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Lettera pubblicata il 1 Maggio 2022. L'autore, monica1988, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Immagino che sia una gioia al quale tu vorresti aspirare è normale, stando sul punto, ovvero che tu sia confusa e sconfortata dal fatto che lui non vuole avere figli, non significa che non ci siano modi per soddisfare le vostre aspirazioni di coppia. Potreste proporvi come genitori affidari, oppure se conoscete qualche coppia amica che ha figli, magari piccoli, potete eventualmente “aprire” per seguire qualche bambino, così da avere un anteprima su come sia avere un figlio in casa. Ci sono due possibilità: la prima che possa cambiare idea, la seconda che la sua idea si possa radicare ancora di più, a te scegliere, se vuoi correre il rischio.
Leggendo i commenti, comunque se vuoi avere almeno tu un anteprima potreste proporvi a coppie che hanno figli, per seguirli qualche ora quando potete. Io l’ho fatto, con la figlia di una mia amica, ed ho concluso, che era più la paura dell’incertezza di non dare il tutto per tutto al figlio o figlia ipotetica, che non volontà di diventare…
Per dimostrarvi che Viola è in malafede quando sostiene che mi interessa solo provocare, vi ammetto tranquillamente che potrei rivedere la mia tesi. Devo approfondire. L’indagine va fatta sociologicamente e demograficamente. Ovviamente non significa che le cattiverie di Viola siano corrette, ma c’è qualcosa che devo correggere anche nella mia visione.
Come ben sa chi mi conosce, su LaD mi interessa imparare qualcosa di nuovo. Se riesco a capire che mi sbaglio, sono contento.
MAX “Grazie a Golem, Rossana e Viola per le gentilissime risposte, nonché a tutti coloro che hanno la pazienza di leggermi.”
MAX, figurati, è sempre un piacere leggere i tuoi commenti!
Ecco, lupus in fabula: oggi la mia 29enne aveva un colloquio di lavoro ed è stata assunta da una nota scuola di Moda milanese (per chi studia moda e abbigliamento, per intenderci) e pure con un buon stipendio iniziale. Mo’ vediamo come sarà il futuro, ma temo che se desidero un nipote dovrò adottarlo, scommettiamo?
Io sono convinto che i soldi c’entrano sì, ma sino a un certo punto, se così non fosse oggi saremmo quattro gatti al mondo. In questo senso, gli immigrati, poverissimi, ma che si fanno meno problemi di noi, lentamente erediteranno la Terra. Poi diventeranno “ricchi” e avranno problemi per il futuro dei figli, e smetteranno di farli, e li sostituiranno gli alieni poveri del terzo universo. Curioso, no?
…la volontà di diventare padre, poi ovvio che ci debba essere il conforto di una vita professionale stabile per pensare ad un progetto familiare. Segue al commento 101.
Golem, scusami, la caratteristica del primo mondo, ovvero delle economie avanzate, è la spiccata denatalità, sia per la qualità della vita elevata, sia per le comodità a cui, una volta fatto figli, si debba rinunciare o rivedere, aggiungi anche la difficoltà di accedere ad una posizione professionale stabile, vedi tipologie contrattuali di ogni tipo, che quando eri giovane tu, forse nemmeno esistevano, ed avanti così. Le economie del terzo mondo invece, basano la loro sussistenza proprio sulle braccia fornite dalla famiglia, quindi normale avere tanti figli, che poi diventano forza lavoro, autentica disgrazia, avere figlie, poiché poi bisogna fornire la dote, sembrano discorsi da 1800, ma ci sono aree del mondo in cui funziona ancora così, e dove la natalità è alle stelle, vedi la Nigeria per esempio, tanto più in economia di un paese è precaria tanto più le famiglie sono numerose.
Viola, ignora deliberatamente gli attacchi di cyberbulli de no artri, la cui età mentale si è bloccata ai 15 anni ( stimata per eccesso). Ahhh le gioie del web, però poi mi raccomando, “bello confrontarsi”, “tutti apportano contributi interessanti” e “volemose bene”. Tu Golem che detesti tanto l’ipocrisia non trovi tutto ciò squallidamente ipocrita?
Comunque Viola, distinguo gli individui in due categorie : coloro i quali scivolano in una vita di “si deve”, “si fa cosí”, e chi si interroga su ogni singola scelta della propria vita, figuriamoci per quella piú naturale ma allo stesso tempo importante, estrema e irreversibile, cioè avere figli. Ringrazia di essere un individuo pensante e non un coniglio che si accoppia per semplice istinto; la capacità introspettiva e metacognitiva è una gran faticaccia ma prima o poi torna utile, quando si fanno i conti con sé stessi.
Max, spiegami il segreto della tua calma, perché io a leggere certe frasi ho i brividiiii
Trader non barare, avevi iniziato tu ad assumere toni provocatori. Sei il classico soggetto tossico che vuole solo drenare energie altrui quindi non starò qui a rispondere alle innumerevoli sciocchezze che hai scritto su di me. Non devo giustificarti le mie idee e le mie scelte. Stammi bene. E vai da uno psicologo.
Golem, anche un tempo, quando ci si sposava e si facevano figli più facilmente, la novella coppia beneficiava di quello che veniva lasciato loro “in eredità”, una stessa casa il più delle volte veniva tramandata di generazione in generazione e spesso i figli continuavano a vivere con genitori e nonni anche dopo essersi creati una famiglia tutta loro. Oggi questo non sarebbe più pensabile, nessuna coppia vuole convivere con tutta la parentela, ed è anche giusto. E ci si adattava anche su svariate altre cose, non c’erano le esigenze della società di oggi. Si, come giustamente dici tu la vita era complessivamente molto più dura
ma il sistema di allora ti permetteva:
A: di trovare più facilmente un lavoro stabile, cosa che io e il mio compagno, nonostante le nostre competenze, non abbiamo ancora trovato ( per dire ). E quindi di fare piani per il futuro e mantenere una famiglia.
B: di avere più solidarietà e più inclusione sociale, quindi tuo figlio o tua figlia non si sarebbero sentiti degli emarginati solo perché non hanno l’Iphone nuovo modello o le scarpe all’ ultima moda. Per noi adulti queste cose sono sciocchezze, ma per un ragazzino che va ancora a scuola può essere traumatico ricevere certi trattamenti dai suoi coetanei, essere isolato perché considerato alla stregua di uno zingaro.
Per non parlare del fatto che un disoccupato cronico dei tempi di oggi, se avesse figli, sarebbe costretto a farli digiunare spesso come fa lui, e a tenerli al freddo e al buio ( vedi caro bollette ) per arrivare a fine mese.
E’ chiaro che l’egoismo non centra nulla.
Golem, comincio con il complimentarmi per il felice esito del colloquio di lavoro di tua figlia. Spero che le condizioni stabili e l’eventuale incontro con l’uomo giusto le suscitino il desiderio di maternità, ma dovrà essere un desiderio, non un dovere e nemmeno una scelta richiamata dal desiderio, peraltro legittimo, di un padre di diventare nonno. Ultime precisazioni in merito al passato: 1. Al giorno d’oggi, se anche si volesse lavorare da giovanissimi non si potrebbe, perché se uno non è maggiorenne nessuna dita si assume la responsabilità di fargli far qualcosa, perché ha troppa paura di eventuali rogne che potrebbero piovergli sul capo se il pargolo/apprendista dovesse riportare un qualche incidente; 2. Rispetto al passato, sembra che qualunque tipo di lavoro, anche il più umile, richieda delle competenze ben superiori, che un tempo non erano necessarie; 3. I tanti figli dei vecchi tempi non erano dovuti a una consapevole scelta procreativa. Continuo.
I figli, a quei tempi, arrivavano, per così dire, portati dalla natura, e molti si ammalavano e morivano. Non si conoscevano gli strumenti di contraccezione che si utilizzano oggi e che fanno sì che la gravidanza sia una scelta, entro certi limiti, programmata e consapevole. È vero che di figli se ne fanno di meno, ma quelli che si fanno, proprio perché frutto di scelta, spesso sono molto seguiti e curati, sia perché i genitori che li hanno tanto voluti attribuiscono loro un grande valore, sia perché la società richiede per il loro allevamento e per la loro educazione degli standard molto più elevati rispetto al passato. Che una certa quota di egoismo nella gestione dei rapporti, al giorno d’oggi ci sia, son’io il primo ad ammetterlo, ma credo che non solo ad essa vada ricondotta la spiegazione dei fenomeni cui assistiamo. Suzie, grazie per l’apprezzamento. Posso dirti che l’abito mentale obiettivo e sereno l’ho acquisito in parte con una non facile vita, in parte con gli studi.