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Lettera pubblicata il 1 Maggio 2022. L'autore, monica1988, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Caro Max, ti stimo anch’io, e se posso permettermi un ingresso nel tuo vissuto, tu sei proprio l’esempio di quanto la volontà possa fare miracoli. Premetto questo perchè temo che il dibattito si stia sfrangiando in un “delta” di rivoli dove ognuno naviga a vista secondo una soggettiva visione delle cose.
Ora, perchè ho richiamato la volontà in un dibattito sulla vita di coppia, al di là delle contingenze del momento, perché a conti fatti è quella che fa la differenza tra successo e insuccesso, dove il primo traguardo non significa necessariamente aver raggiunto certi obiettivi, ma averci provato con la volontà di raggiungerli. Sappiamo bene che il rapporto a due, comunque si “organizzi”, è spesso costellato da mille illusioni pro e duemila tentazioni contro, come giustamente tu ci hai ricordato, ma credo che il problema più strettamente economico che tu richiami, e che altrettanto giustamente condiziona certe scelte, sia più relativo che non sostanziale. Voglio dire che la generazione》
》che oggi “soffre”, è cresciuta in realtà in una condizione di “benessere” diffuso senza precedenti, non solo a livello locale, ma -almeno per l’Occidente- globale. È chiaro che una crescita di quella portata non può essere infinita, e così è stato. Risultato? Tutto si ridimensiona , ed è dura riadattarsi in poco tempo a condizioni meno favorevoli.
Detto ciò, mia figlia a 29 anni oggi ha un colloquio di lavoro, che sembra promettere bene, quando io alla sua età lavoravo già da 11 anni, mio padre da quando ne aveva 14 e forse mio nonno da quando ne aveva 8? Allora, mi chiedo: come avrebbero reagito quelle generazioni di fronte alla attuale crisi di cui accenni, Max? Voglio dire, è il mondo che è sbagliato o noi che non siamo più in grado di adattarci alle nuove condizioni? È un discorso complesso, dove entrano in gioco molti fattori, esterni e interni a noi soggettivamente, e la coppia riproduce in piccolo quel mondo, ma quanto c’entra quella antica volontà di affrontarli insieme quei “fattori”, e quanto un banale “new egoism”?
Max,
sempre equilibrati e obiettivi i tuoi commenti.
Si possono avere visioni di vita diverse, senza per questo essere giudicati negativamente a livello di esperienze di vita o di carenze caratteriali.
Ogni caso è a sé, e ognuno è un mondo!
Ti ringrazio Max per aver chiarito quello che tentavo di far capire ( senza riuscirci, evidentemente ). Non si possono giudicare le attitudini e le motivazioni altrui e qualsiasi scelta va rispettata perchè non possiamo entrare nel merito delle esistenze degli altri. Penso comunque che a Trader interessa unicamente provocare e non è minimamente interessato a un vero confronto. Non credo valga la pena continuare a rispondergli.
Golem, tu forse appunto avendo vissuto un’altra epoca, in un certo senso un altro mondo, difficilmente puoi capire i problemi contingenti che le nuove generazioni si trovano ad affrontare e vedi nel non fare figli semplice vigliaccheria, ma torno a dire che anche chi non avesse voglia di avere figli non è giusto che venga messo sulla graticola per questo. Sono scelte personali.
Ciao Rossana, nessun problema! Ho 32 anni e sto con un mio coetaneo ( quindi non sono la volpe che non arriva all’ uva come sono stata descritta ). Al momento non stiamo pensando a un figlio, vogliamo appunto prima cercare di trovare più stabilità in altri campi della nostra vita ( stabilità che al momento non c’è ), ma non è una cosa che escludiamo per il futuro. Sicuramente non sono una di quelle donne di cui si parla sempre, che superati i trenta devono per forza trovare qualcuno per procreare perché sentono l’avanzare dell’orologio biologico. Io posso stare bene sia in coppia che non, e se farò un figlio sarà perché entrambi lo abbiamo ardentemente desiderato. Se non così non fosse, non se ne parla.
Grazie anche a te per la tua gentilezza.
Condivido anche quanto detto da Suzanne. Penso che i nostri rapporti e i nostri momenti importanti vadano vissuti con riservatezza.
Grazie a Golem, Rossana e Viola per legentilissime risposte, nonché a tutti coloro che hanno la pazienza di leggermi. E mi compiaccio nel riscontrare come il dibattito su questo argomento, almeno in questi ultimi contributi, abbia assunto toni civili, in cui la divergenza di opinione non annulla il reciproco rispetto e il reciproco riconoscimento della buona fede, quand’anche non si condivida l’approccio dell’altro. Un tono come questo forse è meno solleticante e meno attraente di primo acchito, ma è quello che aiuta a crescere e ad arricchirsi interiormente. Vi saluto affettuosamente e torno al mio lavoro.
Viola, ho una figlia poco più giovane di te, e forse riesco a leggere meglio di quello che pensi le situazioni che vivete. Mia figlia potrebbe anche non lavorare, ha già una abitazione sua e per il futuro è messa benino, con genitori, e zie senza prole, che le lasceranno tutto, ma, a fare figli non ci pensa, e non credo li farà mai, perchè?
Perchè la faccenda del “futuro incerto” non basta a spiegare il fenomeno, che contiene molti di quegli aspetti accennati nel mio precedente post, quindi non fraintendere; ma se non si hanno esperienze pregresse per confrontare il mondo di mezzo secolo fa e più con quello odierno, la sensazione di “incertezza” del futuro diventa assolutamente relativa.
Quello che voglio dire è che tuo nonno o bisnonno che fosse, riderebbe di quello che tu ritieni “futuro incerto” (e non ho bisogno di spiegarti il perchè) ed è per questo che hanno messo al mondo le generazioni che oggi vedono te al vertice della piramide. Insomma Viola, il futuro è INCERTO da sempre, e lo sarà per sempre, ma bisogna vivere e non sopravvivere nel timore di…
È vero, si possono avere visioni di vita diverse, ma in che numero?
Viola, sono serio, non provoco. Ho scritto le stesse cose di Golem, sei tu che hai cominciato a provocarmi, insinuando sul mio conto cose assurde sulla mia vita.
MAX:”Mi pare che abbia detto (…) che è quantomeno semplicistico affermare che chi non vive in coppia o non ha figli sia per forza un egoista o anaffettivo”
Viola non mi pare abbia detto questo. Piuttosto, sostiene che tendenzialmente chi è accoppiato è triste, mentre i single sarebbero felici. Commento 78: “vedo molti più single felici rispetto a quelli che sono accoppiati”.
E qua vorremmo capire un fatto curioso. Se, dicendo “sto con un coetaneo”, intende che convivono, quindi fanno una vita come se fossero sposati, lei ha fatto una brutta scelta. Secondo lei, essere accoppiati è fonte di infelicità, quindi lei si è messa una croce addosso mettendosi insieme con il suo uomo. Strano, no?
Oppure ha un ragazzo, escono, ma non vivono insieme,non dividono la vita come due adulti che hanno un legame forte. Insomma, si…
si tratta di un rapporto superficiale e incompleto, da adolescenti del liceo. In questo caso, resta da capire perché è in questa situazione. Aspetta la STABILITÀ. Caspita, a trentadue anni state ancora aspettando stabilità?! Sei di quelle persone che a 40 anni aspettano che arrivi dal cielo il lavoro della loro vita? Se è questo il caso, hai bisogno di far scattare la sveglia, non l’orologio biologico.
Spero per voi che la stabilità sia solo una scusa che racconti a te stessa. A 32 anni suonati se non hai un lavoro e una casa, è difficile realizzare queste cose in futuro.
Nel caso che la stabilità sia una scusa, non vorrai mai fare un figlio. Perché non ti interessa, pur avendone le possibilità? Per aridità di cuore.
Insomma, i casi di Viola sono due:
1) ha una vita sgangherata dal punto di vista di stabilità lavorativa e altre cose, perché aspetta che il fico le caschi in bocca;
oppure:
2) ha stabilità, sta bene così, si fa i fatti suoi, perché ha un cuore arido.