Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 1 Maggio 2022. L'autore, monica1988, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
Pagine: « Prec. 1 2 3 4 5 6 … 17 Succ. »
Pagine: « Prec. 1 2 3 4 5 6 … 17 Succ. »
Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.
Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.
Ma Max, è ovvio quello che dici; laddove le difficoltà previste per il futuro sono oggettive non si discute. Ma il focus è incentrato su i non scarsi casi di quegli uomini, soprattutto, che non sono in grado di uscire dalla loro condizione di egocentrismo, spesso infantile, dove le ragioni sono solo soggettive. Certo che c’entra l’istinto in certi desideri, e meno male, perchè se non vogliamo iniziare un dibattito filosofico sullo scopo della nostra vita, l’unico che vedo sicuro mi pare proprio la riproduzione. Saranno pochi i casi se vuoi, ma un figlio che cresce in una famiglia, anche povera, e col mulini che è neri, ma che si ama, e che da questa è amato è quanto di meglio si può fare in un’esistenza, anche se il bambino fosse adottato. Lasciare un esempio di “amore” vero su questa terra, prima di andarsene, non ha niente che lo possa superare come valore umano. A mio parere, ovviamente.
Quindi l’avvento delle bimbe ha sottoposto la nostra coppia a fortissime scosse, che hanno determinato momenti di crisi gravissima da cui siamo sì usciti, ma con forti e indelebili ammaccature sia individuali sia, appunto, di coppia. Per cui, pur non pentendomi affatto della scelta fatta, ribadisco che le preoccupazioni che molti hanno, e che io stesso avevo, di fronte all’eventualità della genitorialità sono più che fondate e andrebbero guardate con rispetto e considerazione.
Questa distinzione egoisti/altruisti è veramente senza senso. Ogni desiderio personale è una forma di egoismo, serve a soddisfare una nostra esigenza, mancanza o a realizzare un nostro personalissimo ideale di vita. Le motivazioni per non avere figli possono essere infinite e non giudicabili; definire “uno schifo di coppia” chi sceglie di vivere la propria vita a due in un modo diverso lo trovo inaccettabile e riflesso di una mente limitata. Detto ciò, anch’io come Golem penso che avere un figlio sia potenzialmente l’avventura piú straordinaria si possa vivere, fermo restando che non ci si ritrovi impelagati per decisioni o forzature altrui.
Max, converrai con me che la tua condizione è imparagonabile a qualsiasi altra dove le contingenze negative possono essere cambiate, e che per questo le potenziali difficoltà erano facilmente prevedibili. Io stesso non ho avuto una famiglia d’origine perfetta, anzi, mio padre al culmine della crisi consigliò a me, suo figlio, di non fare figli nel caso mi fossi sposato. Di fatto, solo i nonni materni sono stati un esempio di amore reciproco durato sino alla morte. Ma ad oggi, di tutte le soddisfazione che posso aver avuto nella vita, nessuna supera quella che mi ha dato vedere crescere mia figlia, e oggi, adulta, godere della sua stima e del suo amore. Sono le mie “ragazze” che mi fanno sentire utile e importante in questa mia vita, e che le hanno dato un significato.
Chi si illude che ci si possa completare da soli, solo resterà in quel metaforico porto che ho richiamato nel post a Panegirico. Ma per quel timore di attraversare l’oceano della vita, si finisce per perdere emozioni che non hanno paragoni con quelle che si potranno mai avere nella rada di quel “porto sicuro”.
Golem, ho letto il tuo ultimo contributo e, dal momento che fai salva la comprensione per i casi particolari, in merito al discorso che fai a livello generale posso dire che sono d’accordo con te, nel senso che al giorno d’oggi sembra avere il sopravvento la superficialità, non solo nella questione figli, ma un po’ in tutte le materie che richiedono un certo impegno e una certa perseveranza. Quanto a Suzie e Trader, non dovrei pronunciarmi perché il vostro dissidio non dovrebbe riguardarmi, ma voglio bene a entrambi e quando le persone cui voglio bene non vanno d’accordo fra di loro, la cosa mi dispiace davvero. Ritengo che abbiate due diverse tipologie di mentalità e di intelligenza, entrambe legittime e da rispettare, entrambe in grado di dare molto al mondo che le circonda.
Certo Max, ma mi sembrava superfluo dover sottolineare che delle condizioni oggettivamente “difficili” siano escluse dalla questione. Persino in natura, la scarsità di cibo o l’affollamento territoriale, per dire, inibiscono la fertilità della femmina. Ma oggi le ragioni in ambito umano sono molto diverse, se non addirittura opposte, considerando che le zone poverissime esplodono di neonatalità e in quelle ricche è il contrario. Chiaramente i fattori culturali, sia cognitivi che intesi come “mores” indotti dalla “modernità”, specie nel mondo occidentale, hanno modificato il senso di una genitorialità adulta, sia negandola per timore delle future responsabilità e perdita della “libertà”, ma anche, come ha fatto notare Suzy, come ultima spiaggia di una realizzazione quantomeno soggettiva. Di fatto una vera consapevolezza di quello che comporta avere un figlio la si potrà avere solo scegliendo di averlo, accettandone TUTTI gli aspetti di impegno e dedizione che questo comporta. E, salvo sfortune nere, arriverà il compenso, che per me non ha eguali in questa vita.
Questo tizio evidentemente non era una persona molto completa, nonostante avesse moglie e figli:
https://www.ilgiorno.it/varese/cronaca/samarate-strage-movente-1.7642283
io invece sono un single senza prole, ho la stessa età dell’assassino, e non mi verrebbe mai in mente di fare una cosa del genere, cioè ammazzare qualcuno. Del resto non ne avrei motivo visto che, contrariamente a quanto afferma golem, sono felice e in pace con me stesso. E no, non mi sento incompleto, superficiale o carente in qualcosa perché non ho generato dei figli, sono molto più capace io di amare rispetto a tanti cosiddetti genitori che si vedono in giro. La mia esistenza è ricca di esperienze e di scoperte, la sento tutt’ altro che povera.
Forse bisognerebbe cominciare a ragionare un po’ meno per stereotipi e un po’ più partendo dal concetto che a questo mondo ognuno ha il “suo” cammino e non ci può essere una regola fissa che vale per tutti.
min.... Asterix, ma in che lingua devo scrivere che la “singletudine” non esclude la felicità, o meglio, la serenità. Io sono stato sia single che sposato con prole, e sarò stato anche fortunato nel trovare la donna giusta, che mi ha dato una figlia la quale mi ha reso padre nel più ampio e completo dei sensi. Ma tu giudichi da un solo punto di vista ed esperienza, io da due, e posso assicurarti che non c’è paragone tra le due felicità o serenità comunque le chiami. Ti è chiaro mò?
Poi, a proposito di stereotipi banali, che ci siano in giro spostati che sterminano la famiglia non significa necessariamente che sia stata la famiglia a renderli tali, ma soprattutto la loro condizione mentale ed emotiva, che in qualunque situazione della vita fosse applicata quasi certamente darebbe risultati da spostati. Pure da single, pensa.
Golem tu non puoi fare paragoni, perché c’è chi è più felice in coppia che da single e allo stesso modo c’è chi è più felice da single per una serie di ragioni. Forse non leggi bene i commenti, o non riesci a capirne il significato. RIPETO: non c’è una regola fissa che valga per tutti, quindi stabilire principi assoluti in questo caso è solo un tentativo di autocelebrarsi e niente di più. Poi mica ho detto che quel tizio è diventato uno spostato a causa della famiglia, ho solo voluto far capire che non necessariamente è la famiglia a risolvere magicamente tutti i problemi di un individuo come tu invece continui a ripetere. E’ più chiaro adesso?
I paragoni li fai tu Asterix, visto che citi il tuo caso rispetto ad altri che non conosci. Perchè tu non hai provato le sensazioni che ho provato io, mentre io quelle che descrivi tu le ho provate. Quindi logica vuole che se non sai cosa significa essere padre in un certo modo, devi accettare il fatto che NON puoi esprimere un giudizio completo sul merito della questione. A proposito di capire un testo.
Quanto a dire che basti una famiglia per risolvere tutti i problemi di un individuo, questa è una conclusione che trai tu, non io che ho solo detto quali siano le gioie di una paternità accettata e ben vissuta, e che il tizio era spostato di suo a prescindere che fosse sposato o meno. Quindi se non vale la mia citazione di risposta, ancora meno vale la tua con quell’esempio superfluo, non trovi?