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Lettera pubblicata il 1 Maggio 2022. L'autore, monica1988, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Ops… Suzanne è ancora arrabbiata con me perché l’ho smascherata su un’altra lettera. A proposito di cyberbullismo, cerca di screditarmi con gli altri, evitando di confrontarsi direttamente con me.
Ogni tanto sbotta per niente, ma nessun problema, la conosciamo.
Viola, io sto discutendo tranquillamente, non agitarti e non offendere. Non vuoi rispondere, va bene, così, non ti forzo. Ma l’astio che nutri per il tuo prossimo non ti fa bene.
Torniamo al discorso, sperando che non scateni l’ira delle due predette.
È risaputo che in una società opulenta, come quella occidentale, si crei un andamento demografico a forma di piramide rovesciata, a causa dell’aumento di longevità, dovuto alla diminuzione della mortalità, e alla diminuzione delle nascite. Ma non so a cosa sia dovuto questo fenomeno. Perché i poveri fanno figli e i benestanti no, con la motivazione della precarietà economica? È un fenomeno strano. È pur vero che le condizioni economiche sono relative all’ambiente che…
Ci circonda. Vero quindi il punto B.
Per quanto riguarda i disoccupati cronici, non ci sono così tante persone che muoiono di fame e stanno al freddo e al buio in Italia.
Competenze? In cosa?
Certo che se volessimo trarre delle semplici conclusioni da questo dibattituccio, vien da chiedersi perchè più ci “sviluppiamo” economicamente e meno felici diventiamo.
Domenica ho fatto il “ragù della domenica” di quand’ero bambino, e mi svegliavo con un profumo che oggi mi commuove, com’è successo con quello che ho cucinato. Con una sostanziale differenza però, che quello di ieri vedeva nonni, mamme, zii e nipotini schiamazzanti intorno a quella tavola, in un clima di festa che non si dimentica. Noi domenica eravamo in due.
Bello certo, tagliatelle al ragù buonissime, ma quelle domeniche erano tutt’altra cosa. Eppure era una casa di contadini e verdurai, gente semplice, povera, col televisore comprato a rate con la copertina a fiori e la Madonna con in braccio il Bambinello sul letto.
Cos’abbiamo sbagliato? Oppure è “logico” che sia così, non riesco a capirlo. È possibile che la “ricca” solitudine di oggi la si cerchi di compensare anche su questi mezzi, finendo spesso -pur di mostrare una certa identità- per “esagerare”, come sottolinea Suzy? Chissà.
Grazie Max, ma per la 29enne è il primo contratto di lavoro a distanza di 5 anni dalla laurea. Per quanto riguarda il “nipotino”, non credo che quel desiderio le arriverà mai, questo perchè vedo questi nostri figli perennemente figli, anche quando dovrebbero non esserlo più, almeno in termini di indipendenza identitaria.
Non so Max, io ho di buono che se qualcosa non dipende da me non mi fisso, poi sai, alla fine voglio il bene di mia figlia, e se lei è serena noi genitori siamo contenti, e lei è serena. Inoltre riconosce a noi e a sè stessa di essere stata fortunata, non solo per quello che ha ricevuto in termini pratici, ma per il bel rapporto che ha con noi, è questo è un segno di maturità. Direi che una famiglia non può chiedere di più come risultato di aver messo al mondo un figlio.
Come considerate le tutele per la maternità in Italia?
Vista la bassa natalità, sembrerebbero insufficienti ad incentivare le nascite. Alcune donne che quasi non lavorano per anni facendo tre figli di fila uno dopo l’altro, ma evidentemente tante altre non vogliono.
GOLEM commento 113. In effetti è dimostrato che il PIL non è un indicatore esaustivo per misurare il benessere né tantomeno la felicità di una popolazione.
Interessante la tua ultima riflessione, considerando che qua ci sono due esagerate che avrebbero bisogno di darsi una calmata.
Le misure per tutelare la maternità in Italia sono praticamente assenti, perché ogni volta che una donna rimane incinta, viene lasciata a casa, con un migliaio di scuse differenti, ma a casa rimane. In una società dove regna l’ipocrisia delle pari opportunità o il supporto al genere, alle donne, quando alla prima denuncia o difficoltà vengono isolate, lasciate sole, e soprattutto, nessuno pensa di scendere in piazza per tutelare ora quella ora quell’altra. Poi ci sono le discriminazioni, di ogni tipo, la realtà in Italia mi dispiace dirlo, è fatta di stereotipi, e soprattutto di provincialismo. Vogliamo fare un paragone con uno stato, dove i diritti civili e le discriminazioni non vengono tollerate? Ce l’ho.
Nel 2018, sono andato a trovare parenti a Pasadena, in California “vicino”, ma nemmeno troppo a Los Angeles, mia cugina venne a prendermi all’aereoporto, e andammo in una specie di pub-tavola calda, come ce ne sono tanti lì, specialmente in California, io naturalmente…
…totalmente rincoglionito per il viaggio, aspettiamo l’ordinazione, ed arriva la titolare del pub, che dice “ragazzi tra poco però, devo chiudere il locale, che vado a partecipare alla manifestazione per sostenere X”, mia cugina guarda lo smartphone e vede che ha messaggi vari e chiamate, e mi dice “Gabriele, dobbiamo andare anche noi”, cioè dava per scontato che io andassi con lei, dopo tot. ore di viaggio…
Andiamo, e troviamo gente di tutte le età, ragazzi, uomini, donne, famiglie, anziani, istituzioni, parata della polizia e vigili del fuoco, delegazione del comune di Pasadena ed avanti così e veniamo a sapere, o meglio io vengo a sapere che tutto quel casino è stato mobilitato perché, una ragazza in stato di gravidanza, ricercatrice di un istituto universitario lì vicino, è stata spostata dal suo ufficio al primo piano, al piano terra senza essere consultata, dal suo diretto superiore. Ora ditemi se in Italia capitano cose di questo tipo.
Suzanne: “Tu Golem che detesti tanto l’ipocrisia non trovi tutto ciò squallidamente ipocrita?”
Suzanne, la risposta la sai già: l’ipocrita sei tu!
Se rispetto le IDEE degli altri, non ti va bene.
Se non rispetto le FESSERIE che dicono gli altri, non ti va bene.
Tornando al discorso, avete visto un grafico di piramide demografica italiana? E’ preoccupante.
Caro Golem, anch’io commento il tuo 113. Non credo che abbiamo sbagliato qualcosa, semplicemente abbiamo guadagnato alcune cose al prezzo di perderne altre. Il progresso ci ha regalato un benessere assai maggiore rispetto al passato, con mezzi di soddisfacimento e di miglioramento del nostro status prima inimmaginabili, ma per procurarceli e mantenerli abbiamo perduto quei ritmi più lenti e quello stile più semplice che è rappresentato dal pranzo della domenica nella casa rurale di quei tempi. Inoltre, spostandoci e trovando lavoro in luoghi diversi rispetto ai borghi natìi, abbiamo avuto la possibilità di conoscere e amare persone molto diverse da noi, non facenti parte della nostra cerchia di paese, persone di cui prima non sapevamo nulla e che, come background di origine hanno assai poco in comune con le nostre famiglie. Questo ci ha portato a un arricchimento e a un ampliamento di orizzonti, ma ha reso assai meno facili i rapporti la convivenza con le famiglie di origine.
Ebbene, due persone che si sposano essendo molto diverse e provenendo da contesti molto diversi, magari fra di loro riescono ad andare d’accordo, ma temo che quelle domeniche in famiglia tutti insieme sarebbero tutt’altro che armoniose, poiché essendo diverse le tradizioni, i modi di vedere le cose, magari, per chi ce l’ha, anche le fedi religiose, le occasioni di incomprensione e di scontro sarebbero moltissime. Ecco uno dei motivi della prevalenza di famiglie nucleari su quelle allargate ed ecco perché quelle domeniche all’insegna del ragù rischiano di trasformarsi in serene ma un po’ malinconiche sessioni a due. Credo che non si possa dire in assoluto se era meglio la situazione tradizionale o se è meglio quella attuale, ma la risposta dipende dal giudizio soggettivo di qualcuno. Ciò che è innegabile è che ogni cosa ha un suo prezzo e che la conquista di qualcosa provoca la perdita di qualcos’altro e solo il singolo può giudicare quale dei due elementi è per lui più…