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Lui è sposato ed io sono un’amante

di chillido44
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 24 Settembre 2007. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 2.507 commenti

Pagine: 1 116 117 118 119 120 251

  1. 1171
    LUNA -

    LILIA 🙂 La cosa del cellulare è interessante e molto vera al di là del caso specifico… esula dal contesto specifico del nostro dialogo, scusa, ma pensavo al fatto che raramente la maggior parte di noi sta senza il cellulare acceso. Magari la notte, ma alcuni neanche la notte. E non ci rendiamo conto che un po’ di tensione la crea quel telefono sempre acceso. Anche quando non squilla, non arrivano messaggi. A parte che la maggior parte di noi ha un’abitudine automatica a contollare il telefono, per vedere se è sfuggito qualche messaggio, o qualche chiamata. Non parliamo poi di quando il nostro privato è più incasinato, o meno rassicurante in qualche modo, più ansiogeno… credo che la compulsione riguardante il telefono possa essere, inconsapevolmente, ancora più forte.
    In realtà siamo così abituati ad essere reperibili che può certamente farci ansia anche il fatto di non esserlo, mentre il fatto di averlo acceso ci dà la sensazione di poter essere avvertiti, informati, cercati, trovati in ogni caso se è necessario. Di esserci, in contesto… globale. Ma c’è anche il rovescio della medaglia.
    Mi ricordo per esempio di un periodo in cui ero “tartassata” e preoccupata su più fronti, sempre di corsa ecc ecc, e peraltro dovevo prendere anche una decisione piuttosto importante, ma non riuscivo a sintonizzarmi benissimo sulla “pancia” e a mettere in ordine i pensieri. Sono andata a farmi una passeggiata. Ne facevo spesso, ma quella sera ho fatto una lunga passeggiata con il telefono spento. Ammetto che, per il fatto che avevo anche delle preoccupazioni di salute per un famigliare, mi sono dovuta dire: se spegni per un po’ non succede niente. Ma ho cercato di vincere questa ansia e di spegnerlo. Ne sentivo il bisogno.
    E la sensazione di avere il telefono spento mi ha rilassato tremila volte in più che se avessi avuto il telefono acceso che non squilla.
    Veramente la passeggiata è stata mille volte più rilassante, la riflessione “libera” mille volte più pulita.
    Probabilmente chi ha due, persino tre telefoni (conoscevo una che per un periodo, non scherzo, ne aveva quattro), anche se non squillano tutti sente quella tensione moltiplicata?
    Forse sì.
    Tornando a bolla, scusa, capisco che la sensazione del non cellulare possa comunque “vacanziera”, meno ansiogena e di maggiore leggerezza, per più aspetti. Più libera.
    Non so se in amore vince chi fugge, mi verrebbe da dire (ma in generale, ora non sto dicendo a te, eh) che sarebbe bello che nei sentimenti ci si

  2. 1172
    LUNA -

    venisse incontro (cosa che peraltro, racconti, avete anche fatto nella giornata non cellulifera). Diciamo che alle volte però, comunque, uscire da certe dinamiche consolidate, dell’esserci sempre e comunque, anche in piccole cose, però può permetterci di osservare, osservarci, ascoltarci meglio. forse anche restituirci un po’ del nostro senso di libertà di scelta. tanto più se non è una cosa che facciamo a scopo dimostrativo nei confronti dell’altro, ma una cosa che sentiamo noi, di cui sentiamo di avere bisogno.

    LILIA, io conosco anche persone che sono sposate e vivono in due case diverse. conosco persone che mi dicono sono entrambe soddisfatte di questa soluzione, davvero, magari ad un piano di distanza. Ma tempo fa ho anche scoperto che una mia amica che in realtà tutti pensano sia lei ad aver scelto di essere sposati così, perché in apparenza quella più “anticonformista” è lei, ad un certo punto oggi vorrebbe anche vivere nella stessa casa con il marito, ma è lui che preferisce stare in due case diverse. Tutti danno per scontato che lei non abbia mai voluto avere figli e che su questo si siano trovati d’accordo, e invece lei mi ha confessato che lui ha messo questa postilla al loro rapporto sin dall’inizio e lei ha detto ok, ma che nel corso degli anni questa cosa le è anche pesata. Litigano per cose trasversali, hanno malumori trasversali, ma probabilmente in realtà è per questo che litigano, per il fatto che hanno fatto un “contratto” che nel tempo non è stato possibile rinegoziare, e neanche discutere. Ma non ammettendo le frustrazioni dell’uno e dell’altra (anche lui ha le sue) le hanno proiettate su altre cose, più banali, o semplicemente si sono anche fatti i dispetti.
    In realtà non è che ci sia una regola precisa se sia meglio essere sposati, free, vivere in una casa o due ecc, e essendo le relazioni una cosa dinamica e non essendo gli individui esseri statici, spesso le relazioni vivono, oltre a delle basi consolidate, anche il bisogno di momenti di rinegoziazione su piccole o grandi questioni. Ma proprio per questo appunto credo che il discorso “relazione presente” e “come mi sento veramente ora” e “di cosa ho bisogno/mi somiglia” ecc sia abbastanza centrale.

  3. 1173
    clà -

    Ho spento il cellulare. Leggendo qst argomento mi rendo conto che quando lo spengo sono molto meno ansiosa rispetto a quando è acceso e non squilla. Vedrò pre quanto riuscirò a rimanere irreperibile. Staccare non sarebbe male, parlo anke fisicamente. Io e lui abitiamo nello stesso cortile e mi rendo conto che se vivesse in un’altra città,anche non troppo lontana,sarebbe tutto più semplice. Quando esco di casa non posso far a meno di guardare la sua finestra,oppure,quando sono io a casa e non vedo la sua macchina mi incollo alla finestra della mia camera x vederlo e salutarlo.Ieri sera ad es. è arrivato tardi.Mentre parcheggiava l’ho visto.Lui probabilmente avrà visto la luce e forse si aspettava di vedermi.Ma mi sn sforzata e sn rimasta seduta,così non ho potuto/voluto salutarlo.
    Ormai qst situazione sta diventando soffocante.Verissimo il discorso @”se devi ragionare troppo e farti troppe troppe domande e analisi continue di dettagli forse c’è qualcosa che non va, già questo, al di là di ogni analisi ecc, lo dimostra.”
    Mi do sempre delle scadenze per poter fare questo passo,ma per una serie di motivi non l’ho ancora fatto.Ora,proprio xk ho il tel spento,mi sento più tranquilla sulla mia decisione.Nel senso che so cosa devo fare,ma non so come.Non saprei da dove iniziare,anche se non vorrei fare un gran discorso (che molto probabilmente lui non capirebbe e a cui non interesserebbe minimamente).
    Vorrei fare la distaccata,la stronza insomma. Ma è più giusto farlo x telefono,cn il rischio che di colpo interrompa la telefonata,oppure di persona (che avrei modo,purtoppo,di vedere la sua espressione menefreghista)?
    E quali parole usare? Per la prima volta mi trovo ad essere io a “scaricare” qualcuno. Di certo non lo faccio per mancanza di interesse,anche se cn il suo atteggiamento lo ha fatto diminuire e non poco.
    Mi ripeto ke non avrei mai dovuto iniziare,mi sento un’intrusa,la terza incomoda.Forse queste sensazioni fanno parte del mio carattere..Mi sento sempre fuori luogo!
    Mi fa tutto così schifo adesso!
    Per quanto riguarda i canoni della coppia (ovvero sposarsi,convivere,far figli) credo si possa renderli più personali (non convivenza,nessun matrimonio)..Anche le relazioni free vanno bene,perchè no?
    L’unica cosa da capire quando ci si guarda allo specchio è “sono davvero felice”?
    Buona giornata

  4. 1174
    nathan -

    Ciao Lillilafioraia … ti ringrazio per l’invito ma già ho lasciato una mia riflessione (1117 o 1116) … e ….. in quanto uomo che concentra la mia attenzione più sulla causa, che non sugli effetti quando non ho vissuto l’esperienza, non credo di voler/poter entrare nel merito di dinamiche in modo approfondito che non mi appartengono per natura.
    Non per vigliaccheria o menefreghismo, ma al contrario nell’assoluta pienezza del rispetto delle persone …. questo in quanto credo che ognuno di noi deve fare le proprie esperienze per una crescita personale, che affermo, siano una delle cose fondamentali e primarie, nonchè più belle della vita … inoltre, consapevole che ogni mia possibile riflessione articolata, potrebbe modificare una situazione non vissuta in prima persona, ritengo più giusto che ognuno debba viverla come una scoperta, che se già svelata, a mio avviso toglierebbe anche il vero senso dell’esperienza che l’individuo deve vivere.
    Quanto ho scritto prima ed ora credo racchiuda ogni mio possibile e miglior consiglio che io possa dare.

    Per Luna …
    Ti ringrazio per aver ripreso la mia riflessione e sono felice di essere in sintonia con te al riguardo del concetto Amore.

    Ringrazio e rinnovo buona fortuna a tutti.

  5. 1175
    LUNA -

    CLA’: @Mi sento sempre fuori luogo!

    E allora forse ciò potrebbe anche spiegare perché una situazione come questa, in cui chiunque si sentirebbe a disagio, acuisce il tuo senso di disagio, e ti incasina la testa e ti mette ansia, confondendo cause e conseguenze. Ma in realtà forse, paradossalmente, questa tua affermazione: fa parte del mio carattere, mi sento sempre fuori luogo!
    potrebbe essere la chiave della tua libertà.
    Perché? perché forse potresti cominciare a pensare che non è costui a essere così eccezionale, ma che parte della sua apparente importanza per te sta proprio nel fatto che è come un martello che batte dove il dente duole. Ma invece la questione è molto più tra Clà e Clà, e nel curare il dente che duole, di suo (perché non ti piace la tua sensazione di sentirti fuori luogo, in generale, e te la vuoi togliere) perché hai voglia di sentirti più libera, consapevole di quanto vali. E di scoprire, forse, anche una maggiore serenità interiore. Certo è che un uomo-martello in questo non ti aiuta. semmai ti distoglie.

    @Mi do sempre delle scadenze per poter fare questo passo,ma per una serie di motivi non l’ho ancora fatto.Ora,proprio xk ho il tel spento,mi sento più tranquilla sulla mia decisione.Nel senso che so cosa devo fare,ma non so come.Non saprei da dove iniziare,anche se non vorrei fare un gran discorso (che molto probabilmente lui non capirebbe e a cui non interesserebbe minimamente)

    Forse perché cogli che la questione non sta appunto nel fare un lungo discorso a lui, e di andare in ansia per la sua probabile reazione, ma nel discorso che devi fare a te, dentro di te. Se dentro di te decidi che è finita il fatto di come glielo farai capire diventerà molto accessorio. Si vedrà che è finita, perché sarai una persona che non ci sta più a vivere queste dinamiche.
    Ma forse la base è girare la questione:
    voglio stare bene
    quando ho spento il telefono non l’ho fatto per rendermi irreperibile da lui, ma perché faceva stare meglio me. mi sentivo più serena perché potevo parlare con me con maggiore chiarezza, rilassarmi di più, capire cosa voglio IO per me dalla vita.

    Il fatto è che nel momento in cui prendi una direzione per il tuo benessere molte cose non c’è bisogno nemmeno di dirle. Tu le senti e lei sai già. Non serve fare proclami mettere manifesti chiamare tutte le persone per informarle che hai deciso di vivere meglio. Il fatto stesso di vivere meglio allontana il pensiero la centralità di persone che risulterebbero sgradevoli.

  6. 1176
    LUNA -

    Delle dinamiche di un certo tipo, degli altri, che prima sembravano avere tanta presa (o effettivamente avevano tanta presa) non ne hanno più, perché non trovano più spazio dentro di te dove attaccarsi. Le persone che vampirizzano, si comportano come parassiti che si nutrono delle incertezze, delle paure, dei sensi di inadeguatezza non riescono a succhiare sangue, energie.
    Può accadere allora che se prima ti sembrava di restare senza parole di fronte all’aggressività di qualcuno o davanti ai giochi di parole riguardanti la realtà che negano la TUA realtà emotiva o ne danno un’altra versione, se prima ti sentivi inadeguato nel dare una risposta, scopri che non ti va neppure di stare a discutere. Ma non per debolezza. Ma perché pensi: puoi vederla come ti pare, non starò neanche qui a cercare a combattere contro i mulini a vento.

    Su questo concetto, che in altro modo aveva espresso anche Nathan, sul fatto cioè che una volta che prendiamo una direzione diversa dentro di noi diverse cose cambiano, sono assolutamente d’accordo con lui.

    @NATHAN: @questo in quanto credo che ognuno di noi deve fare le proprie esperienze per una crescita personale, che affermo, siano una delle cose fondamentali e primarie, nonchè più belle della vita … inoltre, consapevole che ogni mia possibile riflessione articolata, potrebbe modificare una situazione non vissuta in prima persona, ritengo più giusto che ognuno debba viverla come una scoperta, che se già svelata, a mio avviso toglierebbe anche il vero senso dell’esperienza che l’individuo deve vivere.

    Sono d’accordissimo sul percorso personale, individuale. E penso che per tutti rimanga sempre il senso della scoperta. Penso però a differenza di te, soprattutto nel caso della molestia morale (subita o persino agita a noi stessi) che a volte quando usciamo dai soliloqui ponendo delle domande agli altri le stiamo ponendo a noi stessi, ma forse finalmente in un modo un po’ più aperto, come se parti anestetizzate avessero voglia di risvegliarsi. Comunque opereremo una scelta personale nell’accogliere o meno una riflessione, un pensiero, un’idea che viene da fuori, a seconda se ci piacerà o no, se sarà il momento o no, ecc, ed è vero che è un rischio chiedere/dare/confrontare opinioni. Ma forse accettare questo rischio fa parte anche del fatto di riconoscersi di nuovo una volontà di un’autodeterminazione, e non solo un senso di chiusura e balìa?

  7. 1177
    lillilafioraia -

    @nathan comprendo bene quello che scrivi e concordo…ma la riflessione su se stessi è quasi un gioco di parole .. a me piace ri-flettere con altre persone 🙂 e cmq le esperienze “insegnano” secondo me, sia a chi le vive sia a chi le osserva..dal di fuori..
    @luna in questa settimana ho visto per ben due volte 😉 il film il discorso del re.. ad un certo punto il re afferma che i suoi sono solo problemi di natura “meccanica” – era cioè balbuziente- ma questo difetto invece nascondeva una insicurezza .. psicologica.
    Ecco, voglio dire, che a volte non basta curare i comportamenti esterni – anche se questo può aiutare moltissimo a rafforzarsi intimamente e sentimentalmente- il problema è che bisogna convincersi realmente… Nel mio caso, la giornata non cellulifera è stata del tutto casuale ma ne ho tratto gran piacere, …ben diverso è chiudere il cell “per non aspettare” una telefonata che potrebbe non arrivare. insomma per soffrire di meno .. Peraltro ,in alcuni momemte della mia vita , e mi rivolgo anche a @ cla,
    questo comportamento l’ho adottato in passato e mi è stato molto di aiuto.. Infatti quando mi sentivo “meno forte” e non avevo voglia di soffrire.. mi ha aiutata tantissimo a ritrovare serenità….
    diciamo che se convincersi intimamente di qualcosa è molto difficile adottare dei comportamenti “difensivi” è più facile.
    Faccio un esempio per chiarire la mia riflessione: sono per lui solo un amica oppure solo una comoda avventura-
    questa situazione è dolorosa e quindi dovrò adottare dei comportamenti esteriori idonei ache aiutano moltissimo a ritrovare il nostro equilibrio (per esempio se penso ” lui mi tratta come una amica ” devo adottare un atteggiamento consono a questo pensiero, cioè lo vedo ma mi sforzo di considerarlo solo un amico e lo tratto come un altro qualsiasi amico. Se penso invece (ragiono semrpre per esempi ed in generale) CHE invece lui mi tratti solo come una amante, allora se ci incontriamo non gli chiedo, come sta, cosa ha fatto.. cosa pensa e che farà domani..
    😉

  8. 1178
    LUNA -

    LILIA: ciao cara 🙂
    Non ho ancora visto il film, me lo consigli quindi, è bello?
    Una volta avevo una “cotta” per il protagonista del film, di cui so il nome ma adesso ho un lapsus e non mi viene!

    @diciamo che se convincersi intimamente di qualcosa è molto difficile adottare dei comportamenti “difensivi” è più facile.

    però a volte, secondo me, non è questione di convincersi intimimamente di una cosa, ma del fatto che, una volta “rotti” certi meccanismi, il convincimento è sincero e naturale.
    Esempio: vivo magari una situazione di lavoro e passo il tempo a dirmi che è una situazione che mi stressa e non mi piace, che i colleghi sono odiosi, che mi pagano poco e che mi trattano a calci in culo. ma la mia bassa autostima fa sì che di fatto io non credo di meritare un lavoro migliore. Posso persino non concepire il pensiero, non solo non riuscire a convincermi che sia così. esiste solo quel lavoro, che mi distrugge, e il modo di reggere. E le mie resistenze possono essere: tanto un lavoro migliore, per me, non esiste.
    Ma di fatto non mando nemmeno un curriculum. Quando mandare un curriculm di per sè può creare un’opportunità senza scontrarsi con il fatto che in effetti son tempi di crisi. Ma non arrivo neanche al punto di dire: mi tengo il lavoro, perché mi serve, ma nel frattempo ho il diritto di guardarmi intorno. Non mi guardo nemmeno intorno.
    E, se qualcuno me lo fa notare, ho milioni di scuse per cui non posso. Che sia pure il fatto che non ho tempo. Quando per mandare un cv basterebbero 2 minuti. Ma di fatto non ho quei due minuti. Non li ho davvero. Non li vedrei neanche se li ho. e pur di non averli sono disposto a fare qualsiasi altra cosa. anche martellarmi un dito per sbaglio.
    Ma se si spezza il meccanismo che regge il fatto che io non credo di meritare un lavoro migliore, alla base, non come convincimento razionale, la prospettiva cambia da dentro. e vedrò me stesso e il posto di lavoro in modo diverso. Cambierà la mia visione di me e d’insieme. Non è detto che troverò un lavoro dopo 5 minuti, ma comunque la realtà che percepisco sarà diversa, e la mia sensazione di dover subirla. Non è una cazzata, è verità, solo che bisogna averlo provato (e molti di noi l’hanno provato nella vita, anche senza farci troppo caso a volte, in cose e situazioni meno eclatanti)
    Ecco perché non credo, per quanto sia d’accordissimo che il convincimento interiore e che gli atteggiamenti esterni, che pure aiutano, siano due cose diverse, sul fatto che

  9. 1179
    LUNA -

    tratti di mero convincimento razionale. Anche se sono convinta che comunque certi atteggiamenti esterni abbiano un loro valore, perché a volte da loro parte anche una visione di noi stessi e complessiva diversa. Perché se non ci ricordiamo cosa significa non sentirci alla mercè sentire per qualche ora che differenza fa comunque ce lo ricorda, seppure in modo non così potente e ancora vago. e ci permette di osservare noi stessi, l’altro o una situazione con un minimo minimo di distacco in più che a qualcosa può servire, ecc.
    Peraltro quando ci sentiamo in balia di una situazione spesso siamo stati anche più vittime di un condizionamento anche razionale di quanto crediamo, se per razionale intendiamo il fatto che, oltre all’emotività, siamo stati convinti di qualcosa che a livello anche razionale riguarda noi stessi. esempio banale: il tabagismo è una dipendenza, quindi è un fatto anche emotivo e psicologico, ognuno ha la sua e non basta dire, senza pensarlo, smetto, per smettere, mentre di solito lo smettere parte da dentro. Tuttavia per anni il condizionamento “fumare è bello”, “fumare è figo” è stato veicolato attraverso messaggi verbali e immagini, quindi in maniera sia subliminale che molto razionale. Allo stesso modo una persona a voce può girarci la frittata così bene (in un contratto di lavoro, come nel patto di una relazione) al punto da convincerci razionalmente che anche se abbiamo ragione abbiamo torto o che anche se ha torto ha ragione. Non so se sono riuscita a spiegarmi bene. Ma a volte quel bisogno di convincimento che sentiamo e che ci pare difficile nasce anche dal fatto che sentiamo il bisogno di un controconvincimento che ripulisca dei convincimenti del cazz, che noi chiamiamo romanticamente passione e amore.

    Venendo alla fine del tuo post, senza giudizio, con affetto, e per dire “io come la vedo” (che può essere giusto o sbagliato, utile o inutile) nelle tue riflessioni hai parlato di adattamento.
    @se penso ” lui mi tratta come una amica ” devo adottare un atteggiamento consono a questo pensiero, cioè lo vedo ma mi sforzo di considerarlo solo un amico e lo tratto come un altro qualsiasi amico. Se penso invece CHE invece lui mi tratti solo come una amante, allora se ci incontriamo non gli chiedo…

    è chiaro che volendo tenerti quest’uomo pensi all’adattamento. Ma hai descritto adattamenti al disagio emotivo, snaturalizzazione della spontaneità, dover vestire dei ruoli e razionalmente adattarti. così almeno sembra leggendo.In generale

  10. 1180
    lillilafioraia -

    @luna cara, il film è……….bellissimo 😉
    mentre gli esempi che ho portato (soprattutto pensando a Cla) non riguardano la mia attuale storia… :))
    a presto

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