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Lettera pubblicata il 1 Maggio 2022. L'autore, monica1988, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Vabbè, uno invece che si chiama “cinzio” è da prendere sul serio? Cinzio, ma si può? Almeno Mariso.
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“si è tutti, sempre, moooltooo seri, soprattutto… con sé stessi. 🙂, in particolare quando si pensa che ci sia un solo modo giusto di pensare e di vivere: il proprio!”
Invece uno deve vivere pensando che sia giusto quello degli altri? È ovvio che se si è convinti che la propria “ueiforlaif” sia “giusta”…lo è, e questo vale per tutti. Scoppiano le guerre proprio per quelle ragioni, vedi l’ultima, e “avoja” pensare che questo modo di vedere le cose sia sbagliato. Lo sarà, ma tutti siamo così bene o male, da Hitler a Ghandy e da Putin a Madre Teresa, e anche tu lo sei, e la tua nota lo dimostra. Per esempio, se non fossi convinta che la tua sia quella “più giusta”, non ti infastidirebbe che ci sia chi pensa lo stesso della propria. È elementare o no?
Certo Acqua, ma io credo che specie in ambito maschile prevalga insicurezza e la paura del futuro, che più o meno abbiamo tutti, ma che oggi mi appare più viva che mai nel maschio, secondo me. Avevo già notato una certa “inerzia” maschile all’università, fatta in età matura con studenti che erano di una generazione e mezza più giovani di me. Tralasciando le assenti dimostrazioni di quel goffo machismo dei miei tempi, con certe studentesse di Architettura belle come un fiore, non emergeva nessun elemento maschile che dimostrasse carisma o una personalità “importante”, al contrario delle ragazze che brillavano molto di più. La dimostrazione la ebbi quando, cooptato come cultore della materia, mi occupavo anche dei viaggi di studio, e per questi chiedevo si presentasse un “responsabile” del gruppo per le comunicazioni del caso. Bè, su 23 viaggi si sono offerte solo ragazze come capo gruppo, non un solo maschio. Menefreghismo? Forse, ma a me dice molto sul passato di quei ragazzi e moltissimo sul loro futuro.
P.S. mi sono laureato con tre ragazze non a caso.
Rossana, forse sarò un caso raro, ma a me giova molto confrontarmi, di persona nella vita fisica o sui forum. Soprattutto Indymedia mi arricchì molto, facendomi cambiare mentalità e, di conseguenza, modo di vivere! Ho cambiato varie idee leggendo le posizioni di altri utenti, che la pensavano diversamente da me. Riguardo alcuni argomenti, se tu leggessi i primi commenti che scrivevo su Indy, diresti che non posso averli scritti io. Assolutamente convinto di avere ragione a pensare “bianco”, avevo toni categorici nei confronti di chi pensava “nero”. Dopo qualche tempo ho pensato che la visione “nero” era corretta.
GOLEM: “non siamo MAI stati meglio di oggi”
Anch’io lo penso, tanto che definisco questo periodo storico “l’età dell’oro”, almeno per i paesi occidentali. Se non è questo il momento di fare figli, quale lo è stato, nella storia dell’umanità? È vero che non si può prevedere il futuro, questa guerra ci ha colti di sorpresa e non possiamo prevederne gli…
andamenti futuri. Ma allora non ci sarebbe mai stato nella storia un momento per fare figli.
Tralasciando alcuni problemi, come il rischio di questa guerra e dei suoi effetti, che mi stanno terrorizzando, le altre paure sono esagerate. Se le condizioni di vita generali fossero leggermente più modeste, i figli non soffrirebbero. Si vive felici anche senza la play station e le vacanze ai Caraibi.
Sono d’ accordo con Max, oggi rispetto a una volta abbiamo più lussi a nostra disposizione e sono aumentate le esigenze delle persone, ma si tratta di un benessere solo apparente. In realtà manca tutta una serie di fattori che favoriscono la coppia e la famiglia stabile. Per non parlare di quello che è successo negli ultimi due anni, che ha rimesso in discussione tutti i nostri precedenti progetti a lungo termine.
Golem certo, esiste da qualche parte una persona che vorrebbe stare con noi in tutto e per tutto. Ma che succede se siamo noi a non voler stare con quella persona? Se a qualcuno bastasse amarci e desiderarci per essere “quello giusto”, il problema non esisterebbe per nessuno o quasi. Se hai letto bene tutto il mio post io ho parlato di requisiti che deve avere una persona per piacerci, e non tutti quelli che ci corteggiano possiedono quei requisiti.
Per quanto mi riguarda se manca l’attrazione non può cominciare una relazione che mi condurrà a un impegno per la vita, e anche una relazione seria già iniziata non può continuare se strada facendo noto nell’ altro aspetti preoccupanti della sua personalità. Tu inoltre parli di un periodo ( quello dei tuoi genitori e dei tuoi nonni ) in cui non esisteva la possibilità di divorziare ( ben che meno per futili motivi come succede oggi ), c’era più stabilità nei rapporti tra le persone e a livello generale, di figli se ne facevano molti perché servivano braccia in campagna e manodopera nelle fabbriche. Poi diciamolo molte ragazze si sposavano e facevano figli perché costrette dalla società, per loro non c’era alternativa. Oggi tutto questo per fortuna non esiste più, c’è più libertà ma i rapporti tra le persone così come la nascita di un figlio sono diventati una grande incognita, che non tutti si sentono di affrontare e non penso sia questione di vigliaccheria.
Viola, oggi su FB ho letto questo messaggio di una mia giovane amica alla quale ho fatto gli auguri di compleanno: “33 anni! 🥂🥳🎈…e un sacco di cose che ancora devo capire di questa vita! Ogni 9 maggio che passa è differente da quello prima ma una cosa l’ho imparata: la felicità non capita, la si conquista perchè è una scelta… e la gratitudine è il paio di occhiali attraverso cui ci è più chiaro riconoscerla!
Grazie a chi oggi mi ha pensata! 💕”.
Il messaggio era accompagnato dall’immagine di lei sorridente e felice con suo marito e i suoi due bambini.
Mi ha fatto molto piacere che senza volerlo mi abbia confermato un principio in cui credo fermamente e che qui ha caratterizzato un “vivace”, diciamo, dibattito durato sino a qualche tempo fa. Insomma l’amore è la felicità, e ciò che ne nasce, figli compresi, non sono un regalo della vita, ma vanno “voluti” e costruiti nel tempo.
È evidente che si parte dall’attrazione reciproca, ma è il “dopo” che va scelto. Personalmente posso ritenermi fortunato》
》perchè ho trovato la persona giusta e credo che lo stesso valga per lei, ma se si è deciso di fare una figlia, non è tanto per l’attrazione iniziale, che negli anni e cambiata per ovvi motivi, ma per l’intesa costruita e i risultati di quella “scelta” di amarci, anche durante le inevitabili crisi che hanno caratterizzato il rapporto.
Mi sembra ovvio che qualunque eccezione a certe regole non possa dare nessun risultato di crescita della coppia, come quella che citi, quando parli di chi ti vuole ma che tu non vuoi, e capisco anche che nella maggior parte dei casi le eccezioni superano quella che dovrebbe essere la norma. Ma spesso si preferisce dare la colpa di certe rinunce o insuccessi a fattori esterni che, in modi diversi se vogliamo, sono sempre stati presenti nella vita delle persone.
Certo, oggi le lusinghe della modernità sono tante, ma come ho detto, nella mia ormai lunga vita nulla è paragonabile alla gioia di vedere crescere mia figlia. E quel sorriso della mia giovane amica mi dice che la stessa cosa la pensa anche lei, e ci è arrivata pure prima di me.
Quindi riassumendo: per golem avere una forte personalità significa:
1.Fare figli
2.Essere rappresentanti di classe
3.Pensarla come lui
Tutte le altre banalità che ha scritto non le commento neanche, sono cose talmente insulse e favoleggianti che ci si imbarazza per lui.
Golem è molto bello quel messaggio su fb, ma se quello che vi è scritto è vero quella tua amica era felice ANCHE PRIMA di sposarsi, mi spiego meglio: per lei quel matrimonio, e i figli che ne sono conseguiti, rappresentano un valore aggiunto alla sua vita, non un qualcosa a cui si è aggrappata per riempire i suoi vuoti o per conformarsi a uno standard sociale. Le persone che invece sono in qualche modo intrappolate in un legame vincolante di cui in realtà vorrebbero fare a meno, difficilmente sprizzano quella gioia espressa in quel post.
Quindi non sono la coppia o la famiglia in se a rendere felici, ma i giusti presupposti su cui impostare la propria esistenza. Primo fra tutti, il riuscire a stare bene prima di tutto con se stessi, cioè da soli.
Tieni presente comunque che molta gente pubblica la sua vita sui social millantando un benessere che in realtà non ha. Sicuramente non è il caso di questa tua amica, ma certe cose è sempre meglio non prenderle per oro colato.