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Lettera pubblicata il 24 Settembre 2007. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore chillido44.
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hai sollevato, e che trovo interessante, per non viaggiare a circolo chiuso. In fondo, qualsiasi relazione viviamo, anche se le sue prerogative, circostanze, sono appunto contingenti, e quindi proviamo sensazioni nel presente e operiamo scelte o non scelte nel presente, siamo noi che la stiamo vivendo, la stessa persona affronta ogni volta… dei diversi presenti. Certo, una persona che cresce, evolve, passa attraverso varie esperienze e le assimila in un modo o in un altro, e anche si confronta con altre esperienze contingenti (lavoro, famiglia, luogo in cui vive ecc ecc).
Ora, tornando a quello che dicevi, sempre in generale, ovviamente non conosco te e le tue storie, quindi non posso certo sapere perché ti sei annoiata ecc ad un certo punto. Se la noia è nata da dentro, da fuori, nell’incontro tra più fattori. se non trovavi quello che veramente cercavi, se il fatto di averlo trovato ti annoiava ecc.
dico, appunto, le variabili sono talmente tante! personalmente non credo alla famosa cosa che la passione debba durare 36 mesi. Può durare 2 mesi o decenni. Il fatto è appunto che le variabili sono tante, che conosciamo le persone e le persone ci conoscono anche strada facendo. Che, certo, una buona base di interesse fa la differenza, ma poi ogni relazione vive il suo corso, e gli individui all’interno della relazione. A volte è vero è la passione a scemare, ma talvolta la passione scema anche per delle altre cose, fastidi, non detti, mancanza di incontro su altri piani. A volte il sesso può diventare il punto di incontro quando gli altri piani mancano o sembrano viaggiare su binari distinti, allora magari diviene territorio di energia, riappacificazione, a volte anche di controllo del territorio, rivalsa, rassicurazionedi ricerca di altre intimità affettive, di abitudine ad incontrarsi lì, a volte il sesso sparisce perché mancano gli altri piani, allora anche inconsciamente passa la voglia… insomma, non ti sono di grande aiuto in questa riflessione, ah? 😛 Le ragioni per cui le persone ci piacciono o non ci piacciono più sono tante. Sai che altre persone nella quotidianità alla fine ti hanno stufato. Ma ora la questione è il presente. Quest’uomo, mi pare di capire, ti piace molto, per la complicità che avete. Ti avrebbe stufato in una vera quotidianità esclusiva? chi lo sa. Quello che sai però è che non è stato permesso e non lo è viverla.
E forse è questo che ti stanca ora? Il centro, come noti tu, mi pare siano i bisogni e lo stato d’animo di adesso
@Luna..può darsi ke tu abbia ragione.Sn io ke parto prevenuta.D’altronde in qst terribile situazione non mi fido di nessuno,do peso ad ogni singola parola e parto aramata.Mentre non è così cn lui.Stamattina (doop ke non l’ho sentito per 2 giorni)mi ha chiamata 5volte ma non ho rsp.Mi gratifica vedere la sua insistenza,ma sembro sempre incontentabile.Continuo a chiedermi perchè invece di allontanarmi dalla famosa stanza dei veleni,non divento un’esperta di veleni?!Tutto sarebbe più semplice,non mi obbligherebbe a fare una scelta che può nuocermi in futuro,ovvero stare senza di lui.Prenderei quello che capita,con più leggerezza,senza troppi film in testa e senza troppa sofferenza.D’altra parte l’alternativa che mi si presenta è : stare da sola!DA questa parte ho qualcuno,seppur inaffidabile,ma c’è!Dalla’ltra il vuoto,il nulla..Forse tutto accade perchè sn io che inconsapevolmente o meno lo sto facendo accadere (profezia che si autoadempie).
Una cosa che ho letto e mi sconvolge è però sapere che gli uomini mentre tradiscono diventano molto più attenti e premurosi verso la propria compagna/moglie.Sarà davvero così?
L’idea di non mandarlo all’inferno mi solleva,esattamente come quando muori dalla voglia di fumare una sigaretta..la accendi e provi piacere!
Forse se avessi un’alternativa più valida qst passo lo avrei già fatto.Oppure sn io che pretendo molto da lui?Perchè anche di questo mi sto rendendo conto.Quando mi ha detto che mi voleva bene ho toccato il cielo cn un dito.Me lo ha ripetuto anke prima di interrompere la chiamata..Ma poi 2 giorni consecutivi di silenzio.Solo stamattina(ora no).Mi rendo conto che a chi legge di ciò che mi accade nei minimi dettagli non può fregar di meno…Ma mi sembra di impazzire.Invade la mia mente in maniera ossessiva,violenta!Forse sto facendo tutto da sola,come sempre…
Luna,ultima domanda (non che quelle che ho elencato prima fossero per te…nel caso sai che i tuoi consigli li accetto più che volentieri) : cosa ti spinge a scrivere righe e righe di consigli a persone che non li seguono?E come sei arrivata su qst blog non essendo mai stata amante?
Grzie di cuore per l’attenzione
CLA: @Continuo a chiedermi perchè invece di allontanarmi dalla famosa stanza dei veleni,non divento un’esperta di veleni?!Tutto sarebbe più semplice,non mi obbligherebbe a fare una scelta che può nuocermi in futuro,ovvero stare senza di lui.Prenderei quello che capita,con più leggerezza,senza troppi film in testa e senza troppa sofferenza.D’altra parte l’alternativa che mi si presenta è : stare da sola!DA questa parte ho qualcuno,seppur inaffidabile,ma c’è!Dalla’ltra il vuoto,il nulla..Forse tutto accade perchè sn io che inconsapevolmente o meno lo sto facendo accadere (profezia che si autoadempie).
Non sono sicura di aver capito bene. Ma se ho capito bene vorrei dirti questo, non come consiglio, come semplice riflessione:
la questione non è conoscere il veleno per controllarlo, magari con i guanti, e magari prendendo una specie di antidoto (ma funziona?) dicendo: non frega neanche a me o sono capace di essere velenosa anch’io o posso maneggiare il veleno…
la questione non sarà non avere a che fare con il veleno?
ho capito, credo, quello che dici: ma se io non volessi farne a meno? non potrei qualcosa tipo: se io fossi in grado di riconoscere il tipo di veleno, capire a quali dosi mi fa male, riuscire a farmi degli anticorpi ecc non dovrei rinunciare a lui…
ma questo si chiama tentare di controllare una situazione che comunque viviamo come frustrante, un rapporto di forza, un qualcosa che sentiamo come insufficiente e inconcludente (così ne hai parlato tu, non è un giudizio generale, è la percezione che ho avuto: malessere… e d’altra parte se la sensazione fosse di benessere forse non saresti qui a parlarne, immagino, ma a vivertela) e non stare bene. controllo, appunto. Se riuscissi a controllare me stessa al punto da essere capace di non soffrire, di accontentarmi, di non desiderare, di non pretendere (troppo… forse il giusto, ma non dalla persona che non può dare, più che pretendere troppo)… visto che ho capito che non posso controllare lui, forse potrei controllare me e di conseguenza anche lui in questo modo, per impedirgli di nuocermi… allora io potrei tenermelo com’è, ma alla fine le cose potrebbero magari andare come voglio io…
ma non è così. Non è così per il fatto che se ci snaturiamo per maneggiare il veleno, se cerchiamo di travestirci da qualcosa d’altro, da qualcun altro (più cinici per esempio) siamo sicuri che non ci stiamo facendo del male? In fondo non è comunque una situazione negativa che ci controlla, facendoci
snaturare? In un caso proviamo disperazione e nell’altra (controllare il veleno) ci pare di stare meglio perché ci illudiamo di sentirci più forti perché quando l’altro magari sparisce o ci tratta di merda restiamo impassibili o pensiamo di restare impassibili? Oppure perché possiamo metterci a fare il suo stesso meccanismo? tipo, oggi sparisci tu e domani sparisco io?
Ma… dove sarebbe la figata, perdonami, in tutto ciò???
Ah, nel fatto che non devo rinunciare a lui. Però, visto che dici che dall’altra parte non c’è nessuno… ma non sarà che tutto questo casino, questo impegno a tentare di contenere, controllare, fare braccio di ferro non lascia manco lo spazio per fare entrare qualcosa di bello e pulito e vero?
Non è vero che non mi può fregar di meno leggere i dettagli… anche perché ti servono a trasmettere quel senso di lavorio mentale, ossessione e opressione… opressione, sì, anche quando lo chiami vuoto. Il fatto è che non ti serve un’altra storia che sia un antidoto a lui, è questo uno dei presupposti sbagliati, come quello che lui, pure con la sua inaffidabilità sia indispensabile. Hai bisogno di stare bene tu. di sentirti libera anche di lasciare spazio a qualcosa di buono. che magari non arriverà domani. Ma le storie che fanno male non sono mai qualcosa che… ammazza l’attesa di qualcosa di bello, sono qualcosa che ci ammazza.
Grazie a te per l’attenzione: ho sorriso, affettuosamente, si intenda, per le tue lecitissime curiosità finali. Rispondo, come so e come posso, nel senso che è anche per un fatto istintivo che sono nel forum, e non con uno scopo preciso, codificato.
Credo che il buono, per me, sia questo.
@cosa ti spinge a scrivere righe e righe di consigli a persone che non li seguono? – non un bisogno mio che le persone scelgano in un modo o in un altro, anche se umanamente mi dispiace, è ovvio, se le persone stanno o si fanno male. le persone sono libere, anche quelle che si sentono incatenate. Semmai mi piacerebbe comunicare quel senso di libertà, ma di farsi del bene, non del male, che a volte sembra perso, soprattutto in dinamiche che trasudano violenza, angoscia e circoli viziosi. e non li chiamerei consigli. Le chiamerei riflessioni, da fare insieme, scambio, e se vuoi, passami la parola, fare informazione, insieme. Quando sono capitata nel forum anni fa, durante il mio “viaggio” è andata così. ho sentito, de “panza”, che questo tipo di scambio una sua utilità poteva averla, liberamente.
Buongiorno … ho letto i msg successivi al mio intervento e …..volevo fare i miei complimenti a Luna. I tuoi commenti sono molto incisivi e precisi. Le dinamiche da te descritte di azione-reazione sono una costante nella maggior parte dei rapporti personali di ogni livello che si possono riscontrare intorno a noi. Questo senza alcun giudizio per nessuno ma un totale rispetto della persone. Un saluto e buona fortuna a tutti.
@Semmai mi piacerebbe comunicare quel senso di libertà, ma di farsi del bene, non del male, che a volte sembra perso, soprattutto in dinamiche che trasudano violenza, angoscia e circoli viziosi. e non li chiamerei consigli. Le chiamerei riflessioni, da fare insieme, scambio, e se vuoi, passami la parola, fare informazione, insieme.
Sono d’accordo su quello che hai scritto, spesso però chi scrive sul forum lo fa per esprimere il proprio disagio, per ricevere conforto o per trovare soluzioni attraverso gli altri: quello che mi colpisce è invece il fatto che tu inveci ascolti (rectius leggi)gli altri. Lo trovo molto bello.
Se tutti riuscissero a leggere in se stessi con lucidità ovvero con la pacatezza di chi si trova fuori dal contingente nessuno di noi avrebbe bisogno di confrontarsi.. invece il bello :)) è proprio questo e cioè che in genere ciascuno di noi riesce ad essere obiettivo sugli altri ma non su noi stessi (magari la situazione che si “osserva ” è la medesima ..eppure non ce ne rendiamo conto).
Ed ecco il motivo che ispirava la mia richiesta iniziale di affrontare un tema che mi “avviluppava” al punto da rendere per me difficile guardarlo dal di fuori.,,,;)
@ Quest’uomo, mi pare di capire, ti piace molto, per la complicità che avete. Ti avrebbe stufato in una vera quotidianità esclusiva? chi lo sa. Quello che sai però è che non è stato permesso e non lo è viverla.
Cerco di interrogarmi e la risposta è: penso che anche con lui la quotidianità mi stancherebe a lungo andare… ma purtroppo non ‘ho provata e non la proverò..per sua scelta, non mia.
La storia con i ma e con i se……
@cla
prendo in prestito le parole di luna, perchè non sono altrettanto brava:) a rendere chiari i concetti:
@Non è così per il fatto che se ci snaturiamo per maneggiare il veleno, se cerchiamo di travestirci da qualcosa d’altro, da qualcun altro (più cinici per esempio) siamo sicuri che non ci stiamo facendo del male?
Noi siamo ciò che siamo, certo con gli anni e l’esperienza possiqamo modificare i nostri comportamenti ed evitare di cadere in circoli viziosi ed in ripetizioni di comportamenti….. ma non possiamo snaturarci. Quel veleno farebbe male per prima a te.
@natan
grazie per gli auguri…ma perchè non ti inserisci anche tu nella riflessione 😉
ero partita da questo post scriptum :
@….. ovviamente mi piacerebbe anche sentire il parere …..delle altre donne che come me hanno provato sia l’esperienza di essere coppia ufficiale sia amante con funzioni “ridotte”
questo per capire le dinamiche che ci spingono a scegliere una o l’altro dei fronti.
Come moglie/convivente/fidanzata ufficiale (diciamo tradizional) sentivo ad esempio il peso delle feste comandate, delle telefonate-visite di circostanzza ma sopratuututto quello che più mi faceva soffrire era quando mi trovavo in quei momenti in cui si discuteva con astio oppure ci si sopportava “nella stessa casa” mentre si desiderava mollar tutto e fuggir via..
Come amante di uomo sposato/impegnato o come partner di un rapporto un pò free senza impegno ( diciamo casual) ho spesso sentito (anche nella mia attuale) il malessere determinato appunto da non avere un posto “chiaro” nella mente e nel cuoredell’altro.. non conoscere il proprio ruolo sentimentale ovvero sentirsi esclusa da circostanze importanti della vita dell’uomo che si ama.
(vi faccio un esempio molto triste.. lo scorso anno ho raccolto le lacrime del mio per la perdita del genitore…stando in macchina sotto casa sua perchè non si voleva far vedere in tale circostanza dagli altri familiari mentre piangeva…. e nello stesso tempo non poter andare al funerale del suo congiunto) non ricoprendo ruolo alcuno, neanche amica, nella sua vita.
NATHAN: ciao 🙂 ho letto il tuo commmento 1116.
@Se domandassi cosa sia l’amore tanti mi risponderebbero che l’amore non è possesso, non è ricatto, non è menzogna, non è mancanza di rispetto, non è far pena, non è un rifugio ….. in due parole non è paura e sofferenza.
Credo che queste tue parole siano incisive perché dicono molto dicendo cosa NON E’ è l’amore e in quali false idee, anche in assoluta buona fede, si può cadere. L’amore non è ricatto e non è possesso significa anche che noi per primi non dobbiamo sentirci ricattati e posseduti da qualcuno che, in nome della sua libertà, in realtà ci ricatta emotivamente. Significa che sentiamo anche la NOSTRA libertà di vivere una relazione alla pari o di rifiutarla nel momento in cui sentiamo che non è così.
dici ancora:
@Ma talvolta giustifichiamo i comportamenti degli altri o ce ne lamentiamo, a volte diamo la colpa a noi stessi solo perchè crediamo alle parole “dell’Amato”, a volte facciamo supposizioni mentali al 99% non corrispondenti con la verita e non vediamo i fatti.
Forse non vogliamo o riusciamo, a vedere la realtà e non ci acccorgiamo che questi soggetti hanno un solo fine, il nostro controllo e uno sfruttamento per un solo scopo egoistico di dominio.
Non so se qualcuno di voi ha avuto questo senso di ribellione e rabbia, frustazione, impotenza di fronte a loro ma sono il risultato di quella schiavitù.
@Amore non è controllo ma libertà.
Se questo è perchè non riprendere le redini in mano della ns vita e cominciare a rispettare noi stessi, ad amare solo chi ama con i fatti?
Perchè cedere a certe dipendenze affettive scambiate per “amore” che in realtà ci fanno solo soffrire?
@Dobbiamo essere consapevoli che non c’è niente di personale da parte di questi soggetti, loro applicano cio che sono e sanno, ma detto questo via, allontanarse ed anche a gambe levate.
@Non dico che sia facile anzi ma ognuno può farcela se veramente lo vuole. Garantisco che arrivati lì la vita cambia come noi la vogliamo. Poi se un rapporto non va, non va. Accettiamolo senza sminuirci e andiamo avanti ricordiamoci che prima di amare gli altri dobbiamo prima amare noi stessi (autostima) e per un solo ed unico motivo, se mi amo non permetto a nessuno di farmi del male.
Scusa se ho riportato il tuo post, ma mi sembrava utile farlo.
Un mio amico un giorno ha detto: se devi ragionare troppo e farti troppe troppe domande e analisi continue di dettagli forse c’è qualcosa che non va, già questo, al di là di ogni analisi ecc, lo dimostra.
E’ ovvio che siamo esseri che pensano, non fatti solo d’istinto, e che il pensiero ci serve, ma se il tempo di puro pensiero, angoscia, supposizione, difesa, senso di colpa, vuoto, malessere, senso di inadeguatezza, sensazione di non vivere il presente e analisi implosiva che una relazione di qualsiasi tipo ci ruba è tanto superiore al fatto di viverla, di avere dei fatti realmente costruttivi e esperienze realmente positive e sensazioni di benessere ecc… beh, sì, c’è effettivamente qualcosa che non quadra e molto. Molto spesso, poi, le storie di cui parliamo sono in realtà storie che parlano molto più di solitudine alla fine che d’amore, anche laddove si pensa di tenerle come antidoto alla solitudine.
LILLILA: …a parte che mi scuso perché ti ho cambiato nome 😛 posso continuare a chiamarti LILIA? 😛
Tu dici: scegliere su quale fronte stare… in realtà però molto dipende anche dal fatto di sentire di averla fatta davvero quella scelta, e di non sentire di subirla. che sia una scelta casual o scelta più “formalizzata”. Ascoltarsi. E, esempio scemo, se la persona con cui sto ha una serie di conflitti con la sua famiglia, che si riflettono anche su me, palesi o comunque l’atmosfera è tesa che si taglia con un coltello anche tra sorrisi, forse non è il fatto di andare a cena dai suoceri che mi pesa come concetto universale, ma è andare a cena da quei suoceri. E magari preferirei essere su una spiaggia la domenica in relax. E forse è diverso se sento complicità con il mio partner a quelle riunioni famigliari o se invece no ecc. Inoltre mi pare abbastanza evidente che se in una stanza c’è un conflitto l’istinto dica: mi sposterei. Lo sentirebbe anche un gatto. Quindi forse la questione sta sempre lì: nel rapporto che sto vivendo in quel momento, di qualsiasi “forma” sia. – Non ho capito perché dici: @non ricoprendo alcun ruolo, neanche di amica@. Stavo pensando al concetto “casual” applicato ad anni e anni. Alle “regole” emotive del casual… una specie di emotività ad interruttore? Ma il limite chi lo decide? Posso comprendere, onestamente, se dentro quella macchina, o subito dopo o anche a distanza ti sei fatta delle domande o hai provato disagio.
@luna, certo ok per LILIA… 🙂
il mio pseudonimo è solo un modo con cui mi ha appellata il mio “free” quando ci siamo conosciuti!!
Devo dirti che hai ragione (come sempre) nell’affermare che le situazioni possono pesare non in quanto tali, ma per la loro intinseca natura.. cioè : non necessariamente la cena dai suoceri pesa, dipende dai suoceri… :)) et cetera..
però quello che volevo intendere era che l’insieme di queste circostanze, ne ho citate alcune, mi facevano sentire “non felice” e forse ho erroneamente attribuito ciò al mo STATUS di moglie….
..quindi .. voglio riflettere su quanto hai detto e provare ad applicare una nuova regola “quella di che cosa mi rende infelice ” in questo rapporto free per vedere se è possibile cambiarne ..i risultati.
Ieri il mio cell… (affogato ..in acqua 🙂 mi ha fatto capire , per un solo giorno, quanto molto dei nostri rapporti, anche quelli sentimentali, dipendono oramai da questo “mostro” di tecnologia…Nel caso specifico ho detto al mio free che ero senza cell chiamamdolo io da casa alle otto di mattina e gli ho detto che avrebbe potuto chiamarmi lui la sera a casa (cosa che ovviamente ha fattO) ma ..posso essere sincera?? mi sono sentita libera di non chiamarlo durante tutto il giorno (mattina tardi- ore pranzo pomeriggio) anche se avrei potuto farlo agevolmente da un telefono fisso…. Diciamo che ho preso la scusa .. per non sentirmi “obbligata” a farlo… (ma beninteso lui non mi obbliga affatto anzi in certe occasioni le mie telefonate sono state anche eccessive) In compenso lui mi ha cercata squillando più del solito (per sua ammissione e per messaggini ricevuti poi) perchè il non sentirmi (come di consueto) gli mancava…
insomma amor insegue chi fugge??? :))