesso il se quanto per la voglia di stare insieme, tanto che nn voleva smettere di tenermi abbracciata a se. E’ stato come sempre per un certo verso. Cioè era un altro mondo mentre stavamo insieme, ma nn appena tornati alla normalità è ritornato l’incubo di sempre. Lui che mi assilla con paragoni, mi sminuisce e mi fa sentire come se si accontentasse di me. Io sempre piena di paure e di voglia di ben altro. io che nn faccio altro che lamentarmi ma che nn mi ci tolgo da questo schifo. Perchè penso ma se siamo capaci di essere così persi uno nell’altra in determinati momenti, perchè fuori è tutto così orribile??? perchè pensa che con me nn valga la pena provare alla luce del sole? perchè nn sceglie me? oppure perchè nn mi allontana definitivamente dalla sua vita? perchè, perchè…nn riesco a cambiare questa mia situazione? so che nn la cambio perchè ho paura di perderlo per sempre. Mi sembra che io butti all’aria tutto e che tolga ogni speranza a qualsiasi possibile futuro sviluppo. Ma questa è la motivazione irrazionale che al fondo di tutto. Razionalmente so che nn ci sarà mai nessun tipo di altro svolgimento se nn questo. Per cui è come se mi fossi rassegnata a essere l’ora di sesso di un uomo che si accontenta di andare a letto con una donna che nn stima e che nn preferisce rispetto alle altre. Mi sento in secondo piano. Ma questa è una sensazione normale che mi porto dietro da sempre. E’ come se nn fossi mai abbastanza, come se ogni mio sforzo nn basti e nn serva a far il modo che le persone che voglio che mi notino, che mi amino e apprezzino lo facciano. Sembra sempre che abbia qualche difetto invalicabile. Mi sento difettosa. Lui si diverte a farmi sentire difettosa sotto l’aspetto fisico, paragonandomi a donne con 20 kg meno di me o con 20 anni più di me. Per quanto riguarda la parte sentimentale sono tutta difettosa. Nn riesco e nn sono mai riuscita a sentirmi fiera per aver soddisfatto pienamente le aspettative dei miei genitori o dei miei amici. Per cui stare con lui mi fa soffire ma mi provoca anche sensazioni familiari. Nn so se mi sono spiegata. E poi razionalmente so tutto, cosa fare, cosa nn fare, ma mi sembra tutto inutile, perchè mi sembra che malgrado tutto (cioè se mi allontano o se uso le tattiche di indifferenza che le mie amiche mi consigliano) lui nn se ne accorgerà mai. Cioè lui continuerà a viveere senza di me come se nn fossi mai esistita. E la domanda è sempre la stessa? Possibile che nn abbia alcun peso nella sua esistenza?
Cara Luna, da ciò che scrivi emerge una sensibilità fuori dal comune. L’amore per sè stessi è quanto di più sano si possa coltivare, eppure è così complicato imparare a coltivarlo!! soprattutto quando hai speso una vita a cercare di farti accettare da qualcuno che in realtà voleva solo l’idea che si era fatto della donna ideale e non la donna in carne ed ossa che lo implorava di smetterla di svalutarla. Quando esci da una condizione del genere e cerchi di recuperare la capacità di valorizzarti, le trappole sono sempre dietro l’angolo ed è facile cadere di nuovo in quella condizione che ci fa credere che saremo amate per quelle che siamo solo se ci prostriamo come zerbini e cerchiamo disperatamente di guardarci con gli occhi di un’altra persona. L’amore ti tiene per mano con la voglia e la determinazione più pure e supreme, l’amore vero non lascia la tua mano non è sotto sforzo. L’amore ti guarda con gli occhi dell’universo e ti fa sentire parte di esso ma unica e insostituibile. Io sono l’amante di un uomo sposato, lui sta facendo di tutto per chiarirsi le idee rispetto alla sua famiglia e mi ripete continuamente che mi ama. Io vorrei smettere perchè leggo in giro che sono tutti uguali e che le storie vanno tutte nello stesso modo: lui non lascia la moglie. Io non voglio che lasci la moglie per me, mi auguro che riesca a capire cosa vuola dalla vita, che vita vuole vivere. Quando l’avrà capito, se mi vorrà ancora, se vorrà ME per come sono o per come sarò diventata e SOPRATTUTTO se io vorrò ancora lui per com’è e mi sentirò davvero amata, allora forse avremo un futuro assieme. Ma così io non ci sto. Io non sono una seconda scelta, sono unica ed insostituibile e fino a quando non avrò trovato il mio unico e insostituibile uomo resterò sola. Scelta difficile la solitudine, perchè riaffiora sempre quella irresistibile necessità di sentire uno sguardo dolce che indaga con tenerezza i tuoi occhi, di sentire le parole sussurrate e sentire il cuore nel petto di un uomo che batte per te…all’unisono con il tuo.
@Nn riesco e nn sono mai riuscita a sentirmi fiera per aver soddisfatto pienamente le aspettative dei miei genitori o dei miei amici. Per cui stare con lui mi fa soffire ma mi provoca anche sensazioni familiari. Nn so se mi sono spiegata. E poi razionalmente so tutto, cosa fare, cosa nn fare, ma mi sembra tutto inutile, perchè mi sembra che malgrado tutto (cioè se mi allontano o se uso le tattiche di indifferenza che le mie amiche mi consigliano) lui nn se ne accorgerà mai. Cioè lui continuerà a viveere senza di me come se nn fossi mai esistita. E la domanda è sempre la stessa? Possibile che nn abbia alcun peso nella sua esistenza?
Sei stata molto chiara. Anche sul fatto delle sensazioni familiari/famigliari. Ma proprio per questo anche, si diceva a suo tempo, che una psicoterapia può aiutare a sciogliere quei nodi e quelle false idee che stanno alla base, e di conseguenza anche a spezzare o perlomeno a rendere meno acuto quel meccanismo di familiarità/famigliarità, pure se non può darti in 5 minuti la chiave per dire: io smetto di stare con te o “come posso controllarti affinché tu faccia quello che io vorrei che tu facessi per me per riempire i miei vuoti ecc”. Nessun psicoterapeuta ti dirà mai cosa DEVI fare, ma se capisci tu che per te ci sono altre strade e non quella che automatica che fai “ogni mattina” (cioè che ti ritrovi a percorrere automaticamente ogni volta in una determinata situazione) sei tu che riesci a darti un margine di scelta più ampio.
Io capisco molto bene il meccanismo che descrivi, per quanto posso ovviamente. Ma credo di capire quella tua sensazione per cui il fatto di riuscire a conquistare lui, lasciare il segno, ti sembra un modo per cercare di raggiungere te e confermarti, mentre le sue disconferme finiscono con l’allontanarti da te. E tenerti legata a lui perché lui diventa chi ti conferma/disconferma.
Il punto è che, continuo a dirlo, il fatto di non riuscire a fare innamorare una persona di noi non significa che valiamo meno. certo, ci fa soffrire se quella è la persona che noi vogliamo, è indubbio, ma nella mia vita mi è capitato di non poter ricambiare l’amore di qualcuno che era interessato a me, e non per questo certo quelle persone avevano meno valore! e certo non pensavo che erano sceme ad essersi innamorate di me e a non essere ricambiate! Allo stesso modo però, e credo di avertelo già detto (non sono sicura) ci sono anche persone che hanno LORO un rapporto contorto con la vicinanza/distanza emotiva. E che quindi possono fare esattamente come fa lui con te: sto vicinissimo, poi mi allontano, e anzi, pure in malo modo. Le motivazioni per cui una persona può agire così sono molteplici e sue, personali. Ma, attenzione, non è detto che si possa farglielo notare, che voglia notarlo, e che voglia cambiare il SUO modo di vivere e gestire le relazioni. Quello è la strada che dentro di sè percorre. E se per i suoi motivi per lui è la migliore, qualsiasi costi possa avere per sè e per gli altri, non ci rinuncerà-
Non ci rinuncerà come succede a te che non riesci a rinunciare a stare con una persona che si avvicina moltissimo e poi si allontana alla velocità della luce lasciandoti stravolta ecc ecc.
Si capisce cosa intendo?
Margot, capisco il potere distruttivo della sensazione di dolore da… rinnegamento o di non specialità per…
purtroppo sbattendo contro certi atteggiamenti ecc la sensazione non fa che autoalimentarsi, come noti giustamente tu
@Sono andata di nuovo a letto con lui per dimostrare a me stessa che potevo farlo senza metterci il cuore come ha sempre fatto lui (ma nn ci sono riuscita, forse perchè nn sono lui)
purtroppo queste cose di tentare di dimostrarsi di non metterci il cuore ecc sono sempre un gran autobidone. Se riuscissi veramente a fare solo sesso con lui probabilmente ti cercheresti una persona con cui fare solo sesso molto più gradevole di lui negli atteggiamenti generali.
@perchè mi sembra che malgrado tutto (cioè se mi allontano o se uso le tattiche di indifferenza che le mie amiche mi consigliano) lui nn se ne accorgerà mai.
come dicevamo già il punto è che forse a te più che una tattica di indifferenza per riuscire a farti notare di più e a far cambiare lui (che magari appunto di cambiare non ci pensa nemmeno, perché come si comporta non dipende mica solo da Margot, dipende da SUOI fattori) a te servono semmai delle strategie per stare meglio tu con te.
Non sto dicendo che sia facile, Margot e comprendo le tue perplessità, i tuoi dubbi. Quella sensazione di non riuscire a lasciare il segno e di provare dolore per questo è probabilmente molto violenta per te.
@luna: nn riuscire ad averlo come lo vorrei e per tutto il tempo che lo vorrei, nn riuscire ad avere peso nella sua vita, sentirmi inutile per lui e soprattutto sentirmi “in più”, superflua questo si che per me e’ peggio di una violenza. Purtroppo per me ora e anzi da un po’ e’ cosi’. Mi sento inutile nn so che altro modo dire come mi sento. Credo che questa sera io abbia dimostrato quanto e’ bassa la mia autostima e quanto sono insicura e lui da parte sua ne ha approfittato e diciamo che mi ha scaricato. Sono arrivata al punto che lui si e’stufato di me e mi ha detto di smetterla di stargli addosso, di nn cercarlo e di nn chiamarlo più perche’gli sto rovinando la vita, lo stresso e nn gli rendo la vita facile. Mi ha detto che sono io che mi voglio far trattar male perche’lo assillo e nn sono rispettabile perche’nn mi sono fatta scrupoli a fare l’amante. Nn mi risponde più a telefono e mi ha detto di cancellare il suo numero. Poi mi ha detto che se nn la smetto di assillarlo nn fara’più sesso con me. Capito???mi ricatta per farmi stare buona. Ma ha ragione. Io lo assillo perche’voglio controllarlo, voglio sapere quando vederlo e voglio sapere se lui mi vuole. Continuo a chiedergli di rassicurarmi ottenendo l’effetto contrario. Lui si allontana e più lo fa più io cado in questo vuoto che cerco di riempire con lui. Poi mi ha resa invidiosa di tutte le donne che considera più belle e migliori di me. A volte le osservo e mi accorgo delle attenzioni che gli riserva. A me da solo indifferenza, si vede che gli do fastidio e che si irrita quando mi vede. Gli do sui nervi. Mi schifa. Fa l’indifferente e se provo a parlargli mi dice che lo stresso e mi fa sentire un’idiota perche si vede che mi considera una stupida. Mi guarda proprio scocciato come se si trovasse davanti la persona che in assoluto nn puo’digerire. Ora Luna ti dico che lui mi fa sentire come uno schifo e una stupida proprio perche’provo dei sentimenti per lui. Mi sento una nullita’e credo che sia proprio il suo pensiero. E’vero che nn dovrei dargli peso ma fa male e continuare a vederlo nn mi aiuta mi rende più paranoica, e il risultato e’stato che mi ha allontanata. Mi ha rimesso di nuovo al mio posto e cioe’ fuori dalla sua vita. Credo che cambiero’le mie abitudini anche se l’idea di nn vederlo mi preoccupa perche’sicuramente mi sostituira’con qualche altra bella idiota. Nn sopporto l’idea che per me sara’una sofferenza e per lui una liberazione. Io mi ascolto e tutto di me continua a dirmi di mettermi in salvo ma c’e’una piccola parte che si ostina a nn volersi arrendere all’idea di aver perso. Perso tempo, la mia dignita’, il mio rispetto, il suo rispetto e forse il suo amore. Ora faro’come mi ha chiesto e me ne staro’ con me stessa e riusciro’solo a pensare di averlo perso proprio perche’ sono fatta cosi’, insicura e stupida, e alui nn piaccio. A lui nn piaccio. Gli faccio schifo e lo irrito. Sono come la peste. Vado evitata.